31 LUG 2002

Senato: Il presidente Marcello Pera incontra la stampa per la Cerimonia del Ventaglio

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Accuse per il comportamento dell’opposizione che prima chiede una mediazione poi attacca l’operato del presidente del SenatoRoma, 31 luglio 2002 – L'Associazione della stampa parlamentare prosegue nelle cerimonie di consegna del Ventaglio alle più alte cariche dello Stato.

Il consueto incontro con il presidente del Senato Marcello Pera è stato disertato dai capigruppo dell'opposizione, che non si sono presentati in seguito alle polemiche sul ddl Cirami.Il presidente Pera ha voluto entrare nel merito delle questioni connesse alla polemica sul decreto in discussione e ha ricordato di
aver tentato “una mediazione sulla giustizia, che è fallita”, dopo la quale “la maggioranza si è irrigidita”.Il ritorno dei girotondi“La opposizione parlamentare da parte sua è tornata a fare girotondi”.

Tra l’altro, si chiede Pera, “come si fa a chiedere una mediazione al presidente del Senato e contemporaneamente attraversare la strada per fare un girotondo e denigrare il medesimo presidente del Senato?”.“È credibile – prosegue - quella richiesta di mediazione alla quale fa seguito anche un attacco personale, come il paragone all’arbitro Moreno, ed altre sciocchezze, è credibile?”Si tratta invece “di un tentativo talvolta addirittura greve e volgare di screditare il presidente del Senato, non la sua persona, ma la sua funzione”.

Un fatto questo “già accaduto nel mese di novembre, quando fu detto che occorreva mettere paura fisica al presidente del Senato, ma il presidente non ha paura fisica, ha invece retta coscienza dei suoi doveri e obblighi”.Il giustizialismoCosì facendo, afferma Pera “si denigra la seconda carica dello stato”.

Nel clima surriscaldato degli ultimi giorni “la opposizione sceglie la cosiddetta ala giustizialista, e fa della giustizia, che è un terreno difficile, un terreno complicato, ne fa uno strumento di lotta politica, ed è una funzione essenziale dello stato che è carente, molto carente da anni.

Lo abbiamo sentito anche dal capo dello stato”.

Tutto questo è “come se si pensasse ancora oggi dopo tanti anni che ciò che non è uscito dalle urne potrebbe per altra via, tramite le toghe, ed è un gravissimo errore politico”.

Inoltre questo clima politico “fa nascere delle velleità centriste di interromperete il bipolarismo che gli italiani hanno apprezzato, voluto e avuto”, anche grazie all’indicazione “dei nomi stampati sulla scheda” nel corso delle ultime elezioni.Altro rischio che si corre, secondo Marcello Pera, è quello di “manovre di palazzo per ottenere quello che non si è ottenuto dagli elettori”.

Contro questi effetti e tentativi, che sono “velleità e degenerazioni magari non volute e non architettate, ho già detto torno a dire – ribadisce Pera - sono un uomo delle istituzioni e non ho una agenda politica mia propria da imporre”.I diritti della maggioranza“Non sposo parti”, aggiunge il presidente Pera che però ribadisce: “non sarei imparziale se non concedessi alla maggioranza il diritto di approvare il suo proprio programma quale che sia la mia opinione su quel programma”.“Sono un uomo delle istituzioni - precisa - non ho una mia propria agenda politica da imporre, non scendo in campo, non ho la furbizia, l'astuzia, cerco soltanto di avere il senso dello Stato”.

E in conclusione: “resto l'uomo delle regole e in somma coscienza sfido chiunque a dimostrare quando mai abbia violato o indotto a violare le regole”.

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