Critica e militanti

Buongiorno dalla critica militanti uno dei grandi temi Sperry sollevati dalla pandemia è quello della responsabilità verso gli altri
Ma questo tema non si lascia districare facilmente dal suo rovescio dalla fatalità e anche dal tema
Del rapporto tra resistenza delle abitudini e resistenza dei comportamenti emergenziali
Finché si parla di società si riesce in genere a tenerlo un po'a distanza distanza sociale appunto più difficile la situazione quando si entra in famiglia sentirsi al sicuro a casa e sentire che gli altri lo sono
Abbassare la mascherina in salotto tornando da un viaggio in cui la si è tenuta a lungo all'aperto dove invece le possibilità di contrarre il virus sono molto minori tutto questo è il razionale e normale
Coinvolge l'esorcismo l'imbarazzo galateo gli affetti ma oggi tutti noi a differenza di questa primavera conosciamo
Contagiati persone che temono di avere contagiato parenti più anziani o fragili e quindi si cominciano a cercare le parole per dire un sentimento condiviso di ansie col teste e al tempo stesso un sentimento
Di fatalismo in una situazione che dura da troppo tempo per poter essere sopportata sempre in guardia
Tutto passa e passare anche la capacità di essere all'altezza della tragedia queste ragioni e altre mi hanno fatto venire in mente un racconto giovanile Di Cecco uno scrittore Medico oltreché malato
E che come medico si è gettato coraggiosamente tra l'altro nel mezzo di un'epidemia per curare
La povera gente
Anton Cechov fondato centosessanta anni fa nel racconto intitolato tifo descrive al solito con la sua terribile sobrietà il dramma del rientro in famiglia con un malattia contagiosa siamo su un treno tra Pietroburgo e Mosca il giovane tenente Klimov va a prestare servizio e torna a casa dello zio e dalla sorella
Nello scompartimento in cui si trova è seduto davanti a un uomo anziano dalla faccia rasata dal capitano di nave mercantile dice Cechov
E dall'aria scandinava un uomo che continua a succhiare la pipa e a ripetere che anche mio fratello ufficiale di Marina
Klimov vorrebbe cacciarlo non si sente bene fatica a rispondere respiro gli brucia e questo passeggero lo estrema comincia a pensare che è schifoso che sono stufo di tutti finlandesi come lui greci
E la nausea in questa sua voglia di polizia di pulizia etnica aumenta le sue braccia e le sue gambe scrive cieco
Sembrava non riuscissero a trovar posto sul sedile benché esso fosse tutto a sua disposizione aveva la bocca aride appiccicosa una nebbia pesante nella testa
Il viaggio di Cremona diventa presto un miscuglio confuso di voci fumo porte sbattute a sferragliare di ruote campanelli fischi il tempo volava in avvertito e perciò sembrava che il treno si fermasse ogni minuto a una stazione
Perché tutto prende la forma di un incubo un incubo angoscioso a una stazione scende per per bere alla bocca in eredità e vedendo delle persone sedute ai tavoli di un locale si chiede schifato come possono mangiare tutto
Mi sembra ripugnante l'odore di arrosto le buche anche la bocca di una bella signora e quando scende a Mosca va a prendere una vettura come un automa non mercante gioco il vip col vetturino perché adesso per lui il genero
Sembra non avere più alcun valore e così arriva a casa dello zio della sorella cantieri diciott'anni che si sta preparando per l'esame da insegnante qui ricordiamo
Il dettaglio di un quaderno e di una matita stretti in mano a cattiva mentre lo saluta
Poi i il giovane tenente crolla sul letto e perde conoscenza quando la riprende ancora Alento spogliato con suo attendente vicine un medico con la barba nera
Con uno strano accento che borbotta condiscendente delle parole te generiche
Anche a casa come sul treno il tempo sembra passare rapidissimo e buio e luce si alternano di continuo nella stanza di clima of si avvicendano i volti nel suo dormiveglia volti di soldati parenti addirittura il parroco del reggimento stranamente serio rispetto alla al consueto
E la figura della sorella che prega inginocchiato a sdoppiando sì nella sua ombra un giorno il torpore evapora però è Clermont finalmente si sveglia da solo
In una stanza da cui penetra dolcemente il sole del mattino e tutto subito li acquista contorni nitidi familiare il convalescente scoppia a ridere
Si sente pieno di energia e di una gioia scrive cieco come quella che probabilmente aveva approvato il primo uomo quando fu creato e per la prima volta vide l'universo
Per questo Adamo nulla e più ripugnante a ogni volto anzi ripensa con simpatia gli oggetti ritrova gradevoli
Ha una voglia pazza di gettarsi nel mondo di fumare e anche sì di mangiare fa i capricci si addormenta e al nuovo risveglio accanto al letto c'è una zia
E questa zia dopo qualche tentennamento tremando piangendo di confessa che ha avuto il tipo esantema ricco e quando Clivo le Chiericati a che cachi è morta perché ha preso il tifo da lui
Allora scrive Cechov Klimov fa prese coscienza di questa terribile inattesa notizia ma per quanto forte è terribile e sa di non poter vincere la gioia animale di cui era colmo piangeva e rideva e presto comincia a imprecare perché non gli davano da mangiare
Solo una settimana dopo guardando dalla finestra una strada primaverile ma non può ma nuvolosa
Il giovane tenente a una una vera un'autentica stretta di dolore
E pensa a quanto è stato disgraziato e Cechov conclude dicendo e la gioia cedette il posto alla noia di sempre alla coscienza dell'irrevocabilità perdita
Il narratore non aggiunge nient'altro e ci guarderemo bene dal farlo noi a risentirci venerdì prossimo