Tra gli argomenti discussi: Democrazia, Elezioni, Esteri, Gaza, Georgia, Guerra, Hamas, Iran, Israele, Medio Oriente, Palestina, Presidenziale, Rassegna Stampa, Saied, Tunisia.
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Rubrica
09:30
Murgia non riesco datori di radio radicale giovedì dieci ottobre questo è l'appuntamento con la rassegna dalla stampa internazionale a cura di David Carretta in apertura
Quest'oggi ci occuperemo di Medio Oriente mentre Israele continua i preparativi per colpire l'Iran in rappresaglia all'attacco
Diretto della scorsa settimana continua anche la guerra Israele Agasa e lo ricordava ieri Libération ha un anno dell'inizio dell'offensiva seguita al settore ottobre vi proporremo da questo giornale francese un editoriale dal titolo spietata spietata la reazione di Israele all'attacco di amasse leggeremo anche un commento di Brett Stephens dal New York Times secondo cui tutti dovrebbero volere che Israele vinca contro Hamas contro hezbollah e poi parleremo di due lezioni la Tunisia alle presidenziali di domenica risultato scontato Qays Sayed a vinto
In quella che il Paris definisce la ritirata della democrazia tunisina potremmo dire la fine della democrazia tunisina in realtà altro appuntamento elettorale in Georgia il ventisei ottobre elezioni legislative chiave
E lo spiega bene oggi Sylvie Kauffmann sulle mondo la Georgia di fronte a una scelta cruciale si tratta di un nuovo test
Geopolitico l'esito molto incerto del voto rischia di essere carico di conseguenze
Per la Regione per l'Unione europea e per la Russia che vuole mantenere la sua influenza su questo piccolo paese del Caucaso i cui cittadini aspirano all'Unione Europea
Parliamo però del Medioriente l'editoriale di ieri divide passiamo dal titolo spietata
Esattamente un anno fa il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dichiarava che dopo l'attacco di Hamas
Ai suoi cittadini
Israele stava entrando ufficialmente in guerra che la sua vendetta sarebbe stata terribile e che avrebbe cambiato il volto del Medioriente
Per la prima e probabilmente unica volta nella sua carriera Netanyahu non ha mentito la sua guerra trasformato Gaza in un campo di rovine
Decine di migliaia di persone sono state uccise il novanta per cento dei suoi due virgola due milioni di abitanti è stato sfollato in alcuni casi più volte
Già dichiarata zona invivibile dall'ONU nel due mila e diciassette per la mancanza di acqua potabile ghazal mai di è diventata sinonimo di disastro umanitario senza fine
Dove i camion di aiuti che ancora circolano vengono presi letteralmente d'assalto
Nurra i Harada psicologo di Gaza chi racconta la sua vita quotidiana nell'enclave ha scritto a liberarsi o o una frase terribile non avrei mai creduto di arrivare a un anno intero di guerra così come non avrei mai immaginato di sopravvivere a tanto dolore
Tutto questo diventato tra virgolette normale
Cos'altro si può definire normale non certo l'impotenza della comunità internazionale che non ha avuto una sola iniziative in grado di porre fine a questa tragedia
Tutti gli sforzi diplomatici compresi quelli della Francia è sicuramente quelli degli Stati Uniti
Mirano in realtà solo a contenere le ostilità a evitare che la guerra si estenda infiammando i prezzi del petrolio destabilizzando gli equilibri geopolitici scuotendo i mercati
Contenere oggi significa lasciare che gli abitanti di Gaza muoiano lentamente scrive Libération
La stampa in internazionale è stata bandita da Israele dall'Egitto per tutto quest'anno
Ma Gaza vuole esistere e far sentire la sua disperazione abbiamo voluto ascoltarla con testimonianze di medici operatori umanitari
Commercianti che hanno descritto le privazioni le ferite i lutti che fanno parte della loro quotidianità ma che dovremmo astenerci dall'accettare come normali
Perché ciò che successe e continua a succedere a milioni di palestinesi innocenti
E innocenti esistono a Gaza senza offesa per Netanyahu
è orribile orribile quanto il massacro del sette ottobre e non può essere considerato una risposta giustificabile
La dimostrazione degli obiettivi definiti dal primo ministro un anno fa cioè il loro lo sradicamento di Hamas la messa in sicurezza dei confini di Israele il ritorno degli ostaggi la riunificazione della scelta israeliana
Di questi obiettivi nessuno è stato raggiunto l'unico risultato di questa spietata vendetta
è stato quello di amplificare l'odio reciproco tra i due popoli il suo unico successo sarà stato quello di perpetuare il loro dolore e neanche questo normale conclude
Tra l'altro liberazione
Sempre a proposito della situazione mediorientale sul New York Times trovato un commento di Brett Stephens dal titolo
Noi dobbiamo volere che Israele Vinke ha i sostenitori dello Stato palestinese dovrebbero augurarsi l'eliminazione di Hamas e di Hezbollah
Leggiamo almeno un passaggio di questo lungo articolo
Scrive per Stephens il mondo farebbe meglio a sperare che Israele vinca le sue guerre contro Hamas Hezbollah Juti e i loro padroni Atta e grande
Con vittorie intendo che Israele infligge a costi talmente alti alla capacità dei suoi nemici di fare la guerra da spingerli ad accettare che il conflitto non è il miglior modo di tutelare i loro interessi indipendentemente dei loro desideri
Coloro che sperano in uno Stato palestinese indipendente libero e pacifico farebbero meglio a sperare nella vittoria di Israele un Israele che consente ad avances di rimanere al potere Agasa
Non rinuncerà mai alla Cisgiordania per il bene della sovranità palestinese per paura che Hamas prende al controllo anche lì e replichi la sua strategia di razzi e tunnel su scala più ampia
Il leader di Hamas Iaia si noir a o i suoi eredi
Continuerebbero loro regno di sorveglianza del terrore in stile Stasi su coloro che governano non da ultimo brutalizzato dei palestinesi che osano opporsi a loro
E la debole ma autoritaria autorità palestinese rimarrebbe il riformabile se Hamas invece di gruppi palestinesi più moderati rimanesse il principale concorrente politico
Anche chi spera in uno Stato libanese indipendente libero e pacifico farebbe meglio a sperare nella vittoria di Israele su hezbollah le ragioni ne abbiamo già affrontate diverse volte
Bre Stephens le ripetersi bollare il principale responsabile della devastazione
Istituzionale economica del del Libano ma ovviamente torneremo su questo tema oggi vogliamo parlare anche delle lezioni che ci sono state domenica in Tunisia
A risultato scontato del resto poco commentato dai giornali internazionali
El Pais ieri però aveva un editoriale dal titolo ritirata della democrazia in Tunisia
Il presidente tunisino che il saliente è stato proclamato vincitore delle presidenziali di domenica
Caratterizzate da una mancanza di vera competizione e da una scarsa affluenza e svoltisi in un clima di repressione che getta seri dubbi sulla legittimità del processo
Sayed sessantasei anni è stato rieletto con il novanta virgola sette per cento dei voti di astensione ha superato il settanta per cento
La Tunisia un tempo considerata uno dei pochi esempi di successo democratico dopo la primavera araba del due mila undici
Conferma con queste elezioni la retromarcia democratica
Subita sotto il mandato di Sayed che ha modificato la legge elettorale a pochi giorni dal voto a arrestato diversi candidati dell'opposizione
Ha messo il veto alla presenza di osservatori internazionali e di alcuni media stranieri le organizzazioni per i diritti umani temono che questo secondo mandato rafforzi la mano pesante di Sayed che ha consolidato un sistema ultra presidenziale con una riforma costituzionale che gli ha permesso di concentrare nella sua persona i poteri chiave dello Stato d'altra parte in questi cinque anni l'ex giurista non è riuscito a correggere la martoriata situazione dell'economia tunisina al contrario la disoccupazione è aumentata fino a raggiungere uno dei livelli più alti della regione sedici per cento
Il debito pubblico rimane a livelli record l'elevata inflazione che colpisce i prodotti di base genera problemi di approvvigionamento questo è terreno fertile per l'instabilità sociale
Se non fosse che di fronte a questo scenario molti tunisini hanno scelto semplicemente di emigrare e cercare opportunità fuori dal Paese forse questa è una conseguenza
Che che dimenticano alcuni policy makers quando fanno accordi con cosa chiede
L'Unione europea ne parla di questi accordi El Pais l'Unione europea ha già espresso preoccupazioni per le misure che potrebbero incidere sulla credibilità dei risultati elettorali ma si è limitata a prendere nota
Evitando critiche più forti per non mettere a repentaglio le l'accordo sui migranti che ha con il regime tunisino
Il numero di migranti che riescono a raggiungere le coste italiane effettivamente diminuito drasticamente dal due mila e ventitré la Tunisia il modello che Bruxelles vuole esportare negli altri paesi africani per fermare le partenze
Di migranti in cambio di aiuti economici
Sarebbe positivo però se il rispetto delle libertà
Di un partner così importante
Fosse una priorità per l'unione europea così el Pais
Altro appuntamento elettorale che però in vista
E quello del ventisei ottobre in Georgia
Nel contesto dalla guerra della Russia contro l'Ucraina e ne parla oggi l'Hammond in un un editoriale
Scusate in un commento di Sylvie Kauffmann dal titolo la Georgia di fronte a una scelta cruciale
L'esito molto incerto delle elezioni del ventisei ottobre rischia di essere carico di conseguenze per la Regione per l'Unione europea per la Russia che vuole mantenere la sua influenza
Nel grande sconvolgimento geopolitico causato dall'invasione russa dell'Ucraina
Se infilata una piccola pedina una pedina che gli europei preferirebbero non vedere ma che rischia di dover mettere nel cassetto dei ricordi all'improvviso tra tre settimane cioè la Georgia
Il ventisei ottobre il tre virgola sette milioni di abitanti di questo paese del Caucaso affronteranno elezioni legislative che determineranno il percorso che hanno intrapreso da quando si sono staccati dall'Unione Sovietica nel mille novecentonovantuno l'opposizione presenta le queste elezioni come una scelta cruciale tra Russia ed Europa
Pensa di avere buone possibilità di vincere spera di porre fine dodici anni di regno del partito Sogno georgiano segnati in questi anni da una chiara regressione democratica con dal due mila e ventidue una legislazione sempre più ispirata al modello Russia
Ma ciò che l'opposizione non sa dicono a Tiblisi i leader dei quattro principali partiti S. Sogno Georgiano accetterà di cedere il potere
In caso di sconfitta perché questo deve preoccupare gli europei
Perché l'ottanta per cento della popolazione Giorgiana vuole entrare in Europa questo attaccamento così forte che sia al Governo sia l'opposizione stanno facendo campagna sotto la bandiera a stelle dell'Unione Europea
Ma di quale Europa stiamo parlando sogno il sogno europeo di Sogno georgiano assomiglia stranamente a quello del leader ungherese Viktor Orban con il quale questo partito ha stretti legami un Europa non dominata dal virgolette partito dalla guerra che smette di aiutare l'Ucraina
E privi dei minoranze LGBT dei loro diritti Sogno georgiano se vincerà promette di mettere al bando i partiti d'opposizione
L'opposizione vuole invece trovare la strada dell'integrazione con l'Unione europea e i suoi valori il ventisette hanno fatto un gesto hanno concesso nel due mila ventitré lo status di Paese
Candidato mezza misura di rassicurazione sulla scia dell'aggressione russa in Ucraina e proprio questo processo che Bruxelles ha congelato quest'estate dopo che Sogno georgiano ha fatto adottare una legge liberticida sull'influenza straniera incompatibile con il diritto europeo
E qui l'Unione europea si trova ancora una volta di fronte al dilemma raccogliere la sfida geopolitica e ancorare la Georgia all'Europa per proteggerla dall'influenza russa
Oppure rifiutare di scendere a compromessi sulle riforme democratiche
Anche se questo significa rischiare di la
Vita di Mosca
Sylvie Kauffmann poi racconta
Dei principali protagonisti della
Evoluzione della Georgia post sovietica Mikhail Saakashvili che oggi in carcere dopo le riforme straordinari per gli anni due mila
Non li Garcés Albizzi in e Ivanishvili che guida dietro le quinte Sogno georgiano la presidente Salo mezzo da bici vivi
Che sta cercando di unire l'opposizione e difende l'integrazione europea
Il rischio è uno scenario in stile ma duro in
Venezuela con con l'aiuto ovviamente della Russia di Vladimir Putin attore invisibile le cui truppe occupano il venti per cento del territorio dalla guerra del due mila otto l'Unione Europea abbandonerà il suo ruolo benevolo che si traduce nel finanziare strade che i cinesi poi costruiscono i che i russi possono bloccare con un carro armato
L'esito di queste elezioni forse costringeva all'Unione Europea farlo per ora l'opposizione la presidente contano soprattutto sulla mobilitazione degli elettori
Il modo migliore ai loro occhi per contrastare le frodi elettorali che si preparano e gli scenari peggiori così tra l'altro si indica Hoffman sulle mondo
Le David Carretta una buona giornata con Radio Radicale
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