"Nel mondo di Bin Laden. Un bilancio dopo 50 giorni di guerra"- organizzato dalla rivista Limes in collaborazione con il Centro italiano di studi per la conciliazione internazionale e l'Istituto italo-latino americano (presso Palazzo Santacroce, piazza Benedetto Cairoli 3)

Tutti grazie di essere qui per questo incontro organizzato da lui messo in collaborazione con il Centro italiano di studi per la conciliazione internazionale con l'istituto italo latinoamericano vi ringrazio poco fra l'altro anche i saluti dell'ambasciatore
Luigi Vittorio Ferraris
Voi abbiamo preso l'occasione di questo quadernetto di Limes è uscito ieri sugli sul mondo di Bin Laden per convocare alcuni
Protagonisti del mondo politico e del mondo dell'informazione
E tentare insieme un ragionamento primo molto molto provvisorio bilancio su questi cinquanta giorni di guerra cinquanta giorni dall'attacco all'America e ventuno ventidue giorni dalla risposta americana
Per fare questo
Io credo che convenga a cominciare dalla dottoressa Antonella Caruso che qui alla mia destra che in questo quaderno di Limes ha scritto un'analisi credo particolarmente interessante del discorso del braccio destro di Bin Laden
Al-Zawahiri Ayman al-Zawahiri
E che come esperta del mondo islamico può darci in dieci minuti non di più un quadro sintetico di quelli che sono i cambiamenti in atto nel cosiddetto mondo arabo islamico
In conseguenza dell'undici settembre poi credo che possiamo aprire la discussione l'onorevole Bertinotti e l'onorevole Follini sono in arrivo fra una decina di minuti
Naturalmente spero che sarà interessante per voi quindi darei senz'altro la parola Antonella Caruso
Io vorrei chiamare subito la vostra attenzione su una serie di fratture antiche recenti che si sono verificati ovviamente all'interno di questo vasto spazio arabo e musulmano
Vorrei richiamare soprattutto la vostra attenzione su una frattura che si provocata all'interno stesso della leadership dei Taliban rappresentata dal Mullah Mohammad Omar presa Gualtieri è ben Laden da un lato e dalla così detto Consiglio degli Ulema che lo stesso Mullah Mohammad Omar aveva convocato un mese fa proprio terra legittimare la sua eventuali azione ha risposto alla richiesta americana di estrema di estradare brillante
Questo Consiglio degli Ulema che si è riunito anche una settimana fa continuate a ritirare la sua posizione che era quella di come vincere in ogni caso brillante ad uscire dall'Afghanistan per evitare il conflitto l'ennesimo conflitto su questo territorio
Questi i Mullah oggi sembrerebbero rappresentare infatti l'ala moderata dei talebani quindi il primo la prima grande frattura all'interno di questo movimento
La seconda frattura ovviamente all'interno del Pakistan sempre qui tra il movimento infatti bella associazione degli ulema del Pakistan la dalle cui madrasse sono usciti dalle tane
E anche qui la la frattura con la leadership del generale Musharraf a lei la frattura qui sembra essere anche particolarmente grave dal momento che il leader di questo movimento sono oggi agli arresti proprio perché accusati di fomentare discordia l'affitto in e quindi inevitabilmente caos e guerra civile
Le altre grandi fratture le abbiamo viste brevemente a tra da Iran e Pakistan Iran ovviamente a fianco dell'Alleanza del Nord
E ha i pachistani invece accanto ai talebani
Oltre a questa frattura quella più importante è forse quella che si è verificata tra l'Arabia Saudita e gli Stati Uniti d'America che in Arabia Saudita alleato tradizionale degli Stati Uniti
Con l'osso geopolitico è strategico del Golfo Persico oggi gioca anche un ruolo estremamente vitale terra la stabilità dell'Asia centrale
E in ogni caso malgrado la Lella le ultime dichiarazioni di Ram stavolta rispetto alla alla alla normalità nei rapporti tra questi due stati realtà la stampa americana calca molto sui contrasti che ci sono stati non soltanto in merito appunto alla gestione bella degli attentati che hanno visto da o meglio alla gestione delle indagini sugli attentati che hanno colpito gli americani in Arabia Saudita
Ma in modo particolare anche sulla presa di posizione particolarmente discreta dell'Arabia Saudita nei confronti ovviamente di quest'ultimo episodio gravissimo che si è verificato ma anche rispetto alla caccia è possibile attentatori
La frattura stessa però è proprio all'interno dell'Arabia Saudita dove per la prima volta si è scoperto o meglio venuta alla luce l'esistenza di un movimento di opposizione gravissimo alla famiglia reale
E oltre a questo anche ancora una volta la stampa americana in caldi in Caltech casa molto insomma queste ultime vicende sulle disparità socio economica che comunque esiste nel Paese
Oltre ovviamente anche l'esistenza della povertà in paese che appunto il primo produttore di greggio al mondo
Oltre ancora una volta sempre calcando su questa frattura tra l'Arabia Saudita e gli americani l'esistenza a nanetto gli anni di studio nelle scuole primarie e secondarie dell'Arabia Saudita di appunto testi inneggianti all'antiamericanismo
Oltre a questa frattura all'altra quella tra Israele e gli Stati Uniti d'America abbiamo visto quanto in questi ultimi giorni la malgrado appunto
Malgrado il via vai diplomatico dall'uno e dall'altro Paese ovviamente la frattura esistente gli americani oggi di sei un dono gli interessi dalla Rolo sicurezza nazionale preferirebbero che i loro alleati ovviamente stiano per la prima volta un po'da parte Israele invece si identifica in questa lotta contro il terrore al punto tale secondo le parole di Saronno diventi si care Arafat in Ben Laden è l'Autorità palestinese nei talebani
Quindi Israele sarebbe in questa lotta appunto contro il terrore autorizzata a combattere contro palestinesi così come gli americani oggi combattono contro i talebani in Afghanistan
Ma sì all'interno di Israele si all'interno della Palestina le fratture sono molteplici
E allora all'interno di Israele abbiamo una frattura
Anche nella stessa compagine governativa il ministro esempi il giorno sei sempre stato assassinato era pronto a dare le dimissioni quindi Lara ultranazionalista del Governo si ritirava
Oggi la fratture anche all'interno del partito laburista dove c'è chi vorrebbe continuare ad essere nel governo e c'è chi invece vorrebbe togliersi fuori
La fratture anche in campo palestinese dove ovviamente ci sono non soltanto Hamas e la Jihad islamica che combattono no una guerra una resistenza ad oltranza contro l'occupante ma anche all'interno delle leadership palestinese
Mubarak infatti riferisce
Che Arafat sarebbe quasi la colomba in questo momento contro invece Marwan Barghouti appunto il capo del Tanzim nel West banca che invece oggi su una posizione molto più intransigente
L'altra grande frattura è tra l'Europa e gli Stati Uniti e il resto del mondo arabo islamico globalmente una frattura che ore Taggia storico lungo e pesante fatto di a avanzata islamica di conquiste cristiane
Ma oggi reso ancora forse più complicato dalla presenza infatti di comunità arabe e musulmane all'interno dei nostri stessi territori con una a ovviamente cenno al multiculturalismo che molte delle nostre realtà ancora non è ampiamente dibattuto
Ed infine la grande frattura forse quella più grande per quella più complessa la tenta ma sempre esistente tra Islam dello Stato e delle élite
è un Islam ma non ufficiale rappresentata infatti la resistenza di molti movimenti islamici politici culturali sociali e non che si oppongono comunque all'interpretazione dominante
Della fede appunto musulmana all'interno della gran parte dei paesi arabi islamici
Dunque penso che la gestione in ogni caso di questa lotta contro il terrorismo non può fare a meno di considerare l'esistenza
Di queste antiche e nuove fratture per poter comunque tentare di stabilire quello che si spera sarà un ordine migliore all'interno infatti di questo territorio
Grazie
Grazie Antonella insomma battuto una frattura questo mondo islamico arabo a questo a parte le battute credo che ci debba far riflettere anche sulle nostre categorie quando appunto usiamo dei delle definizioni magari utili a farci capire ma forse un po'troppo semplicistiche suo appunto il mondo arabo al mondo islamico e così via
Ma io credo che sia adesso utile approfondire di fronte di quelli che il signor Bin Laden chiama gli ebrei e crociati cioè noi
Per vedere quale può essere dopo cinquanta giorni dalla targa con gli Stati Uniti il bilancio che possiamo trarre di questa guerra e comincerei dal direttore del Foglio Giuliano Ferrara
Sì c'è un clima come tutti sappiamo perché leggiamo i giornali guardiamo la televisione c'è un clima di
Precoce stanchezza
Se non di allarme
Per
Il significato di questa guerra che è sfuggente come poche altre volte caduto
Mi pare che ci sia un ruolo di fondo noioso
Forse posso provare con quest'altro microfono
Precoce stanchezza e allarme per il significato sfuggente di questa guerra
Ma il mio timbro di voce
La questione è stata posta sulla stampa americana
In una forma in un modo
Fastidio
Non lo so un rimbombo
Ecco adesso funziona sì
Chi adesso mi pare che non ci sto
Il punto è
E no ma se c'è questo rumore non si può
Uno due tre quattro cinque sei sette bene adesso mi pare che vada un po'meglio
Va un po'meglio
Sulla stampa americana ci si interroga quand'è che
E che cosa potrebbe mai quand'è che potrebbe essere messo e che cosa potrebbe mai contenere un bollettino di vittoria
Ed effettivamente la la questione molto complicata perché
Si è detto smantellare le reti del terrorismo internazionale
Sì
Non dico fatto finta ma
Si è voluto concedere che le reti del terrorismo internazionale siano una sorta di cancro
Isolabili le chirurgicamente
In un corpo che noi vogliamo credere sia fondamentalmente
Forte di molti anticorpi
In un corpo
Islamico sfaccettato vario Complesso ovviamente da non mettere tutto alla sbarra per i fatti dell'undici settembre
C'è però il dubbio che non sia così
Che queste reti non siano chirurgicamente isolabili da un contesto politico strategico molto molto molto severo
Che collega insieme
I fatti di terrorismo
Il retroterra
Di culturale di civiltà e anche religioso
Che evidentemente sta resta con una certa solidità
Intorno alla terrorismo di matrice
Islamica
Quindi l'impressione che il bollettino di vittoria per per dirla così con un linguaggio da da Stati maggiori ma per essere chiari per per capirci appunto sfugge oscilla tra la necessità di liquidare neutralizzare
A niente dare le reti terroristiche e la necessità più squisitamente direttamente politica
Di isolare
In realtà ogni fenomeno ogni fenomeno di terrore da appunto un contesto politico che in parte senza mai naturalmente giustificarlo però lo spiega rivelato Fausto Bertinotti ovviamente viviamo il benvenuto
Mi faccia un po'di spazio si cioè non sono la persona più adatta a fare spazio gli altri nasce proprio da questa
Quindi questo è il punto fondamentale
La guerra va avanti da tre settimane la guerra al terrorismo da poco più di tre settimane siamo a cinquanta giorni dagli attentati dell'undici settembre
E non si vede un una chiara dead line cioè non si vede un chiaro punto di riferimento che ci consenta oggi di giudicare imprese in prospettiva gli avvenimenti
Mi sembra una constatazione
Alla quale non si può aggiungere niente
E non mi sembra che sia la premessa per dire c'è un errore a monte all'origine non bisognava rispondere così
A meno che non si disponga di alternative sufficientemente sufficientemente chiare credibili cosa che mi pare nella pubblicistica nel dibattito politico strategico fra i governi tra le opinioni pubbliche non emersa fino adesso almeno non è emersa una chiara netta alternativa al modo in cui si è proceduto fino ad oggi quindi è una constatazione
Io sento molto personalmente
Il tema
Della diciamo della nostra retrovia così come si è parlato del di quanto sia complicato impostare il rapporto di contiguità e di distinzione tra le reti terroristiche e la retrovia islamica c'è un problema anche di nostra retrovia cioè il problema classico delle opinioni pubbliche per l'opinione pubblica occidentale in particolare dell'opinione pubblica americana
Il segretario difesa
Il capo del Pentagono si è espresso in modo molto
Chiaro e diretto
Parlando con una certa irritazione dei mediatori dell'opinione pubblica cioè dei giornalisti
Del sistema dei media che è vorace a un appetito Pantagruel Lico e non è assolutamente capace di pazienza di osservazione fredda delle cose a dei tempi diversi da quelli della decisione politica e quindi pone appunto il problema
Per il bollettino di vittoria prima del tempo pone il problema del senso di ciò che accade sul campo del dell'iniziativa militare
Praticamente ogni giorno ogni ora
E normale che sia così sempre successo ma data la particolare sensibilità del sistema moderno dei media
La capacità tecnologica di rappresentare le cose come si dice in tempo reale questo è un problema
Anche molto nuovo
Oltre un certo limite di media non potevano andare quando si trattava di guerre territoriali la liberazione del Kuwait sotto egida ONU insomma le cose erano chiare quando gli iracheni fossero stati espulsi dal Paese che avevano occupato insomma c'era si era di fronte a una a una linea di vittoria un bollettino sensato lo si sarebbe potuto emettere con tutte le ripercussioni sulla coscienza pubblica internazionale sull'economia eccetera
Anche nel nel Kosovo insomma il punto fondamentale era la resa di uno Stato territoriale la Serbia e il ricacciare indietro
Un esercito che si era insediato il installato nel Kosovo musulmano
In forme che la comunità internazionale giudicò proditorio al di fuori di qualunque rapporto negoziale e garanzia per le popolazioni musulmane di quella regione quindi anche lì c'era questa volta non è così e drammatico ma non è così
E e credo che questo sia il punto dal quale far partire almeno come Caracciolo suggeriva la riflessione sullo stato delle cose oggi cinquanta giorni dagli attentati a tre settimane dall'inizio della guerra per adesso mi fermo qui principe penso di avere
Grazie Giuliano se ci teniamo appunto interventi bene abbiamo anche modo poi di fare qualche replica
E io cercherei di approfondire partendo magari da Enrico letta se è d'accordo il tema di quelle che Ferrara chiama le le retrovie dato che evidentemente qui ce n'è una
Siamo come Italia e come Europa una delle retrovie della guerra e vorrei capire secondo ricco letta come si sta comportando questa retrovia e quali sono i dubbio le certezze da cui è in è attraversata
Siamo a cinquanta giorni di distanza siamo al secondo Quaderno speciale di rimessa quindi la riflessione credo possa essere abbastanza agevolmente focalizzata nel tempo trascorso anche dal dibattito precedente di presentazione del primo quaderno ormai all'incirca un mese fa
Il secondo quaderno visto che parliamo di questo entra nel dettaglio di molte situazioni geopolitiche già economiche credo molto interessanti e io parto da queste per fare un'analisi sulla situazione delle retrovie delle nostre retrovia in questi trenta cinquanta giorni per dire che mi sembra che sicuramente questi cinquanta giorni hanno portato a delle modifiche profonde di dinamiche e relazioni delle quali non potremo non tener conto in futuro
Non sono tra quelli che spinge a minimizzare in questa fase sono tra quelli che spinge a dare un giudizio tutto sommato positivo sulla tenuta complessiva non soltanto della coalizione
Internazionale ma anche sulla tenuta complessiva dell'opinione pubblica e del sistema politico istituzionale sia europeo che italiano penso soprattutto a quello italiano
Rispetto a quello che poteva cadere
Detto fatta questa premessa sono invece tre ai tra coloro che guardano con grande preoccupazione alle dinamiche che si sono messi in piedi in termini di relazioni internazionali all'interno soprattutto dell'unione europea e ed è questo il punto sul quale vorrei soffermarmi di più
Ho l'impressione che le dinamiche che si sono messe in campo sono dinamiche che non hanno trovato oggi risposte efficaci
E che soprattutto non lasciano intravedere nell'immediato futuro delle un'efficacia di reazione di costruzione
Di risposte strategiche all'altezza della sfida che abbiamo davanti nasceranno una situazione in cui lo riepilogo rapidamente la politica estera e di sicurezza comune europea ha avuto una serie di fratture non soltanto nel mondo
Arabo islamico ma anche nel nostro microcosmo comunitario ci sono altre avvenuto una serie fratture la prima frattura evidentemente quella che tutti danno per scontata ma la la riepilogo perché è la prima in termini anche di
E Setti della scelta
Britannica di affiancarsi immediatamente alla agli Stati Uniti a prescindere da qualunque Scelta
L'Unione europea e vecchi strumenti della politica extracomunitaria comportassero
In secondo luogo la scelta che è stata voi obbligatoriamente minimizzata ma che rimane credo come uno strappo abbastanza significativo
Della vicenda del vertice di Gand nel quinto e la vicenda di una costruzione potenziale costruzione di gerarchia all'interno dell'Unione europea e di cooperazioni rafforzate se vogliamo usare una terminologia di linguaggio comunitario
In materia di politica estera e di sicurezza comune tra i tre paesi
Che hanno deciso appunto di
A vere quella quella momento di confronto e quindi stabilire in termini è formale anche sostanziale una una forma di gerarchia nella partecipazione dei singoli Paesi europei
Secondo strappo mi sembra abbastanza significativo
Oggi abbiamo di fronte rispetto a queste vicende una terza evidenza che viene fuori una terza evidenze quella della nuova politica statunitense nei confronti del multilateralismo che mi sembra ormai dopo cinquanta giorni dall'undici settembre stia venendo fuori modo abbastanza evidente rappresenta una svolta significativa
Noi abbiamo visto una continuità assoluta tra la politica dell'amministrazione Clinton e i primi passi dell'amministrazione Bush
In materia di multilateralismo una politica di sostanziale diffidenza da parte del delle amministrazioni americane a una rilancio a un rafforzamento
Delle organizzazioni internazionali a partire dalla vicenda più immediata che la vicenda del dub Yukio
Più immediata perché invece alle porte oggi il
La ministeriale
Di Doha e il fatto stesso che la ministeriale di Doha si tenga è credo una segno di questo di questa discontinuità che invece è avvenuto in questi cinquanta giorni
Fortemente voluto dall'amministrazione americana di rilancio di un atteggiamento fino ai ieri abbastanza sconosciuto di rafforzamento nei confronti delle organizzazioni internazionali a partire dalla occasione commercio mondiale
Credo che questo punto sia un punto sul quale come retrovia europea la riflessione deve essere profonda perché il problema è capire come deve essere questo rilancio su quali dinamiche andrà a spingersi e credo che sia importante è abbastanza naturale sollevare il timore e sicuramente anche se sottotraccia serpeggia oggi tra di noi tra noi europei e cioè il timore che a partire da la vicenda da beauty io per andare su altre vicende internazionali finanziarie
Il nuovo rapporto che gli Stati Uniti stanno creando con i due grandi player della dell'Area
Asiatica eurasiatica e cioè la Russia e la Cina finisca per essere un rapporto che ha delle ricadute in negativo sull'Europa
Non cito a caso la vicenda da produttivo che sarà una vicenda nella quale con l'ingresso della Cina andranno a confrontarsi temi e questioni che vedranno contrapposte
Gli interessi europei con interessi per esempio cinesi credo che questo sia un tema rispetto al quale la l'impatto e l'impostazione americana avrà sicuramente
Sarà sicuramente uno degli aspetti chiave aspetti più interessante così come credo che su questo tema la necessità da parte di un euro per ristabilire una linea propria nei confronti dei Paesi diciamo delle varie categorie di Paesi in via di sviluppo in una logica di commercio mondiale che sì effettivamente una logica aperta porterà naturalmente dei degli delle conseguenze abbastanza rilevanti perché nel momento nel quale si va a giocare una ministeriale sul da pioppi o in cui si va al nocciolo delle questioni il nocciolo delle questioni vuol dire per noi politica agricola comune
Vuol dire per noi riforma delle nostre questioni agricole in sostanza vuol dire mettere mano al tema al cuore delle vicende economico finanziaria dell'integrazione comunitaria ecco perché terzo terza dinamica questa credo che noi dobbiamo ragionare nei confronti della vicenda che stiamo vivendo dal punto di vista europeo
In una logica di accelerazione di processi e della necessità di porci interrogativi e questioni che probabilmente avevamo immaginato che fossero nell'agenda
Fra un po'di tempo fa un bel po'di tempo invece diventano immediate nella nostra agenda diventa immediata nell'agenda europea il tema di sapere se effettivamente esiste o vogliamo che esista una politica estera comune
E questo abbiamo subito nei prossimi mesi l'occasione per deciderlo perché se nella agenda della riforma istituzionale europea che si aprirà l'anno prossimo e che tra l'altro nel dibattito italiano entrerà subito perché il trenta novembre è stato fissato questo giorno
In cui il Parlamento in seduta comune alla presenza del Capo dello Stato affronterà il dibattito italiano
In vista delle riforme
Europee e credo che dobbiamo stabilire un'agenda di priorità che secondo me la vicenda dell'undici settembre questi cinquanta giorni hanno ridisegnato e chiudo rapidamente su quale secondo me deve essere questa agenda
Di priorità sapendo che attorno a questa agenda di priorità si gioca anche la capacità del nostro Paese di riassumere un ruolo in questa vicenda è su questo che si gioca la nostra capacità di giocare un ruolo non su altre su altre dinamiche sulle quali alla fine siamo abbastanza secondaria in cui la necessità voglia la smania di giocare un ruolo finisce per avere effetti anzi semmai negativi è invece su queste altre
Ero all'agenda secondo me mette in cima a tutto la necessità di stabilire con chiedi eliminare gli ostacoli interni all'Unione Europea che hanno reso che stanno rendendo complessa la vicenda la politica estera comune
Questi ostacoli si chiamano oggi
Il triangolo
Prodi parte Anna Solana cioè un meccanismo di rapporti della politica estera comune che a livello comunitario finisce per avere un rapporto con il Consiglio
Lascia alla commissione con con il Consiglio europeo lascia la commissione invece una residuale azione di politica estera legata ai rapporti esterni soprattutto economico commerciali
Con una il chiara difficoltà delle due vicende in una situazione come quella di oggi che comporta e obbliga semplificazioni di riuscire a trovare recita reciprocamente un ruolo questo porta naturalmente a che entrambe entrambe le le le voci siano voci che hanno un ruolo minore quindi il primo punto mi sembra e assolutamente questo e il secondo punto è sicuramente quello della capire come far sì e dobbiamo porci definitivamente questo tema che abbiamo volutamente rinviato in tutti questi anni far sì che la la la vicenda dell'undici settembre abbia un impatto sul futuro dell'Unione europea che si ha un impatto e nel quale la eventuale accelerazione dell'allargamento ai Paesi dell'Europa centro orientale non sia vissuta come la definitiva liquidazione
Della coesione interna dell'unione europea noi oggi stiamo in questi giorni in queste ore vivendo un'accelerazione molto forte addirittura l'idea che nell'arco di due anni da oggi due tre anni da oggi quindi prima dell'elezione europea l'allargamento possa essere un fatto che stante la nuova situazione non fa più distinzioni tra i diversi Paesi fa distinzione soltanto sul fasi transitorie negoziate sui singoli temi ma finisce per essere un allargamento che comporta l'ingresso probabilmente di otto o addirittura di dieci
Paesi immediatamente credo che arrivare a un'ipotesi di questo genere che ovviamente noi sosteniamo perché l'allargamento è un dovere storico del europea ma senza aver affrontato fino in fondo è irrisolto non soltanto affrontato i nodi interni
Della capacità dell'europea di giocare in modo coeso con regole comuni non farà altro che rafforzare logiche di fughe in avanti o di singole partite come quella di Gand
Per esempio ha rappresentato in modo molto efficace ho citato alcune delle priorità se ne potrebbero citare altre ma mi fermo qui per rispettare questi tempi che ci siamo dati in questo prima fase del dibattito perché a me sembra che questo qui sta alla la carne diciamo questa il il cuore di quello che noi noi noi sistema Italia possiamo fare in modo efficace e avendo un'influenza sugli eventi e sapendo che intervenendo su questi temi
Riusciamo a poi non soltanto influenzare in positivo delle vicende ma anche giocare efficacemente indifesa con un'azione preventiva che riesca a evitare che le dinamiche di cui parlavo rimase a dinamiche che invece si sviluppano
Lasciando una sostanziale appunto
Assenza da parte nostra di di atteggiamenti dobbiamo stare molto attenti da questo punto di vista perché abbiamo stiamo vivendo in questi cinquanta giorni dei cambiamenti rispetto ai quali forse non ci rendiamo conto più di tanto basta pensare alla quantità
Di denaro pubblico che l'amministrazione americana ha messo in Investimenti quantità di denaro pubblico che andrà in buona parte nel campo della ricerca militare e che così come è già accaduto vent'anni fa
Probabilmente produrrà un salto in avanti della capacità statunitense americana
Di sul tema dell'innovazione tecnologica di andare
Sappiamo tutti da dove nasce internet e quindi è inutile che lo ripeta qui ma una simile quantità di investimenti è molto facile che possa ridare Effetti appunto di fuga in avanti degli Stati Uniti rispetto ai quali io credo poi il l'approccio l'uso civile di tutte
Le possibili i possibili esiti che questa grande quantità di risorse potrà dare deve sicuramente far riflettere anche noi nel fatto che rispetta queste vicende non è da giocando in difesa uno diviso dall'altro che non riusciremo a trovare delle soluzioni accettabili per giocare anche noi il nostro ruolo in questa vicenda
Grazie ringrazio ricco perché io il tuo intervento ci ricorda che questa guerra contro estromettere libica realtà di fatto che ha già provocato alcune migliaia di vittime
E anche una grande metafora all'interno della quale si giocano i rapporti di forza e gli allineamenti a livello internazionale e in cui come diceva Enrico d'Europa ancora non riesce a darsi un profilo di soggetto
Ma all'inizio di questo discussione Giuliano Ferrara diceva come malgrado tutti i dubbi che si possono avere sulla sulla guerra in corso sulla nostra capacità di vincerla non sia stato ancora
Articolata diciamo una proposta alternativa c'è un nuovo modo in modo diverso di combattere possibilmente di vincere questa guerra contro il terrorismo
In realtà Fausto Bertinotti in questo quaderno di rimesso una sua idea alternativa alla propone e quindi vi chiederei di articolarlo supporlo rosso discussione
Grazie scusate evitato in cui sono sono arrivato
Portonovo articolare questa si fa per dire mi sono proposto
Per poterne da un qualche senso mi piacerebbe me ne faccio un accenno spero di se mai di poter escussione eccessive
Su un elemento diciamo che in qualche modo sta dietro questa chiamo idea alternativa a quella della guerra
Altrimenti io riconosco che l'ha proposto che pure mi sentirei di difendere visto almeno l'inefficacia anche della risposta della guerra e quindi diciamo non è che ci siamo ci troviamo di fronte tra Unión pure un gigante il gigante che si mette in moto realizzò l'obiettivo laddove invece veniamo mostra tutta la sua
Sì
Così va meglio
Mi dispiace
Io temo che sia la mia pessima voce a queste ha potuto è questo cattivo Effetto ma in ogni caso la ringrazio per la cortesia il nostro Presidente dicevo che
Qui la proposta se così si può chiamarla insomma
Naturalmente a una sua modestia evidente e tuttavia può essere avanzata credo senza particolare del Cogne perché si oppone ad una risposta quella della guerra che non sembra essere particolarmente efficaci
Trascuro qui davvero i giudizi di valore
E le scelte di valore su questo abbiamo opinioni diverse ma non è il caso mi vuole cimentare semplicemente sul tema dell'efficacia
Ora in politica secondo me diversamente dalla sta la sfera militare
Una dei premi uno dei prerequisiti all'efficacia
E la comprensione delle relazioni
E la comprensione della scena e la comprensione delle modificazioni che in queste intervengono cioè insomma la domanda
C'è una domanda che pacifiche fare ed è cosa sta accadendo io continuo a pensare
Naturalmente mettendo noi stessi in questa dimensione che noi capiamo troppo poco di quello che sta accadendo
Cioè che ci sono delle delle modificazioni di fondo
A cui si danno delle risposte che risultano spiazzate proprio dalla velocità e dal radicalità di questi mutamenti
Penso per esempio che l'interrogativo riguarda addirittura il processo di fondo
Su cui si producono gli accadimenti
Il processo di fondo che abbiamo chiamato globalizzazione mondializzazione rivoluzione capitalistica questa questo elemento che fine sta facendo e c'è un rapporto tra quello che accade in ciò che chiamiamo globalizzazione
Le le l'evento terroristico e la replica dalla guerra questa secondo me è una domanda ineludibile
Non casualmente c'è chi comincia a dire che la globalizzazione è finita
Io non penso che sia così non penso che sia così ma penso però che questo è un interrogativo sì un interrogativo forte
Non lo dico molto sommariamente mi chiedo scusa io penso che non esce siamo di fronte a quella che potremmo chiamare la seconda globalizzazione
La prima globalizzazione si è in qualche modo diciamo spezzata su due e venti
Che esprimono
Tensioni tendenze allora radicalmente contrapposte e di natura contrapposte
L'una e quella che recluta chiamando si popoli di Seattle il movimento dei movimenti e l'altro il drammatico evento terroristico la sua sfida diciamo alla civiltà
Con la replica dalla guerra
Questi questi due elementi sono secondo me il sì il segno più drammatico di una crisi
La globalizzazione a sostanzialmente tradito le sue promesse e di aspettative che ne determina sia quelle diciamo di lunghissimo periodo che possiamo chiamare civiltà
L'idea cioè in qualche misura che i suoi avversari hanno chiamato di fine della storia cioè di proporsi come l'unica forma di organizzazione del mondo
Che viene invece messo in discussione radicalmente
E viene messa in discussione da due punti di vista
C'è qui da quella che si riassume nello slogan decidete voi quanto credibile di un altro mondo possibile
Cioè insomma di una risposta alternativa ma progressiva
E che viene messo in discussione io credo anche ormai da una ipotesi invece aggressiva che contiene molti elementi diciamo persino da cabaret il cd di vera e propria regressione di civiltà
In questa questa prima globalizzazione quale delle magnifiche sorti e progressive quello che sembrava essere un Ballo Excelsior e dunque di fronte ad una ad un elemento proprio di crisi prospettiva e in questa crisi prospettiva emergono delle crisi più ravvicinate
Nasce per dare una risposta sostanzialmente di cancellazione delle crisi economiche lungo un'idea di crescita indefinita del prodotto interno lordo della produttività e di allargamento del del nella di mercato unificato è invece vede riemergere la crisi economica fino ad un'interrogazione che riguarda la locomotiva americana che dava intavolazione sulla crisi sfiora persino l'interrogazione su una possibile su una possibile depressione in questa in questa condizione sfidata sulla prospettiva ancorata ad una crisi immediata
Per sino ciò che sembrava organicamente costruito come ordine geopolitico come istituzioni nascenti
Della globalizzazione della prima fase
Una sorta di ho grande organizzazione
Tecnico politico istituzionale dall'Organizzazione mondiale del commercio al Fondo monetario internazionale alle banche centrali alla NATO in grado in qualche modo di assumere forma di governo tecnocrati che in un assetto geopolitico che andava configurandosi in modo tale da proporre un progressivo ampliamento a tutto il mondo di queste forme di governo unificazione della spaccatura accadica
Ed è una crisi di questi stessi elementi crisi così profonda che persino ciò che sembrava più consolidato o consolidante siccome la NATO può essere messo sotto schiaffo
In questa condizione
Questa condizione dal luogo alla fine della globalizzazione alla sua riproduzione elementare o ad altro io credo ad altro
A una sorta di seconda globalizzazione per parlare di queste che è però invece che la la globalizzazione delle attese di sviluppo interrotto la globalizzazione del tempo della Caizzi
Una crisi profonda così profonda che io credo possa diciamo così in qualche modo configurarsi come un rischio di una criticità
I soggetti protagonisti di questa nuova vicenda
Credo meriterebbero di essere nanizzati abbiamo tutti su diciamo ottimo sofferto qualche tentativo di capire cos'è questo terrorismo
Io penso che anche quello che è accaduto allo sviluppo della della guerra ci proponga una riflessione ulteriori mi si mi sembra incompiuta l'analisi non c'è diciamo non c'è alcun dubbio dal punto di vista delle Annales dal carattere distruttivo
Del suo essere un elemento di crimini dell'umanità non è questo naturalmente che va è indagato ma da indagata una cosa
E o no questo terrorismo portatore di un disegno politico
è espressione di un disegno politico la sua natura è prevalentemente politica io tenderei a rispondere con con in prima approssimazione e con molti dubbi si si drammatico il mio per ma forte di segno politico che USA USA un una tensione di fondo che anche questa espressione della crisi della globalizzazione sapevamo almeno molti non sapevano che la la globalizzazione che escludeva
Ma molti di noi non sapevano io tra questi che si poteva produrre un movimento anche di ai fiuto dell'inclusione ma non di rifiuto progressivo dell'inclusione di rifiuto regressivo dare il fenomeno da questo punto di vista il fenomeno fondamentalista
Perché può nascere un minimo detto molte volte in qualunque terreno difensiva politico forte qui però a un elemento specifico secondo me molto di stimoli Tonetto
E il fondamentalismo come replica negativa a questa civilizzazione
E costituisce la base che un disegno politico USA sì basti pensare persino a come sarebbe inattuabile il disegno terroristico
Senza l'accettazione assolutamente straordinari dalla politica
Da parte dei protagonisti o di alcuni dei protagonisti della rinuncia della propria vita come elemento di investimento del disegno politico e religioso
Medesimo
Bene questo terrorismo a secondo me è un progetto chiaro ed è l'idea non solo della destabilizzazione dei regimi moderati ma è l'idea di potere contrastare e il demonio nordamericano attraverso la valorizzazione di una rendita di posizione economica quale quello del petrolio
Per dire per organizzare su quella risorse e su quella tenta di posizione da usare anche negozialmente il suo prezzo
Nei confronti dell'avversario mediante il terrorismo come atto di guerra un assetto geopolitico e un assetto politico
Dico che il mio perché secondo me non vedo diciamo nel lungo periodo come questa ipotesi possano diciamo
Non misurare che il carattere distruttivo con cui si produce
Induce una replica altrettanto distruttiva mentre non vedo come diciamo sia configurabile una relazione tali ipotesi di sbocco negoziale e mezzo realizzato e la cornice politico culturale in cui è inserita ma questo secondo me non cambia il fatto che si tratta di un disegno politico poteva oggi dunque questo è solo l'osservazione che volevo fare di lungo periodo dunque di lungo periodo
A cui gli Stati Uniti d'America appunto rispondono secondo me in qualche modo se può empiricamente
Eventualmente sapete che non condivido questa cosa ma mio figlio non conta nulla
Empiricamente sulla base di queste modificazioni cioè così come il terrorismo costituisce un elemento di novità politica così gli USA seppure pragmaticamente ed empiricamente
Sembrano reagire alle novità non reagiscono con legate dicevamo su
Far fare una
Sul terreno della della politica economica sull'idea del rapporto tra lo Stato e l'economia che secondo me appunto non non dice della non dice dove a fine della globalizzazione
Molti di noi hanno pensato che la globalizzazione
Attendesse chiamasse una politica neoliberista infonde ricorrevano progressivamente neoliberista io penso che come si vede gli Stati Uniti d'America possono chiamarmi anche un altro nuovo interventismo di Stato nuove forme di politiche si possono fosse designato in Asia ma appunto mantenendo il suo impianto di fondo
E adattando se questo elemento ma l'adattamento non è un semplice adattamento
Sono grandi correzioni di fondo che investono appunto la l'assetto geopolitico le strutture istituzionali l'ONU non è sotto schiaffo love cancellata
Ed è cancellato o nessuno può dire come io cerco di diremo liberale ma perché si possa costruire c'è bisogno di una nuova i dieci o politica di un nuovo assetto di una nuova di un nuovo patto senza il quale questo ONU che abbiamo conosciuto
Del tutto morta come posso dire politicamente è buona in tutta l'Europa
Perché l'Europa invece è l'unica istituzione politica che risponde alle novità sconvolgenti del quadro con e io ne dice vamos fosse in casa e la sua tradizione latina
Cioè non non capisce nulla
E non capisce nulla non capisce nulla di quello che sta modificando e semplicemente cerca di non perdere il traino con la locomotiva americana che copre sul terreno dell'innovazione lo fa diciamo e e lo fa in qualche modo disfatto sì perché Blair sceglie l'asse angloamericano gli altri non si sa bene cosa
Cosa scelgono possono litigare se incontrassi intra e incontrarsi in quattro quanto in realtà tutti ripetono che la nuova di ricerca di un'intesa è quella fra Est e Ovest e quella tra gli Stati Uniti d'America da un lato la Russia la la Cina dall'altra e su questa base il conformarsi anche attraverso la guerra che non è più comunque dei Balcani guardo esponente mai la guerra del tempo della crisi quindi essa stessa essa stessa di lungo periodo come di lungo periodo del terrorismo
Costruisce un nuovo un nuovo assetto geopolitico e tende a costruire nuove istituzioni l'alleanza diciamo a a geometria variabile le alleanze a geometria variabile sono appunto in qualche modo l'intera
La dichiarazione di morte dei vecchi assetti delle vecchie alleanze e la ricerca empirica pragmatica non essendo in grado di identità eliminiamo in un disegno diciamo più compiuto della ricerca dei nuovi assetti
Sì corsi se naturalmente se non sono pure sciocchezze queste io penso che allora la la replica appunto
Terrorismo guerra al di là del giudizio di valore stava dentro questa crisi ed è incapace di uscire
Perché perché in qualche modo produce una convenzione ad escludere che dà forza autorete al disegno terroristico se uno guarda anche qui scusate la riempie Ria a quello che è successo in queste ultime settimane vede che non che sul punto indagato non solo gli altri non sul mondo garante di chi conduce l'offensiva ma sul mondo pur piccolo che è tuttavia quello il portatore più radicale della crisi cioè quell'area del mondo
Qual è il mondo arabo
Quelle forme di leadership moderate tutte figlie di un'idea in qualche modo di occidentalizzazione di quel mondo come impartita scusate di parziale occidentalizzazione naturalmente mettono diciamo uno schieramento che vada da da dall'Agip ed assegna fino a
A Mubarak
Quindi l'inizio cose diversissime tra loro diversi impianti ma che hanno questo elemento io penso che siano parlare di politica non di vittime sempre più destabilizzata
Senta Cristo sia io dei io vedo come quasi come una metafora la vicenda drammatica Palestina israeliana
Tutto utili adesso sono arrivati ha spiegato ci vuole lo Stato palestinese accanto a quello israeliano tutti a fare offerto ad Arafat tutti a baciarlo
Resta però il fatto che quella continua a essere un punto di crisi di non facile soluzione o mi sbaglio e l'enfasi con cui se ne parla benissimo delle esigenze della soluzione di pace non cancella il fatto che non c'è nessun accenno che vada in quella direzione
Anche perché c'è una rigidità chi è indotta nei protagonisti
Perché è Israele si sente minacciata dal possibile patto generale e da quel possibile accordo che potrebbe a un certo punto intervenire e dall'altra parte di le forze fondamentaliste che stanno dentro il mondo disperato DT casa e di quei territori svolge una tensione acutissima allora da conclude secondo me un'idea appunto alternativa quella così interno alla crisi della della guerra e quella di una Cordier acque e e sarebbe quella della ricerca spasmodica di un accordo con i Paesi a moderati sulle modalità di intervento contro il terrorismo
Cioè e una ipotesi che prendendo non l'ONU non facendo dell'ONU un semaforo ma facendo dell'ONU un soggetto politico istituzionale e di intervento sulla base delle norme di diritto internazionale
Che sono l'equivalente dello stato di diritto con cui si può combattere il terrorismo nazionale così come ci con poco battere quello internazionale costruisce de una forza idonea
Specificamente in grado di combattere nell'isolamento il terrorismo come una forma di polizia internazionale
Concordando con la rete dei paesi contigui a quella dove ci sono le le le i club di terrorismo più significative la possibilità di compiere queste operazioni consensualmente
Questa seconda mediamente naturalmente è un'idea che viene
In qualche modo prende d'infilata
La replica dalla guerra
Ma appunto questa cosa si può fare se uno pensa che la replica dalla guerra e Interna a questa crisi a cui non sa non è in grado di uscire né per via diretta ritratti indirette grazie
Grazie onorevole Bertinotti o il sospetto e non solo per un gioco di ruolo che l'onorevole Follini non sia d'accordo con queste tesi ma vediamo se invece ci sorprenderà
Dunque dubito che riuscirò sorprendente
Ma intanto la prima domanda
Ci siamo posti è sull'efficacia della guerra
Ora io vorrei dire siamo partiti qualche giorno fa dicendo più o meno tutti non solo Bush guardate che questa una vicenda di lungo periodo
è una vicenda che richiederà Mesic forse anni per venirne a capo
Sono accaduti sommovimenti profondi che tutti abbiamo sottovalutato
Di cui cominciamo adesso a cogliere la portata
E sappiamo che tutto questo si trascinerà per molto tempo
E se questo è vero diventa difficile poi vivere
La guerra come fosse tutto il calcio minuto per minuto perché i riscontri
Delle iniziative delle attività degli atti militari dei gesti politici
Sono anche questi riscontri di lungo periodo
Per cui io come dire prima di dire con anzi a comprensibile ma eccessiva
Questa è una situazione che non si sblocca
Questa è una o addirittura come alcuni osservatori dicono questa è una guerra che stiamo perdendo
Ho in modo altrettanto assertivo questa è una guerra che non ha la sua efficacia
E io credo che noi dobbiamo lasciare tempo al tempo sapendo che proprio la portata del suo movimento che ha travolto tante cose
Non troverà soluzioni facili me soluzioni veloci
Ora
Noi in questi giorni alcune poche certezze
Forse le abbiamo trovati
Una di queste certezze riguarda la costruzione il tentativo di costruzione di una grande coalizione internazionale
Che l'Occidente a Russia la Cina i Paesi arabi moderati
Se ci fosse l'ONU forse non ci sarebbe bisogno di tutto questo se l'ONU avesse una sua incidenza dentro questi processi
In fondo questa coalizione
Così ampia così variegata proprio perché è una sorta di ONU
Che si fa operativa è un concerto di Paesi di popoli che si organizza
E costruisce un ponte che sta sopra
Il vuoto degli organi che dovrebbero assicurare non soltanto la collaborazione internazionale ma anche quella legalità e quella civiltà e quella possibilità di convivenza che l'atto terroristico e tutto quello che sta dietro quell'atto hanno o buttato per aria
E però la cosa che si avvicina di più all'ONU in questo momento
è la coalizione che cerca di prendere di petto il terrorismo e che lo fa con gesti politici e con azioni militari sapendo che e e difficile districarsi tra le due cose perché a fronte della sfida che ci viene portata c'è bisogno di un'iniziativa politica ma c'è bisogno anche di una risposta che sia sul terreno della difesa della legalità internazionale e che tutto questo non è di per sé indolore
Mi riesce difficile immaginare un modo pacifico
Di combattere
Quello che Bertinotti ha definito questa mattina e anche nel saggio di Limes un crimine contro l'umanità e d'altra parte lo stesso Bertinotti nel suo saggio dice guardate che io che pure avverso la guerra so bene che negli anni quaranta bisogna prendere le armi e si è fatto bene a prendere le armi se non lo si fosse fatto chissà che cosa sarebbe successo
E tre mentre noi ci troviamo dentro una di quelle curve della storia
Che sanciscono la inevitabilità
Di azioni di forza che sono fuori dal sentimento di tutti noi ma purtroppo sono dentro la condizione nella quale tutti noi ci siamo venuti a trovare
Noi siamo lo diceva prima Caracciolo una retrovia dobbiamo avere questa consapevolezza
Shanghai non è gli altra
Però colpisce quella immagine
Di Bush Putin e Zemin che sembrano rappresentare
Un principio di ordine mondiale imperniato su quelle potenze su quell'equilibrio e a quell'appuntamento l'Europa non c'è
Poi noi siamo una retrovia particolare perché
Anche dentro l'Europa che retrovia
Di questo sistema di relazioni internazionali che sta prendendo forma
Cioè forse una difficoltà in più che ci riguarda che ci riguarda come Paese
Nel dettaglio delle cose più piccole l'esclusione dal vertice di Gand fa riflettere
Sul fatto che noi siamo un pochino più indietro nel concerto dei Paesi europei
E allora qual è il punto che noi siamo stati abituati per quaranta e passa anni ad essere tutt'altro che una retrovia ad essere un paese di confine
Perché la guerra fredda
Ci vedeva non metaforicamente in prima linea
Eravamo un Paese collocato lungo il confine in una posizione strategica cruciale le dinamiche della politica interna concorrevano a renderci ancora più interessanti ancora più rischiosi se vogliamo comunque concorrevano a fare di noi
Uno dei luoghi più tipici
Di quella guerra
Qui siamo dentro uno scenario completamente diverso
Somiglia più a una guerra civile islamica
Nel senso che io più che la contrapposizione
Che vedo ricorrente tra Bush e Bin Laden vedo in questo momento una frattura molto profonda dentro i paesi e i popoli
Islamici
E mi sembra che stiamo assistendo sotto un certo profilo a una guerra civile islamica il che significa che il teatro di guerra è un altro
E rispetto a quel teatro noi ci troviamo in una condizione molto particolare in una condizione un po'marginale come tutti gli avvenimenti di questi ultimi giorni stanno lì a segnalarci
E allora però io
Sarà
Pigrizia sarà sentimento conservatore ma a fronte di questa difficoltà
Credo che sia particolarmente prezioso per noi l'ancoraggio
A
Quella linea decisionale che sta prendendo forma
E che probabilmente il maggior contributo che noi possiamo dare a questa crisi internazionale
Perché proprio perché siamo periferici proprio perché siamo marginali se noi non ci teniamo stretta
La collaborazione internazionale di cui anche noi facciamo parte se noi non stiamo dentro a pieno titolo a quella grande coalizione che sta prendendo forma e che trova inevitabilmente negli Stati Uniti il suo motore
Politico
E se noi perdiamo questa occasione lo scivolamento verso un'area di
In totale estraneità rispetto a quello che sta avvenendo salvo poi il rischio di essere anche noi bersaglio e vittime di una qualche offensiva terroristica diventa un rischio molto reale
Allora io credo che
Inserire pienamente l'Europa giocare pienamente da parte dell'Europa e da parte dell'Italia in Europa la una partita che ci colloca ben dentro quella coalizione assumendone tutte le responsabilità
Caricando CIN spalle tutti i rischi che una simile collocazione comporta sia una sorta di strada obbligata
Perché diversamente chiamarsi fuori riconduce
L'Italia ma più ancora l'Europa ad una posizione
Come dire un po'autarchica ad una posizione che si estranea
Da quello che è il drammatico scenario delle potenze internazionali che sono in campo in questo momento e che hanno
Come dire come scala come sfondo della loro attività non più un continente ma il pianeta tutto intero da questo punto di vista non c'è dubbio che la globalizzazione
Ci sia funzioni e proceda
E sia destinata a segnare sempre di più anche i prossimi anni
Ultima considerazione che volevo fare
Ma credo sia come dire quella che nei prossimi mesi sarà forse più fondamentale
Ai fini di
Decidere
Che cosa siamo noi che cosa vogliamo essere
Noi come Paese abbiamo il problema che a tutto il mondo
Occidentale uso una categoria che a Bertinotti non piace ma a me cara
Noi abbiamo il problema di
Come dire
Sapere
Che da queste vicende saremo tutti trasformati
Che il mondo di Bin Laden per usare l'espressione del quaderno di Limes in qualche modo ci è
Entrato dentro sia pure come elemento visibili di sfida e di antagonismo
E di violenza
E tutto questo richiama l'idea che noi abbiamo della nostra
Non dico Civita ma insomma del nostro modo di essere per usare una parola più soffre
Allora noi abbiamo di fronte
Alcune domande fondamentali che
All'indomani dell'ottantanove non ci ponemmo
Quando cadde il Muro la maggior parte di noi ne furono rallegrati qualcheduno ne fu
Non dico rattristato mai impensierito
Ma nessuno si pose il problema delle conseguenze che la caduta del muro avrebbe avuto sulla nostra identità di paese
E sull'identità di quella parte di comunità internazionale di cui noi più strettamente ci sentiamo parte
Il problema di che cosa sarà il mondo occidentale
Nei prossimi anni è un problema che credo che dobbiamo cominciare a porci
La domanda se saremo altrettanto liberi quanto siamo stati fin qui in presenza di una minaccia
Che punta anche a sfigurare ci punta anche a trasformarci punta a fare di noi quella che Caracciolo evoca spesso come una sorta di società securitaria mi pare
Cioè come un luogo in cui come dire le libertà e i diritti vengono ripensati al ribasso
Sapendo che l'esigenza della sicurezza l'esigenza della difesa dell'autotutela è tale da mettere in ombra alcune delle nostre fondamentali caratteristiche liberale
La domanda se noi sapremo essere
Più generosi
In presenza di
Squilibri che sono quelli che tutti sappiamo e di ingiustizie che diventa sempre più difficile sopportare è un'altra domanda che investe in pieno l'identità della comunità occidentale
La domanda se saremo più uniti
è un'altra domanda fondamentale
Ferrara
Una risposta alla
Suggerita
E il dieci novembre sarà forse una giornata in cui si vedrà quanto quella risposta corrisponde se corrisponde come io credo a sentimento allo stato d'animo più diffuso non c'è dubbio che fino ad ora
Questa crisi è abbia significato un Atlantico più stretto
Un Occidente più unito un rapporto tra Stati Uniti ed Europa meno segnata meno segnato da quelle che sono state le ragioni
Storiche
Di di di qualche difficoltà di collaborazione tra le due sponde dell'Atlantico soprattutto dopo la fine della guerra fredda ecco
Queste sono le domande che ne citiamo dobbiamo porre ma dentro queste domande ce n'è una
Che credo sia a almeno altrettanto fondamentale e cioè
Quanta pazienza riusciremo ad a vere quanto senso della prospettiva quanta capacità
Di porci dentro un contesto in cui
Avvenimenti drammatici decisioni anche improvvise richiedono però
Di
Ritrovare il respiro del tempo lungo se noi siamo come siamo dentro una vicenda
Che riguarda l'equilibrio del mondo
E quindi coinvolge milioni milioni
Di persone
Mette in movimento dinamiche complicatissime
Ecco io credo che anche la virtù prego
Non ho finito anche la virtù della pazienza anche la virtù del del tempo lungo del respiro lungo sarà fondamentale per fare Dinoi come dire una parte di mondo che dia una mano ad uscire da questa difficoltà e non ne sia oppresse schiacciato più di tanto
Una osservazione è una domanda che dovrebbe essere rivolta a tutti gli oratori
Ma che in particolare dovrebbe e interessare la dottoressa Caruso
Si è parlato di religioni gli stati di molte cose
Quello che vedo assente in tutti i dibattiti iscritti parlarti e il concetto di laicismo eppure io penso e ne sono convinta conosco il mondo musulmano
Conosco questo tipo di problemi di cui si discute oggi perché il ciclo dedicato metà della mia vita perché ci sono un'ansa di rientro
Se noi non riusciamo a trovare o a ritrovare il labour sfilano ai che all'interno dei Paesi di cui stiamo parlando faremo molta fatica a stabilire un qualsiasi tipo di dialogo e di costruzione di ora visione politica futura
Parlare di Paesi arabi moderati Ivo agli islamici moderati è un concetto che rientra nello schema politico che già abbiamo davanti
Che certamente è la sua inutilità forse riesce ad attenuare la virulenza del terrorismo la fino a che noi non ritroviamo negli altri Paesi ma attenzione anche dei nostri perché io ho l'impressione che anche nei nostri una visione laica si stia attenuando
Non glielo Sinners difficilmente riusciremo a stabilire un dialogo per laico io so che è molto difficile
Mettersi d'accordo sul significato di laico laico può essere inteso anche soltanto con dialogo fra partiti politici in cui non si parli per esempio di religione laico
Sì vorrei sorta per quello dominava dottoressa Caruso quello che in aria arabi chiamano anche il Magnificat
Ed è un concetto assai poco visitato io temo dell'integralismo è stata crescendo adesso nasca appunto perché è stata sconfitta con sconfitto questo filone
Che pure nell'ultimo secolo ripetutamente aveva tentato di chiedere sulla di apprensione
Per l'incidente
Io
Per comprendere o meglio penso di vendere spunto alquanto giustamente ha detto
L'onorevole atterrare
Egli ha detto giustamente che c'è già una certa stanchezza verdetto stanchezza precoce e ha detto bene
Il mondo occidentale e abituato male o meglio sede abituale tombale
Non ha compreso che determinati atti miss hanno bisogno di ponderazione il tempo di osservazione
Il fatto durissimo gravissimo del delle due torri abbattute a luglio col ha dato lo spunto all'America DNA qualcosa di Wome lunga guerra necessaria una guerra santa una guerra nella quale si dovessero anzitutto vendicare i morti forse è giusto però chi dirige una potenza internazionale una potenza che è la prima oggi diciamo nel nel mondo do avrebbe forse fatto meglio a valutare qual era l'azione migliore
Ferrara giustamente ha detto forse abbiamo sbagliato all'inizio per forza vero
Quando ci si è ci si è posto e Trompia un atto terroristico che potremmo dire individuale
Noi siamo sicuri che metterà prende fuoco un Paese povero
Come quello che stiamo facendo sia veramente la cosa più giusta
Poi volevo chiedere un'altra cosa una Roma
Noi sappiamo che ogni Stato che si rispetti a cominciare dall'America
Andai proprio i servizi segreti che a qualcosa servono
E allora l'unione dei vari servizi segreti per l'America Inghilterra Russia e non voglio metterci anche quelli israeliani più assoluto abbastanza efficienti forse avrebbero fatto meglio a riunirsi e a decidere un'azione comune
Per individuare effettivamente i responsabili a monte tutta l'operazione grazie
Io adesso darei la parola i nostri relatori cominciando da Antonella Caruso pregandoli di essere ebrei
Sarò mi sentite
Sarò brevissima a la così detta Albania o secolarismo all'interno dei Paesi arabi devo dire ha avuto una storia molto Brehme
Iniziata con i movimenti ovviamente di sinistra che hanno caratterizzato questi territori dagli anni Cinquanta fino agli anni sessanta e settanta ma mancavano fondamentalmente che in un'unica cosa fosse la cosa più importante è l'adesione a sentire infatti delle masse
Le quali infatti quai sentire era stato molto ben compresa dagli stessi diversi di questi territori lo stesso Nasser Fanara boh per eccellenza non ha mai escluso l'Islanda dalla sua Teoria dei famosi certi per cui a secolarismo affatto e continua ad avere grandi fatica ad imporsi o comunque insomma da fare ma se all'interno di quest'area
E il fondamentalismo non è comunque a come dire l'effetto di questa sconfitta e il fondamentalismo ha radici molto più lontani
Continua ad essere in ogni caso il frutto forse di una relazione mal definita e che continuare semmai definita ovviamente tra cosa significa potere all'interno di questo territorio cioè che cosa significa esercitare in ogni caso né di la leadership su queste comunità essa è leadership esclusivamente politica o è anche diversi va religiosa questa di fatto ancora gli Stati arabi di San sino all'anno definita e non hanno bisogno
Io ho ascoltato con molto interesse le cose che sono state dette fino ad ora
I vorrei contribuire al proseguimento della discussione ponendo quella che mi sembra la domanda
Cominciare chi comanda oggi nel mondo
Fino alla fine della guerra fredda con il bipolarismo
Fra Unione Sovietica e Stati Uniti d'America il bipolarismo su sfondo
Di deterrenza nucleare
Anche le crisi più gravi anche le crisi prolungate quella vietnamita e da questo punto di vista esemplare
Ebbero tutte un carattere di conflitto tra virgolette regionale
Tutte le crisi politico-militari tutti gli scontri
Sull'inevitabile in cui c'era anche un elemento di
Antagonismo di civiltà di cultura come derivato anche della decolonizzazione
Erano varianti
Dipendenti
Dall'equilibrio strategico mondiale che era fissato
Nella guerra fredda nei risultati solidi e stabiliti nel lungo periodo della seconda guerra mondiale
Non è che fosse un mondo privo di rischi
Non è che fosse un mondo al riparo dagli squilibri non è che fosse un mondo ideale un mondo perfetto tutt'altro
Ma era un mondo in cui questo tema eminentemente politico per il potere in qualche modo
Aveva trovato una sua soluzione
Il problema degli ultimi dieci anni è proprio lì
Non c'è più un
Sistema di equilibrio non si sa più bene non si capisce più bene
Chi a l'autorità e quindi la forza di sanzionare
Le trasgressioni in tema di sicurezza di pace
Di equilibrio strategico complessivo è una questione che va dal dall'eccidio in Ruanda
Alla questione posta dall'invasione del Kuwait e cioè il petrolio è una questione che ha risvolti clamorosamente umanitari e invece risvolti di tipo direttamente economico
La globalizzazione è fragile per questo motivo a mio giudizio in questo a naturalmente ragione Fausto Bertinotti
è fragile perché pure essendo una dimensione evidente inevitabile del mondo contemporaneo
Il comunismo accaduto ha lasciato un paese come la Russia in via di sviluppo capitalistico sotto il profilo economico e in via di sviluppo democratico con mille riserve sotto il profilo politico e un altro grande gigante la Cina
Che si riserva non so per quanto tempo ancora potrà farlo una struttura politica imperiale
Imperial comunista e invece però apre il mercato apre la sua economia anche con ingresso nell'Organizzazione mondiale del commercio allo scambio globale quindi il mondo è diventato globale per forza la globalizzazione prove pratiche perché appunto non c'è un un accordo un un patto anche non scritto anche non dichiarato che fissi i limiti della trasgressione alla equilibrio internazionale
Per questo
Per questo e soprattutto per questo
Senza alternative la costruzione di una grande coalizione politica la più vasta possibile e al suo interno
La produzione questo è il nucleo forte di questa coalizione di una azione collettiva contro il terrorismo
Perché altrimenti cioè come alternativa unica una forma di anarchia delle nazioni una forma di deriva delle civiltà
Che può avere come il risvolto soltanto la regressione e la depressione internazionale
Che poi
Tutto questo lo si possa fare
Con una politica per dir così di riduzione del danno
A costi inferiori a quelli che oggi ci si presentano con la guerra al terrorismo che tutto questo lo si possa fare
Promuovendo un ruolo più attivo e operativo del delle Nazioni Unite che tutto questo lo si possa fare
Promuovendo sviluppi politici che tutti ci auguriamo che sono essenziali anche alla conduzione della guerra al terrorismo come la sistemazione per un periodo di tempo
Se non altro come dire stabile della questione israelo palestinese
Che poi tutto questo lo si possa fare
Promuovendo le ragioni dello sviluppo
Nei luoghi della disperazione sociale
E anche naturalmente cercando di offrire spazio al riscatto dell'orgoglio islamico beh tutto questo non è assodato mica stiamo parlando di un di un quadro per dipingere
Il quale occorre la mano veramente di un grande artista occorre la mano di una grande scuola d'arte perché è un quadro complesso pieno di chiaroscuri pieno di ombre
Perché l'immagine che ne esca non sia un'immagine mostruosa ma c'è un'immagine che ha delle proporzioni Terme ovviamente sarà difficile bisognerà lavorare molto io però credo che questo sia il vero tema chi comanda nel mondo lo è stato quando della prima crisi del dopo guerra fredda
Il regime iracheno ha deciso di compiere la prima violazione quella del Kuwait del suo petrolio lo è stato nel caso del Sud-Est europeo con la immane tragedia dei Balcani
E il suo esito finale inevitabile la caduta di Milosevic a colpi di bombardamenti di Belgrado
E lo è adesso con la crisi provocata dalla avanguardia del fondamentalismo violento terroristico in ambito islamico con il caso sollevato da Al Qaeda e dal regime talebano che la protetti
Sarebbe Bello un mondo che essi autodeterminare
Una volta si diceva l'autodeterminazione dei popoli
Sarebbe bello ma mi sembra incongruo pensare che questo sia possibile ancora per una lunga lunghissima fase l'autodeterminazione del mondo cioè un mondo che si auto governa senza un centro di equilibrio senza un baricentro
è una bellissima utopia ma solo un'utopia grazie
Dire di no
In due due due riflessione molto rapide avevano in mente rispetto alle cose ascoltate
La prima riflessione riguarda il tema del Mediterraneo e cioè noi abbiamo di fronte
Probabilmente l'ultima grande occasione l'ultima grande occasione per dare una resterà Sata a una politica fatta dall'Unione europea in modo residuale negli anni scorsi fatta sostanzialmente perché si faceva l'euro e si faceva l'apertura ai Paesi dell'Europa centrorientale quindi bisognava inventarsi anche una politica molto burocratica nelle sue istituzioni nelle sue parole e nelle sue concretizzazione anche sul Mediterraneo questa a parte l'afflato iniziale della dichiarazione di Barcellona
Alla fine è andata lentamente declinando oggi ci rendiamo conto tutti di quanto sia stato mio bene quest'atteggiamento
Ci rendiamo conto tutti di quanto sia necessario dare una svolta a questa vicenda in tempi rapidissimi abbiamo un'occasione davanti perché il prossimo semestre la presidenza spagnola
Proverà a giocare
Con il vertice di Valencia una un rilancio della della vicenda euro-mediterranea e qui ci giochiamo molto
Di questa storia e credo la vicenda si gioca attorno a due temi ambulatorio du questioni la prima quanti soldi ci mettiamo perché poi tutto il resto sono parole e e dalla quantità di risorse economiche che l'Europa ci mette si decide se Europa ci crede nel nel nella progetto euromediterraneo anche nelle ultime vicende i fondi Meda sono stati quelli più tagliati a livello europeo
è la seconda la seconda sceglie la seconda scelta alla fine complessa ma assolutamente necessario e se non vogliamo
Rendere il partenariato euromediterraneo indipendente dal conflitto arabo da conflitto israelo palestinese se noi non decidiamo di sancire questa indipendenza tra i due eventi non decollerà mai nessun partenariato euromediterraneo perché sarà sempre l'alibi per far sì che i passaggi diversi non non accadano e credo che questa scelta ma ce l'abbiamo davanti l'Italia
Un interesse geopolitico primario di fronte a questa scelta e quindi lo ritengo una delle grandi priorità che abbiamo di fronte è forse l'ultima occasione per raddrizzare questa vicenda
Però mi viene in mente una e concludo no una seconda riflessione che butto lì a mo'di provocazione secondo me Lucio potrebbe essere il nel prossimo quaderno su questi temi oggetto di una qualche attenzione
Su alla luce di tutti questi eventi è un un pezzo della storia dei Paesi arabi di questi anni però un pezzo che ci riguarda da vicino
Io sarei per promuovere un dibattito
Molto molto laico come atteggiamento è molto freddo
Sulla vicenda dell'Algeria
Perché ho l'impressione che alla luce di tutti gli eventi
L'Unione europea debba assolutamente fare un grande mea culpa sulla vicenda algerina sugli atteggiamenti tenuti e sulla situazione che è andata a crearsi perché io vorrei sapere se alla luce degli atti de de di di quanto è accaduto in questi ultimi ultimi tempi noi possiamo immaginare che tutto l'atteggiamento tenuto dalla Francia innanzitutto e in secondo luogo dall'Unione Europea c'è stato un atteggiamento alla fine
Utile io credo di no credo anzi rivendico che il al fatto che l'Italia sia stato il Paese che ha più di tutti cercato di rompere questa situazione perché alla fine ho l'impressione che questa vicenda sia la quintessenza delle nostre ipocrisie
Perché immaginare che rispetta la vicenda algerina l'atteggiamento francese ed europeo sia stato l'atteggiamento schizzinoso
Che è stato negli anni scorsi senza rendersi conto che non stavamo per rendere possibile la nascita di un regime assolutamente paragonabile a quello che c'è
In Afghanistan in una scenario geopolitico come quello che possiamo immaginare credo che la scelta italiana invece di fare da battistrada per la reintegrazione dentro
Diciamo il il i rapporti internazionali corretti del regime oggi guidato da da dal presidente Bouteflika con mille difficoltà che ci sono e ci saranno
Ma rispetto alla vicenda in sé io credo lo la metto come provocazione so essere una provocazione ma ci credo perché ho avuto modo di seguire in questi sei sette anni questa vicenda da vicino e mi mi sono interrogato una delle cose sulla quale mi sono più interrogato dopo l'undici settembre sul guardare un po'indietro acquisì sei sette anni sulla vicenda algerina perché credo che sia una una storia sicuramente interessante
Sulla quale non c'è ragione da una parte dall'altra e anche le riflessioni che faccio io adesso sono sicuramente opinabili e discutibili ma sicuramente è una esempio di una di una grande difficoltà che noi abbiamo abbiamo avuto su questi su questi temi
Rincara la pubblicità dell'ENI lo farò volentieri
Conosco conosco e condivide il fastidio di chi ha una domanda
Di chi sentendo una domanda stringente sente una risposta che la prende larga e la domanda stringente la posta ci diano fra secondo me in termini molto impegnativa rischia di prendere larga anche sempre da pochissimo tempo nate la difficoltà alla risposta stringente quindi dichiara
Da Giuliano Ferrara chiede ore facendo la domanda politica di Alice nel paese delle meraviglie chi comanda qui
Ora per approssimarsi a questa risposta io che io penso io penso che bisogna partire dalla considerazione che questa domanda che fino a ieri
Identificava nello stato negli Stati il luogo dove trovare la risposta prevalente
Subisce uno smacco
Subisce una Smart
Listati in un certo senso non sono più monopolio ammette la forza né della politica e questo è scusate un perché così cioè questa difficoltà concettuale e politica straordinaria
Perché riguarda riguarda insieme al quesito su chi comanda alla natura stessa
Del comando che del potere
Lo dico perché altrimenti io appaia davvero un poeta di fronte al realismo
Intelligente di Giuliano Ferrara eccome tutti poeti condanna perché lui mi schiaccia sull'autodeterminazione dei popoli rivendica per sé diciamo il realismo della Geometria del potere della politica così vince di sicuro
Io però vorrei provare a dire che queste Geometria e in realtà praticamente d'impresa
Tanto che il concerto di cui si parlava di tutte
Il le forze che sono organizzate nel mondo non casualmente prende la forma Giuliano della coalizione
E cioè la coalizione vuol dire una parte
Ma con una parte non si può governare il mondo
La coalizione può concorrere birmani Massenet diventa sostitutiva
Il problema della crisi nelle forme complesse di governo del mondo
Tende a esplode perché questo concerto mentre quello che costruisce l'ONU si propone come concerto includente
E con un direttore d'orchestra magari discutibile come quella del Consiglio di sicurezza ma in qualche modo Telegatto
Questo concerto che si costruisce con la coalizione e escludente
E a un direttore d'orchestra
Auto definite sì naturalmente su un principio di forza e di rapporto con il processo di globalizzazione
Ma il fatto che gli Stati siano in crisi dipende dalla globalizzazione certo ma dipende anche dal fatto che hanno smarrito il sei su della loro costruzione
Ida stabiliamo conosciuto è
Non lo dico che né l'una né l'altra cosa sono stato bene dico che quello si era diciamo così il retroterra
Che consentiva il concerto includente perché ostile camminava su una base pattizia ai diversi portatori città o secondo un principio pluralistico secondo cui lo Stato essendo un'azione tanto bastava a indolo partecipò al concerto ma oggi invece lo Stato viene l'avvocato
E non solo negli anni che abbiamo conosciuto da le nostre analisi dei decenni precedenti ma viene evocato dal fatto che delle alternative certa nascono fuori dal costituirsi in Stato nascono sia in quella che io ritengo l'ipotesi progressiva cioè il modo in in tanti globalizzazione sia in quella aggressiva del partito armato internazionale
Allora la mia obiezione alla coalizione è che essendo partigiane ma è tendenzialmente inefficace ad affrontare questo ordine di problemi la guerra ma il corri Hillary io di queste inefficace e non mi lei li affidi l'efficacia l'efficacia e nella natura stessa della risposta che viene data al problema almeno secondo me lo dico con l'esponente
Diciamo un ragionamento estremo c'est non è vero che il monopolio della violenza era sembrato sudista la guerra civile ha messo in discussione il monopolio violenza attuale però però è interno alla nazione
O messa in discussione eccezionale ed emergenziale
La
Monopolio della violenza qui invece con l'Anas El Pais tornato c'è la messa in discussione del monopolio dalla violenza agli scatti non vedo come se non cambiando paradigma sì posso combattere questa evento innovativo drammaticamente sicuramente innovativo
Conclude molecole
Queste occasioni mi ricordo sempre quando ero piccolo che mi provava a parlare di politica con mia nonna che la pensava diversamente da me e poi alla fine a un certo punto interrompeva la discussione ma è inutile che ci parliamo tanto tu resti dato idee io resto della mia forse aveva ragione lei perché anch'io sono rimasto dalla mia idea
Non c'è un uovo un punto di ordine della comunità in alle che abbia il
Monopolio della violenza monopolio dell'esercizio dalla forza
Lo Stato è questo lo Stato rispetto ai cittadini e questo
Almeno lo Stato di diritto noi siamo sfigati su questo pur tutto se a questa sfida noi potessimo opporre una con l'in quel sembra
Lea un qual in quel punto di incontro che fosse più largo della coalizione che e all'opera da cinquanta giorni
No
No no poiché non c'è James Bond ma c'è la Spectre non
Voi cerchiamo di opporre noi cerchiamo di opporre la coalizione la più larga possibile la più larga che sia stata immaginata nella storia del secolo che è alle nostre spalle che pure è un secolo come dire di allargamento dello spettro dell'azione me nella politica internazionale allora poi che
Come dire questo luogo non c'è
Non c'era diamo per approssimazione la coalizione che è stata costruita è l'unica fragile certezza di cui noi disponiamo
Nei confronti di Amico in parte conosciuta in parte no e di cui però tutti intuiamo la pericolosità tutto intuiamo come come dire sfidi alla radice il sistema della convivenza che abbiamo instaurato questa coalizione non nasce su un principio di conquista non è una coalizione che si propone di dominare il mondo si propone di difende beh le regole della convive Enzo
Non è un'impresa coloniale quella che all'opera non ci sono stati che cercano di conquistare l'Afghanistan per anni mettere un altro pezzo di territorio all'Impero
Allora io dentro questo naufragio mi tengo stretta l'unica Zattera che ho trovato
E continuo pensare che quella coalizione dalla quale credo che l'Europa emessa all'Italia debba non Schio darsi non allontanarsi mai quella coalizione sia l'unica Risso borsa che data oggi alla comunità internazionale alle per fronteggiare una sfida un pericolo una minaccia
Che fino ad ora non ha trovato altre risposte altre possibilità DS le come dire contrastata e di essere forse sottolineo forse debellata per questo stare dentro questa coalizione io credo che sia
Un dovere fondamentale che abbiamo ma soprattutto una strada obbligata un'altra strada torno a dire io non l'ho vista può essere un difetto di immaginazione ma
Mi are che anch'mento di Bertinotti
In fondo sia come è costretto ad arrivare alla stessa conclusione se noi diamo cercare luogo in cui
L'approssimazione all'interesse generale si avvicina quel luogo è quella la lezione e poiché di quella coalizione fanno parte popoli paesi più diversi poiché l'ONU a sua volta è
è
Un punto d'incontro tra stati
E non sempre
I popoli corrispondono a quegli stati
E quindi non non c'è come dire noi negli anni giovanili abbiamo tutti fantastica ATO su come si potesse organizzare la democrazia nel mondo
Questa è un'impresa che non è oggi alla nostra portata alla nostra portata e
Il tentativo di organizzare la convivenza e di ripristinare la legalità e io non credo che ci sia altro modo che tenersi care stretta quella coalizione di cui anche noi facciamo parte per avvicinarsi a questo obiettivo
Ringrazio il cortesi partecipanti ringrazio istituito il ritiro americano il Centro per gli studi per la conciliazione internazionale e alla prossima grazie