17 GIU 2002

Ds: Conferenza stampa di Piero Fassino dopo la riunione del comitato direttivo

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Dopo la vittoria alle amministrative Fassino chiede ai Ds una conferenza programmatica per rinnovare il partito Roma, 17 giugno 2002 - "È finito il tempo dell'elaborazione della sconfitta".

Questa la convinzione di Piero Fassino, che ha incontrato i giornalisti dopo la riunione del comitato direttivo dei Democratici di Sinistra , tenutasi in preparazione della riunione della prossima direzione nazionale.

Destra non imbattibile "Il successo alle elezioni amministrative - secondo Fassino - dimostra che il centrodestra non è imbattibile", e la sinistra dal canto suo ha saputo mettere in campo
"la capacità espansiva di raccogliere nuovi consensi".

Il voto "consegna una società non bloccata ma in movimento", attenta ai temi sociali, economici alla quale occorre presentarsi "con proposte e strategie più credibili" rispetto a quelle del centrodestra.

Si apre quindi "una seconda fase dell'opposizione per rendere il centrosinistra credibile come alternativa", che si articola in tre fasi: "avere un programma comune; accrescere il grado di coesione; consolidare le alleanze con Rifondazione Comunista, L'Italia dei Valori e liste civiche".

No ai referendum del PRC In ogni caso per i Ds "non è condivisibile" il referendum per l'estensione dell'articolo 18 promosso da Prc, Verdi, Fiom e area Salvi, e dunque "il partito non lo sosterrà".

Conferenza programmatica Relativamente alla situazione interna al partito Fassino sottolinea che "al centro della attenzione non c'è il destino del gruppo dirigente ma il rapporto tra Ulivo e società e partito e società".

Sarà avviata "una conferenza programmatica - afferma - che rappresenterà il contributo dei Ds al programma del centrosinistra, e contestualmente si aprirà un cantiere di riflessione sul partito" "I Ds sono comunque il primo partito della coalizione" e perciò sono "il baricentro del centrosinistra", anche se "non c'è alcuna ricerca di egemonia, non vogliamo una situazione con i Ds più i cespuglietti, né vogliamo contenere la crescita dei nostri alleati".

Il ruolo dei Ds Il problema dell'Ulivo "non è la ridistribuzione dei voti al suo interno e meno che meno una competizione per sottrarre voti tra di noi: ciascuno deve crescere".

Quindi sulle ipotesi di "governo-ombra e portavoce unici, i Ds non promuoveranno alcuna forzatura perché queste sono decisioni che vanno prese all'unanimità".

Nel quadro delineatosi dopo il voto "occorre un partito nuovo, nell'organizzazione, nei gruppi dirigenti, nel suo linguaggio".

Rinnovamento che per Fassino deve partire da "un coinvolgimento di tutte le componenti del partito".

Quindi riflettendo anche sull'onda dell'esito elettorale in Francia bisogna ripartire dal fatto che "la sinistra non puo' accontentarsi di governare bene.

Questo è un dovere, ma non è sufficiente".

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