01 LUG 2002

Marco Biagi: Le scuse di Scajola (e mercoledì Berlusconi riferisce alla Camera)

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Berlusconi riferirà mercoledì alla Camera sul caso Biagi-Scajola.

Intanto Ciampi chiama la vedova Biagi e Scajola si scusa.

Non cessano le polemicheRoma, 1 luglio 2002 - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi riferirà mercoledì pomeriggio alla Camera dei Depuati sulle polemiche scoppiate intorno alla vicenda delle lettere di Marco Biagi.

La conferenza dei capigruppo della Camera ha fissato per le 15 la seduta dell'Aula in cui Berlusconi riferirà sul caso Biagi-Scajola.Durante la seduta sarà possibile anche un eventuale voto su documenti che dovessero essere presentati dai gruppi.

E'
escluso però il voto su un'eventuale mozione di sfiducia, che non può che essere discussa solo tre giorni dopo la sua presentazione.La presenza di Berlusconi in aula era stata richiesta da tutte le opposizioni per fare chiarezza sul ritiro della scorta a Biagi, e sulle dimissioni, poi respinte, presentate dal ministro degli Interni Claudio Scajola per le polemiche di domenica, dopo che due quotidiani avevano riportato un commento sprezzante attribuito allo stesso ministro nei confronti di Marco Biagi.Secondo gli inviati di due importanti quotidiani italiani ('Corriere della Sera' e 'Sole 24 ore') Scajola, parlando di Biagi, avrebbe detto: "Non fatemi parlare.

Biagi figura centrale? Fatevi dire da Maroni se era una figura centrale.

Era un rompic...

che voleva il rinnovo del suo contratto di consulenza".

Scajola aveva poi emesso una dichiarazione nella quale afferma di non riconoscersi nella frase.Scajola, angosciato, si pente e chiede scusa"Le mie parole isolate dal contesto, ingigantite, hanno offeso la famiglia.

Io di questo intendo chiedere scusa.

Non esito e non ho nessuna preoccupazione a farlo".

Queste le parole del ministro degli Interni Claudio Scajola nel corso di una conferenza stampa a Imperia, per cercare di rimediare la situazione.

"Ho vissuto questi due giorni con una grande angoscia dentro - ha proseguito - sono molto addolorato.

Tutta questa vicenda mi ha creato un profondo turbamento.

Non posso però non dire che ne vedo anche una lettura molto strumentale".Intanto, anche il quotidiano 'Il Foglio' in edicola domani, martedì 2 luglio, con un editoriale del direttore Giuliano Ferrara, inviterà il ministro degli interni Scaiola a dare le dimissioni.

Il titolo del fondo sarà: 'Via il ministro della malaparola - Uno che dà del 'rompicoglioni' a un martire deve lasciare il suo posto' (Leggi il testo integrale anticipato dal quotidiano).Cofferati alla guida della Cgil fino al 21 settembreSempre per effetto delle lettere di Marco Biagi, Sergio Cofferati manterrà l'incarico di segretario generale della Cgil fino al 21 settembre, rinviando le dimissioni fissate all'8 luglio.

E' quanto si legge in una nota della Cgil.La decisione è legata alla vicenda Biagi e agli attacchi lanciati alla Cgil e al segretario generale.

Cofferati, infatti, vuole gestire personalmente il caso.

Il nuovo segretario sarà scelto dall'assemblea nazionale del sindacato, il 20 e 21 settembre.

Resterebbe confermata la decisione di Cofferati di rientrare alla Pirelli dal primo ottobre.Ciampi ha telefonato alla vedova BiagiDi fronte all'infelice uscita di Scajola, ha ritenuto di intervenire anche il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che ha telefonato ieri alla vedova di Marco Biagi per "riaffermare la sua commossa vicinanza a lei e ai figli in questo momento di rinnovato dolore, nella certezza di esprimere il sentimento di tutti gli italiani che onorano profondamente la memoria di suo marito".Le polemiche non si placano: opposizioni verso lo scontro in aulaMentre gli esponenti della maggioranza, pur non difendendo il ministro Scajola, non ritengono che si debba dimettere e rinviano ogni giudizio definitivo all'intervento in aula del Presidente del Consiglio, l'opposizione chiede a gran voce le dimissioni del ministro dell'Interno, "dopo le ridicole e tardive scuse" di questo pomeriggio.Per Rutelli è in gioco il governo stesso: ""La partita deve ancora cominciare.

Una sfiducia implicita a Scajola c'è già stata.

E' evidente che su Berlusconi, ora pesa tutta la responsabilità della situazione.

Come - ha ricordato - non esisteva un caso Ruggiero, un caso Taormina, un caso Sgarbi, oggi non esiste solo il caso Scajola.

Oggi esiste invece un caso governo Berlusconi".Dura anche la posizione del senatore della Margherita Tiziano Treu: "E' vergognoso che invece di trovare gli assassini si insultino i morti".

Riguardo alle dimissioni, respinte, di Scajola, Treu ha detto che la cosa sarà affrontata nuovamente in Parlamento: "Non escludiamo nulla", ha detto il senatore preannuciando iniziative del suo gruppo all'interno dell'Ulivo.Intanto sul fronte investigativo, alle lettere già pubblicate, se ne aggiungono quattro, questa volta su carta, ai prefetti di Roma, Modena e Milano.

E infine, rivela 'il Giornale', un testo scioccante al capo della Digos di Bologna.

"E' il maggio del 2001 - si legge sul quotidiano - e il professore, ancora protetto ma inquieto, si rivolge con toni addirittura profetici al capo della polizia politica di Bologna: 'Le ricordo che Ruffilli e D'Antona sono stati uccisi nei pressi delle loro abitazioni'.

Analisi - prosegue 'il Giornale - che si fa presentimento agghiacciante.

L'indagine sulla sciagurata revoca delle scorte non era probabilmente fino a 72 ore fà una priorità dei Pm, ora invece la Procura deve difendersi dall'accusa di aver trascurato questo filone".Monteventi, l'autore dello scoopL'autore dello scoop sulle lettere di Marco Biagi, Valerio Monteventi, si è dimesso da portavoce del Bologna Social Forum "per impedire speculazioni contro il movimento dei movimenti" e ha rimesso il suo mandato di direttore di 'Zero in condotta' ai soci della cooperativa.

"Ho la coscienza a posto, questa vicenda della pubblicazione delle lettere di Biagi l'ho determinata con la consapevolezza di non essere manovrato da nessuno, tantomeno dai servizi segreti", afferma Monteventi.Monteventi resterà a pieno titolo consigliere comunale a Bologna di Rifondazione comunista, ma il Prc lo ha invitato a far piena luce sulla vicenda delle lettere di Marco Biagi rivelando anche il nome della fonte 'coperta' che gliele ha fatte avere e che l'autore dello scoop ha detto che non dirà mai, "a costo di andare in galera"."Non abbiamo parlato direttamente con Bertinotti, ma è ovvio che tutto il partito condivide questa esigenza di chiarezza", ha spiegato il capogruppo del Prc nel Consiglio Comunale di Bologna, Maurizio Zamboni, dopo l'incontro con l'autore dello scoop.

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  • Dal TG1: Le scuse del ministro degli Interni Scajola

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