23 OTT 2001

Governo: Intervista filodiretto con Lucio Stanca

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 47 min 49 sec

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Roma, 23 ottobre 2001 - Il ministro per l'Innovazione Tecnologica Lucio Stanca, intervenendo ad un'intervista filodiretto curata da Roberto Iezzi per Radio Radicale, ha affrontato i temi relativi al processo di modernizzazione della Pubblica Amministrazione, all'eDemocracy e alle regole per le nuove tecnologie.Uno sforzo congiunto per la modernizzazione della PA"Per rendere la Pubblica Amministrazione più efficiente, dobbiamo fare uno sforzo complessivo su vari livelli" - ha sostenuto il ministro - quali l'innovazione tecnologica, la semplificazione di norme e leggi, la formazione, "utilizzando come mezzo di cambiamento le tecnologie".

In ogni caso, ha precisato il ministro, "il problema non è quello di un eccesso di dipendenti pubblici", l'obbiettivo infatti "è uno sforzo congiunto per la trasformazione strutturale della Pubblica Amministrazione".

Attualmente "abbiamo le tecnologie ma non sono stati modificati i processi"eGovernment, eDemocracy e carta d'identità elettronica Grazie alle nuove tecnologie, ha evidenziato Stanca, si potranno avvicinare sempre di più le istituzioni e la PA al cittadino, e si potrà in un futuro imprecisato arrivare al voto elettronicoNel frattempo si sta lavorando alla distribuzione sul territorio nazionale della carta d'identità elettronica, ma si prevedono tempi lunghi per la definizione di uno standard che consenta a tutti i cittadini italiani di poter accedere ai servizi, peraltro ancora in fase di strutturazione, da qualunque luogo nel nostro Paese.

Il ministro ha chiarito che affinché la carta d'identità elettronica sia distribuita a tutta la popolazione "occorreranno parecchi anni, nell'ordine di 7-10 anni però non possiamo aspettare un tempo così lungo per fornire i servizi in rete.

La mia decisione - ha affermato - è quindi quella di 'spezzare' questa carta e anticipare l'aspetto del riconoscimento in rete del cittadino attraverso una carta nazionale dei servizi in rete".

Verrà "stabilito uno standard in modo che ogni ente pubblico, nazionale o locale, possa emettere questa carta nazionale dei servizi in rete" che può "essere istituita in tempi molto più brevi perché è molto meno complessa non solo dal punto di vista tecnologico ma anche dell'emissione della carta d'identità elettronica".

"Queste due carte - ha assicurato Stanca - sono totalmente compatibili: man mano che verrà distribuita, la carta d'identità elettronica andrà a sostituire la carta dei servizi in rete che è un'anticipazione di una funzione".

Nello specifico, i tempi di distribuzione della carta nazionale dei servizi, secondo il ministro, sono legati alla disponibilità dei servizi in rete, per cui si parla di un tempo tra "i due e i quattro anni"Regole in rete, democrazia e mercato "La democrazia - ha evidenziato il ministro - si basa in particolare sull'informazione, sulla conoscenza, sulla partecipazione e Internet permette di sapere di più di partecipare di più.

Pensare di limitare Internet è qualcosa al di fuori della mia logica.

Ci sono 4 o 5 paesi al mondo che di fatto controllano Internet e sono paesi in cui non c'è nessuna forma di democrazia".

Nella nuova società dell'informazione, però "le nuove tecnologie pongono dei problemi.

Per esempio bisogna avere livelli certi e sicuri sulla protezione dei dati personali", altro problema è "assicurare livelli di sicurezza non solo fisici, ma anche logici", la rete può essere utilizzata per fini illegali, "ci sono dei contenuti illegali".

"Quindi mentre vanno create delle regole per sfruttare meglio queste tecnologie, per prevenire comportamenti illegali, vanno abbandonate le idee per un controllo a monte.

Lo stesso problema comunque si pone per tutte le tecnologie dell'informazione e della comunicazione" Per quanto riguarda il tema regole e mercato, sollevato da un ascoltatore, Lucio Stanca ha affermato che "più il mercato è libero e forte, più le regole devono essere chiare e forti" e ha precisato: "le regole servono per lasciare più libero il mercato", e dovrebbero "definire i confini in modo netto ma lasciare libero lo spazio all'interno".

In Italia, attualmente, si verifica l'esatto contrario: "ci sono confini grigi e molte regole" che a volte rischiano di "imbrigliare lo sviluppo del mercato".

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