Rassegna stampa estera

Poggiano le sfruttatori di radio radicale mercoledì venticinque ottobre questo l'appuntamento con la rassegna dalla stampa internazionale a cura di David Carretta diversi temi di cui ci occuperemo quest'oggi parleremo ovviamente
Del conflitto in Medioriente le sue ripercussioni geopolitiche lo faremo in particolare con un commento pubblicato dal Financial Times a firma John viene share a proposito del il nuovo asse del male tra Russia Cina Iran e Corea del Nord come spesso che ne esce molto
Originale nella sua lettura degli eventi
Parleremo anche della reazione in Europa da parte di alcuni settori della società lo faremo grazie al Times di Londra che critica la mancata reazione da parte della polizia alle manifestazioni antisemite che ci sono state nel Regno Unito nel corso del fine settimana licenza di odiare il titolo
E poi parleremo di altri questioni l'Unione europea l'Ungheria Viktor Orban che la scorsa settimana incontrato Vladimir Putin in Cina
E questa settimana tenuto un durissimo discorso contro l'Unione Europea paragonandola ancora una volta l'Unione Sovietica
Per il Times di Londra Orban è una quinta colonna sembra impegnato a sabotare la risposta dell'Occidente all'aggressione russa contro l'Ucraina
Sì avremo tempo ci occuperemo anche di quanto accade in Sudamerica le elezioni presidenziali in Argentina secondo il mondo la febbre del populismo diventa crollato cronica in questo paese
Dove al secondo turno si ritrovano
Un candidato
Del peronismo Sergio Massa
E un sostenitore in qualche modo di un di un Progetto Ultrà liberale anti-sistema così lo definisce e il mondo cioè Arvier mi lei
C'è però anche da segnalare la Scelta in Venezuela di sostenere un candidato unico dell'opposizione
Lo vedremo in particolare con il Wall Street Journal il destino della Democrazia in America Latina l'opposizione si unisce in Venezuela ma un peronista arriva in testa in argentina
Cominciamo però dalla situazione geo politica legata al conflitto in Medioriente con il Financial Times e charmant viene esce
Il titolo del commento non adulato i nemici dell'Occidente definendoli come
Una S le democrazie dovrebbero cercare di svelare le contraddizioni tra Russia e Cina Iran e Corea del Nord e sfruttarle
Andiamo a leggere ogni volta che un dittatore o un leader religioso al potere attacca il mondo occidentale Stam mettendo qualcosa di importante e cioè che c'è qualcosa ad attaccare lì
L'Occidente infatti è un'entità coerente per la maggior parte costituito da società cristiane o post cristiane dell'Atlantico del Nord
La maggior parte di queste Società vissuto in misura diversa in tempi diversi l'Illuminismo
Ciascuno ha prodotto una qualche versione di capitalismo democratico se e questi valori astratti non bastano come collante poco importa l'Occidente tenuto insieme anche da trattati istituzioni che precedono molti degli Stati-nazione che esistono oggi al mondo
La NATO esiste dal mille novecentoquarantanove il progetto europeo da quasi altrettanto tempo nessuno
Dei due è solo un luogo di chiacchiere la NATO impegna i suoi membri a difesa reciproca l'Unione Europea sottomette i suoi membri al diritto
Sovranazionale e i Paesi occidentali sono disposti a pagare un conto soldi libertà sovrana alla fine anche il sangue
Per fare squadra geopolitica
L'Occidente non è solo ampio e sta diventando sempre più ampio visto che sia la NATO che l'Unione Europea ricevono richieste di adesione e anche soprattutto profondo il blocco rivale è senza dubbio ampio
Ma non è profondo
Anzi definirlo blocco o asse significa andare troppo credito e troppo presto a un gruppo molto vago
Come Russia Cina Iran e Corea del Nord dopotutto cosa unisce questi quattro Paesi
Il gruppo ricorda Charanga Nash comprende comunisti laici e la principale teocrazia mondiale i due membri più grandi Cina Russia si sono scontrati durante la guerra fredda
Questo gruppo chiacchiera molto su come unirsi per esempio al vertice Brix Class ma non ha alcuna intenzione
Di avere istituzioni di livello nato o unione europea che richiedono tangibili sacrifici da parte di coloro che vi appartengono e qual è la loro visione condivisa di governance economica globale nessuno lo sa non esiste un consenso di Mosca come esiste il consenso di Washington un tempo la sovranità assoluta era l'unica parola d'ordine degli autocrati dopo l'invasione della dell'Ucraina da parte della Russia non è più così
Qualcuno dirà prosegue Gian ganasce sul Financial Times che sono un liberale compiacente e che ci vorrà un po'di tempo prima che questi Stati si consolidino in un asse ma cerchiamo di ricordarci le ultime due volte in cui le democrazie sono state sotto assedio esistenziale da parte di un gruppo autocratico con il passare degli anni furono non l'unità ma le tensioni all'interno del campo opposto ad emergere
Nella seconda guerra mondiale il patto Molotov Ribbentrop non arrivò il suo secondo anniversario durante la guerra fredda ma ho e Krusciov iniziarono a litigare sulla dottrina marxista già a partire dagli anni mille novecentocinquanta
Trattare gli avversari dell'Occidente come un blocco coerente non è solo sbagliato dal punto di vista neolitico scrive Dell'Aringa Nash in realtà è pericoloso nella misura in cui
C'è il rischio di che questo blocco si autoavverano
La fede in un'alleanza solida e ostile di un asse avverso all'Occidente potrebbe realtà scoraggiare l'Occidente anche solo dal tentare di dividere i vari membri di questo blocco
Esiste un precedente per questo tipo di errore è passata una generazione da quando George Fabio Bush mise gli Stati Uniti contro l'Asse del male
All'epoca l'assolutismo morale della parola male suscitò derisione nel campo liberale
Con il senno di poi il problema era la definizione di asse che collegava regimi che avevano poco in comune uno Stato Battista l'Iraq uno teocratico l'Iran
E una da dinastia comunista quattro mila miglia di distanza la Corea del Nord
L'errore non ebbe solo conseguenze accademiche nel fondere tre entità così diverso e Bush non tenne conto del fatto che invade né una avrebbe potuto rafforzare l'altra
Nessun regime attratto più profitto dal fiasco degli Stati Uniti in Iraq dell'Iran il cui lungo braccio ora brancola nella regione quasi a piacimento
In teoria scrive nelle conclusioni rimanga Nash la politica estera del mondo libero dei prossimi anni dovrebbe essere quasi scontata un gioco paziente per fare emergere le contraddizioni all'interno del mondo autocratico
Tra teologi e commissari tra economie chiuse economie che dipendono dal commercio testo tra potenze emergenti potenza in declino tra Stati con contatti ampi con l'Occidente e regimi
Totalmente e marginale
E invece
Abbiamo nientemeno che Mitch McConnell il che descrive Russia Cina Iran e Corea del Nord come l'asse del male
Tutte e quattro saranno felice di essere adulato in questo moto
Così regionali che ne esce sul Financial Times sempre a proposito di temi legati
Più o meno indirettamente in questo caso più direttamente
Alla situazione in Medioriente vi segnaliamo anche un editoriale che uscito sul Times di Londra ieri a proposito delle manifestazioni che che si sono trasformati in veri e propri megafoni dell'antisemitismo nel fine settimana nel Regno Unito licenza di odiare
Il titolo del quotidiano conservatore di Londra
Quando gli estremisti islamici hanno chiesto la distruzione di Israele durante una manifestazione filopalestinese questo fine settimana la polizia non ha fatto nulla
Si è trattato di una chiara rinuncia a compiere il proprio lo dovere e qual è il Q
Dovere fondamentalmente applicare le leggi le leggi che
Vietano discorso l'incitamento all'odio
Perché perché gli ebrei non sono diversi dagli altri
L'alternativa dare libero sfogo a una coalizione disordinata di fondamentalisti religiosi altri estremisti il cui unico scopo è demonizzare Israele
Non fare nulla contro l'incitamento all'odio nelle strade britanniche non è un'opzione chiudere un occhio sui cori antisemiti garantisce
Agli estremisti islamici la licenza pubblica di indulgere nell'odio razziale non deve succedere di nuovo
Così tra l'altro il il Times che vogliamo usare per parlare anche di unione europea Ucraina e Ungheria
Perché Ungheria perché Viktor Orban è stato a Pechino la scorsa settimana e ha incontrato Vladimir Putin nemico interno quinta colonna il titolo di quest'altro editoriale del Times
Il leader ungherese impegnato a sabotare la risposta dell'Occidente all'aggressione della Russia contro l'Ucraina
Nonostante sia membro della NATO do l'Unione europea l'Ungheria ha rifiutato di fornire aiuti militari a Kiernan questa è stata la scelta del primo ministro Viktor Orban
Ma questa scelta comincia a far parte di un trend inquietante che sta portando l'Ungheria fuori dal campo occidentale in un abbraccio appiccicoso con Vladimir Putin
A quanto pare Orban si considera come un attore
Tra l'Occidente e l'Oriente ed è una posizione pericolosa in questi tempi complicati
Questo mese Orban è diventato il primo leader occidentale a sedersi al tavolo lo con il presidente russo dall'invasione dell'Ucraina ventuno mesi fa in realtà va detto che ci fu un incontro tra il cancelliere austriaco
E il presidente russo ma insomma si è trattato di un irridente affronto nei confronti degli alleati che non sono stati consultati in anticipo
Orban non aveva un mandato per parlare a nome della NATO dell'Unione europea l'Ungheria è anche membro dalla Corte penale internazionale che ha emesso un mandato d'arresto nei confronti di Putin con l'accusa di crimini di guerra insomma non è stata una gaffe quella di Orban poco dopo l'incontro di Pechino la Russia ha promesso di rinnovare uno virgola tre miliardi di metri cubi di gas già promessi quest'anno all'Ungheria forniremo va volumi aggiuntivi ha detto Alexei Miller il capo di gas rom che sotto sanzioni
Durante la riunione si è parlato anche di cooperazione nel settore dell'energia
Nucleare
Sebbene gran parte dell'Unione Europea abbia compiuto sforzi per ridurre il consumo di gas russo e ridurre i flussi di cassa verso il Cremlino
Orban è ben felice di tenere aperti i rubinetti del gas ASSIV votato a favore di alcune pacchetti di sanzioni dell'Unione Europea
Ma dice di essere contrario alla guerra economica all'interno della NATO il veto di Orban ha ritardato l'adesione della Svezia
Il Presidente della Repubblica ceca Petra Pavel vede l'amore tra Putin e Orban come un modo per rompere l'unità dell'Unione Europea
Il primo ministro estone Kaia Callas lo definisce molto molto spiacevole
Orban non compete in termini di popolarità
Tra tra gli europei
In realtà ciò che fa e immaginare che il suo modello di democrazia illiberale abbia un posto in un nuovo ordine mondiale in cui Rossi e Cina svolgono ruoli di primo piano
Si tratta di un bel cambiamento rispetto le supposizioni del due mila sette quando disse ai colleghi
Che il petrolio ai colleghi europei che il petrolio può venire dall'Est ma la libertà viene sempre dall'Ovest oggi Orban una e criticato per l'in
Pulimento dell'indipendenza della giustizia l'arretramento democratico il nepotismo la corruzione
Finché c'era un partner europeo che la pensava allo stesso modo cioè il governo polacco guidato da leggi giustizia Orban poteva contare su una protezione nelle discussioni con Brussel sullo stato di diritto ma dopo le elezioni polacche di questo mese
I suoi compagni populisti saranno probabilmente sostituiti da un governo più liberale europeista guida Donald touchscreen
Ormai non è una figura sempre più isolata nell'alleanza occidentale ancor di più nel momento in cui la Russia sta intensificando le sue operazioni di sabotaggio sorveglianza caos democrazie
La sanguinosa guerra contro l'Ucraina è accompagnata da un aumento di attacchi informatici omicidi attacchi contro cavi gasdotti sottomarini
Questo richiede una risposta ponderata da parte di una leadership occidentale unità
Contro l'opportunismo di un leader canaglia Viktor Orban alla disperata ricerca dell'approvazione di Vladimir Putin
Così tra l'altro il Times di Londra
Per chiudere vogliamo dedicare un paio di minuti invece al Sudamerica innanzitutto all'Argentina dove si è votato domenica primo turno delle presidenziali risultato secondo al mondo
Titolo dell'editoriale di ieri la febbre del populismo diventa cronica in Argentina
Da domenica l'Argentina si trova intrappolata tra due populismi opposti da un lato un peronismo macchiato di corruzione che da sedici anni presiede un gigantesco fallimento economica sociale
Dall'altro un esperimento ultra liberale anti-sistema che promette di eliminare le caste una volta per tutte gli argentini decideranno il diciannove novembre se optare per l'uno o l'altro modello incarnato da due figure molto controverse Sergio Massa per il peronismo avviarmi in lei
Per il campo diciamo anti-sistema al primo ministro delle finanze dello screditato Alberto Fernandez sei riuscito domenica a risollevare le sorti del suo partito
Con una vittoria sorprendente avvenuta nonostante il suo governo avesse fatto salire l'inflazione al centoquaranta per cento gettato il Paese nella povertà che colpisce quattro argentini sui dieci il secondo si dice libertario estremista vuole rifondare l'Argentina riducendo il peso dello Stato il minimo tagliando ministeri Dolly usando l'economia sradicare Ando la banca centrale vietando l'istruzione la sanità pubbliche e liberalizzando il possesso di armi
Morale secondo e il mondo il secondo turno si deciderà tra voto di protesta evoluto della paura
Eppure il voto della ragione era più che mai necessario per fare uscire l'Argentina Gal baratro in cui la gettata il peronismo
Non c'è solo l'Argentina c'è anche il Venezuela e lo ricordava ieri il wall street journal il destino della Democrazia in America Latina
La democrazia in America Latina attraversato un periodo difficile negli ultimi anni e domenica ha fatto un modesto passo avanti in Venezuela è un passo indietro in Argentina
Di argentini sembrano intenzionati a dimostrare che il loro Paese è in rovina hanno scelto il peronista Sergio Massa
Avviene mi lei sedicente libertario economico come candidati per il secondo turno delle presidenziali contro la rivale di centrodestra moderata Patrizia Burri ci
Secondo secondo il Wall street journal tutto ciò tutto ciò non augura nulla di buono
Al al Paese in particolare se i peronisti conquisteranno
Nuovamente la presidenza
Allo stesso tempo però i venezuelani si sono recati alle urne per un esercizio elettorale molto diverso le primarie organizzate dall'opposizione per scegliere un unico candidato per le presidenziali del due mila e ventiquattro contro il dittatore Nicolas
Ma duro
Aggirando la commissione elettorale della dittatura l'opposizione
Ha gestito da sola alle primarie impedito il regime di interferire sui risultati non è stata un'impresa da poco
Ha vinto la candidata del partito vento e Venezuela Marianna Corina Machado
Ora però scrive tra l'altro wall street journal dopo aver tolto alcune sanzioni contro il regime Maduro proprio in vista delle elezioni
L'Amministrazione vai interna deve fare di tutto compresa minacciare la re imposizione delle sanzioni
Per fare in modo che Machado posso davvero candidarsi e le elezioni siano libere e corretta ci fermiamo qui da David Carretta una buona giornata con Radio Radicale