"Gramsci e Rosselli. Il socialismo, il fascismo, la storia d'Italia" organizzato dalla Fondazione dell'Istituto Gramsci in occasione del 50° anniversario della propria costituzione (Vicolo Valdina, Sala del Cenacolo)

Dottor Marco Gervasoni mille novecentoventitré mille novecentoventisei professori Luigi Masella e Silvio Pons
Per quanto riguarda i quaderni
Diciamo il coordinatore scientifico del gruppo che vi lavora il professor Gianni Francioni
E si avvale della collaborazione
Soprattutto
Della stessa dottoressa Donatella Di Benedetto e poi del dottor Giuseppe con spirito
Del professor Mauro Di Lisa
E infine per quanto riguarda i carteggi
Il coordinamento del gruppo di lavoro della dottoressa Chiara Daniele ricercatrice della Fondazione Istituto Gramsci e segretario della Commissione scientifica
E dei professori Luisa Mangoni Luciano Canfora e Armando Petrucci
Questo per quanto riguarda i carteggi degli anni ventisei trentasette per quanto riguarda invece i carteggi del Periodo precedente mille novecentootto mille nove centoventisei le attribuzioni
Riguardano cioè
La cura è stata attribuita
Professor Gadi Luzzatto Voghera per i carteggi familiari e David Bidussa per i carteggi politici
Qualcosa va detto circa la composizione della Commissione scientifica che non è composta di gran solo oggi ma di
Grandi studiosi di storia di filosofia italiane non solo italiani che variamente hanno incontrato interloquito con Gramsci nei loro studi da Eugenio Carena Norberto Bobbio Eric Hobsbawm
Con l'apporto di diciamo studiosi di Gramsci stranieri come il professor giubbotti Gegic che il traduttore il curatore dell'edizione americana intera dei Quaderni del carcere secondo la lezione
Dell'edizione Jera Tana Istituto Gramsci del settantacinque ce la prima edizione critica e cronologica dei Quaderni del carcere e poi si avvale della collaborazione di
Filologi italiani antichi e moderni come professor Canfora otto
Il professor Isella il professor Petrucci che ho già ricordato di studiosi di storia del reo novecento di storia del movimento operaio socialista e comunista
E cioè e composta con i criteri di una
Reale commissione scientifica per l'edizione nazionale di un classico
Degli apparati Niero ripromesso di dire ancora qualcosa soprattutto per quanto riguarda gli scritti fino al ventisei perché la singolarità di questa intrapresa è anche nel fatto che Gramsci ormai riconosciuto
Non solo istituzionalmente invano universalmente nella cultura internazionale un classico del Novecento però per gran parte della sua attività il giornalista
E quindi questo pone dei delicati e precisi problemi filologici e critici
Per un'edizione che voglia avere i caratteri e il crisma di edizione nazionale e ancora qualcosa vorrei dire sui carteggi
Diciamo non abbiamo aspettato l'edizione nazionale per andare oltre la tradizione della sola pubblicazione delle lettere di Gramsci
Tradizione che si comprende si spiega storicamente ma che forse è andata un po'troppo oltre
Il il giusto negli anni poiché diciamo si capisce perché
La diffusione degli scritti di Gramsci dopo la seconda guerra mondiale sia cominciata con una scelta ampia di lettere dal carcere
Ma le lettere sono parte di epistolari di epistolari sono carteggi che per assolvere pienamente il loro ufficio devono offrire i testi di ampi entrambi i corrispondenti
Tanto più poi se vogliono diciamo servire all'ufficio di
Costruire tutte
Tutte le condizioni necessarie per uno studioso
Critico per uno studio scientifico di un autore
Di un pensatore
Dicevo e nata negli anni Ottanta
Se così si può dire dagli anni ottanta perché
Per alcuni aspetti diciamo
Già le cose o alcune cose che diceva Molise Marche poco fa
Ne danno un spiegazione
Gli anni ottanta sono un decennio nel quale non solo in Francia anche in Italia c'è un declino dell'influenza della conoscenza di Gramsci
Anche per linee in l'ineludibile l'inevitabile nesso legame fra fortuna di Gramsci e diciamo partito di riferimento comunque
Sebbene questa diciamo questo questo nesso diciamo fosse stato già almeno
Nella
Nelle strategie editoriali che hanno riguardato Gramsci in Italia ha superato da molto tempo però
Il nesso aveva un'origine storica forte e continuava ad operare quindi con il declino
E non solo dei PCS ma anche del PC anche in Italia negli anni ottanta si verifica una vicenda analoga
Ma paradossalmente gli anni ottanta sono gli anni invece in cui si intensifica cumulativamente l'internazionalizzazione del pensiero di gran
Non solo ma
Siccome questo declino non era solo un fatto spontaneo era anche la conseguenza di un mutare di clima e di rapporti di forza politici
Per cui poi diciamo
Era stato un grande capitolo del conflitto ideologico degli anni Ottanta fine anni Settanta anni ottanta
Lo sforzo grande e ampio
Divari componenti della cultura
Nazional liberale in parte oltre la cultura nazional liberale anche laico socialista
è quello di ridurre Grancia ad un capitolo dell'arretratezza italiana
E per di più di ribadire né una lettura che lo vincolava alleni Nismo assai più di quanto non avesse fatto lo stesso PC fino a vent'anni prima
Tanto da aver offerto i materiali almeno questo lo voglio ricordare per una famosa risoluzione della conferenza
Dei capire gli stati maggiori degli eserciti dell'America Latina
A Santa Fe nel mille novecentottantasette con cui si metteranno in guardia governi nazionali di quei Paesi dalla diffusione di Gramsci perché era il modo di travestire e rendere veicolati le il leninismo
E i materiali con cui era costruita questa interpretazione erano stati forniti non dalla cultura latino americana Nancy sinistra che di destra da alcune correnti
Diciamo dell'antica amicizia mo'
Ultima versione italiana anni settanta ottanta
E quindi in qualche modo si trattava da un lato di prendere atto
Del fatto che nella cultura mondiale si veniva codificando
Una diciamo configurazione di Gramsci come un classico del Novecento
E quindi assumere noi come parte della cultura italiana un obbligo tra l'altro
Ineludibile di offrire alla cultura internazionale gli strumenti filologici perché gran ci potesse essere studiato come tale come quello che ormai stava diventando e dall'altro anche di reagire a un non amabile processo di riprovi Cerizza azione della vita intellettuale italiana che forse gli anni Ottanta hanno cominciato a scalfire ma che io credo abbia caratterizzato la seconda parte della seconda metà del secolo per quanto riguarda il nostro Paese in questo senso quindi è un'idea che nasce negli anni ottanta e viene in qualche modo sollecitata dalle vicende politiche e intellettuali detti agli ottant'
E primo momento in cui verifica mostra
Questa ipotesi fu non a caso un convegno internazionale che si tenne a Formia nell'ottantanove e nel quale
Cogliamo l'occasione per raccogliere gran parte di coloro che erano stati io stavano diventando i traduttori e i curatori degli scritti di Gramsci
In un numero crescente di Paesi Stati Uniti e Francia li abbiamo già ricordate ma Giappone
Alcune lingue del subcontinente indiano
Spagnolo per l'America latina
Tedesco finalmente
E fu anche l'occasione in cui nacque un'associazione internazionale che tuttora vive e opera che raccoglie gli studiosi gramsciani
Nel mondo
Ma guardando le cose in un arco temporale un po'più ampio
Come sempre il esigenza di una nuova figura Filologia nasce da una nuova ermeneutica
E da questo punto di vista anche questo è un tema già ricordato
E qui comincio
A dire qualcosa anche del perché abbiamo ritenuto di dedicare almeno
Questo momento di questa mezza giornata al ricordo di Valentino c'era stata
Con la pubblicazione dell'edizione cono logica dei Quaderni
Parentesi
Noto che la fortuna di Gramsci nel mondo la legata fondamentalmente alle tre quaderni poi questo ha tirato dietro anche traduzioni studi che riguardano
Hanno riguardato riguardano diciamo il decennio precedente
Anche questo trova un riscontro per quanto riguarda la situazione francese nella comunicazione di Maurice ma
Però
Pubblicata l'edizione del settantacinque
La quale si badi bene voglio tornare su un cenno che avevo fatto prima
Dal punto di vista delle strategie editoriali non si è dovuto aspettare gli anni Novanta e nemmeno gli anni Ottanta in Italia
Per avvicinarsi ad una lettura di Gramsci come un classico della politica del Novecento e quindi per distinguere né il lascito dalle vicende del partito che egli stesso aveva contribuito affondare in fondo
Il primo ispiratore di questa strategia e Palmiro Togliatti
La decisione di pervenire ad un'edizione cronologiche quindi ad una prima edizione critica dei Quaderni e Presa
Quanto meno già nel sessantadue
Il lavoro viene avviato nel sessantacinque subito dopo la morte di Togliatti mai una prosecuzione di un dibattito
Che aveva avuto origine già nella sede del primo convegno di studi gramsciani del cinquantotto
E poi c'è un decennio di lavoro
Di un'équipe di studiosi guidati da Gerardo D'Anna presso la fondazione Istituto Gramsci
Ma via via che Gramsci comincia esser letto naturalmente dagli studiosi perché l'edizione cronologica è uno strumento per gli studiosi e così come sopra o sarà l'edizione nazionale
Ma riteniamo che sia necessario anche al fine di preparare le condizioni di altre edizioni tematiche o antologiche che ovviamente possono veicolare
In maniera ampia così così come già è stato e continua a essere in parte dell'edizione tematica dei Quaderni quella del quarantotto cinquantuno ma via via che diciamo Gramsci veniva studiato secondo l'ordine temporale dello sviluppo del suo pensiero
Beh ne veniva fuori un'immagine molto diversa da quella codificata
Diciamo dal Gramsci dell'edizione tematica dei quadri
Anche qui
Cito un punto su tutti anche perché per tutti anche perché è stato presente sia in qualche cenno della relazione di Maurice sia nella relazione Di Biagio De Giovanni
Studiati cronologicamente i quaderni è chiaro che l'orizzonte del programma di ricerca di Gramsci programma scientifico di Gramsci non è l'Italia
E il mondo fra le due guerre
E la previsione morfologica e il punto principale di distacco e di rottura con Internazionale comunista già allora
Perché la previsione morfologica non è l'inevitabile
Corsa verso il crollo
Del capitalismo ma è la nascita di un nuovo capitalismo il cui fondamento e industria di sua americano così come si viene configurando
Negli anni Venti e trenta e di qui anche le previsioni morfologiche di cui parlava De Giovanni
Non solo ma anche quindi un autore
Dal quale non si può prescindere
Per la comprensione
Riflessiva dei caratteri della seconda metà del Novecento sebbene il suo pensiero
Finiscano in trentacinque nella seconda metà dell'OSCE
Cioè quella parte del Novecento in cui questa storia nuova d'Europa intanto può cominciare in quanto
Con la seconda guerra mondiale
E cambiata la funzione mondiale degli Stati Uniti d'America dire cambiato il sistema delle relazioni economiche politiche internazionali e quindi è cambiato quel nesso quella dinamica
Fra tendenziale progressivo cosmopolitismo della economia e stagnante
Nazionalismo della politica
Studiare Gramsci secondo l'ordine temporale di sui pensieri vuol dire
Stringe un nesso forte
Fra pensiero biografia
Come banale e in evitabile
Ma questo non era stato il carattere
Delle strategie editoriali e degli studi gramsciani fino all'edizione cronologica
O meglio si può andare un po'più indietro fino però in maniera approssimativa all'edizione di tutte le lettere dal carcere di quegli allora notte
Io invece mio prima The sessantacinque
Dicevo questo nesso è ovvio vale per qualunque autore nel caso di Gramsci
Che della costruzione delle condizioni filologiche necessario uno studio critico del suo pensiero e particolarmente vero perché
Nella sua biografia
Passa innanzitutto
Tutta la dinamica la dialettica e il conflitto
Composto fra il PC e Mosca
Tra il ventisei
E dopo e non ci si ferma al trentasette poi dirò perché non ci si ferma al trentasette
E allora l'approfondimento di questo aspetto
Della sua vicenda come parte della vicenda politica dell'Internazionale comunista che ci dentro l'Internazionale comunista è fondamentale per ricostruire la genesi e gli elementi effettivi del suo programma di ricerca
Chi sono i quaderni perché sono scritti a quali problemi voglio non risponde
E oggi possiamo dire anche che le ricerche rese possibili dall'inizio settantacinque hanno sufficientemente documentato come il primo problema al quale voleva rispondere era il futuro del movimento operaio dopo che con la scelta dell'isolazionismo la costituzione dell'economia di di comando il perfezionamento di uno Stato dispotico e di polizia
Diciamo il respiro storico
Del comunismo la vicenda del comunismo legato alla Rivoluzione d'ottobre era dal punto di vista di Gramsci esaurita
Naturalmente
Diciamo Filologia e interpretazione interagiscono
E nuove interpretazioni hanno sollecitato nuove ricerche filologiche che a loro volta si riverberano su gli sviluppi dell'interpretazione
E quindi un altro capitolo che prepara coi l'approdo all'idea o meglio al Progetto dell'edizione nazionale e sicuramente costituito
Dalle ricerche che hanno dato vita alla pubblicazione
Di importanti carteggi paralleli
Vorrei citare innanzitutto Antigone e il prigioniero
Di Aldo Natoli che non è la pubblicazione di un carteggio ma è la prima ricostruzione del profilo
Di Tatiana Schucht
Negli anni in cui opera come principale tramite fra Gramsci e il partito
Cioè negli anni del carcere e che già aggiungeva un manipolo di lettere e di rapporti britannica
Al suo partito al partito italiano
Inediti di grande interesse
Poi la scoperta attraverso lo sviluppo delle ricerche che gli studiosi facenti capo l'Istituto Gramsci se mi è consentito io stesso abbiamo potuto
Volgere a Mosca nello sforzo di completare
Il fondo documentale che costituisce l'archivio storico del PC negli anni ventuno quaranta treni
Di
Gruppo di documenti estremamente significativi relativi alla vicenda editoriale o al destino del lascito letterario di Gramsci immediatamente dopo la morte nella sede del Comintern che nomina una commissione
Ecco preposta
E qui non si tratta di pura filologia perché la scoperta
Ho la documentazione di qualcosa che sulla base dei documenti a fino ad allora noti per intenderci soprattutto quelli pubblicati in appendice
Al volume di Spriano Gramsci in carcere il partito era un conflitto intuito è un conflitto documentato di un conflitto Asper primo
Sul destino degli scritti di Gramsci che interseca tra l'altro la sua stessa famiglia
La moglie ed una cognata da una parte cioè Giulia Eugenia
Tatiana dall'altra
E
Comincia a illuminare anche
La complessità per essere diplomatici
Degli ostacoli
E degli scogli attraverso cui Togliatti abile in merito navigatore detti navigare per assicurare che questi scritti possono avere un futuro editoriale
E si apre qui il capitolo diciamo di una ricostruzione che in parte è stata compiuta relativa alle vicende editoriali di questi scritti che ha un interesse non solo in chiave di storia cultura ma per il feedback
Che di lì promana
Sulla vicenda biografica
Negli anni del carcere di Gramsci e quindi anche sul nesso fra biografia e sviluppo del suo pensiero e quindi come leggerlo come
Tornare ogni volta che i documenti lo consentano e che la interrogativi di ricerca lo domandano alle dinamiche che sottendono gli sviluppi un programma di ricerca
E poi ancora la pubblicazione delle lettere di Tania i familiari una vera scoperta
Grazie al
Lascito ad un'azione generosa di Giuliano Gramsci alla Fondazione Istituto Gramsci ad un lavoro che lui stesso insieme Napoli su
Ha svolto e sono lettere che vanno dal ventisei al trentaquattro
E poi la pubblicazione delle lettere di Sraffa Tania per Gramsci a cura di Valentino c'era tanta e poi ancora lo studio di Claudio Natoli Natoli junior
Sulla vicenda delle
Presente ho mancato soccorso
Del movimento comunista internazionale
Al prigioniero negli anni nei quali
Pareva fossero possibili degli scambi che lo liberassero dal carcere
E infine nuovi documenti
Da Mosca che continuiamo ad attingere dal fondo cinquecentotredici
Dell'archivio del Comintern
Diciamo stagione di ricerca che ha dato ha reso anche possibile la pubblicazione
Del primo carteggio
In quanto tale di Gramsci in carcere
Che il carteggio fra Gramsci Tatiana Schucht curato da Chiara Daniele ed Aldo Natoli pubblicato da Einaudi nel novantasette e poi insieme con Cinzia entità ancora una volta citare me stesso il carteggio fra
Togliatti rappresentante del partito del Comintern a Mosca nel ventisei e Gramsci e l'esecutivo del partito in Italia lungo tutto il ventisei che anch'esso consente di documentare molto meglio
Se volete il presupposto più vicino
L'ultimo capitolo che precede la genesi del programma di ricerca dei Quaderni perché illuminati luce nuova il conflitto che
Fra Gramsci il Comintern e di conseguenza fra il partito italiano il Comintern sorge al momento della svolta staliniana perché poi di fatto la presa del potere di stare comincia a pesare danno ora
Infine vorrei dire due cose
Mi pareva giusto darvi le informazioni diciamo tecniche sia pure sommariamente risalire alle motivazioni etico politico ed etico culturali
Di un progetto di Edizione nazionale
E in qualche modo contestualizzarlo in rapporto ad una fase nuova di studi
Devo dire anche che da questo lavoro che ormai ci impegna da dieci anni
Noi abbiamo trovato non solo conferme ma ulteriori illuminazioni ad un asse
Di ricerca che ha caratterizzato il programma della Fondazione diciamo
Dal tanto dalla fine dell'ottantotto in poi
Perché inteso attraverso questo nesso fra pensiero e biografia
In realtà passa un nesso più generale che tra vicenda nazionale dicendo internazionale del partito e del Paese
E quindi e un'interazione costante quella che si sviluppa tra il lavoro l'edizione nazionale il lavoro agli svolgimenti
Dello stesso programma di ricerca complessivo dell'istituto
Che e centrato sul Novecento letto in chiave gran Scianna cioè attraverso
Il paradigma innanzitutto di un progressivo mutare del modo di essere del nesso fra il nazionale ed internazionale
Per concludere
Lo dicevo già poc'anzi perché ricordo di Gerrard Anna
Beh perché già era tale e sicuramente lo studioso che
Con i suoi quaderni
Ha consentito un nuovo comincia mento negli studi di Gramsci negli studi Grancia
Può darsi che qui diciamo posso sia fuorviante l'ottica nel caso mio di diciamo lettore studioso e interprete di Gramsci ma l'edizione cronologica dei Quaderni
Che tra l'altro è la base anche della nuova edizione che sarà uno sviluppo e un affinamento reso possibile da venticinque anni
Di ulteriori ricerche che nel frattempo sono trascorsi e la vera svolta nel passaggio dal vecchio ad un nuovo Gramsci che solo in parte finora abbiamo esplorato
E quindi senza
Nascondersi dietro un dito noi da tempo abbiamo scelto come missione principale dell'Istituto Gramsci quella di fornire nord interpretazioni
Non
Di non esser parte di
Reiterati più o meno giustificati
Contenziosi o tenzoni ideologiche sul modo di interpretare Gramsci in funzione del pratica politica cerchiamo di fare quello che una fondazione scientifica deve fare
Ma e già questa non è una scelta
Come dire
Che non abbia un valore politico
Intanto valeva la pena di farla in quanto pensiamo che quanto più sì cammini su questo terreno tanto più grande c'ha un futuro
Utile per tutti
Grazie
Buon appetito ci vediamo alle quindici
Sostituisco temporaneamente Valdo Spini
Che per impegni parlamentari in questi giorni caldi di conclusione
Del primo iter della Finanziaria alla Camera porta un po'di ritardo
E quindi do io il via questo secondo convegno della giornata
Che prende occasione da
Da due anniversari
Da un lato cinquantesimo della Fondazione Istituto Gramsci dall'altro il centenario
Della nascita dei fratelli Rosselli tra novantanove e due mila
E questo a differenza di
Diciamo delle vento di questa mattina un convegno promosso dalla Fondazione Istituto Gramsci in collaborazione con la Fondazione Circolo Fratelli Rosselli l'istituto socialista di studi storici
Concordemente avevamo scelto diciamo
Di
Tematizzare
Il confronto su tre punti e cioè il socialismo il fascismo la storia d'Italia
Socialismo inteso soprattutto come il problema del socialismo fra le due guerre e quindi anche la percezione dell'URSS analisi del fascismo
La visione della storia d'Italia
Come viene noto dal dall'invito
I relatori di questo pomeriggio sono Nadia ordini Urbinati Gramsci Rosselli il primato della politica Nicola Tranfaglia Carlo Rosselli e la storia d'Italia Marcello Montanari Gramsci il fascismo aria andando in l'europeismo dei Rosselli e di Giustizia e Libertà Silvio Pons Gramsci e l'URSS e poi appena arriva Valdo cedendogli
La presidenza penso che ci sarà un suo contributo un suo saluto
Concluderà
I lavori del pomeriggio Walter Veltroni che aveva spostato al pomeriggio la sua presenza in quanto è appena dieci minuti fa atterrato di rientro da Strasburgo dove è trattenuto da impegni europei
E vorremmo concludere diciamo il tutto entro e non oltre le tre ore
Quindi quindici e trenta Massimo diciotto e trenta
Questo mi induce a chiedere ai relatori uno sforzo di ulteriore sintesi rispetto a quello che già sicuramente avevano previsto
E a fissare in venti minuti comune margini esigui tolleranza per chi conosce presenta
Temperamento
Le loro comunicazioni che credo possano seguire nell'ordine previsto
E quindi comincerei
Con abbia Urbinati
Prego
Il cominciare con una citazione
Che è la seguente lo spirito di iniziativa il rispetto per gli altri la convinzione che la libertà per tutti e la sola garanzia delle libertà singole che l'osservanza dei contratti è condizione indispensabile di convivenza civile
A scrivere queste parole nel mille novecentodiciotto non era un liberale ma il fondatore del Partito comunista d'Italia
Antonio Gramsci mettere in luce l'assenza dei principi del vivere civile della cultura politica italiana quella degli intellettuali
Prevedibilmente quella popolare la rivendicazione dell'autonomia individuale ed eguale dignità
Liberale e democratica nello spirito se non nelle intenzioni di Gramsci attraversa l'intero percorso teorico gramsciano negli anni torinesi di militanza politica agli anni di prigionia e di militanza culturale
Capire come avviene solo sue parole la formazione dello spirito pubblico capire come questa formazione e avvenuta nei Paesi liberali più avanzati e che cosa l'ha ostacolata in Italia
Queste le coordinate da ricerca teorica e politica che Gramsci a vivacchiare fino dagli anni precedenti il carcere
Come peraltro i suoi contemporanei come per Piero Gobetti Gaetano Salvemini e Carlo Rosselli l'interesse per i costumi morali nazionali era per lui un interesse essenzialmente politico
L'ideologia che ha dominato incontrastati anni decenni della Guerra fredda atteso a codificare troppo il ruolo di Gramsci relazione la storia del comunismo una lettura che ha indubbiamente solide legittime ragioni storiche
Tuttavia io penso che le ragioni storiche non debbano essere di vincolo a quelle normative che non ci devono precludere di vedere che cosa del pensiero di Gramsci ha trasceso il tempo di Gramsci perché Gramsci un classico insomma e di capire perché ancora senso oggi leggere discutere i suoi scritti
Spesso la sua ricerca teorica e soprattutto la categoria delle Joe conia è stata interpretata come un progetto totalitario l'aspirazione a creare una società omogenea e docile una traduzione modernista
Dell'Utopia russo Agliana della costrizione alla libertà
Eppure e difficile a mio parere definire totalitario
Nel senso in cui per totalitarismo andare in ci ha detto di pensare il totalitarismo
E difficile definire totalitario un progetto nel quale la società politica e quella civile restano separate e dove soprattutto la società civile concepita come sono sue parole complessa ebbene articolata
Dobbiamo fare uno sforzo di liberazione intellettuale lo stesso che fece Gramsci nei confronti del determinismo marxista del suo tempo per sapere cogliere nella sua filosofia politica
Un'idea della libertà come libertà dal dominio che gli ha saputo rendere con molto acume
Come aspirazione a creare uno spirito pubblico affondare le regole e valori che modello no la comunicazione politica fra i cittadini i gruppi le parti del Paese
La comunicazione politica bisogno tanto di soggetti distinti e tra loro diversi nell'interesse delle visioni ideali quanto della loro reciproca volontà di darsi e di usare una grammatica comune
Forse nessun altro tema come la questione meridionale mostra con più efficace la modernità di Gramsci teorico della sfera pubblica
In un'età nella quale la sua età il pensiero critico per non morire era costretto ritirarsi nel privato della segretezza o della clandestinità
Nella sua analisi il nord e il sud sono usati come simboli di identità pre politiche che altro non consentono se non una contrapposizione radicale e un alterità assoluta perché in riflessa
Contro quel Nord e quel Sud egli oppone la questione meridionale come questione nazionale oppone c'è una categoria politica capace di strutturare una generalità del vivere civile nel quale il momento deterministico
Di identità come naturalità lascia il posto a quello etico ideale cioè dell'identità come politicità
La funzione mangi Patricio della politica il primato della politica sull'economia così chiaro nel pensiero di Gramsci
Si impone contro la dipendenza dal bisogno ed appartenenze tre politiche in un modo che ricorda molto da vicino la dialettica Hristo termica tra il regno della necessità noi così è il regno della libertà la polis
Dal primo nascono passioni sulle sue parole paralizzanti che incatena ogni Soggetti e le loro identità i riflesse
Dal secondo nasce la volontà politica intelligente che rende i soggetti capaci di conoscere l'altro e di conoscersi tra loro e di darsi proprie norme l'emancipazione dalle passioni private come la paura o l'odio del diverso ed era per Gramsci la precondizione stessa della vita politica associata e corrispondeva al graduale passaggio da un senso comune che pone il nemico come un altro riducibile un nemico totale
Ha un senso comune che trasforma il nemico in antagonista politico portatore di interessi e valori riconosciuti come diversi
All'interno di un comune contesto di riferimento e perciò oggetto di discorso pubblico di conflitto proteso verso una soluzione politica
Il nord e il sud di Gramsci sono categorie politiche che possiamo oggi usare noi per rappresentare altri tribalismo e naturalismo altre forme di identificazione prepolitica
Che trovano alimento in una protervia ignoranza militante dell'altro
E delle sue ragioni che scatena un infine reciproca paura e reciproca diffidenza la segregazione rende la comunicazione impossibile indesiderata mentre degrada la politica a mezzo di umiliazione dell'avversario e a strumento di un uso privatistico delle comuni regole
In relazione al Nord e al Sud gran si parlava di una semplificazione della realtà sociale a categorie cioè storiche e quindi non trasformabili la miseria per esempio la differenza biologica la razza da Tita
Sentire soltanto e sentire capendo questa la coppia concettuale che ritorna nei suoi scritti quelli precedenti l'arresto e poi i quaderni la fenomenologia della necessità come immediatezza subita e della necessità come conoscenza ragionata Terme la vita di Gramsci non meno del suo pensiero con un filo invisibile essa unifica la relazione di Gramsci col suo corpo la sua isola il sud e il nord del Paese infine la prigione
Luoghi tutti questi di un'umana sono sue parole e impenetrabile necessità di forze demoniache incontrollabili contro le quali non sembravano esserci che due soluzioni o fatalismo o ribellismo
Giornalista alle prime armi Sardegna Gramsci aveva toccato con mano l'impotenza ed entrambe le soluzioni nel mille novecentodieci contadini sardi si erano detti pronti a mostrare la loro tremenda determinazione sono sue parole per ottenere il suffragio universale nelle sezioni locali per calmarli bastò che il Governo inviasse ottanta soldati
Paralizzati dalla paura il loro istinto di ribellione si fece rassegnazione patristica
La strada verso l'autonomia politica e la dignità morale doveva seguire un'altra direzione perché le ragioni la debolezza politica prima che l'economia andavano cercate nei costumi e nelle tradizioni
L'incapacità di autogoverno equivaleva per Gramsci all'incapacità di acquisire solo parole l'adozione esatta della propria potenza sapere ciò che si è e quindi ciò che si può volere
Negli anni torinesi egli aveva lucidato questo principio socratico
Con le parole di vico
Il quale nella scienza nuova aveva collocato l'origine del conosci te stesso nell'opera costituzionali di Solone
Il legislatore democratico che era riuscito a infrangere parole di vico il velo della divinità con il quale i nobili avevano avvolto il loro potere e chiuso dentro i loro ordini tutti i diritti pubblici e privati
Solone ammonì gli ateniesi ancora ricco che riflettessero asse medesimi riconoscessero essere di ugual natura con i nobili e di conseguenza che dovevano essere con quelli Uguagliati incivili diritto
Dunque la rivoluzione democratica come lavori ideologico e costruttore costitutivo di una comunità etica e politica
Nei Quaderni questo tema ritorna sotto varie forme costantemente ritorna per esempio nell'analisi delle lezioni del mille novecentodiciannove un'analisi originalissima perché condotta secondo una prospettiva futura
Come monito quasi a chi avrebbe costruito l'Italia ha ricostruito l'Italia del dopo fascismo le elezioni del diciannove furono dice Gramsci un'occasione costituente mancata
Sono sue parole il popolo a suo modo diede a quelle lezioni il carattere implicito di costituente guardando così oltre l'orizzonte miope dei partiti e proponendosi come soggetto fondativo di nuovo ordine politico
Darsi una Costituzione parlerà anche di un'Assemblea costituente ma nel frattempo intraprende un lavoro ideologiche teorico che facesse sì che la Costituzione non fosse feticismo costituzionale ma diventasse cultura diffusa senso comune
Se riuscissimo a liberarsi delle liberarci dell'ideologia in maniche che la guerra fredda ci ha lasciato vedremo che Gramsci poneva a suo modo la questione di come formare una moralità costituzionale
Questa è la chiave di lettura che gli ha consentito weberiana mente di leggeri movimenti religiosi moderni come movimenti politici
Sono di estrema lucidità le pagine che quaderni dedico dalla Riforma protestante la quale si legge vinse quando riuscì a polverizzare i principi confessati dei leader religiosi e a creare la nazione tedesca e la cultura liberale europea
Intellettuali di Gramsci di nuovi riformatori dovevano seguire un cammino simile facendo esattamente ciò che in Italia non era stato fatto comprendere la formazione il consolidamento delle credenze
Per dare al lo spirito pubblico la stessa solide solidità di un abito mentale
E cito da Gramsci mille novecentodiciotto
La legge dicono sia la libertà noi lo mettiamo in senso assoluto la libertà veramente e nel costume nelle abitudini di vita ma succede questo la legge diventa scrittura viaggio si propaga e nel suo propagarsi cade anche nel deserto
Il deserto sono quei paesi dove il costume e tanto basso che la legge scritta non ha nessuna garanzia di fatto una legge e vitale in quanto basata su un solido costume che la garantisca senza bisogno di troppi controlli burocratici
Questa è l'egemonia della quale parlava Gramsci molti critici si sono ritratti inorriditi di fronte al suo progetto egemonico
Eppure e proprio l'obbedienza libera che le nostre società e dicono giorno dopo giorno attraverso le leggi e le relazioni sociali una società democratica scriveva nel mille ottocentotrentanove un liberale senza ombre John Stuart Mill ha bisogno di presumere che alcuni principi siano accolti senza discussione
Anche se la libertà di pensiero e legalmente garantita tuttavia una società democratiche tanto più solida quantomeno sente il bisogno di mettere in discussione i suoi fondamenti non è questa uniformità auto imposta il prezzo che dobbiamo pagare per vivere liberamente fra uguali per ubbidire alla legge senza dovere sottostare al dominio degli uomini
Ma questa non è uniformità religioso nazionalisti Concettuale non è uniformità di interessi e valori che segretario è invece uno una uniformità di valori politici che rendono possibile le relazioni tra le differenze
Questa che chiamo con linguaggio moderno è nostro
Moralità costituzionale è lo spirito pubblico che Gramsci si propone di studiare al suo arrivo al calcio di Turi nel mille novecentoventisette
Ed è moralità costituzionale democratica a mio parere anche se lui non usa queste parole forse non voleva usare questo significato
Quella che Grancia così bene ha raccontato attraverso la metafora della partita di football ed è la partita a scopone
La prima corrisponde un modello di società dove si esercita la libera iniziativa individuale parole sue secondo la legge è un'etica del merito della fiducia reciproca
C'è il movimento pagare la lotta ma esse sono regolate da un da una legge non scritta che si chiama lealtà e viene continuamente ricordata dalla presenza dell'arbitro
Che la citazione
La partita a scopone corrisponde invece a una società dove la contesa prende la forma sue parole il urla pugni sul tavolo e spesso sulla faccia dell'avversario
Dove gli accordi sono sottobanco anziché pubblici e quindi fuori da ogni controllo perché e la diffidenza che regna invece della fiducia sue parole
Diplomazia segreta carte segnate strategia delle gambe e delle punte dei piedi una legge
Dov'è la legge che bisogna rispettare e salvare da luogo a luogo a diverse tradizioni e occasione continua di contestazioni e di litigi
Dunque la prima ero socia egemonica la seconda è una società coercitiva perché non può e non riesce ad essere egemonica Luna assegna la giustizia la sua funzione arbitrale punitiva l'altra vede la giustizia come vendetta di parte la usa come vendetta di parte
Osservati da questa angolatura la mente lavoro di Grancia di Rosselli
Diversissimi per Ford vuol formazione e stile
Del discorso sono complementari e al fondo si propongono ci propongono un messaggio simile dei valori
Non diversamente da Gramsci Rosselli che avevo una solidissima cultura liberale di liberalismo sociale inglese soprattutto qui c'è Tranfaglia in una maestro nell'avesse segnato questo affrontò l'esilio e la lotta
Cemento e per distruggere e negare ora i radiosi i revisionisti contemporanei hanno presentato Rosselli e più in generale l'antifascismo italiano che si chiamano Gramsci azionismo
Come congenita mente malato di filosofia militante di presunzione illuministica
Di liberare la società dalla trascendenza dal vincolo a valori assoluti
Augusto Del Noce il fondatore teorico del revisionismo italiano ha definito fascismo e antifascismo come due espressioni politiche contrarie di un'identica vocazione filosofica decretare la morte di Dio per divinizzato l'uomo
Perciò l'antifascismo secondo lui non seppe dare unità al Paese questa anche la posizione più recente
Galli Della Loggia mi sembra perché la sua base morale e teorica era manichea e trasmettendo un messaggio di negazione DeMicco altrettanto radicale del messaggio che veniva dal fascismo
Vediamo invece che cosa scriveva Rosselli del mille novecentotrentaquattro cioè proprio quando non sembrava esserci posto per un atteggiamento negativo tocca cito anziché partire dal fatto somatico della lotta contro il fascismo per porre le basi di un nuovo Stato partire dalla conquista morale intellettuale del Nuovo Mondo valore dell'uomo della vita nozione di libertà della giustizia
Il nucleo radicalmente rivoluzionario dell'antifascismo di Rosselli è contenuto in una visione profondamente etica della politica
I suoi confini sono i confini della dignità dell'individuo e dell'eguaglianza sui quali si struttura il rapporto pubblico fra cittadini autonomi nel giudizio e nella scelta
Fuori da questi confini secondo lui la politica lasciava il posto ad altro alla forza l'arbitrio alla gestione burocratica degli apparati statali come nel caso del corporativismo fascista o alla naturalità dei processi economici perciò era un critico del liberismo
Non meno di Gramsci Rosselli rivendicò la dignità dell'agire politico libero contro i determinismo nel caso di Rosselli contro quello marxista ottocentesco ma anche contro quello liberista
Dunque contrariamente all'opinione dei revisionisti nell'antifascismo manicheo che li chiamava l'antifascismo del no
Rosselli leggeva la prova del potere eccezionale del dispotismo moderno del quale l'opposizione è costretta a modellare la propria esistenza il proprio linguaggio i propri programmi ha quindi l'avversario
E dove di fatto non ci può essere opposizione vera e propria cioè politica ma solo solitudine cospiratori a prigionia fuga o contrapposizione militare di nuovo come per Gramsci o ribellismo o fatalismo
Quando lo sa ed esortava l'antifascismo passare dal no al sì ad affermarsi non più e non solo come anti fascio sono sue parole ma come positiva Forster innovatrice della società italiana
E li metteva in campo una nozione positiva di libertà politica una libertà che come ha scritto anni dopo Hannah Arendt
Sono sue parole trascende l'idea di una liberazione vittoriosa dalla tirannia e dalla necessità e si identifica con l'atto di fondazione di una società libera dunque non se li sentì il limite è la condizione antifascista Eboli superarlo pensare in termini che trascende sul fascismo e una genuina espressione di politica fondativa democratica
Questo sul senso del suo liberalsocialismo un progetto che li mise in atto attraverso un'intelligente opera di distinzione distinzione dal liberismo e distinzione dal socialismo pre fascista
Quel socialismo che non aveva saputo dare a suo parere importanza libertà politica non aveva fatto propria la campagna per il suffragio universale
Con la conseguenza di restringere l'azione politica strategia parlamentare e di trascurare il fatto che una politica di emancipazione senza una cultura civile movimenti politici che vivono nella società civile non può attuarsi e soprattutto non può mettere radici
Dunque la denuncia della Partia della politicità dell'ideologia corporativa non era ispirata da elitarismo illuminista come pensava Augusto Del Noce
Cito ricercare una minoranza ricreare una minoranza equivaleva a spezzare il regime di massa e mentre la società il dissenso l'opposizione la dialettica fra maggioranza e minoranze
Al fondo viene alla luce la consapevolezza che la differenza tra fascismo e democrazia sta anche nel modo di intendere Lelli e le masse
In un regime democratico scriveva nel trentacinque anonimo collaboratore di Quaderni di Giustizia e Libertà le minoranze in una democrazia fare uno sforzo di interpretazione di costruzione della volontà diffusa che totalmente inutile o impossibile nei regimi fascisti
Dove le masse invece sono un corpo di individui cito ad un tempo ammassati polverizzati e la loro unità e strumentale al Progetto unificatore
Di una volontà demagogica e populista al contrario in una democrazia la società è composto di uomini liberi di libere associazioni
Non è unità omogenea ma un'articolazione di differenti posizioni ideali e di differenti interessi alla ricerca di un consenso ragionato
Dunque per concludere alla domanda che cosa vogliamo nel mille novecentotrentacinque Rosselli dava la seguente risposta vogliamo una Costituzione democratica che metta le mani sulle grandi centrali delle reazioni del privilegio
E laddove prima si affermava l'interesse insolente dei pochi si affermerà l'interessa illuminato della collettività
Una volta messi in movimento le forze di libertà sono sue parole abbattute quelle del privilegio allora la vita riprenderà e si riorganizza era il popolo italiano si farà costituente e siderali sulle forme definitive di vita pubblica dunque liberalsocialismo fu una proposta coraggiosa e lucida di costruzione politica democratica
Fondato sul nucleo di principi a partire dai quali ciascuna generazione avrebbe potuto costruire il proprio destino e soprattutto riconoscere criticare e corregge le forme nuove di emarginazione e di esclusione
La superiorità della democrazia costituzionale per Rosselli
Consisteva proprio il fatto che essa è l'unico regime ad avere un punto chiaro di partenza ma nessun punto definitivo di arrivo perché è garanzia di processo unità politica teoricamente mai chiusa un universo in perenne movimento
Inizio dunque non fine della storia
Io penso che l'identità di un popolo quelle nazionali intendo sia un costante lavoro di interpretazione di reinterpretazione di cui nessuno e depositario privilegiato
è un processo aperto dissenso piuttosto che unità ascritti IVA questo il messaggio che Gramsci Rosselli c'hanno lasciato l'immobile
E listini loro propri un messaggio che contiene un chiarissimo invito a ridare dignità normativa la politica un'arte peculiarmente umana attraverso la quale gli individui si danno regole enorme
Per poter vivere associati senza dover rinunciare alla loro autonomia di giudizio di scelta e senza trasformare la loro inevitabile differenti Id diversità in una ragione di discriminazione di esclusione reciproca tra
Grazie Nadia ed ora tocca professor Tranfaglia Nicola
Carlo Rosselli e la storia d'Italia
Nel mio discorso per quanto Breve sommario dati i tempi
Accenno a due eccezioni di questo titolo che sono tutte e due presenti
Infatti quando si dice Rosselli nella storia d'Italia
La prima accezione riguarda il ruolo che Carlo Rosselli ha avuto nella nostra storia durante la sua esistenza ma anche nel periodo successivo alla sua scomparsa
La seconda accezione la lettura potremmo dire l'interprete l'interpretazione che gli propone della storia d'Italia
Pur con l'avvertenza che non ci troviamo di fronte a uno storico professionale bensì di fronte a un intellettuale politico
Se dobbiamo indicare la prima eccezione cioè il ruolo storico del fondatore dell'idea di giustizia e libertà nell'arco di un periodo che va dalla prima guerra mondiale alla sua morte a Bagnolo sull'orlo
Quando ormai lo scontro tra le potenze le potenze sta per iniziare emergono con grande chiarezza mi ha visto gli elementi che caratterizzano la sua personalità
E il legame assai stretto che c'è sempre tra il pensiero e l'azione politica che egli svolse prima in Italia poi nella Francia della Terza Repubblica e poi ancora nella Spagna dalla guerra civile
Innanzitutto egli costituì nella lotta contro il fascismo prima in Italia poi in Francia in Spagna un punto di riferimento centrale per quella parte degli italiani che non vogliono accettare la dittatura
E cercarono di combatterlo su una certa forma politica democratica e liberalsocialista
Fortemente critica ma nello stesso tempo attenta all'evoluzione del movimento comunista
Già nei primi anni Venti con il non mollare ma soprattutto con l'esperienza milanese
Condivisa con Pietro Nenni del Quarto Stato il giovane Rosselli disse con i suoi scritti ma anche con la sua azione che la lotta al fascismo passava di necessità per una mobilitazione forte decisa delle coscienze
Per una critica aperta degli errori compiuti in Italia dal movimento socialista
Per la preparazione di una repubblica democratica delle Autonomie
All'interno di un'Europa unità
Il saggio sul socialismo liberale scritto nel confino di Lipari Enria per laboratorio Parigi nel mille novecentotrenta fu il punto di partenza di una battaglia politica che puntò a dissociare il marxismo e socialismo
Ad accantonare il pensiero di Marx e quello dei suoi numerosi interpreti come bussola fondamentale del movimento operaio
E a puntare piuttosto su un socialismo nutrito di un metodo liberale moderno in grado di dare un peso preponderante al problema sociale come il ruolo della libertà e della volontà umana nel farsi della storia
E necessario scrive Rosselli trasformare le coscienze oltre che i rapporti di produzione nel socialismo po'concepì il sì altro che comune ideale dinamico in costante evoluzione
Fondato su ragioni ideali morali prima ancora che sulle condizioni obiettive dello sviluppo economico delle forze produttive
E qui si può cogliere l'altro elemento essenziale che caratterizza l'azione di Rosselli negli anni dell'esilio e la distingue da quella di altri combattenti della battaglia antifascista
Sì attraverso i Quaderni di Giustizia e Libertà che con il settimanale dallo stesso titolo fondato nel mille novecentottantaquattro il leader di Giustizia e Libertà dedica la maggior parte della sua attenzione da una parte all'analisi del fenomeno fascista
Ma dall'altro all'Italia che dovrà risorgere dalla dittatura e costruire una capra una democrazia moderna capace di realizzare gli ideali di libertà e di giustizia sociale necessari a battere tutte le tentazioni dittatoriali
Il ruolo storico di Carlo Rosselli si salda così nello stesso tempo all'intuizione della necessità di una lotta decisa e senza esitazione al regime
E alla costruzione di una democrazia profondamente diversa dallo Stato liberale come dalla visione del socialismo che propongono i comunisti italiani in quegli anni anche i socialisti
Altro il complesso discorso dovremmo fare per quello che Rosselli ha significato nel primo cinquantennio dell'Italia repubblicana
Ricordo soltanto che quando trentadue anni fa uscì il mio lavoro su Rosselli se si esclude la fondamentale biografia testimonianza di Aldo Garosci la bibliografia su di lui si poteva contare sulle dita di una sola mano
C'erano certo scuole strade intitolate alla memoria di Carlo o di nello o dei due fratelli Rosselli ma quella presenza simbolica
Faceva parte di un lascito generico dell'antifascismo che la Repubblica aveva diffuso all'interno di una concezione ufficiale e retorica negli anni cinquanta e sessanta
Certo i governi di centrosinistra avevano posto con maggior forza l'accento sull'eredità dell'antifascismo ma gli storici non avevano ancora affrontato in tutte le sue implicazione i problemi di quell'eredità
L'elaborazione critica dell'Italia liberale di quella fascista che la minoranza antifascista in patria in esilio in carcere aveva compiuto mettendo in luce la necessità di una rottura aperta
Rispetta la continuità dello Stato al rapporto distante tra Stato e cittadini
Al centralismo che aveva contraddistinto gli anni dello Stato liberale e ancor più di quello fascista
Nell'amministrazione come nelle principali istituzioni del Paese
Né si poteva dire che a scuola i giovani avrebbero potuto accostarsi a quella personalità visto che ancora per vent'anni successivi l'insegnamento della storia del Novecento
Sarebbe stato pressoché assente su tutto il territorio nazionale
Voglio dire con questi brevissimi accenni che la memoria ufficiale come la storiografia italiana si sono mossi con un ritardo di alcuni decenni e che anche questo costituisce un problema che andrà indagato con maggiore attenzione di
Quanto io possa dedicare adesso
Parliamo ora della lettura che Rosselli ha fatto della storia d'Italia
Un primo punto da sottolineare che Carlo propone in Socialismo liberale come in molti scritti successivi articoli ma anche documenti politici tout-court
Un'analisi complessiva della crisi italiana risalendo al processo di unificazione nazionale
All'eredità che questo processo deve trarre da un esperienza plurisecolare all'introduzione allo sviluppo del movimento socialista alle caratteristiche peculiari dello Stato liberale alla crisi del primo dopoguerra e alla vittoria di Mussolini
In un articolo scritto per il primo numero dei Quaderni del gennaio mille novecentotrentadue il fondatore di Giustizia e Libertà sintetizza idee già espresse
In articoli comparsi su varie riviste nella seconda metà degli anni Venti informa più analitica come vedremo nel saggio del mille novecentotrenta presupposto fondamentale del nostro programma scrive e che la crisi italiana non consiste semplicemente in una crisi di forme politiche
E crisi di istituzione di ordinamenti sociali investe tutta quanta la ditta italiana
Di questa crisi il fascismo e certo il fenomeno più a appariscente ma esso più che causa effetto
Per eliminare il fascismo non basta battere la dittatura bisogna eliminarne le cause alcune di queste sono remote profonde
Prodotto della storia del carattere italiano e potranno eliminasse solo attraverso un'opera di educazione civile degli italiani in un ambiente di libertà e di autonomia
Se si vuole comprendere fino in fondo una simile interpretazione della crisi italiana
E necessario andare a rileggere il settimo capitolo di Socialismo liberale intitolato la lotta per la libertà
Quel capitolo non dimentichiamolo è quello che Carlo fece leggere in anticipo al fratello Nello ricevendone consigli e suggerimenti in essa i concetti accennati prima sono sviluppati e mi limiterò ad alcuni esempi che toccano punti essenziali del nostro discorso
Rosselli nota anzitutto che la nostra storia non offre sinora nessuna vera rivoluzione di popolo
In tante epoche della sua storia il popolo italiano ha sprigionato dal suo seno punte altissime solitarie inaccessibili minoranze eroiche serre i caratteri ma non ha mai saputo realizzare se stesso
L'Italia fu la grande assente nelle guerre di religione lievito massimo del liberalismo atto di nascita dell'uomo moderno il cattolicesimo italiano ammorbato dalla corte romana e dalla passiva unanimità
Rimase estraneo anche al processo di purificazione che segui la riforma il cattolicesimo in terra di monopolio non ha nulla a che fare con il cattolico in terra di concorrenti
Un Paese insomma la cui storia è caratterizzata dall'assenza di rivoluzione e di guerre di religione emergono qui gli echi della lezione di Piero Gobetti e dei suoi maestri
Né si può dire continua Rossella che Rosselli che il processo di unificazione che pure li considera positivo e necessario per la creazione dello Stato nazionale fu una rivoluzione di popolo
La stessa lotta per l'indipendenza scrive fuoco era di una minoranza non passione di popolo
Solo alcuni centri urbani del Settentrione parteciparono attivamente alla lotta contro lo straniero nel centro e nel Meridione i Savoia passato il primo periodo di entusiasmo e qui valsero è Lorena i Borbone
Il trionfo della corrente monarchiche diplomatica caratterizzò la Fondazione lo sviluppo dello Stato liberale Mazzini e Cattaneo osserva Rosselli furono i grandi battuti del Risorgimento
La stessa libertà politica che verrà lentamente col passare dei dolce dei decenni Sara figlia di transazioni e di accomodamenti
La conquista della libertà non è legata in Italia nessun moto di masse capace di adempiere al ruolo mitico e ammonitore la massa fu assente il proletariato non si conquistò le sue specifiche libertà di organizzazione di sciopero voto apprezzo di prolungati sforzi e sacrifici il suo tirocinio attorno al novecento fu troppo breve
E suffragio universale apparve fu calcolate vige elargizione paternalista
La regola secondo cui non si hanno e non si difende se non ciò per cui molto si è lottato e sacrificato avuta la sua riprovo la prova più tipica nell'esperienza fascista
L'edificio liberale crollò come cosa morte al primo urto e le classi lavoratrici assistettero inerti alla negazione di valori estranee ancora la loro coscienza
Un'analisi letta a distanza di settant'anni che non manca di asprezza
Che risente apertamente dell'influenza di Salvemini ma anche di autori come Missiroli o fortunato
A proposito della sconfitta socialista ma che rivela grande lucidità nel cogliere la debolezza della democrazia liberale in Italia e la sostanziale cecità del movimento socialista di fronte alla crisi del primo dopoguerra
Un ultimo aspetto vorrei ricordare riguarda le pagine che concludono il capitolo e che insistono sull'asse insensibilità del socialismo marxista per il problema della libertà
Sull'impossibilità di battere il regime fascista se non ci si distacca dalla concezione del mondo propria dei socialisti
Finché i socialisti italiani dice Rosselli non affermeranno il valore assoluto in sé del clima liberale delle istituzioni democratiche delle stesse concrete libertà di stampa di riunione di pensiero
Saranno impotenti ad affrontare vittoriosamente la lotta per la libertà
Sui problemi di interpretazione del Risorgimento Carlo ritorna cinque anni dopo
In una fase della storia di Giustizia e Libertà assai diversa da quella della fondazione e delle audaci impresa in Italia altrove
Nel vano tentativo di promuovere sollevazioni e ribellioni
Quando la crisi europea innescata dalla debolezza delle democrazie dal consolidamento della dittatura staliniana nell'Unione Sovietica e dall'offensiva dei fascismi al potere in Italia e Germania
Si sta dispiegando in tutta la sua pericolosità
Intervenendo in una discussione che vide protagonisti su settimanale G e lista
Da una parte Andrea Caffi Nicola Chiaromonte duramente critici del mazzinianesimo e più in generale del movimento democratico per l'unificazione
E dall'altra il ventunenne Franco Venturi che indicava il significato liberale del moto risorgimentale
Rosselli difende gli aspetti positivi e fondanti di quel processo nella storia d'Italia ma sottolinea nello stesso tempo due aspetti essenziali della questione
Ci sono due Risorgimento io serve in un articolo apparso il ventisei maggio del mille novecentotrentacinque il Risorgimento ufficiale prima né un guelfo poi sabaudo è sempre moderato che prende il sopravvento con l'entrata in campo del Piemonte e la liquidazione del molto popolare
Il risorgimento popolare che venne preparandosi tra il trenta e il quarantotto e che ha nel quarantotto il suo prevedo calorosissimo e poi dopo con atti e tentativi sfortunati insurrezione popolare a Milano nel mille ottocentocinquantatré spedizione di Pisacane nel mille ottocentocinquantasette quando finalmente ottenne un detto uno successo decisivo con la spedizione dei Mille
Nel mille ottocentosessanta piega sotto l'abilissimo a manovra di accerchiamento del Cavour
Il secondo aspetto messe in luce dall'indagine lista riguarda il rapporto tra il Risorgimento e la successiva storia d'Italia
Che lo spinge a dissentire da quella storia d'Italia di Benedetto Croce
Uscita nel mille novecentoventotto che pure ha letto con grande attenzione consentendo in molti punti con l'interpretazione del filosofo napoletano riferendosi più volte in Socialismo liberale
Tra lo Stato italiano dopo il mille ottocentosessanta egli nota il fascismo c'è un rapporto se non di filiazione perlomeno di degenerazione progressiva
Che ci obbliga all'inverso del Croce non affermare la storia italiana nel mille novecentoquattordici ma proseguirla senza troppi intoppi fino alla marcia su Roma e oltre
Qui agevole cogliere quel tema del fascismo come autobiografia della nazione
Già indicato da Gobetti e da Fortunato che Rosselli riprende più di una volta nei suoi scritti
In particolare il sempre in Socialismo liberale Rosselli afferma esplicitamente che il fascismo è stato in un certo senso all'autobiografia di una nazione che rinuncia alla lotta politica
Che ha il culto dell'unanimità
Che rifugge dall'eresia
Che sogna il trionfo della facilità della fiducia dell'entusiasmo
Ma sono importanti a mio avviso nell'analisi Rosselli Anna del fascismo e dei fascismi da una parte la forte connessione con le caratteristiche dello Stato liberale e il trauma della prima guerra mondiale
E dall'altra l'indicazione del carattere europeo del fenomeno
E ancora il nesso che li considera dall'inizio assai stretto fra l'espansione dei fascismi e la guerra
In altra sede ho cercato di spiegare sulla base di quale ragionamento politico complessivo Rosselli portò il movimento di Giustizia e Libertà
A fare una scelta di campo necessaria come egli stesso la definì che si tradusse nell'alleanza con i partiti comunisti contro il pericolo rappresentato dall'espansione fascista
Qui è più interessante ricordare il giudizio che Rosselli date la vittoria di Keith Blair e delle caratteristiche del nazionalsocialismo
Il fascismo tedesco appare al fiorentino non è il creatore di un mondo nuovo bensì al contrario un tremendo seppellito ore di mondi di miti di uomini la sua storica funzione non serba e il riferimento si lega complessivamente al fascismo europeo sembra consista nel rivelarci per la sua stessa brutalità inconsistenza
La precarietà il frac ci dunque delle fondamenta sulle quali abbiamo insistito finora
E poi che i popoli debbano vivere
Esso il fascismo riempie lo iato tra il vecchio mondo agonizzante e il mondo nuovo non ancora capace di sorgere con la sua dittatura di ferro e di sangue
E il caso di richiamare l'attenzione sulla sostanziale pertinenza storica del giudizio Rosselli hanno che coglie ha ragione nella stabilizzazione fascista una fase destinata a durare due decenni in Europa
E a costituire una fase per così dire intermedia sulla strada della società industriale di massa che si sarebbe realizzata in molti Paesi dopo la seconda guerra mondiale
Ma nell'articolo che abbiamo citato appaiono altre osservazioni che completano l'analisi e che sono pressoché assenti in molti interventi dello stesso periodo di altri
Esuli innanzitutto c'è la previsione del rapporto la prego ci previsione precisa del rapporto che si instaura era tra il fascismo italiano e quello tedesco
Sarà un rapporto dice Rosselli di fattale subalternità di Mussolini a dispetto a Hitler
Dei fascisti rispetta i nazionalsocialisti
Perché la rivoluzione delle camicie brune comincia proprio laddove il fascismo tanto penosamente era arrivato
La Prussia la vecchia Prussia rivendica con gran clamore la paternità dello Stato etico dello Stato poliziotto e corporativo e questo direi che è una risposta molto precoce a chi immaginato che la dichiarazione di guerra da parte dell'Italia fascista fosse una sorta di incidente in cui non si capiva ancora come sarebbero andate le cose Rosselli queste cose le scrive nel mille novecento trentaquattro quindi l'amara constatazione dell'impotenza del cedimento alla valanga nazista
Da parte di che avrebbe dovuto contrastarla che induce a revisioni di giudizio sulla forza reale di quella aggregazione sindacati partiti storiche Autonomie sono partiti di incanto a un cenno del reggesse
Anche lo scientifico Partito della rivoluzione scientifica il comunista che cerca consolazione attribuendo attività Larry ruolo di Kerenskij ha ceduto le armi senza combattere infine la convinzione che sempre di più con il tempo gli storici di procedura di proprietà di professione faranno propria e cioè che l'esito fascista sia dovuto innanzitutto a una crisi di civiltà crisi di reale crisi morale di cui il fascismo e il risultato il fascismo e la democrazia ridotta a pura forma il socialismo ha pure economia la libertà a puro strumento Rosselli sottopone la dittatura fascista in Italia un'analisi precisa e minuziosa di cui ho parlato altrove che non posso riportare basti rammentare soltanto due indicazioni centrali che scaturiscono da quell'analisi
La prima si ricava oltre che da vari articoli da un appunto inedito di Rosselli per una riunione di dirigenti di Giustizia e Libertà Parigi nel mille novecentotrentadue
Il carattere supremamente ripugnante della dittatura moderna fascista osserva non consiste nell'impiego della forza e nella soppressione delle libertà fenomeni questi propria tutte le tirannie
Ma nella fabbrica del consenso nel servilismo attivo che essa pretende dai sudditi
La seconda indicazione si trova in un articolo del mille novecentotrentaquattro
Lo Stato corporativo scrive Rosselli non è che lo strumento tecnico della reazione moderna una contraffazione affini conservatori del movimento operaio libero al Creatore
Di fronte alle grandi masse che traduca raduna l'industria lirismo moderno l'assenteismo dell'Ancien Regime che aveva a che fare con popolazioni sparse artigiane non è più possibile al movimento di massa è giocoforza opporre una reazione di massa alla Lega Operaia il sindacato di Stato all'ideale di una produzione associata e socializzate da la corporazione
L'ultimo aspetto che vorrei toccare riguarda il giudizio di Rosselli sull'Unione Sovietica e sul movimento comunista internazionale il leader giellisti attento a distinguere tra la valutazione della Rivoluzione d'ottobre e la critica del regime sovietico
La prima è positiva pur con alcuni limiti non possiamo aderirvi senza riforme scrive nel mille novecentotrentadue ma non possiamo neppure seguire causa schema marxisti democratici nelle loro scolastiche condanne
Prima di ogni consacrazione marxista di ogni atrocità dittatoriale sta la rivoluzione che ha distrutto l'autocrazia che ha dato la terra ai contadini questa rivoluzione l'amiamo e la difenderemo la critica la dittatura staliniana è al contrario Letta e radicale
Si fonda sul rifiuto del burocratismo di partito
E dello statalismo esasperato che caratterizzano l'esperienza russa
Sulla critica della corte le tipizzazione della socializzazione totali come soluzione idonea a risolvere i problemi del controllo operaio nell'industria e contadino sulla terra ancora sulle violazioni della legalità
Rivoluzionaria all'Internazionale Comunista che pure Rosselli giudica più attiva e vitale dell'Internazionale socialista
Rimprovera la subordinazione costante alle direttive alle esigenze del Partito comunista russo
E l'incapacità conseguente di adottare soluzioni che tengano conto in maniera sufficiente di quelle che in seguito saranno definite le vie nazionali al socialismo
Critiche partiti comunisti incluso quello italiano
Perché in quanto espressione della politica dell'Internazionale
Non appena non appaiono disponibili a un'intesa effettiva e non solo strumentale con le altre forze dell'antifascismo
E perché anche dopo la svolta del settimo congresso conservano diffidenze per l'adozione del metodo democratico ne ammettono l'esistenza di correnti differenti all'interno del movimento rivoluzionario unità dell'antifascismo battaglia per la libertà e per la giustizia sociale rinnovamento profondo del socialismo e del comunismo in direzione di un socialismo liberale
Questi sono in estrema sintesi i capisaldi del pensiero e dell'azione di Rosselli
Un lascito a mio avviso centrale per la lotta di liberazione la Repubblica democratica ma per certi aspetti ancora vivo e vitale nella crisi politica e culturale che stiamo vivendo
Grazie Nicola e adesso tocca a Marcello Montanari che ha come tema Gramsci e fascismo credo si voglia di nell'analisi del fascismo
Infatti si tratta
Grande l'analisi del fascismo Ingram io cercherò di stare nel tempo che mi è stato concesso per cui mi scuserete se qualche passaggio del mio discorso forse non sarà sufficientemente
Argomentato
Parto da una nota di Gramsci nel quaderno diciannove il quaderno e dedicato su al Risorgimento in cui
Gramsci scrive nel Settecento mutate le condizioni relative della penisola nel quadro dei rapporti europeisti
Muta anche l'importanza il significato della tradizione letteraria retorica esaltante il passato romano la gloria dei comuni
E del Rinascimento la funzione universale del popolo italiano un'antica tradizione retorico letterari ci dice dunque Gramsci diviene forse in grado di mettere in scacco il Papato e le forze reazionario perché è mutato il quattro internazionale quelle limitate forze interne assumono un peso rilevante perché esse divengono espressione di un processo euro la tradizione retorica italiana diventa fermento politico elemento di organizzazione politica e ideologica
Agli occhi di Gramsci ceto aggiunge l'innovazione politico statuale pur prodotta dalle classi dirigenti liberale con l'esclusione delle classi liberali e comunque in grado di produrre una reale modernizzazione della società italiana
Il re se il Risorgimento e in questo senso un po'è un esempio di rivoluzione prodotta dall'alto non di una rivoluzione democratica mancata né tanto meno di una rivoluzione agraria mancata
Devo devo dunque un riconoscimento del ruolo progressivo svolto dalle classi dirigenti liberali nel Risorgimento
Tali stessi Croce Fortunato nel modernizzare e nazionalizzare le masse popolari italiano nello stesso tempo be'riconoscimento del fatto che la costituzione dello Stato moderno in Italia e il riflesso uscito dello sviluppo internazionale che manda alla periferia e le sue correnti ideologiche
Nate sulla base dello sviluppo produttivo dei paesi più Progrès Titti
La nazionalizzazione unificazione della società italiana dunque non poteva che attuarsi
Nella forma di una egemonia etico politica o di un'egemonia della classe universali l'unica in grado di comprendere e di aprirsi alle prospettive della modernizzazione in atto in euro in questo senso dunque il Risorgimento e rivoluzione restaurazione e rivoluzione passiva
Ma anche e soprattutto in modo attraverso cui si produce l'ingresso che la società italiana nella storia della modernità
Ora la ricognizione
Della storia risorgimentali in Gramsci e in realtà resa funzionale alla comprensione delle forme che regolano la vita nazionale
Fino alla Grande Guerra soprattutto
Ed è nell'ottica del compimento dello Stato-nazione
Che secondo Gramsci è possibile anche con le relative funzioni e tra uno Stato di diritto affermato sullo stato di diritto moderno affermatosi appunto col irascibile rinasce con il Risorgimento
Che proclama i diritti di cittadinanza e permanere di relazioni discussioni da quei diritti di una parte consistente della popolazione del territorio
Più esattamente la formazione dello Stato nazione implica e porta con sé struttura giuridicamente la figura del cittadino
Se no che la generalizzazione di quella figura di cittadino implica anche che la vita nazionale la società civile possiamo dire noi
Sia strutturati articolata se conto forme che non i signori non i soli no il cittadino trasformato nuovamente in un individuo e quinti di un supporto
E proprio la realizzazione di un'egemonia etico politica realizzata dal ceto intellettuale liberale e proprio questi più niente etico politica rendere visibile il mancato giacobinismo per la borghesia Italia
In cosa consiste questa mancato il giacobinismo della
Della borghesia italiana
Ogni formazione di volontà collettiva nazionale popolare dice camosci
E possibile se le grandi masse di contadini coltivatori non irrompono simultaneamente nella vita politica cioè intendeva il Machiavelli attraverso la riforma della milizia ciò fecero i giacobini nella rivoluzione Fracci francese
In questa comprensione età identificare un giacobinismo precoce di marciapiede
Ecco allora cosa Gramsci intente quanto affermo afferma che vesta che non vi è stata nella che vi è stato nella borghesia un'assenza di giacobinismo
è mancata la capacità di mediare città e campagne
E e pre ora e proprio su questa mediazioni impedisce su questa unità di diversi sull'instaurarsi di rapporti di scampi non vessatorie per accertare campagna che misura la qualità della democrazia europea
Entro quella mediazione si misura la costituzione materiale possiamo dire di uno Stato unitario
Mancanza di giacobinismo significa allora che l'egemonia etico politica costruita tra la borghesia risorgimentale
A un limitato tasso di resistenza limitato tasso di il tollerabilità per il Polo il pluralismo politicamente organizzate mancanza di giacobinismo significa che emette una società civile non sufficientemente strutturata politica
E qui che Gramsci trova le ragioni della crisi della Società italiana del dopoguerra il suo carattere organico irreversibile
La classe dirigente liberale non è in grado di riprodurre la propria funzione di classe egemone in presenza
Dei nuovi soggetti di massa politicamente organizzate particolari movimento socialista e qui Catto
Passo oltre l'analisi del fascismo che Gramsci sviluppa nel Periodo dell'Aventino ciò che è importante sottolineare per quanto riguarda acquisto periodi come particolari periodi tra ventiquattro e ventisei
E che Gramsci sottolinea un fa ma una costruire sottolinea un'analogia tra la stazione dell'Aventino e il caso tra rifiuti vitali e la diversa s'in Francia e la diversa soluzione che questi due
Momenti di crisi di società nazionali viene fornite mentre cioè in Francia e la borghesia stesse che riesce a sventare
L'avvento di una forma politica cessare Istica in Italia ciò non ha
Perché questo non avvenga e dovuto a ciò che dicevamo prima al basso tasso di resistenza ditte tolleranza della borghesia
Al processi di organizzazioni di nuove molteplici soggetti politici si tratta si viene ricostruendo quelle che potremmo dire una Gramsci una egemonia senza pluralismo da parte forze
Conservatrici
Per riconquistare la propria egemonia le classi dominanti devono ricompattarsi attorno ad un capo carismatico ma soprattutto devono ricreare una situazione di primitivismo politico
Il così detto carisma scrive Gramsci nel molto moderno coincide sempre con una Fassi primitiva dei partiti di Massa
Senonché
Questa ricostruzione di un
Formarci statistica di dominio non può avvenire nelle forme tradizionali della reazione deve venire attraverso una innovazione politica che ribadisce il carattere di una egemonia
Senza pluralismo una innovazione politica in grado di integrare di stata rizzare appunto quei soggetti politici di massa che si erano venuti posto costituente
Se questo è il problema è chiaro che definirei per per Gramsci fascismo quali categorie di cesarismo
O capo carismatico risulta insufficiente
Tali categorie possono descrivere solo il primo momento la prima fase dell'avvento del fascismo
Il suo corrispondere appunto ad una fase di primitivismo politico ma non posso ancora darci l'immagine il computer del fascismo maturo
Ed è una novità su
Benedetto Croce sulla storia d'Europa di Benedetto Croce che Gramsci sottolinea come
Non solo Croce
Posso aggiungere il questa storia d'Europa di Croce posso giungere a contribuire a un rafforzamento del fascismo ma sottolinea come nel Pacifico né il fascismo attraverso l'intervento legislativo del dello Stato e attraverso l'organizzazione corporativa
Del della società
Possano essere introdotte nella società medesimo dichiarazioni modificazioni più o meno profonde per accentuare l'elemento piano di produzione
Verrebbe continua così Gramsci accentuata cioè la socializzazione e cooperazione della produzione senza perciò a toccare appropriazioni individuali
Ciò che Gramsci sta cercando di dire è che attraverso l'organizzazione delle corporazioni attraverso l'intervento dello Stato come holding dirà di un'altra nota dei figli
De del quaderno ventidue e possibile che il fascismo modernizzi la società italiani sviluppa sviluppi le forze produttivi il carattere fondamentale appunto di del fascismo sta in questa possibilità di innovare il sistema politico in modo tale da incrociato su questo territorio ciò che a livello mondiali si viene registrando e sviluppato attraverso le forme del
Dell'America rischi
Cioè di risolvere quei problemi quegli stessi problemi che l'americanismo tenta di risorse Gramsci dice esplicitamente per
Individuare i che cos'è il l'americanismo e fordismo è una controtendenza dice Gramsci alla caduta tendenziale del saggio di profitto e quinti appunto un rifiuto netto della
Tendenza dell'ideologia del McAdoo del
Cioè della del del della catastrofe del società capitalistico e invece l'affermarsi di nuovo forte di una nuova forma di
Capitalismo
Accade dunque giù possiamo dire che la modernizzazione attraverso il fascismo venga attuata dalla traverse forme che accentuano il tradizionale statalismo italiani
Così come era avvenuto in qualche modo da risorge nel Risorgimento cioè di una iniziative di una rivoluzione restaurazione che partiva dall'altro
E tuttavia c'è una differenza fondamentale tra l'esperienza del rivoluzione dall'alto diciamo del Risorgimento è quella
Fascista
Quella
De risorgimentale corrispondeva abbiamo detto a processi di modernizzazione europea
Quella fascista non corrisponde a processi al tipo c'è una differenza profonda tra il fascismo e l'americanismo proprio perché il fascismo si Ponta sul primitivismo della società civile italiana
Ha dovuto cioè distruggere le organizzazioni molto il pluralismo politico che si è venuto afferma di per la organizzazione dei partiti di massa possiamo dire che si era venuto sviluppa all'inizio degli anni prevede proprio per questo il fascismo
Non
Non solo
Nessuno contraddice diciamo processi di unificazione del mercato internazionale
E quindi atto una politica del come sottolineava di Giovanni stamattina del bastare a se stessi per richiudersi dell'opporsi alla tendenza della merce a universali Inzaghi essi ma asse conta la riproduzione della miseria e della società civile italiana
Definitiva la contraddizione tra la necessità di una modernizzazione
E il fascismo non può ignorare che vuole realizzare e la necessità di di dover riprodurre quel
Cattoliche
In questo senso sia diciamo la completa liquidazione del liberale nazionalismo di tradizione risorgimentale che ancora nel fascismo nella storia del primi degli anni Venti il fascismo degli alimenti rappresentata dalla centralità della figura di Giovanni Gentile a una sorta di nazionale cattolicissima
Concordato segna la sconfitta della filosofia crociano ma soprattutto appunto segna un mutamento
Di posizioni tra filosofi Trenitalia segnala però soprattutto il mutamento il delle basi di consenso del fascismo e della sua forma
Di stato
Qual è la via mi avvio alla conclusione Gramsci tenta di individuare per superare questo questo stallo qui il regime fascista esattamente esattamente quello di riattivare la ricchezza la pluralità della società civile
E questo suo tenendo conto ricostituente una Fo quella forma di Stato liberale tra virgolette che Gramsci dice essere la forma politiche proprio dell'americanismo
E lo state liberali inteso come sistema della società civile che si autorganizzazione che
Trova nelle associazioni
La comunicazione di Arianna Mitt
Che decisamente recita Democrazia e dimensione sociale nell'europeismo di Carlo Rosselli e di giustizia e libertà la parola ad Arianna
Quando si affronta il tema dell'europeismo di Carlo Rosselli
La mente corre immediatamente alle sue celebri prese di posizione della metà degli anni Trenta attraverso le quali egli saldava con atto di originalità e di audacia politica l'obiettivo della battaglia democratica e antifascista estesa si al piano europeo dopo l'avvento di Hitler al potere con quella degli Stati Uniti d'Europa
Il e il binomio europeismo antifascismo è stato più volte messo in luce il contratto peculiare dagli studiosi che hanno ricostruito l'iter politico Stigliano
La storiografia ha invece complessivamente trascurato il problema del contenuto sociale che agli Stati Uniti d'Europa Carlo Rosselli intendeva dare prima di affrontare questi argomenti è tuttavia necessario fare una precisazione metodologica per spiegare l'estensione dell'ambito della mi analisi dalla figura di Rosselli a Giustizia e Libertà
Il fatto è che non si possono comprendere pienamente i caratteri dell'europeismo rosse indiano
Senza collocarlo sullo sfondo dei vivaci confronti che si svolgono all'inizio degli anni trenta sulle pagine dei Quaderni di CL e poi su quelle del settimanale Giustizia e Libertà
E che ebbero per oggetto argomenti quali il federalismo la crisi dello Stato la necessità di dar vita agli Stati Uniti d'Europa
Quelle discussioni rappresentare uno indubbiamente uno stimolo per Rosselli e lo spinsero a meditare sulla possibilità di un assetto sovranazionale del vecchio continente
Nel contempo la sua concezione europeista fu del tutto peculiare rispetto a quella del mille che faceva capo Egl
E questa indubbia originalità rimanda la formazione culturale di Rosselli all'insegnamento dei suoi maestri alle sue esperienze intellettuali ai modelli politici o culturali che prese a riferimento
La mia analisi deve dunque necessariamente iniziare da una sintetica ricostruzione dell'ordito culturale intellettuale che influenzò Carlo Rosselli nel corso degli anni Venti
Cioè negli anni degli studi universitari dei viaggi d'Inghilterra della frequentazione del fiorentino circoli di cultura dell'incontro con maestri come Gaetano Salvemini ed Ernesto Rossi
Tutte esperienze fondamentali per la sua maturazione intellettuale e politica
In questo senso per Russell io europeismo non fu un approda improvviso
Strumentalmente utile ad ampliare il contenuto politico culturale della lotta al nazifascismo e agli sorgenti pericoli di guerra che si manifesta nuovamente nel trentatré l'anno della svolta nella storia europea
Ma è l'approdo di un percorso intellettuale di lungo respiro che né l'avvento di Hitler trova lo stimolo definitivo ma non l'origine vera e propria
Una rapida ricostruzione delle principali figure maestri od amici che lasceranno la loro impronta nella formazione intellettuale di Rosselli ci consenta di individuare una comune confluenza di interessi nei confronti della tematica europea
Una tematica di confine fra varie aree culturali in particolare di ispirazione liberale democratico repubblicana e socialista credo esista che egli ebbe occasione di frequentare
E l'aspetto interessante che mi preme mettere in luce è che a mio avviso l'europeismo di Rosselli finisce per nutrirsi attraverso una rielaborazione critica di gran parte delle esperienze politiche intellettuali computer fin dagli anni della maturazione anche di quelle vissute a fianco di personalità o gruppi che con l'europeismo in senso proprio non avevano alcun rapporto diretto ma che avevano un elemento unificante nella critica lo stato e al suo centralismo burocratico
In questa critica possiamo individuare la fonte del primo dei filoni se così mi ha consentito chiamarli che poi negli anni Trenta alimenteranno la riflessione europeista di Rosselli quello giuridico istituzionale
Mentre il secondo versante nutre l'europeismo sociale di Rosselli arricchito dalla conoscenza del federalismo integrale di Pluto e dall'attenzione per la problematica sociale
E da dall'intreccio di questi due filoni che scaturisce l'originalità dell'europeismo rossa indiano
La critica lo Stato ad esempio era fatta propria dal gruppo fiorentino che ruotava intorno alla rifondato unità di Gaetano Salvemini
Che Russell incontro a Firenze nella primavera del venti condividendone la polemica antiprotezionistica e la lotta per il decentramento statale attraversata da ideali federalisti d'ispirazione K Deiana
Su queste posizioni è anche molto importante l'influenza che ebbe su di lui socialista riformista Alessandro levi studioso di diritto internazionale legato a critica sociale conoscitore ed estimatore di Cattaneo
Sarà proprio lady di cui ormai acquisite in sede storiografica l'influenza sul pensiero rosse Emiliano a rilanciare l'opera di Carlo Cattaneo sulle pagine di Quarto Stato la rivista creata dirette nel ventisei da Nenni e Rosselli
Sempre negli stessi anni a Firenze Rosselli sarà tra i promotori del circolo di cultura un'iniziativa che lo porterà in contatto con un altro personaggio che oltre a spingerlo sulla via degli studi di economia influenti influenzerà il suo percorso verso una maturazione europeista
Si tratta di Ernesto Rossi che assai più tardi dal confino di Ventotene nel quarantuno insieme a Spinelli a Colorni
Redasse il Manifesto per un'Europa libera immunità
La figura di Ernesto Rossi ci permette di introdurre rapidamente anche il problema del pensiero economico di Rosselli che troverà compiuta espressione nell'economia mista ha teorizzato il socialismo liberale
Da questo punto di vista opportuno sottolineare come Rosselli avesse maturato la consapevolezza che la sola attuazione a livello nazionale di un programma economico
Che non tenesse quindi conto delle interdipendenze economiche politiche sul piano continentale
Avrebbe riproposto anche su conforme modalità diverse il dramma delle degenerazioni nazionalistiche
Questa intuizione
Che come vedremo mostra l'importanza dei legami intellettuali maturati negli anni della formazione giovanile sarà poi sviluppata proprio da Ernesto Rossi nel suo libro abolire la miseria pubblicato nel quarantasei in cui approfondisce i temi dell'economia mista
Ma quali sono le esperienze intellettuali giovanili nelle quali è possibile ritrovare i prodromi della coscienza della dimensione sovranazionale dei problemi economici
La storia invece è più recente opportunamente messo in luce il ruolo avuto in questa direzione dall'economista Riccardo Dalla Volta relatore della prima tesi di laurea di Rosselli discussa Firenze alla Cesare Alfieri
Attento alla cultura politica anglosassone studioso e conoscitore di sei Asimo e conoscitore anche della cultura liberale americana in particolare della cultura federalista americana
Questa elezione di educazione politica sarà assimilata da Rosselli e trasfusa in quello che pare sarà poi il socialismo liberale che lo stesso Rastelli concepiva anche come federalista
Lo studio dell'economia si riverserà anche nell'impegno accademico di Rosselli che nel ventidue contatterà il laboratorio di economia politica di Torino e dopo la laurea ricoprirà un incarico di insegnamento all'Università di Genova
Questo gli consentirà di conoscere e frequentare due studiosi che avevano avuto un ruolo di primo piano all'interno del dibattito apertosi dopo la prima guerra mondiale sul tema degli Stati Uniti d'Europa si tratta di Luigi Einaudi che sud supervisione era la tesi di Rosselli
Ed è l'economista di orientamento socialista riformista Attilio Cabiati che sarà suo maestro a Genova e lo aiuterà a ottenere un posto di assistente volontario alla Bocconi
E in How the cambiati si erano insieme impegnati nel mille novecentodiciotto nel dibattito critico sulla inadeguatezza della Società delle Nazioni a garantire un'epoca di pace
I facendo sì al pensiero federalista anglosassoni
E ai teorici tedeschi della ragion di Stato e Ida o di aveva infatti come è noto sostenuto in una serie di articoli pubblicati sul Corriere della Sera che la causa della guerra era nella volontà di potenza degli Stati nazionali
Fondati sul dogma della sovranità assoluta che serviva a giustificare l'accentramento del potere e l'autosufficienza economica e ponevano quindi le premesse inevitabili conflitti
Solo attraverso la Cevoli mento della sovranità assoluta degli stati con una CREL con la creazione di una sovranità federale si sarebbe potuto garantire la pace realizzando un'unificazione economica sociale e giuridica dell'Europa
In larga parte simili era alle posizioni espresse anche da Attilio Cabiati
Nell'opuscolo noto scritto due mani a quattro mani con Giovanni Agnelli in cui veniva evidenziata con una soluzione federale con la creazione di un mercato unico avrebbe favorito
Anche l'omogeneizzazione dei sistemi sociali
Sull'orlo sociale ancora oggi irrisolto del processo di unificazione europea
E non è un caso che fosse socialista cambiati a sottolineare questo aspetto che suggerisce la necessità di legislazione e di politiche sociali comuni come correttivo di una visione semplicemente liberista
Russell e avrà modo di operare un ulteriore maturazione sotto il profilo dell'approccio economico attraverso la frequentazione dell'ambiente inglese della Fabian Society e l'ammirazione per il il socialismo anglosassone
Il cui testo teorico base era il dissocia Linux rispetti tre D G dieci Cocullo
Del di dirlo Rosselli apprezzerà non solo l'insegnamento pluralista e democratico o la rivendicazione di un nuovo metodo di produzione nel quale i sindacati avrebbero dovuto avere un ruolo centrale
Ma anche la denuncia della dissoluzione dello Stato
L'insieme di queste esperienze ispirazioni insegnamenti e semplici suggestioni
Vale a formare una sensibilità al tema dell'Europa unita sebbene non si possa affermare che le ore Isma'resti in un primo tempo sottotraccia in Rosselli
C'è però un altro approccio che può essere a mio parere utilizzato per comprendere il rilievo che la prospettiva europeista ebbe nell'autore di Socialismo liberale
E questo è rappresentato dall'analisi dell'importanza che l'obiettivo dell'unificazione del continente ha avuto per quell'articolato ambito politico intellettuale definibile precisamente come terza via
Che è presente sul piano europeo sin dalla fine dell'Ottocento
E che percorre tutto il secolo successivo
In altra sede ho cercato di dimostrare come Rosselli the best seller collocato proprio in cui il migliore europeo e come egli rappresenti anzi un punto di sintesi di alcuni importanti componenti del Progetto di terza via europeo nel caso di Rosselli occorre naturalmente aggiungere l'attenzione nei confronti del federalismo infra nazionale
Ma su questo aspetto non intendo dilungarmi mi limito a richiamare nuovamente G dieci coda e il suo tentativo di costruire una teoria dello Stato scaturito dalla riflessione sulla crisi della democrazia parlamentare
Egli affermava che una vera democrazia doveva essere funzionale cioè doveva essere la somma delle associazioni che la costituivano si configurava in tal modo una forma di società decentrata nella quale è possibile individuare dei punti di contatto con il federalismo infra razionale di ispirazione Pluto Agnana
Si apre qui nuovamente il versante dell'europeismo di Rosselli il cui approccio al tema dell'Europa unita è vicino a quello del federalismo integrale teorizzato da Pluto
Al federalismo integrale si richiamava d'altra parte un altro personaggio vicino Rosselli e collocabile Candy nella galassia della terza via e cioè il socialista d'ispirazione cristiana e umanitaria ode Philippe
A chi aveva dedicato la sua tesi di dottorato al di di smog e che avvierà la militanza federalista durante la Resistenza francese proprio con la partecipazione al gruppo libere e federe del centrista Silvio Trentin
D'altro canto altre figure appartenenti all'ampio ventaglio della terza via si ritroveranno nelle pagine dei Quaderni di CL ponesse del settimanale di Giustizia e Libertà
Il socialismo di CL come ricordava Rosselli nel dicembre del mille novecentotrentacinque in un articolo dal titolo discussioni sul federalismo e l'autonomia non era solo liberale ma anche federalista
Con questa formula che rappresenta la sintesi politica del dibattito sul federalismo svoltosi diversi mesi prima sulle pagine dei Quaderni
Rosselli sintetizza e tira le fila del confronto sulla crisi dello Stato aperto si nell'autunno del trentaquattro su giustizia e libertà
Tuttavia tale formula è utile anche per comprendere le sue successive prese di posizione sugli Stati Uniti d'Europa
Infatti sebbene l'enucleazione della concezione federalista del socialismo avvenga inizialmente sul piano infra nazionale
Non c'è alcun dubbio che essa sia propedeutica all'elaborazione di una concezione federalista sovranazionale
Nel gennaio del trentasei Rosselli puntualizzava che la battaglia federalista si svolgeva ad un livello superiore a quello nazionale
I bisogni della tecnica moderna egli scriveva
Sono tali che bisogna al più presto unire gli Stati Uniti d'Europa e le diverse regioni del mondo
Se si vuole evitare l'accentramento violento alla maniera di un Piemonte o di una Russia uno di una Prussia qualsiasi nella storia italiana e tedesca
Parole nelle quali è dato trovare la consapevolezza sebbene non ancora pienamente sviluppata del doppio piano su cui occorreva intervenire
Sul piano interno Rosselli pensava ad uno Stato federativo non solo dal punto di vista politico amministrativo ma anche sotto il profilo del potenziamento della società e delle sue organizzazioni su un altro piano quello internazionale occorreva invece l'instaurazione di una vera e propria federazione europea che Rosselli reclamava nel ben noto europeismo o fascismo pubblicato sudisti Giustizia e Libertà
Nel maggio del trentacinque in tale saggio si denunciava l'assenza di un'idea guida nella sinistra europea
La cerata testualmente tra il conformismo comunista e la commovente ingenuità è la definizione di Rosselli della socialdemocrazia europea
Il giacché il rosso emiliano aveva in realtà dei precedenti significativi raffigurati però come vox clamans in deserto scaturiti dall'interno stesso della socialdemocrazia europea
Quest'ultima dopo il fallimento dell'internazionalismo in seguito alla prima guerra mondiale sembrava essersi frammentata in tanti partiti e sindacati attenti solo al proprio orizzonte nazionale
E di ciò faceva fede anche facevano fede anche gli orientamenti dell'io stesso
In questo contesto solo alcuni esponenti del socialismo moderato riuscivano a comprendere la vera natura dell'evoluzione economica e sociale moderna
E si sforzava hanno di proporre un indirizzo nuovo alla socialdemocrazia fondato sulla consapevolezza che nel no tu devi il socialismo democratico soft testuale soffocava nei suoi quadri nazionali
E che le sue migliori intelligenze Sister Ivano ciò che accomunava questi intellettuali peraltro spesso isolati era la percezione della nuova struttura del sistema capitalista e cioè dell'internazionalizzazione dell'economia
Ed è la concentrazione del potere industriale bancario già denunciato nel mille novecentodieci da Rudolf il fare di nel suo capitale finanziario
Che in alcuni si accompagnava la lucida analisi del declino dell'economia europea frantumata dei trattati di pace in tanti economie nazionali di fronte all'irrompere di nuove economie su scala extra europea
Di queste figure mi limito a ricordare e Dolphin membra che diventerà segretario generale della Federazione internazionale dei trasporti
Autore di lei e borsa alternativo degli un anche sterzo più rock pubblicato a Londra nel mille novecentoventiquattro
German clan Noldor socialdemocratico tedesco che nello stesso anno pubblicava uno Spoon scolo sullo stesso tema
In questo testo Sisto spegneva che le economie nazionali avrebbero dovuto raccordarsi in federazioni continentali allo scopo di formare un mercato unico capace di tener testa alla concorrenza mondiale
Per questo la socialdemocrazia doveva allearsi alle componenti più progressiste della borghesia
Per questo argomento precorre la sensibilità di Rosselli per i ceti medi
E infine ricordo quello che è forse il personaggio più significativo lo statistico tedesco socialdemocratico Bladimir voi Teen skeet collaboratore dei Quaderni di Giustizia e Libertà
Autori nel ventisette di le sette asini dove l'otto pubblicato dalle ghiotti in caso case editrici ufficiale del Partito operaio belga
Un testo nel quale si chiedeva l'unione doganale dell'Europa un Parlamento economico è un Governo confederale dell'Unione
A sostegno di ciò voi chiesti affermava che la ragione della debolezza economica dell'Europa era testuale Larry taoismo di dosso misto a mi venne Archidamo stelle e neutri
La fortuna dell'America invece la fonte della sua forza scaturiva dal fatto che essa disponeva delle stesse a condizioni di sviluppo dell'Europa testuale senza essere segnata dal peso della sua eredità storica
Da parte sua Rosselli nel mille novecentotrentacinque rilanciava questa idea guida dell'unificazione europea fino a quel momento
Cito abbandonata e diplomatici e dai curve Nord Calergi e che invece doveva essere resa popolare tra le masse
Si trattava della convocazione di un'assemblea europea composta di delegati eletti dai popoli che in assoluta parità di diritti e di doveri testuale elabori la prima costituzione federale europea
Nomini il primo governo europeo fissa i principi fondamentali della convivenza europea sballo Rizzi frontiere dogane organizzi una forza al servizio del nuovo diritto europeo
E via a vita agli Stati Uniti d'Europa
Nel passaggio dagli Stati nazione all'Europa unita auspicato da Rosselli in un'ottica antifascista risulta abbastanza evidente l'eco delle posizioni di un altro esponente di Cl attento ai problemi della sovranazionalità
Andrea Caffi un intellettuale Eretico di formazione cosmopolita profondo conoscitore dell'Unione Sovietica eppure partecipe del dibattito sulla crisi dello Stato e da sempre sensibile alla necessità di una Unione Europea
Campi sulle pagine dei Quaderni di CL nel trentadue denunciava le degenerazioni della sovranità assoluta centralista degli Stati nazionali
La divisione dell'Europa in unità statuali a suo giudizio accentuava di per sé gli squilibri economico territoriali e aggravava il fenomeno endemico della disoccupazione reso drammatico della crisi del ventinove la soluzione era in un nuovo sistema politico unitario europeo che avrebbe rappresentato il quadro democratico in cui risolvere in modo graduale la crisi economica e sociale
Caffi a sua volta era debitore delle idee di Giorgio Burri cioè altro collaboratore dei Quaderni di CL autore di li vedi tu Cuasso SIAL pubblicato nel mille novecentotrentadue
E nel quale aveva tanta parte il pensiero federalistico di Plutone
In quel volume Burdett cioè sottoponeva serrata critica la pretesa dell'organizzazione statale alla rappresentanza dell'interesse generale
Ed elaborava un sistema di diritto sociale che sanciva la prevalenza del diritto internazionale sul diritto nazionale
Da tutto ciò scaturiva Percassi e lo hanno messo in ben in luce alcuni autori una visione federalistica dei rapporti sovranazionali
Sviluppo della democrazia
Preoccupazioni sociali ed europeismo si saldavano con grande efficacia incassi le cui considerazioni rappresentano uno dei punti più alti e più chiari raggiunti dalla riflessione europeista del gruppo di Giustizia e Libertà
Sullo stesso chiaro anche se con sensibilità e strumenti intellettuali diversi va messo un'altra grande figura di CL Silvio Trentin
Trentino giunge all'europeismo verso la fine degli anni Venti e anche per lui la spinta viene dal diffondersi dei fascismi in Europa
Come per altri esponenti di CGIL la crisi dello Stato anch'essa dimensione europea il soffocamento dei valori di libertà e di democrazia a rivelare l'insufficienza dell'ordine europeo fondato sulla divisione in Stati indipendenti e sovrani
Il nazifascismo prefigurava una soluzione imperialistica e razzista al problema della frammentazione europea
A questa prospettiva trentino opponeva una visione degli Stati Uniti d'Europa che egli iniziali lavorare nei primi anni trenta individuando un nesso inestricabile
Tra l'unificazione politica e l'unificazione economica fissata in tal modo la scala dei valori era chiaro che il filo conduttore dell'europeismo di Trentin era nella inconciliabilità tra il fascismo da un lato e l'Europa unita nella libertà e nella democrazia dall'altro
Ed è altrettanto chiaro che ai fini della nostra analisi poco importa il fatto che Trentin abbia determinato con più precisione la sua concezione federalistica solo all'inizio degli anni Quaranta e nella Resistenza
Con la stesura di Stato nazione federalismo pubblicato postumo nel quarantacinque ma scritto nel quaranta
E poi con il saggio teorico liberi e fedeli
Testi come puntualizza Norberto Bobbio che dimostrano come il federalismo di Trentin non fosse interessato esclusivamente al problema dell'organizzazione interna dello Stato
Ma avesse sempre bisogno e avesse ben presente il problema internazionale
D'altro canto il quinto punto della carta ideologica di giustizia libertà nel mille novecentotrentotto
Rifletteva l'idea di Trentin di una testuale ricostruzione integrale dell'Europa su delle solide e genuine Assisi popolari
E sotto tale formula si prefigurava una struttura federale a tre livelli infra nazionale nazionale e sovranazionale di un'Europa rinnovata sta di fatto che dopo la morte di Rosselli il suo messaggio dell'operista è stato disatteso dallo stesso gruppo di Giustizia e Libertà
Per il prevalente interesse verso il federalismo in frazionale professato da Lussu che fino dal trentasette aveva raccolto in larga parte l'eredità del movimento
Ma se l'aspetto relativo al federalismo sovranazionale e cioè l'interesse per la prospettiva degli Stati Uniti d'Europa viene di fatto completamente emarginato in CL
La ragione va a mio parere individuata più che in una propensione di tipo giuridico istituzionale in una ragione politica
Va ricordato infatti che in quel momento il fronte antifascista si era ormai schierato con l'Unione Sovietica vista come baluardo contro il nazifascismo
Riportando su questa potenza il ruolo di referente internazionale ed escludendo di conseguenza la prospettiva europeista
Ma al di là degli avvenimenti politici contingenti che segneranno le vicende del gruppo di GM del gruppo politico che sembrerà raccoglierne l'eredità morale politica e culturale il Partito d'Azione
Resta intatta la validità della prospettiva europeista indicata da Rosselli
Un europeismo nel quale la preoccupazione per l'assetto politico istituzionale che poteva e doveva essere solo democratico si intrecciava con la consapevolezza della necessità di dare un contenuto sociale l'Europa unita alla quale si doveva arrivare altro tema assai attuale attraverso la partecipazione dei cittadini
L'auspicio di una partecipazione delle masse non è rinvenibile solo in europeismo fascismo dove Rosselli chiede un'assemblea costituente europea
Già il socialismo liberale egli scriveva che la comunità dei popoli cito postula i popoli come entità a sé stanti coi loro originali motivi di sviluppo
E sono una sintesi organica delle varie comunità nazionali porterà un giorno alla Federazione delle nazioni
Un'affermazione è bene precisarlo dalla quale emerge con chiarezza la necessità per Rosselli di contemperare la difesa del concetto di patria e delle stesse identità nazionali
Eredità di una cultura democratica che tu Fava le sue radici nell'Ottocento con l'esigenza insopprimibile di organizzare l'Europa in senso sovranazionale
Vorrei concludere sottolineando nuovamente che l'originalità dell'utopismo rosse gli hanno consiste nell'essere strettamente connesso al tema della democrazia della giustizia sociale
Esso può essere compreso pienamente
Soltanto collocandolo nel contesto della vicenda politico culturale della terza via una vicenda a lungo sottovalutata quando non ignorata dalla storiografia italiana ed europea
Grazie mi scuso se leggerà un testo ma credo che questo contribuisca alla chiarezza dell'esposizione forse anche la rapidità delle nostre
Grazie
Nel campo della storia del comunismo la fine della guerra fredda non è semplicemente un evento rilevante per le sue conseguenze sulla disponibilità degli archivi ma soprattutto per le sue conseguenze sull'apertura di nuove problematiche
Ciò riguarda anche Gramsci il suo rapporto con l'URSS in passato questo rapporto è stato considerato pressoché esclusivamente per quanto attiene agli scritti dei carcerari
E in particolar modo alla luce del celeberrimo scambio di lettere del mille novecentoventisei tra Gramsci Togliatti
Ma oggi ci appare chiaro come il rapporto con l'URSS abbracci l'intera biografia politica intellettuale di Gramsci
Comprendendo il periodo del carcere e i quaderni si può anzi sostenere che la presenza dell'URSS le note del carcere sia costante e pervasiva e che attorno al nodo dell'URSS Gramsci sviluppi una tormentoso riflessione
è davvero stupefacente che salvo pochi spunti isolati questa problematica sia stata sino a ieri quasi ignora evidentemente perché questa rimozione venisse liquidata
Era necessario un autentico passaggio d'epoca come quello che è avvenuto negli ultimi anni
è opportuno chiarire subito che per rapporto con l'URSS intendo qualcosa di più e di diverso dal rapporto tra Gramsci niente in passato oggetto di impostazione dibattiti che oggi ci appaiono in una luce irrimediabilmente ideologica
L'impatto della rivoluzione russa nell'Europa del dopoguerra i caratteri dell'evoluzione interna e internazionale della Russia della netta il significato della rivoluzione dall'alto staliniana questi sono gli aspetti il quale lo sguardo di Gramsci non si distoglie mai
La natura costituente dell'URSS nell'identità e nella politica del comunismo per un dato centrale
Che finisce per intrecciarsi profondamente con la sua formazione
E con le sue stesse vicende personali sino agli esiti più alle agli esiti più più tragici sotto questo profilo proprio il rapporto con l'orso ci appare uno dei terreni essenziali al fine di integrare gli scritti politici e le note del carcere
Cogliendo al tempo stesso l'evoluzione del pensiero di Gramsci ma il problema va certo al di là in una prospettiva strettamente filologico
Il punto vero è che soltanto attraverso questo rapporto c'è possibile inserire Gramsci nella sua epoca
Facendo luce sulle problematiche sui travagli e anche sui miti che egli condivise con i rivoluzionari del suo tempo
Senza assumere questa dimensione complessa difficilmente sarà possibile vedere appieno la sua stessa carica di pensiero analitico e di critica dell'esistenza
Non è necessario sottolineare come ciò presupponga di affrancarsi dagli stereotipi più diffusi nel senso comune storico del nostro tempo
Ma anche da quelle tradizioni interpretative che hanno espunto la tragedia del comunismo post rivoluzionario dalla biografia Grancia
Il carattere cruciale del Periodo ventidue ventisei e la biografia gramsciana
è unanimemente riconosciuto tuttavia diverse sono state le interpretazioni di quel rapporto tra Gramsci prima e nel carcere
Sostanzialmente reale riassumibile alle tesi della continuità e della discontinuità
Schematicamente si può affermare che la tesi della continuità tende a vedere negli scritti politici il nucleo solutore ventisei il nucleo di una critica della degenerazione dell'URSS fondata sul nesso bonapartismo industria lirismo
Destinata ad essere sviluppata ma non modificata nella sostanza negli anni del carcere
La tesi della discontinuità invece essenzialmente basata sull'idea che la caratterizzazione del dopoguerra europeo in chiave di rivoluzione passiva comporti né Gramsci in carcere un mutamento di giudizio sulla rivoluzione d'ottobre
Nei Quaderni quest'ultima non è più come era invece all'epoca dell'Ordine Nuovo l'evento che determina il cambiamento di strutture process e la sua funzione rivoluzionaria è stata già riassorbito
A mio giudizio la seconda tesi quella discontinuità risulta di gran lunga più convincente ma questo non sminuisce e anzi rende più complesso il legame tra il ventidue e ventisei i quaderni
I nuovi elementi documentali sul carteggio il ventisei ci portano a vedere una dialettica più complessa di quella sinora generalmente accettata tra un Togliatti volto a far valere ragioni di schieramento e di disciplina verso la maggioranza Buffarini Anna staliniana del partito sovietico
E un Gramsci volto ad affermare ragioni di principio di politica nazionale del PCB
Così come inadeguata ci appare l'interpretazione meramente incentrata sul tema della democrazia di partito vale a dire sul conflitto di metodo che avrebbe opposto i due dirigenti italiani
Il dato di maggiore interesse ed emergere netto della dimensione internazionale delle posizioni dei grafici
Non soltanto la loro portata strategica ma negli stessi riferimenti politici cioè il fatto che le sue posizioni possono essere collocata nell'ambito del comunismo internazionale in questa luce rivelano una particolare inclinazione
è stato già notato da tempo che nella sua critica della condotta e la maggioranza del pavido sovietico accusata di voler stravincere sulle opposizioni trascurare il significato della costruzione del socialismo tra virgolette
E non più della pura semplice presa del potere presso le masse popolari Paesi capitalistici Ganci non contestava il ruolo dirigente dello Stato sovietico ma piuttosto richiamava i dirigenti dell'URSS svolge l'adeguata a mente questo ruolo cioè alla coscienza dell'egemonia
è stato inoltre osservato che questa presa di posizione era del tutto atipica nel contesto del comunismo occidentale
Adesso possiamo aggiungere un'altra osservazione
Ciò presuppone anche la collocazione di Gramsci in uno spazio politico che atteneva i motivi più profondi della posta in gioco in URSS ma che non lo identificava completamente con nessuna delle posizioni politico ideologico a confronto
In sintesi da un lato è evidente il collegamento concettuale tra Gran ce l'opposizione trotskista
Non tanto sul piano la critica del socialismo in un solo Paese quanto sul piano dei nasi la situazione internazionale nel ventisei
Ma dall'altro lato non si può identificare gran circo deposizione di Trotsky edilizi Novi
E non soltanto per la tua la sua adesione alla netta ma anche per una visione internazionale che se mai era vicino a quello di bucare e cioè mantenere viva la prospettiva dell'attualità rivoluzione cercando di conciliare ma con le esigenze di sicurezza Lux
Una prospettiva certamente diversa da quella di Togliatti e di Stalin che era invece quella di una visione molto più realistica disincantata della stabilizzazione cosiddetta del capitalismo
E quindi una tendenza ad abbandonare l'idea dell'attualità della rivoluzione
Ora entrambe queste alternative come noto dovevano rivelarsi perdenti
In un breve volgere di tempo con l'emergere dell'autentiche qui nazionalista liquidare ogni ruolo attivo del Comintern e piegarlo ha compiti esclusivamente propagandistici
In altre parole contratte il contrasto tra Gramsci e Togliatti ci appare riflette le due opzioni più generali della politica come interne dell'URSS che furono liquidate alla fine gli animi
Tale contrasto non può essere ricondotto semplicemente alla porrei polarizzazione tra maggioranza e opposizione dell'URSS e vive del PCUS rivela anzi l'intreccio con disperazione First differenziazioni politiche
Già delineate sia all'interno della maggioranza sovietica
E sotto questo profilo è molto più preciso e stringente di quanto non si sia pensato comunemente il legame di Gramsci e non solo quello di Togliatti con la politica eccome
Non meno importante gran ci risulta differenza di Togliatti
Aver combinato nella sua visione internazionale suggestioni politiche che furono proprio di tronchesi nobile ma anche di bucato ancora nel ventisei Gran ci si mostrava riluttante riconosce la sconfitta storica subita dal movimento operaio in Europa
Al pari dei massimi dirigenti sovietici sia dell'opposizione sia della maggioranza con l'eccezione di Statte
Ma gli rivelava anche consapevolezza del pericolo insito nella separazione tra politiche interne politiche avessero dell'URSS
La scissione cioè tra la costruzione del socialismo e il ruolo internazionale dell'URSS paventata in modi diversi sia da Trotsky sia da Bucharin
E invece fatta propria strategicamente da Stalin con l'opzione di sono azioni
Insomma il rapporto di gran circo il bolscevismo post crea lo si configura come un rapporto sfaccettato e privo di una dimensione uni lineare
Egli ha deriva l'idea del socialismo in un solo Paese ma si interrogava sul quale corrispondenza sarebbe stabilita con la politica internazionale dell'URSS
Tutto ciò configura evidentemente una prospettiva critica che conosceva limiti precisi non si tratta semplicemente del fatto che Gramsci continuava a vedere nella rivoluzione un punto di riferimento essenziale
Come del resto tante altre figure coeve anche strane al movimento comunista compreso per inciso come ricordava Tranfaglia lo stesso rosse
Gramsci condivise una visione mitica della dittatura bolscevica diffusa nel movimento comunista più precisamente una difficoltà di share negli enunciati ideologici dalla realtà sovietica a cominciare dalla realtà
Meramente autoritaria del partito unico
E una tendenza illusoria a identificare le politiche leninismo al potere con un'effettiva realizzazione di libertà consenso e socializzazione
Questo rilievo non mira a destituire di ogni connotato realistico la riflessione avviata da Gramsci sulla Russia sovietica
Sin dagli anni dopo la rivoluzione occorre piuttosto rimarcare in complesse ambivalente carattere
Di queste verità di pensiero al tempo stesso priva delle bellicose certezze cosiddette e del conseguente brutale approccio alla politica distintive di Lenin
E però intesa caricare di ambiziose aspettative l'opera dei gruppi dirigenti sovietici
Le note del carcere con il segno di una siffatta eredità e costituiscono un poderoso tentativo intellettuale di venire a capo dell'evoluzione nel frattempo conosciuta dall'URSS
Tornando a mettere in discussione le proprie fonti originarie delle l'esperienza sovietica senza liquida
E su questo sottolineo breve rapidamente tre punti innanzitutto
Il legame di Gramsci con la netta cioè con un'idea cabalistiche non violenta della rivoluzione che si esprime in una critica della dissoluzione della netta operata da Stalin dopo il mille novecentoventotto
D'altro lato la nette per Gramsci un più complesso sistema di equilibri più articolato
E la risoluzione cioè un sistema di equilibri politico sociale non soltanto economico sociale e la risoluzione della netto porta Grancia interrogarsi
Sulla realtà del super al sulla autentico superamento di quella che lui chiama la fase economico corporativa l'Unione Sovietica
E in questo ambito che egli sviluppa la sua critica della Stato Latteria
Quando ormai le tendenze la rivoluzione dall'alto sono pienamente in atto nel trentadue
Secondo punto il nesso tra guerra di posizione rivoluzione passiva nei Quaderni del carcere riguardante l'universo che
Adozione di guerra di posizione
Riguarda naturalmente la strategia del con movimento comunista ma anche la cosiddetta costruzione del socialismo in URSS
Gran ci si interroga sull'idoneità della guerra di posizione alla guerra di posizione scusa degli strumenti adottati dal gruppo dirigente sovietico alla fine degli anni Venti
Ora è difficile dubitare del fatto che nei quaderni si operante un nesso interpretativo sul regime sovietico come regime autoritario di massa
La distinzione tra totalitarismo regressivo e progressivo rivela un lampante riferimento rispettivamente al fascismo sovietici
Soprattutto in una serie di note scritte da trentatré in avanti Gramsci conduce una riflessione assai più sulle analogie che non sulle differenze tra i regimi totalitari
Non si può non vedere un simile approccio operante in varie note soprattutto sull'interazione partito Stato rapporto politico organizzazione funzioni di polizia nei regimi autoritari mass in altre parole la riflessione presente nei Quaderni sull'autoritarismo sovietico o sul totalitarismo sovietico va molto oltre la questione industria lirismo bonapartismo
Terzo punto
Nella sua famosa nota del febbraio trentatré si è spesso letto semplicemente l'adesione di Grancia al socialismo in un solo Paese in realtà questa nota può essere letta come una polemica anti trotskista che veniva in realtà usata come un espediente per criticare la politica di Stalin e per esercitare una critica del nesso nazionali internazionali la politica dell'URSS nelle forme assunte dopo il mille novecentootto
Nei Quaderni il nesso guerra di posizione rivoluzione passiva conduce a una visione più ampia dimensione statuale la rivoluzione russa e la sua collocazione dei processi internazionale del dopoguerra
L'interrogativo generale di Gramsci e se il dopoguerra del ventesimo secolo posso seguire lo svolgimento analogo a quello del logo guerra del diciannovesimo nel senso di un parallelo tra espansione della rivoluzione borghese e quello che la rivoluzione socialista
Questo interrogativo investe direttamente il problema delle possibilità delle capacità egemonica dell'URSS
Sulle quali la visione di gran ci si fa il trentadue trentaquattro chiaramente pessimistica e negativi
Il senso ultimo delle sue linee di domanda sembra essere che la Russia post rivoluzionaria non è in grado di svolgere quel ruolo di Stato egemone che era stato assolto nel secolo precedente dalla Francia post rivoluzionaria
Il segno della rivoluzione passiva
Domina anche l'evoluzione dell'URSS e questo è il tormentato approdo del pensiero di Gramsci
Sull'esperienza sovietiche anche il carattere originale nella sua visione
Non per questo si deve smarrire lo ripeto il legame genetico della sua peculiare visione con le tradizioni del bolscevismo posto in linea
Liquidazione Bucharin Iniesta della netto come sistema di equilibri l'inclinazione trotskista della concezione di la dialettica interna di partito
Non meno multiforme è il rapporto di Gramsci con le concezioni internazionali del bolscevismo in sintesi la versione condivisa contro che controparti convocare in del per una prospettiva isolazionista dell'Unione Sovietica
E per il timore della conseguenza impotenza che questa avrebbe generato come in effetti c'ero nel ruolo del Comintern
Un gran Citti trovo in sintonia evidente
Su nell'idea che fosse davvero possibile
Convocare nell'idea che fosse davvero possibile conciliare interessi statali sovietici con un'azione significativa del comunismo internazionale
L'orientamento isolazionista dico dell'URSS sotto la direzione di Stalin
Deve perciò apparire a Gramsci in carcere l'inveramento di un pericolo già individuato sulla base di categoria di pensiero operanti nella cultura politica bolscevica e proprio su questa tematica Gramsci più nettamente si distacca dei riferimenti originari
Nel tentativo di darsi conto dei caratteri di fondo dell'evoluzione del lusso sottostà egli vede nella Russia posta all'emiliana l'assenza dei caratteri indispensabile all'esercizio dell'egemonia
Così la drammatica questione posta in ventisei trova la sua composizione soltanto in una serie di angosciosi e sconfortati interrogativi tutti orientati verso una risposta e Tim
Subito dopo la rivoluzione sia dalla coscienza sovietica dell'epoca successiva
Forse il grande storico sottovalutabile realismo che aveva distinto l'osservazione di Gramsci già prima del carcere
Ma probabilmente carta coglieva nel segno più di quanto egli stesso non fosse consapevole circa la distanza psicologica e intellettuale che ormai si parava Gramsci in carcere dal mondo della sua formazione
Questa distanza insieme l'impossibilità di recidere le radici stesse nel suo rapporto con quel mondo segno la cupa e disperata vicenda personale di Gramsci
Quella che viene definita la linea d'ombra nei rapporti tra Gramsci in carcere il partito il Comintern ci appare oggi una lacerazione molto più profonda
Sappiamo anche che neppure dopo la sua morte si dissolsero nel suo ambiente familiare le pesanti ombre nate fin dall'inizio della prigionia causate dai pesanti sospetti nutriti dallo stesso Gramsci nei confronti dei massimi dirigenti del partito
E forse anche di Togliatti
Circa la reale volontà di facilitare una sua liberazione
In quale misura questo grave malessere personale perpetua consenso politico risalente al ventisei approfondito seminario al carcere
Sta di fatto che Gramsci in carcere rivela una costante applicazione critica ma anche un in un inequivocabile disincanto verso l'Unione Sovietica e il movimento comunista eppure non può essere ignorato il fatto che alla vigilia della morte uno dei suoi ultimi atti sia la richiesta di espatrio sovietica al fine di congiunzione alla fine ricongiungersi alla famiglia
Fino all'ultimo in altri termini si perpetua un legame che sul piano intellettuale e politico sembra seriamente compromesso
Anche in questa ambivalenza sta il dramma di Gramsci forse potremmo dire che il pensiero e il vissuto del Gramsci prigioniero ci aprono uno squarcio sul profilarsi la tragedia del comunismo sin dal primo dopoguerra in un intreccio singolare e unico con una tragedia personale e politica
Grazie a Silvio Pons per questa bellissima comunicazione
Alcune parole prima delle conclusioni di Walter Veltroni
Intanto vorrei dare atto di quanto sia significativo per il cinquantesimo dell'Istituto Gramsci si sia organizzato un convegno dal tema Gramsci e Rosselli collocando le nella stella più generale del socialismo del fascismo ed è la storia d'Italia
Dovevo dirlo all'inizio questo non lo dico a cose fatte è chiaro l'avete sentito il convegno non intende fare pasticci geologici nel sincretismo a buon mercato
Granziero Celly sono stati delineati come due figure nettamente caratterizzate con loro autonomia euro distinzione e tuttavia e tuttavia val la pena di metterli a confronto anche per quello che la loro vicenda di comune
Intanto scelto forse può essere banale dirlo ma è giusto politicamente rilevarlo hanno in comune il fatto di essere vittime del fascismo
L'uno Gramsci aveva un grande cervello che fu detto dal tribunale speciale fascista doveva essere messi in condizione di non funzionare più l'altro Carlo Rosselli fu vittima come il fratello nello saluto Silvio qui presente di uno dei pochi assassini specificamente commissionati all'estro del regime forse Nicola l'unico di queste non è di moda oggi ricordare queste cose ma credo che si vuole evitare di stravolgere la storia d'Italia queste cose vanno ricordate
Della solidarietà fra queste due vicende me espressione quanto scrive quanto dice Carlo Rosselli di Gramsci
Leo Valiani lo ha ricordo due volte me lo a testimoniato anche personalmente
Carlo Rosselli poco prima di morire a sua volta parlò di Gramsci con queste parole con la morte di Gramsci l'umanità ha perso un pensatore disegno e la rivoluzione italiana il suo capo
Se vogliamo però possiamo leggere quanto lo stesso Rosselli scrive di Gramsci in morte di Gramsci
Il comunismo di Gramsci era del tutto la rivolta contro la vecchia classe politica e l'atmosfera di compromesso di tolleranza che era penetrata e aveva edulcorato tutto anche il socialismo era necessaria una rottura completa con l'attualità per poter studiare porre in modo nuovo i problemi italiani
E questo indubbiamente in comune tra i due in fondo Gramsci dice Rosselli non aveva niente del capo politico almeno questa è la sua tesi e ancor meno dell'agitatore
Era l'incarnazione stessa dell'asceta rivoluzionario dell'intellettuale votato una fase hanno a causa ideale assoluta davanti alla quale insuccessi immediato era relativo una testa grandissima su un corpo debole il suo sogno per il quale vissute ha combattuto e quello di Marx fare del proletariato l'erede della filosofia classica il braccio armato della libertà
Egli dice Rosselli ha fallito come politico e considerata l'impreparazione del Paese il clima dell'Europa non poteva che far ma ha gettato le basi della rinascita del paese e formato i primi quadri decisivi
Un altro punto che secondo me Gramsci Rosselli hanno in comune e il fatto di essere o di essere diventati due reti ci nell'ambito dei loro rispettivi movimenti Carlo lo fu sempre ci scrissi al Psv
Ma come atto di solidarietà dopo l'assassinio da parte del fascismo del suo segretario Giacomo Matteotti
Le due date sono quasi accomunate no nove giugno dieci giorni dette vita si compie con Annie al periodico il Quarto Stato come tentativo di rinnovamento del movimento socialista ma si può dire di Rosselli che ha sempre nell'atto e poi ha creato qualcosa di nuovo nel socialismo italiano
Antonio Gramsci l'abbiamo sentito molto bene reticolo diventar per l'evoluzione del comunismo internazionale e per conseguenza anche di quello italiano non c'è dubbio che quando muore si trova senz'altro in gravissimo conflitto con il Partito comunista
Potrei dare due brani uno del ventisei uno del trentatré brano del ventisei e la famosa lettera dell'ufficio politico del Partito comunista d'Italia al Comitato centrale del partito comunista dell'URSS
Voi oggi state distruggendo l'opera vostra voi degradate correte il rischio di annullare la funzione dirigente che il partito comunista dell'URSS aveva conquistato per l'impulso di legni
Ci pare che la passione violenta delle questioni russe di faccia perdere di vista gli aspetti internazionali delle questioni russe stesse
Vi faccia dimenticare che i vostri doveri di militanti russi possono e debbono essere adempiuti solo nel quadro degli interessi del proletariato internazionale
E poi la lettera del trentatré a Tatiana così amara la mia impressione di essere tenuto da parte di rappresentare per così dire una pratica burocratica
Da emarginare nulla più sebbene diventarci era isolato da ogni fonte di comunicazioni dirette e indirette non devi pensare che non mi arrivino ugualmente elementi di giudizio e di riflessione
Io sono stato condannato il quattro giugno mille novecentoventotto del tribunale speciale cioè da un collegio di uomini terminato ma questo è un errore
Chi mi ha condannato in un organismo molto più vasto di cui il tribunale speciale non è stato che l'indicazione Sterne materiale che ha compilato l'atto legale di condanna
Naturalmente queste parole possono essere capite della particolare condizione di carcerato ma tuttavia credo che siano evidenti
Un conflitto che se dobbiamo stare a testimonianza del suo compagno di prigionia Sandro Pertini era già cominciato nel carcere Di Turi un conflitto sul quale potremmo anche sapere di più se potessimo avvalerci di fonti sull'ultimissimo periodo della sua vita
Però vorrei dire un'altra cosa in comune fra i due
In un certo senso ma anche tutte le vittime della guerra fredda
Dal punto di vista della considerazione del loro pensiero nel secondo dopoguerra Rosselli viene celebrata come martire antifascista ricordato venerato ma non è pubblicato pensiamo che la vera prima edizione del socialismo liberale mille novecentosettantatré emarginato dal dibattito culturale come teorico del socialismo liberale
Gramsci invece viene recuperato da Togliatti ma diventa in qualche modo un'icona del Partito Comunista Italiano
E strumento di una conciliazione che poi si è rivelata strutturalmente impercorribile dalla peculiarità del comunismo italiano e riferimento internazionale al comunista Mammoth sovietico
Due personaggi che non certo senso vengono anche recuperati dall'esterno Gramsci vogliamo sottolinearlo è lo scrittore politico contemporaneo tu tradotto all'estero in varie differenziate lingue e anche questo certo credo voglia dire qualcosa
Rosselli oggi comincia a esser letto e studiato dagli Stati Uniti nella Russia post-sovietica in vari paesi europei come la Francia
Ma in comune i due hanno soprattutto l'aspirazione a profonda rivoluzione italiana per Rosselli nel solco della tradizione mazziniana una rivoluzione anzitutto morale una rivoluzione socialista ma profondamente liberale ma con un pronunciato volontarismo una spiccata inclinazione per l'azione
In Gramsci naturalmente una rivoluzione di diverso tipo comunista ma in ambedue il nodo della rivoluzione italiana sta nel Risorgimento nella sua grandezza ma anche dei suoi limiti nelle sue contraddizioni
Non possono nominare a questo punto un terzo convitato Piero Gobetti
Che aveva in comune con Rosselli l'idea che la rivoluzione dovesse essere liberale ma che aveva in comune con Gramsci l'idea che essa potesse venire dal proletariato e dal movimento dei consigli
Qui c'è una frase molto bella di Rosselli che mi perdonate leggo anche se già considerato un mesto Gramsci aveva solo trent'anni all'epoca dalla marcia su Roma Gobetti morì in esilio il ventisei questi all'ala estrema del proletariato lato nell'intellighenzia Rinascente tutti e due girò le spalle alla guerre sono i flussi per porre con forza e con lei nella vita sociale dell'uomo della costruzione in Italia veramente moderna sono morti tutti e due dice Rosselli di Granze di Gobetti ma il loro pensiero si rivela stati veramente vivo e lungimirante un giorno saranno riconosciuti come i profeti dell'Italia libera che oggi si costruisce con le idee e come lotta durissima
Certo diverso il filo di cultura politica cui appartengono Rosselli ma cinese ogni famiglia socialismo riformista Traverso levi
L'eresia Salvemini Anna lo studio non socialismo non marxista come laburismo britannico e dei suoi sindacati le Trade Unions certamente per gran c'era il socialismo si marxismo ma rivissuta in una chiazze in una chiave leninista esso dietista
La sedia sempre chiaro che nazionalizzazione socializzazione insomma strumento e non un fine
Forse maggior cautela dovremo invece utilizzare nell'attribuire sbrigativamente a Gramsci l'intento di stabilire una specie di nesso di continuità fra idealismo italiano Croce Gentile e marxismo e comunismo italiano
Forse questa idea derivato dalla scelta tematica dei Quaderni fece Togliatti per presentare il PC come superamento ed erede non lo stesso tempo
Della tradizione a Dini idealista italiana e in questo modo a tirare con successo nelle file del PC una parte importante della intellettualità giovanile di allora
Viene quindi da concludere allora che lo selle gramsciano in comune l'appartenenza a una grande pagina di storia nazionale quello appunto suggerita dal titolo del socialismo italiano
Lo Celly come noto negli ultimi mesi pubblico una serie di scritti per l'unificazione del proletariato italiano di fronte alla gravissima crisi all'incalzare il fascismo e nazismo fa un appello comunisti socialisti repubblicani quelle alle forze di allora perché si unifichino
E il ventisei maggio del trentasette in procinto di partire per Bagnoli dovessero ucciso il nove giugno assieme al fratello Rosselli scrive a Giuseppe Dozza
Furini nome di battaglia dirigente del partito questo di tali una lettera pattumiere su ultimi pensieri conservate negli archivi della Fondazione Gramsci
Bisogna stroncare questi residui settari dell'antifascismo se vogliamo arrivare a unità fattiva
Credo che farete presto l'esperienza in quanto sia preferibile collaborare con uomini movimenti che assume una posizione esplicita era un riferimento a se stessi evidentemente piuttosto che con elementi che si lasciano rimorchiare difettando di forza autonoma
Ad ogni modo con noi la collaborazione non potrà avvenire che in una base di grande lealtà Rispetto precipitato questo tenevo a dirti adozione prima di partire augurandomi che sia presto possibile ritrovarsi per un lavoro fruttuoso come è noto non fu possibile ritrovarsi pochi giorni dopo Rosselli veniva assassina
Certo Rosselli vede oggi le sue teorie politiche confermate dalla realtà il socialismo liberale democratico ha vinto tutto Cialis motori Tari totalitario
L'avversario che si trova di fronte semmai libera liberismo il mercato non come strumento di allocazione le risorse ma come ideologia cui dovrebbe conformarsi l'organizzazione sociale
Gramsci deve registrare l'incompatibilità sul piano pratico di comunismo e libertà quella compatibilità che avrebbe dovuto essere il fine della rivoluzione per il quale e il aveva operato studiato e lavorato era sacrificato la sua vita
Gran si muove da combattente per la libertà
Mentre il rapporto con l'URSS rappresenta per lui una tragedia politica e personali
Dobbiamo allora concludere che Rosselli è vivo e attuale mentre a Gramsci dobbiamo guardare solo in senso storico culturale
Certo Rosselli oggi per il suo antitotalitarismo è una riserva strategica di valori per la sinistra italiana
Gramsci naturalmente attuale per la sua grande capacità analitica pensiamo adesso elaborazioni sul concetto di egemonia pensiamo all'intuito con cui la però il termine nazional popolare o l'attenzione data americana con americanismo e fordismo
Ma non basta questo credo che dobbiamo spingersi un po'più il e questo naturalmente non spetta a me forse dirlo ma spetta a me anche ospitarlo Gramsci forse proprio la chiave
Con cui chi viene da una cultura comunista può riconoscersi Rosselli nel suo Socialismo liberale senza rinnegare il proprio passato
Proprio perché Gramsci partendo dalle sue impostazioni giunse a trovarsi in netto contrasto con lo stalinismo e con il suo stesso partito grazie andò a sbattere contro queste contraddizioni ma lungo il suo cammino ci lasciò delle analisi che sono imperitura basterebbe pensare alla funzione di intellettuali e che non a caso attirano tanta attenzione a livello internazionale
Ecco perché i DS posso rivendicare fra loro radici Carlo Rosselli Antonio Gramsci eresse nel contempo il partito che non lo dico io ma lo dice
Vorrei veramente dare atto Walter Veltroni che vuole costituire star presenta
La politica del socialismo liberale oggi in Italia e allora questo convegno della sua autonomia storica e politica ci deve storica e culturale si deve stimolare a qualcosa di profondo sul piano politico
Per salvare la sinistra italiana e le sue possibilità di sviluppo per portarla avanti non basta riverniciare da partito socialdemocratico europeo l'antico partito comunista italiano
Occorre fare qualcosa di più andare al fondo anche delle ragioni dei grandi eretici della storia sia del socialismo che del comunismo italiani per fare della nostra iniziativa politica la Costituzione Democracy di sinistra un elemento al tempo stesso di recupero del passato ma anche di tensione e di ricerca critica verso il nuovo di nuove e più ampie capacità di intervento
E credo veramente che questo sia un senso estremamente profondo del nostro convegno e per questo veramente ne voglio ringraziare di cuore riorganizzato
Allora
Come avevo preannunciato la parola a Walter Veltroni
Da qui diamo un po'per la parola
No al cugino ecco abbandono
L'idea di questo convegno
Questo convegno che si svolge nel cinquantesimo e sui programmi c'è nato
Discutendo con Beppe Vacca con Silvio Pons
Della fondazione del suo sviluppo e discutendo in una circostanza particolare quando ci vedemmo con figlio di Antonio Gramsci e con il mi ponte diverse
Fa parte
Questo convegno ed è per me e per questo di grande importanza dello sforzo del lavoro
Nel quale siamo impegnati per dare solidità culturale e politica
Al processo di compimento della lunga transizione che ha riguardato la principale forza della sinistra italiana
Nel suo passaggio cominciato undici anni fa dopo la caduta del muro di Berlino dalla tradizione del Partito Comunista Italiano
Per passaggi successivi
E per contaminazioni successive
A ciò che noi abbiamo deciso di essere al nostro congresso di Torino ciò che abbiamo discusso e votato
Ciò che noi ci sentiamo oggi e cioè la forza del socialismo liberale imita
Come ha detto Valdo Spini son d'accordo con lui questo non può essere solamente un'operazione di facciata
Ma deve essere un'operazione intellettualmente onesta
Dentro la quale vi sia una relazione corretta
Critica ma anche capace di riconoscere gli aspetti fecondi con la tradizione comunista italiana
E al tempo stesso la disponibilità a
Capire
Che ci sono apporti nella storia del riformismo e della sinistra di nostro paese nella seconda metà del Novecento e ancor prima visto che qui parliamo
Di Rosselli vi sono apporti dai quali non si può prescindere
Per questo Rosselli in particolare Rosselli il socialismo liberale
Sono stati lo voglio dire sinceramente anche da me personalmente fin dall'inizio di questa mia esperienza di segretari di partito
Un riferimento costante abbiamo svolto Nadia ed altri erano con noi
Un convegno impegnativo su Rossellini un anno e mezzo fa
E Rosselli è tornato ad essere anche nel nostro congresso un riferimento importante da Rosselli per la prima volta sono state intitolate sezioni organizzazioni del nostro partito
Dunque questo convegno è un passaggio ulteriore almeno dal mio punto di vista non dal punto di vista naturalmente della ricerca del lavoro gli storici hanno qui portato con testimonianze che sarà bene pubblicare diciamo con bel perché il materiale merita
Per mettere in circolazione
Queste suggestioni e per aiutare questo processo che non sarà breve non avvengono processi di contaminazione di queste natura di questa dimensione non avviene l'assunzione di una cultura politica nuova attraverso i gesti di un giorno in una settimana di un mese neanche di una no
Ma attraverso la sedimentazione ciò che fa veramente una cultura politica
Per questo io vorrei stare al tema anche se lo devo dire subito
Purtroppo io vengo da Strasburgo sede nella quale ho potuto mettere un po'a posto al testo di questo discorso ma nella quale ho anche dovuto fare qualche integrazione
Con le vicende dell'attualità politica italiana che richiedono e io vorrei farlo in questa sede qualche considerazione Strasburgo sede del Parlamento europeo
Sede di un'istituzione che sarebbe piaciuta
A Rosselli
Sede di un'istituzione il cui sviluppo
La cui forza il cui legame col processo di integrazione europea un'integrazione non solo monetaria ma anche politica
Già ci richiama è stato detto prima a uno dei filoni più fecondi di quella tradizione culturale e politica di cui Rosselli espressione
Un anno e mezzo fa Vittorio Foa
Ha scritto che cito tra virgolette la sinistra nuova di cui abbiamo bisogno non va cercata nella impossibile sintesi di tante radici e di tante storie diverse
Ma nel produrre il nuovo
Nell'indicare la natura diversa dei compiti di oggi nell'insistere sulla diversità dei suoi obiettivi rispetto al passato anche recente
Nel dichiarare apertamente che vecchie soluzioni vanno accantonate che occorre un cambiamento anche la migliore delle tradizioni si serve rinnovando
Questo è precisamente il senso del lavoro che abbiamo compiuto in questi mesi
E che ha avuto nel congresso di Torino un importante momento di sintesi e non per caso Vittorio Foa è stato così vicino al nostro lavoro di questi due anni
E richiamo che Foa non è evidentemente un invito ad assecondare l'attuale perniciosa tendenza ad appiattire la politica su una sorta di eterno presente
Del resto l'appiattimento della politica sul presente non ha nulla a che vedere con l'apertura al futuro
Da essa la divide inconciliabile mente una visione piatta del tempo una visione priva di profondità e di prospettiva
Al contrario l'apertura al futuro l'impegno nel produrre nuovo per usare le parole di Vittorio si fonda su una visione prospettica della temporalità
Una visione che non elude il tema cruciale cruciale di quello che definiamo il senso dell'esistenza dell'agire umano
Ricercare il senso dell'esistenza dell'agire umano
Una delle radici
Dalle quali passa la rivendicazione che almeno la nostra cultura è ancora molto forte della giustezza della necessità e dell'utilità dell'impegno politico
Implica infatti anche stabilire un rapporto forte anche se sempre aperto tra la memoria del passato la sua costante rivisitazione in chiave critica l'apertura al futuro
L'accettazione delle sfide che il nuovo che costantemente irrompe nella storia pone alla coscienza all'intelligenza delle persone e dei popoli
E da questo punto di vista in più circostanze voglio farlo anche oggi ho reagito contro questa sorta di gigantesca rimozione della memoria che attraversa la vita politica italiana
Una rimozione che avviene o attraverso la totale assenza di relazione col passato se io dovessi dire
Quali sono i riferimenti culturali storici politici mio interlocutore del mio avversario principale del capo dello schieramento
Avverso al nostro avrei difficoltà rintraccia l'avrei difficoltà a immaginare il capo dello schieramento avverso al nostro impegnato una riflessione del tipo di quella che noi stiamo facendo e al tempo stesso però lo voglio dire con altrettanta schiettezza mi spaventa e mi inquieta
Una certa rimozione la memoria che c'è anche nel nostro campo
Ci si può cimentare col passato anche duramente anche criticamente anche severamente
Non si può prescindere dal passato
Non si può fare in modo di creare una sorta di gigantesco indistinto
Nel quale tutto si confonde
La resistenza
Coloro che hanno combattuto contro la resistenza
Coloro che hanno fatto la democrazia e coloro che hanno combattuto contro il farsi democrazie
Una gigantesca di una sorta di gigantesco
Annullamento delle differenze che rimuove
Una parte consistente delle radici del nostro essere italiani io sento che il richiamo che costantemente fa alla storia nazionale all'identità nazionale laddove per identità si intende ciò che la nostra cultura può intendere
E cioè non appartenenza geografica ma una storia
Questo richiamo del presidente La Repubblica fa costantemente io lo sento molto vicino molto attuale molto carico di prospettive di futuro
La politica sta dentro questa ricerca
Ad essa non osiamo più chiedere di risolverla come si è fatto invece con esiti tragici nel secolo ventesimo secolo dalla drammatica lotta e del faticoso affermarsi dello spirito democratico sulle ideologie sui totali del primo sui totalitarismi
Ma la politica non può non starci dentro a questa ricerca di senso
Pena ciò che noi avvertiamo il suo svuotamento
La sua riduzione al serbo meccanismo funziona distico
In una società ridotta d'organizzazione della razionalità strumentale un'organizzazione per l'appunto senza senza
Richiamo di Vittorio Foa ci aiuta allora d'impostare correttamente nel pensare nel fare la politica e il rapporto tra passato e futuro
C'è infatti una diffusa visione di questo rapporto che tende a rinchiudere il futuro né condizionamenti del passato secondo una concezione quasi genetica della storia
Per la quale il passato un vincolo imprescindibile inesorabilmente destinato a perpetuarsi nel futuro
La visione della storia fatto riferimento alla quale si chiama Vittorio Fano visione diversa aperta e liberale
Una visione per la quale l'appello del futuro che devo rientrare anche la nostra ricerca critica del passato
Una visione che non ignora i condizionamenti che la storia con la libertà ma anche una visione che non cessa di considerare la libertà più grande della storia
E anzi la storia come lo spazio della libertà prima e più ancora che il luogo delle necessità
è in questa chiave che noi Democratici di sinistra abbiamo provato e stiamo lavorando per definire con maggiore chiarezza dopo questo lungo e complesso periodo di transizione l'identità della sinistra democratica e riformista italiana
In dialogo con le altre formazioni del socialismo italiano ed europeo io vorrei dire oggi il viaggio è finito
è finito nel senso che ha trovato un suo approdo non nel senso che
E non abbiamo strada da fare avanti
Ma non siamo in una terra di nessuno non siamo una sinistra la ricerca di un'identità
Quasi
La dovessimo costantemente
Ricercare in una sorta di
Di scrittura sull'acqua per la quale tutto ciò che si dice si fanno rimane non si deposita io penso che noi abbiamo concluso la nostra transizione
La nostra transizione ha determinato un approdo poi potremo partire per altri porti
Ma l'approdo è sicuro e l'approdo è il socialismo liberale
L'essere noi la sinistra riformista di questo Paese
L'essere noi la forza del socialismo europea punto
E quando dico punto lo dico rispetto alle tante banalità e anche leggerezze frivolezze che si sentono circa il fatto che in questo Paese non vi sarebbe bisogno di una sinistra
O che l'unica sinistra che si potrebbe immaginare di poter volere una sinistra ideologica o di testimonianza una sinistra che ricerca se nella conservazione
Una rassicurante identità
Per chi come me e come noi ha sempre lavorato per immaginare che la sinistra fosse portare un bagaglio di valori dentro una competizione di modernità
Tutto questo non sarebbe né l'una cosa né l'altra nella cancellazione dalla sinistra né la residua collocazione della sinistra in un ambito testimoniali o conservativo sarebbe accettate
Cito ancora fuori la migliore delle tradizioni si serve rinnovando lo abbiamo fatto stiamo facendo da genitori meditando criticamente la nostra storia le nostre storie come una filigrana letta alla luce del futuro
La tradizione nostra e parte di quella tanto ampia quanto plurale della sinistra europea
Una tradizione che alle prese per lo più da posizioni di governo con la necessità di rinnovarsi in profondità per poter essere all'altezza delle nuove sfide che in futuro le pone dinanzi una tradizione che si identificano il binomio modernità uguaglianza
Radicamento nella modernità innanzitutto questo è stato uno dei temi del congresso di Torino perché non c'è sinistra
Non può esserci sinistra dopo la lezione di Marx
Che non si pensi dentro e parte della modernità
Che non senta come la propria la vicenda di liberazione di emancipazione che sia pure in modo dialettico la modernità comunque rappresenta che non si senta parte del confronto della modernità con le inedite sfide globali
Alle quali l'umanità si va facendo se la modernità è in primo luogo faticoso affermarsi della libertà dentro la modernità la sinistra deve stare con un suo punto di vista autonomo sfuggire all'idea del pensiero unico
Il punto di vista per dirla con Bobbio di chi si batte per l'uguaglianza
Intendendo l'uguaglianza non come l'uguaglianza finale ma come la condizione di esercizio concreto delle libertà
Come la costruzione di notte antico sistema di pari opportunità
Questa è la grande discriminante non solo politica ma culturale ideale vorrei dire persino dissenso che attraversa modernità da una parte quella della destra c'è una concezione della libertà come spirito animale insofferente alle regole alimentato dalla sola esaltazione dell'individuo come fine
A se stessi e dell'utile privato come unico movente dell'agire umano insieme allo stesso tempo Cello sentiamo in questi giorni in queste ore
L'utilizzazione populistica delle paure che questa stessa visione della libertà gente la destra alimenta il circuito delle paure
Alimenta il circuito dell'insicurezza riguardo al proprio futuro
Alimenta lo spaesamento la paura degli altri specie di coloro che sono considerati diversi
E quindi le reazioni regressive talvolta mostruose
Che la paura della libertà frutto di una libertà sbagliata produce l'intolleranza la xenofobia il razzismo mali con i quali noi siamo costretti a tornare a fare i conti
Dall'altra parte
Dalla parte della sinistra dalla parte del socialismo liberale sta una concezione de la libertà come una forma di autorealizzazione della quale parte integrante la responsabilità l'essere per gli altri
Una concezione della libertà che quindi consapevole degli ostacoli che la natura e la storia oppongono la libertà di ciascuno
E considera pertanto coessenziale alla libertà all'impegno collettivo e solidale
Per rimuovere quegli ostacoli per rende la libertà più uguale o per lo meno meno disuguali mente diffusa
Noi sappiamo che l'idea contraddittoria e paradossale della destra un'idea sbagliata e dannosa un'idea che promette a tutti una libertà solipsistica e prepara per i più un destino dominato dall'insicurezza dalla paura
Ma se ma sappiamo altrettanto bene che la nostra via la via lungo la quale si muove la Sinistra democratica e riformista è una via al tempo stesso obbligata e difficile
Ed è anche una via priva com'è giusto che sia di approdi definitivi e di Rivers sibili conquiste proprio perché questo binomio modernità e uguaglianza deve costantemente essere renderà
è una via che deve essere invertita terre scoperta da ogni generazione a confronto con spinte che si presentano ogni volta come inedito
è dentro questa ricerca
E nel pieno di questa sfida che ci accorgiamo di non poter fare a meno che la memoria come ho detto
E dunque della storia e delle storie diverse tra loro spesso contraddittori e quindi impossibili da evocare come un sistema concluso
E tuttavia imprescindibili come imprescindibile la vecchia cassetta degli attrezzi anche quando si tratti come oggi si tratta di fare di costruire nuovi strumenti di comprensione e di azione
Gramsci a Rosselli sono i due nomi di due di questa storia al tempo stesso lontane attuali capaci di illuminare almeno qualche quadrante del futuro che ci viene incontro
Sotto il profilo filologico può essere arbitrario l'accostamento tra Grancia rosse
Forse un punto di contatto consistente la convergenza dei loro destini entrambi hanno la loro vita spezzata nel trentasette Gramsci morì il ventisette aprile consumato dieci anni di carcere Carlo Rosselli insieme a me lo viene ucciso il nove giugno nel suo esilio francese
Sicari fascisti
Forse arbitrario per la filologia l'accostamento invece d'obbligo per una forza politica per una cultura politica che cerchino anche nella memoria gli strumenti per un'azione rivolta al futuro
E in effetti guardate con la lenti dalla filosofia che più che più che della filologia tra differenze e contrasti che sarebbe sbagliato ignorare o anche solo minimizzare e nel contrasto divisione tra il comunismo sia pure quello non perfettamente ortodosso i grandi chef Socialismo liberale di Rosselli noi abbiamo scelto in modo netto definitivo e revoca che non abbiamo scelto in modo netto e definitivo ivi qui può capire
Le vite parallele di Gramsci Rosselli sembrano intrecciarsi proprio in quella comunanza di destino che anche una comunanza di senza
Gramsci e Rosselli muoiono tanti fascisti
Quando il fascismo pare trionfare in modo completo e apparentemente definitivo non solo in Italia dove Mussolini all'apice del consenso in Germania c'è Hitler in Spagna la guerra civile vede prevalere il franchismo
Oggi questa la considerazione di attualità che vorrei fare
La faccio tanto più dopo aver discusso come ha fatto ieri sera nel gruppo del Partito del socialismo europeo della situazione politica nel nostro continente
Nell'Europa del due mila sono proprio lo spirito del fascismo e del nazismo
Quelle parole quelle teorie che tornano ad essere avvertite come un pericolo
Solo in Italia
Sì posto mortalmente alimentare la lotta politica
Di farneticazioni sui comunisti che mangiano i bambini come è stato fatto la settimana scorsa dal capo di uno schieramento che si propone di governare un Paese moderno un Paese che entrato in Nuovo Millennio
O ancora
Si può cinicamente cercare di far credere in questa rimozione della memoria
Che il Pci abbia civetta atto con il terrorismo
Quando tutti in Italia sanno
Qual è stato il prezzo di vite umane
E dal punto di vista anche il prezzo di consenso elettorale che è stato pagato per la linea della fermezza
E per la difesa dello Stato democratico in quegli anni
E comunque lo voglio dire con chiarezza e una volta per tutte
Negli anni del terrorismo
E della strategia eversiva
La democrazia difesa assai di più
Dal pc di Enrico Berlinguer
Che dalla P due di Licio Gelli
Ma torniamo a quegli anni a Gramsci e a Rosselli
Morire in carcere o in esilio
In un contesto storico come quello è una scelta che oggi può apparire insensata
Persino fondo irrazionale storicamente perdente
Ma è invece la più straordinaria sconvolgente lezione di moralità che la politica la cultura possano insieme meditare
E la lezione per la quale la politica che pure vive si nutre di consenso
Deve tuttavia fondarsi su qualcosa di più profondo di meno effimero e volubile e se posso dirlo è stato anche questo è il senso di questi due anni di lavoro per cercare di ridare alla sinistra italiana
Quella coscienza
Delle sue finalità delle sue nuove finali
Senza le quali non c'è sinistra ma c'è una proclamazione
Di sinistra
Il consenso va e viene lo sappiamo è strutturalmente mutevole tanto più in una società complessa
Interrogarsi sui suoi mutamenti di rotta e farlo con rigore ed umiltà essenziale evita perché la politica non è testimonianza la politica costruzione del consenso per il governo della società e lo è tanto più per i riformisti
Per coloro che non si sono assegnati sono una funzioni testimonianza e tuttavia non è detto quello che ho detto il consenso che può solamente fondare l'identità di una forza politica e di un militante politico prima del consenso in rapporto dialettico con esso c'è la coltivazione di principi e valori
Che sono da esso indipendenti anche se adesso tutt'altro che indifferenti lo spessore ideale morale di una forza politica e di una persona che faccia dell'agire politico
Un aspetto centrale della propria esistenza
E messo alla prova in modo tanto più speciale quando i principi e i valori entrano in conflitto col Consiglio
Ogni tanto la politica deve navigare controcorrente
Se non si vuole fare in modo che alla fine
Una corrente rischi o di travolgere o di far assomigliare tutti
Io sento molto forte questa esigenza l'ho sentita nel corso di questi
L'ho sentita e la sento nella costante ricerca
Di punti di riferimento alti e forti
Che possano costituire le nuove ragioni di un'appartenenza politica civile ideale
Alla sinistra ad una sinistra che è riformista ma che proprio perché è riformista ed è chiamata a fare i conti concretamente ogni giorno con la sfida difficile del decidere
Nelle proprie responsabilità di governo deve tanto più avere un sistema di valori porti deve recuperare coscienza del dolore e della società deve recuperare coscienza
Della necessità di indicare soluzioni alte impegnative anche quando queste contrastano con il consenso immediato
Da gran scelta Rosselli
Come più generalmente da un'intera generazione di antifascisti ereditiamo questa straordinaria lezione di vita
La disponibilità a pagare il prezzo più alto
La libertà personale e poi la stessa vita
Nella solitudine
Nell'incomprensione
Nell'apparente inutilità impotenza smuovere il corso dalla storia e a scalfire il consenso al regime in nome di una fede incrollabile in principi e valori di libertà di giustizia di democrazia di progresso sociale e civile l'appello del futuro ci spinge ad attrezzarci di una moralità intellettuale politica ispirata alla grandezza di questo esempio non è sul cinismo
Sull'irrisione vacua di principi e valori
Sulla tolleranza per comportamenti contraddittori con gli ideali che si professano che potremo dare solidità e credibilità al nostro impegno collettivo
Al contrario solo sulla solidità morale collettiva e personale possiamo sperare di fondare in modo affidabile la grande impresa di costruire una sinistra all'altezza delle sfide del ventunesimo sotto il secolo
La seconda diventa lezione di Gramsci di Rosselli
Era presentata a mio modo di vedere dalla comune anche se sempre diversa attenzione alla dialettica tra vicenda nazionale e scenario europeo
Per entrambi il problema era quello di fare i conti con le peculiarità della storia italiana senza per questo perdere di vista come grande quadro di riferimento l'Europa è questo il Rosselli era particolarmente vivo e avvertito
La ricerca di un punto di equilibrio dinamico e creativo tra questione nazionale questione europea e ancora tema centrale della politica
Italiana e in particolare della sinistra italiana che da questo punto di vista credo ne abbia parlato Biagio De Giovanni questa mattina ha fatto dei grandissimi passi in avanti
E se devo purtroppo fa riferimento ancora vicende di attualità politica
Dichiarazioni di poco fa
Devo dire però come questo problema oggi si sposta nel campo all'avversario
Mi hanno riferito di dichiarazioni del non so cosa sia al presidente del segretario dalla lega nord
Il quale ha annunciato non so quale tipo di manifestazioni di massa contro il vertice di Nizza che dovrebbe vedere sancita la Carta dei diritti europee che dovrebbe costituire un passaggio molto importante
Di una fase nuova
Dell'integrazione politica istituzionale dell'Europa
C'è in questo qualcosa di molto serio di molto grave io sono tornato su questo tema molte volte in questi giorni voglio ribadirlo oggi alla luce delle dichiarazioni di Bossi adesso il tempo degli equivoci è finito e anche il tempo delle furbizie la destra italiana deve dire da che parte sta si sta dalla parte dell'Europa nella quale sono collocate anche le forze del Partito Popolare Europeo o se sta dalla parte di uno spirito antieuropeo violentemente anti europeo quale quello rappresentato dalla lega
Finché non si sarà risposto credibilmente seriamente pagando il prezzo di questa risposta a questa domanda vi sarà sarà ragionevole mettere in dubbio la credibilità e l'affidabilità dello schieramento a noi avversario
Per il governo di un Paese che sta in Europa e in Europa deve restare
Il dibattito politico in genere e quello sulla e nella sinistra in particolare tende spesso ad oscillare in modo squilibrato
Tra una visione tutta rinchiusa nell'anomalia italiana
Si pensi alle ricorrenti tentazioni neo proporzionalisti che anti bipolarista e come riflesso di un'antica presunta diversità o anomalia italiana e posizioni che aderendo volontaristica mente ad una modellistica europea tendono ad ignorare i vincoli che la storia nazionale impone penso qui ad esempio alla ricorrente tentazione nella sinistra di dimenticare talvolta con sconcertante disinvoltura le pure approfondite riflessioni sulle ragioni della propria relativa minorità quanto d'ampiezza del consenso rispetto alle altre formazioni socialiste europea
è un'altra delle ragioni di inquietudine la sinistra italiana è troppo fragile troppo poco grande rispetto agli altri partiti della sinistra
E dunque noi dobbiamo indagare a fondo le ragioni della maggiore necessità che noi abbiamo di costruire un sistema di alleanze politiche sociali indubbiamente più complesso e articolato non solo di quello inglese di quello tedesco in cui i partiti hanno io omologhi hanno più del quaranta per cento dei voti ma anche di quello francese
Che riesce a immaginare in un Paese in cui la destra non ci metta come invece fa la destra italiana con gli eredi del fascismo ma che tiene le prende vita mente in frigorifero
La sinistra i francese può coltivare in ragione di questa divisione tra destra la via di un gauche plurielle
Ma anche la sinistra francese se Chirac fosse come Berlusconi sarebbe in una posizione di minoranza
Una cultura delle alleanze
Che nel nostro Paese per la sinistra italiana deve essere vissuta non solo come l'inderogabile necessità ma anche come un valore
E la cultura della coalizione
Non dell'annullamento dell'identità che può consentire la sinistra italiana di procedere nel suo aggiornamento e una sua innovazione culturale e programmatica
Ed è la cultura della coalizione l'incontro dei diversi riformismi sotto il simbolo dell'Ulivo che può consentire alla sinistra di fare i conti con il governo e dunque di affermare la sua funzione nazionale e allo stesso tempo di sperimentare lo stesso suo ruolo europeo
Avere i piedi ben piantati in Italia lo sguardo rivolto verso l'Europa sono entrambe condizioni indispensabili per costruire come stiamo facendo una sinistra democratica e riformista allo stesso tempo nazionale ed europea
Anche su questo fronte riflessione d'impegno la lezione di Gramsci per un verso e ancor più quella di Rosselli per un altro sono quindi bagaglio prezioso
Terzo tema ed ultimo tra i molti possibili l'Inter ciò folklore intreccio forte presente in entrambi tra politica e cultura
Un intreccio reso probabilmente più stretto a causa delle marginazione dalla persecuzione politica sempre subita da entrambi
In esilio e molto di più in carcere inevitabili che la riflessione conquisti spazi all'azione
Ma la nostra esperienza che è radicalmente diversa e l'esperienza di chi sta governando il Paese converge nell'indicare come essenziale l'agire politico nutrimento tra riflessione culturale
Non si tratta come ho detto è una considerazione di generico buon senso si tratta piuttosto di fare i conti con il divario tra la qualità dell'azione di governo messo in campo in questi anni il livello quantitativo del consenso elettorale sociale
Si tratta di un tema di grande respiro che rinvia ad una riflessione approfondita sul tema tutto gramsciano naturalmente depurato di qualunque tentazione illiberale dell'egemonia
Ma si tratta anche di un nodo cruciale che richiede tempi pronte risposta dato lì dall'incalzare
Delle scadenze politiche c'è una risposta politica che è necessario dare con Kim con prontezza
E la risposta che stiamo attrezzando ancora
Sabato scorso a Milano lavorando rafforzamento tra coesione interna all'Ulivo e alla ristrutturazione delle sue componenti politiche in una forma che dia risposta alla domanda di innovazione che la Società esprime è per questo che io anche qui questa sera vorrei insiste
Su un tema che ha costituito oggetto del nostro lavoro nel corso di questi due il nostro sogno il lavoro che a Torino ha cominciato
è rivolto a vedere un giorno le diverse forze dell'informi Smodis sinistra unite in un nuovo processo politico
La sinistra italiana non è abbastanza grande
Ma non lo è anche non solo ma anche in ragione delle sue divisioni dei suoi particolarismi degli insopportabili rancori e personalismi che lo attraversa
Per una genetica difficoltà a riconoscere che si può essere diverso dal punto di vista storico e culturale
Ma si può essere uniti
C'è una naturalità dei rapporti che dovrebbe legare le forze riformiste di sinistra specie quelle che appartengono alla stessa famiglia europea
A tutto io mi sto rivolgendo in questi giorni
Con rispetto della loro storia tra loro originalità e della loro autonomia
Mi sono rivolto alle forze la sinistra storica così come guardo con altrettanto rispetto per il loro originale insediamento a forze come i veri
O come Comunisti di Diliberto che fanno parte di altre famiglie politiche europee
Io non immagino un partito unico
Ne è una forzatura che punti a ridurre ad uno una pluralità di ispirazione
Otto fino al me
L'una l'istmo culturale e maggiore forza elettorale la sinistra italiana vorrei che questo avvenisse recuperando
Delle tradizioni della sinistra da quella socialista a quella del riformismo che fu nel PC e mettendo
Relazione con filoni
Ancora fecondi come l'azionismo con i nuovi riformismi emersi in questi anni con la cultura ambientalista o con quella femminista insomma una sinistra dell'innovazione ma anche una sinistra dei valori ma sinistra che guardi tre l'orizzonte del potere e che non rimanga prigioniera di una sorta di sindrome che l'ha portata per il costante bisogno di ricercare quasi infinitamente se stessi una sinistra che dia per acquisita per oggi e per domani
L'identità del socialismo liberale e andando in questa direzione che da tempo padre ma infine per la sinistra d'Italia me par
No perché sento su di noi la responsabilità di dare Gad
Beh al sogno confessato da Carlo Rosselli a conclusione del suo lavoro più famoso il nuovo movimento socialista scriveva Rosselli non dovrà essere frutto di appiccica Touré di partiti e partitelle ormai sepolti l'organismo uomo dai piedi al campo sintesi federativa di tutte le forze che si Bach uno per la causa della libertà e del lavoro e dentro questo sogno che sta oggi il nostro lavoro grazie
A Walter Veltroni grazie per avere richiamato con forza questo nesso fra questi tre termini Risorgimento antifascismo Europa che sono i termini a cui assolutamente non possiamo lasciare spazio e campo all'avversario ma che dobbiamo rivendicare come fatto essenziale per il nostro Paese ringraziamo i nostri organizzatori questa giornata di studio diretto da molto fruttuosa la pubblicazione degli atti darà modo a tutti credo di potersi avvalere diversi materiali così preziosi grazie buon lavoro