Volevo la luna

Ci hanno
Una buona serata a tutti grazie di essere venuti così numerosi Grazia Luciana Castellina a Fausto Bertinotti presidente della Camera e a Massimo D'Alema ministro degli Esteri
Di avere accettato l'invito congiunto della casa editrice Einaudi e del Centro per la riforma dello Stato a presentare questo bel libro Di Pietro in grado del libro bellissimo il titolo volevo la luna
Non ho detto volevo non la moto iscritte
Meglio questo sì M
Naturalmente a questo tavolo nessuno ha bisogno di presentazioni e nell'autore nei suoi
Scala Santa dico solo che tutti e tre sono ma impiccati diversamente in diversi periodi e da diverse posizioni in relazioni politiche con
In una relazione politica con l'autore del libero Massimo D'Alema come dirigente del PCT una generazione successiva a quella di Ingrao e anche da una posizione diversa da quella in grado
Fausto Bertinotti che ha condiviso con Ingrao l'opposizione alla svolta del PC e l'uscita poi dal PDS ed era segretario di Rifondazione comunista quando Ingrao via aderito
All'incirca un anno fa
E Luciana Castellina è stata se si può dire una in Graja Anna doc a faceva parte del gruppo
Vicino a Ingrao all'undicesimo congresso del sessantasei e del gruppo del Manifesto radiato dal pc nel sessantanove con anche quel voto favorevole che Ingrao in questo libro considera essere stato l'errore più grave della sua vita politica di molte di queste cose i giornali hanno già lungamente parlato io sono partita dalle sottolineando queste tre relazioni e per restare fedele al lo spirito del libro uno spirito che Pietro presenta nell'avvertenza un libro che Pietro presenta come un libro di memorie
Come la ricostruzione di una vicenda personale e sociale nelle insanguinate discende del mio tempo in questa ricostruzione
Però gli incontri le relazioni umane e politiche intellettuali hanno un tricheco lo dice lo stesso autore molto molto importante un libro affollato di volti di persone di caratteri ora io dirò qualcosa sull'impianto del libro su questa ricostruzione della vita di Pietro Ingrao e poi proverò a lanciare alcune domande agli ospiti lasciando prima possibile la parola al loro
L'arco di tempo che il libro copre
Dal mille novecentoquindici data della nascita di Ingrao e anzi da prima considerato il ruolo non marginale che nelle prime pagine del libro gioca alla figura del nonno garibaldino
E finisce il libro con l'assassinio di Moro io tornerò poi sulla scelta di questa data nel settantotto sono dunque sessant'anni e più di novecento attraversati soggettivamente in prima persona
E si tratta di una storia come posso dire triangolare in cui ha molta importanza in cui diciamo un lato
E la vicenda nazionale un lato e la vicenda locale perché in questo libro moltissima importanza un'importanza perfino estetica fisica affettiva il rapporto con i luoghi dell'Italia micro fisica dell'Italia
Periferica e il terzo lato quello nettamente a mio avviso più importante quello determinante e il lato della storia mondo dei grandi cambiamenti internazionali
Che appunto punteggiano la storia novecentesca tra nazismo guerra mondiale seconda guerra mondiale
Dopo guerra guerra fredda
Protagonismo dinamiche del continente asiatico insomma uno schema storico triangolare che un po'anticipa forse un po'anche certe letture della globalizzazione di oggi come dinamica di globale che locale ma l'elemento secante di questi tre latini voi lo capite
Intuitivamente e la vicenda del comunismo vicenda del PC
E del suo rapporto con il comunismo sovietico e questo ovviamente l'asse centrale la spina dorsale della narrazione di Ingrao
Il PC soprattutto togliattiano e negli ultimi capitoli berlingueriano tra via Nazionale in un paese di frontiera tra i due blocchi della guerra fredda e tragedie del movimento comunista internazionale dei processi staliniani alla morte di Stalin nel cinquantatré per Ingrao il vero passaggio
Al secondo Novecento al ventesimo congresso del PCUS i fatti d'Ungheria e di Praga
Con un tarlo onnipresente che è un po'la croce del libro l'elemento cruciale la croce del libro
Il quale a lungo non basta per Ingrao a mettere in dubbio la fede nella costruzione del comunismo ma di avviare questo tarlo si radicalizza
Con una citazione
Questo rovello del libro si può così condensare il tatto e riguarda cito tra virgolette la contraddizione fra la domanda elementare di libertà che mi accendeva e la violenza della società sovietica che avevo scelto ad guida simbolo ed è lo stesso tarlo lo stesso problema che si ripresenta nella vita interna del partito italiano nel conflitto tra istanze di libertà di dissenso di posizionamento singolare
E disciplina di partito
Io non credo che sia una contraddizione che attiene solo alla logica mezzi Fini
Non è secondo me in questi termini cioè come di un rapporto sbagliato tra fini buoni e mezzi cattivi che Pietro Ingrao presente il problema sempre più chiaramente nel libro una contraddizione che attiene piuttosto alla forma della politica comunista come nel Novecento si evita la contraddizione cioè fra forma unitaria del partito e tanto più del partito Stato
Della decisione del leader e forma irriducibilmente plurale scissa indecisa
Del soggetto individuale e del soggetto collettivo l'idea di un soggetto molteplice
Multiplo sia a livello dell'individuo sia a livello del soggetto collettivo e l'idea forse più insistita centrale di questo libero questa dicevo in pole la croce del libro e su questo io altro non dico
Perché su questo cioè su che cosa è stato l'in gravissimo su come Ingrao di oggi legge il partito di Togliatti la strategia togliattiana sulla valutazione
Di questa storia ho sottoposto tre pc e poi cous credo che avranno moltissimo da dire soprattutto Luciana Castellina e Massimo D'Alema coprotagonisti di quelle stagioni e quindi io invece dirò tutte lo sul tavolo rapidamente altre tre questioni ulteriori
Uno riguarda la prima questione riguarda lo stile narrativo di questo libro ho già detto che un libro dichiaratamente di memoria
Con un dubbio di partenza anche dell'autore sulla legittimità della memoria sulla sua
Affidabilità diciamo e a uno stile molto minimalista nel modo di raccontare
A me ha fatto venire in mente una storia narrata se vogliamo più ai nipoti che i figli no
E si sa che coi nipoti ci si addolcisce i contenziosi spesso sistemi erano o per meglio dire diventano più essenziali ne resta l'irrinunciabile
E ed è un racconto in cui la dimensione personale assume un'enorme rilievo
Io vengo da un movimento come quello femminista che si è battuto per il superamento della scissione tra personale politico sono naturalmente era le grata di questo però una domanda mi rimane aperta su quanto questa accentuazione soggettiva e personale qui come in altre biografie comuniste
Che stanno uscendo biografie di quella generazione penso al libro di Rossanda e non solo
Beh se non sia un po'anche una sorta di riscatto del personale da questa sorta di gabbia d'acciaio della politica e del partito o viceversa se non data piuttosto intesa come una sorta di via di ritirata un po'un congedo dalla dimensione della politica questa è una domanda
A cui io non so rispondere la consegno diciamo agli altri
La seconda questione riguarda il rapporto tra cultura e politica nel libro è una questione che mi è cara mi ha colpito molto come nel libro ci sia questo filo sempre ritorna ante con una continua sottolineatura dello scarto tra una grande cultura novecentesca
La grande cultura della crisi soprattutto la grande cultura mitteleuropea le avanguardie avanguardie letterarie artistiche teatrali musicali
E appunto questa grande cultura è capace di comprendere e di rappresentare il soggetto in tutte le sue pieghe quel soggetto multiplo molteplice che dicevamo prima
Mentre la politica di fronte a questo umanità molteplice a questo umano molteplice arranca non capisce
E riduce
E insomma il Novecento secolo grande e terribile secondo un'antica definizione di Pietro Ingrao esce un porta questo libro più grande forse nella cultura e più terribile nella politica
O comunque diciamo questo libro restituisce lo scarto io la metterei in questi termini tra il novecento della crisi novecento della crisi delle forme per la soggettività eccetera e il Novecento edificante della politica come se ci fosse uno scarto incolmabile appunto tra crisi ed edificazione
E a me viene in mente un vecchio interrogativo di Mario Tronti
Peraltro Presidente del CER sia in questo momento suo vecchio interrogativo che qui ripropongo anche agli altri partecipanti a questo dibattito
Se una delle cause tutte le prime cause di sconfitta del movimento operaio novecentesco non sia stato proprio nel suo mancato incontro con la grande cultura
Europea della crisi
La terza questione è una questione grande nonché quella precedente fosse piccolina
E riguarda un po'più che il giudizio storico sul comunismo
Una prospettiva sulla politica
Dopo il comunismo
Perché e chiaro diciamo da questo libro di che cosa si ammalate Pietro Ingrao l'esperienza comunista
Si ammala di quella reductio ad unum violenta che non si confà alla molteplicità
E appunto la violenta ed è anche chiaro Ingrao l'ha detto in un'intervista a Gabriele Polo che per il futuro lui pensa appunto ad una politica del molteplice
Però io penso che qui ci sia qualcosa di non risolto intanto c'è qualcosa di non troppo illuminato sul futuro è ancora troppo paga questa istanza diciamo
E poi c'è qualcosa secondo me di non chiaro rispetto al passato perché diciamo così che la mobilitazione l'edificazione politica
Hanno sempre a che fare perché Aso con questo elemento di libertà di forza e di violenza
Di obbedienza gregariato a un capo
In fondo tutti gli esperimenti di grande costruzione politica della storia ripresentano queste elemento non è soltanto il comunismo novecentesco il comunismo novecentesco lo eredita dalla politica moderna
E l'alternativa io credo non ne o non è automaticamente la democrazia
Perché queste elemento di violenza di servitù volontaria di rapporto gregario tra capo il popolo di conformismo si sta trasferendo purtroppo anche nella democrazia contemporanea
Lei lo sappiamo dal dalle vicende della nostra democrazia delle vicende della democrazia americana
Io ieri sera guardavo mentre raccoglievo questi appunti guardavo la televisione c'era una bellissima trasmissione su Guantanamo e apprendere dico che mi dava proprio la sensazione diciamo di questo elemento irriducibile di violenza della politica che si trasferisce tra forme storiche così diverse
Come sono stati appunto i totalitarismi adesso rischia di trasferirsi anche al democrazia che ci deve interrogare ancora sul fatto che il problema secondo me non è risolto con la fine del comunismo con l'archiviazione del comunismo e io su questo vi devo dire che conosco alcune risposte femminili a questo problema grandi filosofie come Anna Renzi Montpellier e meno grandi filosofi femministe di oggi ma non vedo ancora risposte in campo
Menis Stream o maschile infine ho finito mi scuso sono stata lunga una domanda devo porle invece direttamente a Pietro e riguarda la data di chiusura del suo libro che come vi ho detto finisce con l'assassinio di Moro checkpoint una pagina ulteriore importante ma l'ultima data è quella dell'omicidio di Moro ora secondo me per me che ho sempre pensato che la Prima Repubblica in Italia non finisce con Tangentopoli ma con l'assassinio di Moro
Questa data è una data di chiusura molto plausibile
Peraltro io ricordo perfettamente le immagini di Pietro Ingrao i funerali di modo di recente che ha visto Buongiorno notte di Bellocchio avrà avuto modo di rivederle
E il viso di Pietro Ingrao quel giorno era quello che maggiormente
Tra tutti i politici presenti restituiva l'idea di una frattura epocale che si era abbattuta sulla storia repubblicana quindi non è che io non abbia
Non pensi che quella data sia del tutto plausibile come data di chi di chiusura tuttavia Pietro io trovo insoddisfacente che alla fine del tuo libro non ci sia diciamo che il libro non arrivi fino alla svolta del PC fino all'ottantanove che in è in qualche modo il momento in cui quella vicenda anche della natura del partito della del rapporto tra il partito il comunismo internazionale trova un suo esito un esito che tu hai contestato legittimamente dal mio punto di vista giustamente ma che comunque come dire riclassifica in qualche maniera la questione questa è la mia domanda aperta Pietro Ingrao e le altre
Consegno a lui a voi e do subito la parola direi a Massimo D'Alema per Luciana Castellina e poi Fausto perché
Dice che non funziona
Dal momento che non non non è previsto il voto in quest'esame io non risponderò alle domande difficilissime Ida Dominijanni
E
Coso comunque
Baggio
E invece svilupperò così alcune
Considerazioni sul libro di Pietro Ingrao
Che
è un libro che spinge
Molto di interrogarsi
Anche sul
Sul proprio vissuto sul vissuto di ciascuno di noi che è stato in modo diverso un militante della sinistra di questo Partito comunista di cui
Si racconta
Una parte così grande di storia però attraverso la testimonianza di un vissuto personale che
E prepotentemente al centro di questo libro
Con uno stile e persino un linguaggio che lo colloca de molto al di fuori diciamo sia da qualsiasi pretesa di scrivere un libro di storia
Ma anche molto al di fuori di quella memorialistica comunista di cui abbiamo tanti esempi
E che tuttavia tutto raramente tocca le corde dell'intimità come invece questo libro tocca
In cui si avverte non soltanto così lo spessore umano dell'autore ma direi anche lecco della sua
Cultura letteraria
Lo dico in senso elogiativo perché i libri hanno a che fare con la letteratura e quando nei libri si avverte lo spessore di una cultura letteraria normalmente sono più belli anche più piacevoli da leggere
è un libro estremamente personale
Il racconto di un'esperienza umana
è un libro che ha tanti momenti di tenerezza
Che sono tuttavia hanno a che fare con la storia politica dell'auto
Perché il suo rapporto con la famiglia il suo rapporto con l'universo femminile non sono soltanto testimonianze di sensibilità umana ma sono anche chiavi di lettura della sua visione politica
è un libro sulla dal punto di vista politico direi la parte fondamentale del libro
Dammi io l'ho letto così
è è la parte su Togliatti in rapporto con Togliatti con il capo del comunismo italiano
E ed è la storia di questo intreccio drammatico tra la funzione nazionale e democratica del PC questa espressione così abusata e tuttavia e difficile trovarne un'altra per descrivere
Il perché le ragioni di questo perché questo partito emerge dall'antifascismo dalla resistenza dalla guerra come una grande forza perché il partito che incarna la volontà di di riscatto nazionale
Il bisogno di libertà la nascita della democrazia
Tra queste la storia e il rapporto con lo stalinismo
Questo intreccio drammatico
Che vive nella figura di Togliatti nella durezza con cui Togliatti rifiuta il ventesimo congresso
Malgrado questi due squarci diciamo che sono intervista Nuovi Argomenti Memoriale di Yalta
Nella durezza con cui difende il legame di ferro con l'Unione Sovietica
Che vissuta dalla nuova dalla generazione più giovane dei militanti che si sono formati nell'antifascismo come drammaticamente contraddittoria con il ruolo reale che il Partito comunista è venuto assumendo nella società italiana
Ingrao non
Questa contraddizione la racconta
La la fa vivere nel vissuto suo personale di una generazione di militanti
Non ne d'acconto in in termini storico politici
D'altro canto io credo irto di Rocco salutista magari non sarà gradevole questa mia richiesta mia idea
Ingrao si presenta come un grande testimone
Della dell'appassire essi diciamo della dell'esperienza comunista
Di cui egli vede la crisi
Sia nel contrasto drammatico tra il comunismo realizzato diciamo e e la mancanza di democrazia la mancanza di libertà alla rivolta degli operai il cinquantasei in Ungheria apposta una persino più che l'Ungheria perché lì la rivolta è operaia come tale
Diciamo è avvertito come il segno drammatico di un contrasto insostenibile
E dall'altra parte anche l'appassire si dell'esperienza comunista di fronte all'insorgere di nuove grandi questioni di di grandi contraddizioni di culture e di esperienze che quella tradizione comunista non non contiene il mondo femminile la cultura delle donne il grande problema del contrasto tra sviluppo e natura
Ingrao avverte pienamente e direi negli anni Sessanta in modo anche anticipatore il senso di questa crisi
Lo fa anche ponendo sì in relazione sono delle pagine molto belle sul rapporto con la cultura cattolica con esperienza cattolica
Che è stato certamente uno dei tratti anticipatori
Della del pensiero dell'opera di Pietro Ingrao
E tuttavia di fronte a questa crisi questo mi mi colpiva alla fine questa riflessione durante un lungo periodo storie
Pietro Ingrao che ha interpretato visto questa crisi ne anticipato alcuni tratti culturali tuttavia affari più come un testimone vorrei dire testardo
Di questa crisi
Che non come un leader in grado di costruire una risposta politica
Colpisce per esempio
L'immediata avversione
Dopo il dramma del cinquantasei sì
Alla sortita di Amendola sul partito unico della sinistra
Se volete con gli aspetti anche strumentali Rozzi ma non c'è il minimo dubbio che in quella sortita c'era il primo tentativo di dare una risposta
La crisi drammatica della sinistra italiana di delineare un orizzonte nuovo
E colpisce nell'esperienza di immigrante che in questo riassume nel modo più alto diciamo l'esperienza della della sinistra comunista
La sostanziale incapacità di lineare un'uscita a sinistra dallo stalinismo diciamo che è stata tante volte ricercata
Ma che sostanzialmente non ha prodotto nessun grande esperienza politica in grado di incidere nella realtà del nostro Paese
E quindi il libro da questo punto di vista
è è un libro drammatico per molti aspetti
Perché eh
Poi dirò in che cosa questo legame con l'esperienza della sinistra rimane molto forte molto appassionato e direi in che cosa si racchiude anche la forza di un messaggio che ha una sua attualità
Ma dal punto di vista dell'esperienza politica
Progressivamente dopo l'undicesimo congresso
Questa esperienza appare via via rinchiudersi in una dimensione che dopo la frattura con il manifesto eccetera
Rinuncia alla possibilità di influire in modo determinante sulla politica del grande partito della sinistra PC
E
Di fronte al tentativo di Berlinguer
Certamente
Il tentativo di Berlinguer con con i limiti Ingrao ne coglie bene il limite di un'azione che poté svilupparsi soltanto dall'alto
E tuttavia quel tentativo di Berlinguer era comunque il tentativo di mettersi in rapporto con quel mondo cattolico la cui vitalità
La cui forza anche nell'interpretare i processi di cambiamento sociale lo stesso in grado aveva fortemente messo in luce
C'è nella sua militanza e in e nel libro affiora in capitoli che io ho considerato il più bel più straordinari dal punto di vista politico
C'è vivo il comunismo di in grado cioè di un uomo che per la sua passione per la libertà entra in conflitto con l'esperienza storica del comunismo realizzato che per la sua apertura culturale percepisce i limiti della cultura il Comune economicista del movimento comunista
Il nocciolo del suo comunismo sta io credo nel rapporto con le con i grandi movimenti sociali
E questo sguardo diciamo al mondo degli oppressi e degli umili degli operaio trovato straordinario il capitolo sui metalmeccanici diciamo molto più appassionato e molto più forte di quello sugli studenti riuscì
Ho questo mondo contadino tra cui guarda da ragazzo come
E con lui lì c'è io credo il messaggio più vita
Cioè l'idea di un comunismo inteso come un moto di riscatto degli oppressi degli umili di queste di queste masse che si fanno protagoniste
Intendiamoci io credo che questa idea del comunismo sia la più distante dall'esperienza storica reale del comunismo
Del comunismo inteso come movimento comunista come insieme di partiti e distanti che sostanzialmente il comunismo che abbiamo conosciuto nel corso del Novecento che sostanzialmente è stato un un grande progetto politico è stato uguale
Più che una esaltazione della lotta sociale
Sì direi sostanzialmente che la grande cultura comunista ha sempre guardato con una certa diffidenza la lotta sociale nella sua spontaneità diciamo a partire dai classici o mi sbaglio fa sotto dai classici del comunismo Lassissi alcuni classici del comuni della tradizione comunista
E in questo cioè io credo lo straordinario paradosso ingrato
Nel senso che tutta la sua esperienza politica umana la sua idea del partito diciamo
Lo collocano sostanzialmente ai margini o persino al di fuori dalla tradizione comunista
Così come essa si è dispiegata nella storia d'Europa
E il suo voler continuare ad essere testardamente comunista
Appare così una testimonianza personale
Ai limiti dell'eroismo che poco a che fare con la storia del comunismo reale così come essa è stata conosciuta da milioni di esseri umani
Però io penso questo appare abbastanza evidente diciamo appare evidente nel modo come gli ha sofferto di quella forma partito tipica del dell'esperienza comunista di cui ha accettato la disciplina però con la sofferenza di una ESP con la sofferenza personale che traspare drammaticamente da questo libro la sofferenza dell'isolamento della persecuzione del dissenso
La sofferenza di scene te contrarie alla propria coscienza personale ve ne sono due diciamo in questo libro di cui grado da una testimonianza drammatica al cinquantasei
E poi il momento in cui il partito nel rispetto delle sue regole decide la radiazione del Manifesto e quindi questa suo legame con il comunismo reale inteso come partito come regole come idee della politica è un legame straordinariamente sofferto ma è una testimonianza dalla quale egli non riesce a separarsi
Salvo forse nella riflessione ultima
Nella riflessione ultima tuttavia
Leggendo questo libro
E riflettendo coi sull'esperienza per molti aspetti così diversa della nostra generazione
Mi è venuto in mente
Alle ragioni di una gratitudine che noi dobbiamo alla generazione di Pietro Ingrao e a chi come lui ha testimoniato direi
Più di molti altri
Questa questa idea questa idea della politica
E cioè in definitiva noi dobbiamo a Pietro
Molto e ad altri come Luigi diciamo il fatto che noi che siamo diventati comunisti molti anni dopo per ragioni banalmente generazionali
Non abbiamo dovuto vivere le stesse sofferenze
Io ho pensato al nostro cinquantasei che è stato il Sessantotto
Per grazie a loro noi nel Sessantotto non abbiamo dovuto vivere la tragedia dell'Ungheria perché di fronte alla tragedia della Cecoslovacchia avevamo un partito che seppe dire di no
Avevamo già un altro partito
Di fronte alla vicenda del manifesto ma io mi ha situazione era molto diversa ma molto più serenamente io potevo dare contro la radiazione pure avendo diciamo delle ragioni politiche di di distinzione che forse era un ancora più forti ma non sentivo quel tipo di vincolo quel tipo di legame quel tipo di concezione del partito insomma in definitiva attraverso una testimonianza così aspra la generazione che ha vissuto in modo più drammatico il conflitto con lo stalinismo ha saputo aprire dei varchi
Che consentirà alla generazione successiva di vivere la propria esperienza nel Partito comunista italiano senza dovere passare attraverso le stesse proprio e io credo che questo sia stato un merito straordinario motivo di gratitudine generazionale abbiamo potuto essere parte di un partito
Nel quale tutto sommato si era un allentati quei vincoli e c'era più spazio anche per il
Per essere per non dover vivere diciamo il trauma del del dissenso del conflitto con la propria coscienza come nella generazione precedente però ecco io credo che a Pietro io non sono mai stato in Graja noi diciamo non non non non era non era la mia non era la mia matrice pure essendo stato ovviamente negli anni della FIGC no era un proprio un fatto di di direi di matrice culturale dei che era perché Ingrao non ha mai appartenuto a quel filone che ha tante colpe diciamo dello storicismo comunista al quale io ero stato educato quindi da questo punto di vista non è né un bene la mia non è una valutazione di valore diciamo apparteneva ad un altro filone cultura ecco tutto qui
In un partito Complesso dove questi filoni hanno avuto un peso però naturalmente come era ovvio per la mia generazione diciamo io avevo quel dialogo quel curiosità intellettuale i giovani della FIGC degli anni degli anni Settanta è ovvio che adesso euro un dialogo con Pietro Ingrao tantissime occasioni di dialogo e indubbiamente egli ha avuto un ruolo importante pure avendo in quel momento non essendo uno di quelli che comandavano nel partito tuttavia un punto di riferimento intellettuale e politico straordinario proprio nello spingerci verso orizzonti nuovi rispetto alla tradizione nostra
Ecco io credo dopo avere detto le ragioni di una gratitudine generazionale
Ecco io penso che poi negli anni che il libro non racconta
Se negli anni in cui quel quel mondo comunista diciamo di cui il libro descrive le drammatiche contraddizioni entra in una crisi
Senza sbocchi
Ecco io in quegli anni lì forse ad Ingrao avremmo potuto chiedere di più
E e cioè il più più generosità verso una generazione che nel bene e nel male diciamo cercava una via per continuare a fare vivere in questo Paese una sinistra in grado di incidere sulla realtà del in grado di svolgere quella funzione
Nazionale e democratica che il Pci aveva svolto in modo straordinario nella Resistenza e nella costruzione della democrazia ecco io ho avuto l'impressione che verso il lo sforzo con tanti errori diciamo
Che una generazione ha compiuto ripeto perché in questo Paese continuasse ad esserci una sinistra in grado di svolgere una funzione nazionale democratica
Forse ecco un'interlocuzione più generosa non parlo degli anni del libro il libro finisce giustamente come ha detto Ida Dominijanni
Nel momento in cui si esaurisce una lunga stagione della democrazia italiana
Che la morte di di Aldo Moro dopo comincia il declino
Lungo la lunga agonia della Prima Repubblica parlo di di quegli anni di quegli anni che sono venuti dopo
In quegli anni difficili drammatici degli sforzi dei tentativi che sono venuti dopo
E del fatto che negli anni che sono venuti dopo qualche volta e poi se interrotto il dialogo l'interlocuzione
E abbiamo sentito piuttosto il peso di una critica che io voglio dirlo approfittando di questa circostanza dato che questo libro spinge alle confessioni personali qualche volta abbiamo sentito ingenerosa verso quello che tutto sommato era il tentativo di continuare a far vivere in questo Paese una sinistra in grado di avere un peso nella vita nazionale e in grado di continuare a fare pensare determinati valori e bisogni nella vita di questo Paese
Un
Ma una decina di giorni fare Barcellona al convegno di una le i ragazzi si occupano anche di trasmissione per internet e così via ragazzi giovane compagna spagnola nell'Internazionale riaperto il suo seminario
Sa e appena con queste parole dicendo io credo che sarebbe bene se avessimo questa nostra riflessione lì si ottengono cercando di leader meglio consente politica Lina interne
Ora io vado fenomeni per testimoniare l'esistenza del ventesimo secolo di cui tendenzialmente questi ragazzi non attinenti
Ho detto a questa conservo questa accusa vive
Ma io questo
Per dire
Quanto è importante quando in merito a questo libro Di Pietro parte anche come quello di Rossana
Di restituire innanzitutto questa memoria che è stata così distratta asta fino a far pensare che questo secolo che ci sta alle spalle sia stato solo un secolo un deposito di macerie
E di farlo attraverso l'esperienza dell'essere stato comunista
Nel ventesimo secolo in un partito come il spicci
E che lo faccia questo una figura esemplare come Pietro Ingrao che non è stato un uno qualunque ma uno dei massimi dirigenti di questo partito
Come nel caso di Rossana anche Pietro
Nel caso Di Pietro a memoria parte più dettagliate della memoria la più sentite è quella dell'adolescenza gli anni della formazione anche quantitativamente nel libro dell'una e dell'altra questa parte
Prende più spazio che quella degli anni successivi
Io credo anche questo che sia un bene proprio perché forse proprio attraverso questa parte in cui il personale politico si mischiano in modo molto moderno invita che è quella che forse fa più capire ai alle nuove generazioni cosa sia stata questa straordinaria esperienza
E vero un rene dicevo perché questa esperienza questo vissuto e quello che poi non si trova negli archivi ed è preziosa per capire arresto ci possono pensare storici
Capire il nostro tempo questo pezzo così misti primi ricatti vivo della storia di una militanza del Partito Comunista badate anche nel capire questa cosa che è stata per tutti noi la disciplina di partito
Che non è stata e nelle parole nel libro Di Pietro lo si vede
In continuazione fatto bene ha fatto male ma insomma
Non è mai stata opportunismo appiattimento era il senso forte giusto o sbagliato di un dovrei dire perché eravamo accerchiati perché eravamo il partito di lotta
Perché dovevamo in qualche modo è stato un grande valore
E anche qui lo troviamo sia nel libro di Rossana che nel libro Di Pietro e corse questo raccontarlo attraverso la vita personale fa capire di che cosa si sia trattato
Particolarmente dicevo è importante la vita questo personale adolescenza del racconto tra Lodi scienza Di Pietro perché Pietro è stato il protagonista di un passaggio singole aprissimo
Quello degli anni Trenta carne propone tuttora un interrogativo l'ha detto più volte di questo gruppo di persone come ex Stato come è potuto accadere dire che questo gruppo di intellettuali che si erano formati
Nella cultura antifascista elitaria degli anni venti trenta che sono poi passati per i litorali
A un certo punto siano approdati all'antifascismo alla Resistenza e al comunismo
Se non si capisce questo passaggio della storia italiana che io credo non si capisce che cosa sia stato il Partito Comunista Italiano e dunque in qualche modo l'Italia nella quale questo partito
A giocato un ruolo così grande
Ci pensavo l'altro giorno quando a Pietro è stato dato nel quadro della festa del cinema il diploma ad onore me
Di quel corso o del Centro sperimentale di cinematografia discorso di regista che Pietro non ha mai finito perché poi è andato a fare il lavoro clandestino
E poi ci ha ripensato
In occasione della morte di Gillo Pontecorvo perché questi due sono puoi ritrovarti nella stessa casa clandestini a Milano durante la resistenza ricordo questi due Gillo
E Pietro perché di nuovo c'è questo intreccio con il cinema
Io l'ho già ricordato ma lo voglio ripetere in occasione del tuo novantesimo compleanno Pietro
Quante volte negli anni in cui mi sono occupata in qualche modo professionalmente del cinema mi è capitato ah Olli posto quando la discussione fatalmente la chiacchiera scivolava sulla diversità fra Europa e Stati Uniti
E dunque sulla singolarità di questa Italia dove così forte la presenza comunista
Quante volte mi è capitato di rispondere a quelli di Hollywood un po'per scherzo un porno come una battutaccia ma vedete
Il Partito Comunista Italiano
è diverso perché oltre che a Mosca è nato anche qui da voi a Hollywood in qualche modo ne portate una responsabilità con questo pensando proprio a questo gruppo di intellettuali
Nato a Cinecittà e sfinito poi nella segreteria del PC Pietro Ingrao Alicata e quanti altri che non formalmente nel vertice però sono stati così in FLI enti ebbene
Questo racconto per lui percorre il libro di Pietro risorse sono le sue pagine
Più avvincenti provvedere quanto ha pesato nella sua formazione e per la sua degenerazione la cultura il cinema la letteratura del new deal
Tortosa mente conosciuta al Centro Sperimentale di via Forlì
Anche grazie alle fortuite coincidenze
Per prima con l'arrivo di questo singolare personaggio dovuti al notaio ebreo tedesco
Sfuggito al nazismo e chissà come approdato all'Istituto di cultura fascista e al centro sperimenti are prima che le leggi razziali colpissero anche Nuvoli
C'è il carteggio fra Pietro e alla fine in un bel libretto che vi consiglio
Quello sugli iscritti sul cinema Di Pietro Ingrao
Il titolo è mi sono tanto divertito mille novecentotrentasei due mila e tre pubblicato adesso a cura del Centro sperimentale
Così come il Consiglio lo vedova Carlo Lizzani che di quegli anni ha fatto un bellissimo documentario Piccolo che sono e Pietro dice di quei film di quell'esperienza di quel rapporto con quella cultura americana sono stati il primo passo verso la politica mezzi di comunicazione fra i movimenti sociali
E l'americano medio l'americano qualunque così difendersi dalla cultura antifasciste italiana e lì Saria ermetica amata ma che non ci aveva aiutato
Ecco ricordo questo pezzo di libro di Ingrao perché io credo che qui si ritrovano le radici di alcuni elementi fondanti del comunismo italiano
Ed è questo poi il filo rosso del libro Di Pietro il rapporto stretto fra politica arte e cultura
è questo che ha fatto stili che Pietro non abbia mai parlato in politichese io mi ricordo come anche persino nel momento drammatico dello scioglimento del partito al congresso
Dove era Bolognini autotreni 'sti fuori con quell'espressione straordinaria irridenti il nome umani per parlar degli animali del rapporto con la natura
Ecco anche questo suo non parlare in politichese deriva da questo e la sua attenzione per la democrazia come partecipazione come protagonismo delle masse
C'è una straordinario espressione nel libro a proposito lo ricordava anche D'Alema dello sciopero dei metalmeccanici del sessantanove la lotta lotta la battaglia per il contratto
Quando tu Pietro dice occorre la costruzione multipla ed articolata di una soggettività polimorfo insomma vale a dire l'attenzione alla differenza alla complessità della composizione sociale in questa fase storica connotati
Che sono stati molto importanti dell'inglese no
Io qui dello è stato detto dai dall'inizio sono qua in quanto una del tanti in gran piani doc uno dei tanti perché siamo stati tanti diciamo la verità
Che non fu qui dissento da Pietro non è vero Pietro che fu una frazione
Forse purtroppo eravamo una corrente di pensiero Pietro ricorda casa mia è una frase molto bella che dice su mia madre sotto lo sguardo protettore di quella sua madre mirabile
Parlavamo parlavamo
E non siamo mai stati organizzati che forse sbagliamo a me Messer lo tu stesso lo riconosci quando dice più avanti nel libro
Che forse avremmo tutto questo esserlo forse se avessimo reso più esplicito il nostro discorso più dipanato
Forse avremmo capitato capire anche che quel che ci premeva non era il meschino diritto al dissenso ma la rimessa in discussione della forma partito
Che avrebbe forse potuto dare se fatta per tempo linfa a strutture che apparivano già ossificato e negli anni Sessanta e che alla fine badate hanno finito per soffocare gli stessi tentativi di dirigente del Pci penso a lungo a Berlinguer ad altri
Di uscire dal legame stretto con l'Unione Sovietica
Una rimessa in discussione che allora avrebbe potuto essere tanto meno pericolosa per il partito perché esisteva ancora lucrano una cultura comune molto salda
E avrebbe consentito forse di rivisitare
Il rapporto del partito con la società dove si stavano muovendo altri soggetti nuovi e quel rapporto si stava incrinando
Avrebbe aiutato anche la vicenda del Manifesto avrebbe foto sei potuto essere diversa
Per tutti quanti e più utile per tutti nonché rimproveriamo Pietro di non avere di non essere usciti con noi io Terim proprio di più di non avere preso posizione nel novantuno nel novanta al momento dello scioglimento del partito ma allora come dire era naturale che andasse così noi fummo l'espressione di una estremismo in gara chi gli anni questo sul manifesto
E comunque assunto fu forte l'ispirazione comune che era cresciuta nel partito e che poi fu l'origine del Manifesto
Che fu non a caso un gruppo del sessantotto diverso dagli altri gruppi del sessantotto
Perché era appunto aveva quella radice e perché ha avuto come orientamento punto di riferimento spin mille stimolo come leader politico Pietro Ingrao ed insisto sulla parola politico
Per
Per cui distaccarmi a questo modo tuo schivo qualche volta persino civettuolo in cui parli di te stesso
E tratti questo tuo un ruolo nelle memorie sotto tono quasi a scansati alle due volti
A pensarti più per l'appunto come poeta che come leader politico che invece sei stato
E sei tuttora perché non è un caso che tu sia uno dei pochissimi che riesce ancora a parlare ai movimenti giovanili politici
E questo per una tua grande qualità che Toussaint quali ascoltare qualità ormai rarissima in epoca di televisione come sapete
Cosa è stato questo incredibile sbotta
Pietro ne parla di traverso accennando al dissenso forte che lo oppose a Giorgio Amendola
Io credo sia stato il tentativo più serio del pensiero comunista di fare i conti con il capitalismo nei suoi punti alti di individuarne le nuove moderne e contraddizioni e su queste più che su quelle antiche dell'Italietta rurale fare leva non per inseguire in mille rivoli ride indicativi ma per costruire un vero modello di sviluppo alternativo
Quante volte Pietro ti ricordi abbiamo detto questa parola in mille rivoli e invece il modello di sviluppo
Vale a dire la rottura con un'idea di un progresso lineare e quanto discutere in quegli anni settanta sessanta con l'intento di capire che la crisi italiana non era un anno maniglia separata
Ma era comprensibile soltanto nell'immesso con il neocapitalismo con il mondo con quello che tutto il mondo stava diventando
Per cui il compito nostro non era rendere solo l'Italia più normale ma agire su quel messo anche per risolverli i vecchi e specifici problemi italiani
Pietro ricorda nel libro L'impasto set su quel nostro dibattito
Ebbene una letteratura che allora in Italia circolava poco e tanto meno circolava nel PC è ancora così distante dalla sinistra europea e perciò dai revisionismi europei e americani
E penso alla New Left a Marcuse a serba Lea tutta anche tu uccisi nel libro che Pietro ricorda che ci dettero un contributo a capire
La crisi della democrazia rappresentativa che già si vedeva e che ci invitavano a definire e che aiutò poi
Non solo in grandissimo non solo a vedere in noti della democrazia in Occidente ma anche quelli
Sovietici
E infatti su questa vi sono si innestò forse timida partiva ma insomma certamente io credo la più avanzata critica al modello sovietico che ci sia sta sta nel PC
E che infarti questo problema del rapporto con l'Unione Sovietica una parte importante delle memorie di Pietro del libro Di Pietro
Fu una critica inadeguata
Ma certamente su un tentativo Massimo di uscire dallo stalinismo da sinistra
Sul sole il ritardo della critica è stato fatale fuori tempo massimo e ora francamente la denuncia dello stalinismo a tutto un altro segno questo è il tema amaro dell'ittero
Proprio
Cioè il tema dolente del libro ma Pietro e attento rifuggire dal l'annullamento dalla di macerie critica certo ma polemizza anche con una Unione Sovietica ridotta solo accumulate o con una rivoluzione del diciassette ridotta disastro mentre invece quel tentativo di un primo governo proletario del mondo
Fu quello che scritte che influenzò enormemente le vicende di tutto il Novecento italiano ed europeo prima come fattore trainante poi certo come invece esito tragico
Ecco questo fu l'undicesimo congresso del PC nel sessantasei di cui Pietro riporta nel libro lecco le mozioni le passioni e le sofferenze
Sono belle le pagine in cui parli di Celeste che era così contenta perché tutti applaudivano senza aver visto che non applaudiva nessuno alla presidenza e l'aura invece aveva capito
Bene fu un nodo quell'uno spartiacque quando Pietro pronunciò quelle fatidiche parole belle voglio rileggere perché Pietro disse sì solo sarei un sincero affetto accessi che il compagno lungo non mi ha persuaso rifiutando di introdurre nella vita del nostro partito
Il nuovo costume di una pubblicità del dibattito
Così che siano chiari a tutti i compagni non solo gli orientamenti e le decisioni che prevalgono i tutti impegna vale a dire a dispetto del centralismo democratico
Ma anche il processo dialettico di cui sono il risultato
L'ennesimo
E Pietro furono sconfitti nel partito e laddove Enza nel libro è molto forte
E però io mi domando e chiedo a voi sede ove avesse prevalso
Non sarebbe forse stato possibile evitare quella sconfitta così dura nel Paese voglio dire adesso la sconfitta delle idee e dei valori del Progetto dalla sinistra nella società
Perché badate la fragilità anche di questo governo che stiamo qui tutti a difendere
Sta nel fatto che dietro c'è una società in cui quei valori quel progetto quell'ente sono state sconfitte se anziché voglio dire operare sulle promesse mancate del centrosinistra avessimo messo in campo sia pure senza rotture il progetto alternativo più organico di lungo periodo
Con proprie coerenze interne vale a dire quel famoso modello di sviluppo di cui parlano
Vale a dire anche qui e questo fu il dissenso Point con Amendola invece di inseguire un'alleanza con i ceti medi di costruire di volta in volta su temi di volta in volta
Assunti e di cercare di costruire
Il famoso blocco storico di un cui non parliamo più e di cui cattolici erano tanta parte
E per finire domani Dida ci ha posto una domanda difficile ma una domanda sacrosante
E allora
Che cos'è il comunismo domani
Tanto più pesante perché come Pietro e tanti di noi continuano a volersi definire comunisti che cosa vuol dire
Di comunismo non è solo riconoscere che ci sono sfruttati e sfruttatori provare Pina per i miseri per questo ci sono le chiese
Non è solo critica al capitalismo ma è Teoria materialmente fondata delle forze e delle forme che ne rendono possibile il superamento pratico
Questo è il punto di supera Enza del libro Di Pietro che ha piena consapevolezza
Dell'impotenza e dell'inadeguatezza rispetto a questo compito e tuttavia sa che è un compito a cui non si può rinunciare una consapevolezza piena la valenza del libro e qui però lasciatemelo momento che intrecci le mie memorie che non sono solo memoria ma anche cronaca di un tempo attuale con cui con pietra abbiamo continuato a lavorare insieme
Si intrecciano con quelle di Pietro per sottolineare che quanto a Pietro illude nel suo libro
E invece un tratto un foltissimo stuttura della sua personalità della sua passione politica per il fare politica
Voglio solo citare a questo proposito un esperienza recente che abbiamo condiviso con alcuni che sono in questa sala
Come allentino per esempio quello della nuova serie de la Rivista del Manifesto che abbiamo pubblicato dal novantanove al due mila e quattro ed in cui Pietro questa volta era autorevole membro della redazione
A casa
Carletto
Non lo so vale a dire in quelle riunioni di redazione Filippo librone se lo ricorda il suo richiamarci continuo il sogno ambienti di Contino
Per direi a che serve fare una rivista pare un giornale se non si riesce a tradurle in un progetto politico concreto agibile
Se non si riesce ad individuare i soggetti antagonisti capire come si formano come si aggregano come possono diventare classe dirigente potenziale come è possibile fare tutte le potenzialità nuove che ci vengono nonostante tutto offerte per lo sviluppo storico di come e possibile sollecitare l'alternativa ebbene questa Pietro Pietro nonostante ogni tanto faccia finta di non esserlo più di essere uno svagato può Etta
è un cocciuto maledetto combattente che a questo ha continuato a richiamarci
Sempre attento a vedere doveva all'approdo a cui dovevamo andare e adesso una cosa su cui non sono proprio d'accordo il titolo di questo libro io penso che neppure Pietro sia d'accordo con questo titolo che probabilmente ha scelto lui
Il titolo che dice volevamo la luna no noi volevamo un processo che io credo che sarebbe stato ed era possibile e volevamo un approdo difficile ma non irrealistico
E io credo che tu lo abbia sempre saputo e lo sai anche USA certo avesse molto tardi per tutto ma non vorrei pensare che abbiamo combattuto per un'utopia impossibile e che la luna stanche su questa terra
Cercherò
Di contenere al massimo questo mio intervento per il modo che come da l'Assemblea chiede poi si possa ascoltare Pietro Ingrao
La
A un
Ma voi mi scuserete
Voi mi scuserete un oltre a valere almeno di dire alcune cose su questo riconosce Pietro Ingrao
La cui figura tutti noi siamo legati
E su cui abbiamo avuto tanto tempo per esercitarci ma su questo libro
La cosa che vorrei proporre
Oltre alla lettura e una lettura che non si limiti a leggere ciò che appare a prima vista solo come politica
E la legge invece cosa appare scavando nella politica
C'è c'è la scrittura di questo libro
Non è piacere parlarne non lo faccio naturalmente qui però bisognerebbe prendere
è una scrittura faceva riferimento anche Massimo questo
In cui si sente una propensione si può dire cinematografica
Un un lavoro di montaggio
Una costruzione
Perché si tratta di un libro di memorie
Dice Pietro una memoria dolce e dolorosa
Qual è la chiave politica di questa memoria dolce e dolorosa
A me verrebbe di cercarla nella straordinaria serenità che si ricava dalla lettura del libro straordinari
E il libro di un uomo che ha passato attraverso le tragedie del Novecento attraversate ne ha attraversate molte dirette e indirette
Scrive un libro di memoria trasmette serenità la serenità di una vigente pur attraversata dal dubbio
Dalle ansie
Da dove viene questa serenità io penso da un certo modo di concepire il rapporto tra la vita e la politica
Naturalmente Pietro un attentissimo a quella che i francesi chiamano la politica politici
Chi può incontrare in un giorno e chiederti cosa ha detto deputato di quel partito come si tende a reagire
Ma non fatevi prendere dalla superficie
In realtà quello che decide il rapporto con la vita io sono molto colpito dal rapporto tra la prima parte del libro è l'ultima non prendete l'impegno uno che aveva mai scarsa passione per la politica non è vero e la ricerca di un'altra politica
Questo libro si legge nella chiave del rapporto tra la terra
La terra degli altri la terra di provenienza e un prato un'isola da cui scompare un soldato tedesco
In questa liaison c'è una ricerca nuove dalla terra degli altri quella formula che qui Luciana Castellina ricordata del vivente non umano io non lo saprei leggere nelle forme che adesso capisco se non leggendo questo racconto Sulley Nola su Santa Maria Capua Vetere
Sui volti delle famiglie dei familiari e delle famiglie che incontrava per molti versi sembra persino ricordate un racconto da da Carlo Levi quel sono passati lunghi anni pieni di e di quello che si chiama la storia
Ed è una storia che ha sempre accanto l'isola cos'è l'isola
Da questo luogo di partenza che la terra c'è accanto lo senti moltissimo quando parla della famiglia quando parla di Laura quando parla dei figli dei figli
Un terreno che è tutto intrecciato alla politica ma che ha anche una sua autonomia che si riflette che vive in questa ricerca
Così io trovo un senso alla ridefinizione di ciò che viene chiamato comunismo
Naturalmente non me ne guarderei bene da ricavare da un libro una definizione di Pietro Ingrao ma rovescerei una formula famosa di un titolo di un libro di Galvano Della Volpe il comunismo della libertà e potrei dire che Pietro Ingrao ci propone con le sue memorie
Il comunista della libertà
Il titolo di prima della libertà comunista comunista della libertà
In questa libertà c'è un posto rilevante del dubbio
Io penso Pietro naturalmente può contraddirmi ma io penso che il dubbio
Che non te potenzia mai la Jihad è il prendere parte ad intervenire il dubbio e Ciocchetti immunizzare il fondamentalismo
Dalla a criticità
E che ciò che ti trattiene dall'abbandono anche quando le repliche della storia sembrano così dure da non potersi sottrarre perché il dubbio
Chi alimentato a chi ha costruito
La impagliato sempre eticamente non eri mai sicuro sebbene ti spenderli con quella forza forse
Forse aiutato Pietro un passaggio drammatico c'è qui un una una delle parti più belle secondo me del libro
Che è una narrazione di generazione
Ed è l'attraversamento di una generazione che si affaccia alla vita politica nel fascismo
Io vorrei ringraziare di questo Pietro perché almeno io finalmente ho capito una cosa
Sempre teso tra l'invettiva moralista di chi in qualche modo aveva partecipato quale che fosse o gli anni della partecipazione
E dall'altra parte la comprensione acritica di un percorso c'è in questo racconto io credo in soprattutto in questo incontrarsi dei giovani in questi luoghi dei giovani
La fondazione di una cultura e la storia di una generazione
Questo in ci sono delle figure che risaltano in questo quadro in maniera per me è rilevantissima Antonio Amendola prende una fisionomia del tutto particolare
Come interlocutore che fa ritornare un termine antico e purtroppo deposto nella politica il termine di maternità con questo bagaglio
Questa generazione Pietro Ingrao entrano nel PC è Pietro ci propone il grande tema il grande tema del pc degli anni cinquanta e sessanta
La formazione di un gruppo dirigente
Tema classico della politica
Che qui non vuol dire qualche unità vuol dire migliaia di quadro
Sono gli uomini e le donne che in quella resistenza che Pietro descrive tra Milano si sono formati poi hanno comunicato ad altre generazioni costruendo il partito nuovo di cui Togliatti è indubbiamente l'architrave politico
Ed è per questo io penso che il diverbio tra Ingrao e Togliatti è così importante cruciale e assicurano
Io dico una cosa di cui vi chiedo scusa perché e davvero un po'osé
Ma
Perché Ingrao litiga così se ci intendiamo su litiga con Togliatti perché
Voi sapete che ci sono molti teologi che dicono
Che solo chi crede inviati io litiga con Dio e solo chi litiga con Di io credo in Dio
Adesso non esagero sul G8 gli atti ma come interprete di quel partito Tor Ingrao litiga col Partito comunista di quel tempo litigando con ingrato
E lunga lei è il primo elemento di crisi e che il fatto che la crisi non venga esposta in maniera clamorosa ma venga vissuta dentro è un deposito importante io penso lo porterà all'undicesimo congresso Massimo secondo me lì finisce l'undicesimo congresso
La soluzione del problema possibile dell'uscita da sinistra corpicini dallo stalinismo
No finisce il tema dell'uscita da sinistra dello stalinismo
Finisce sconfitto l'ultimo grande tentativo di popolo l'uscita da sinistra a tutto il partito comunista dallo stalinismo la sconfitta di Gaudí cedono invece e secondo secondo me questo ma diversamente da D'Alema io penso che non finisce questa ricerca
Solo che si deposita altrove per altrove non voglio dire senza il Partito comunista
Ma con un paio Valente spostamento del baricentro e Pietro Ingrao lo individua seppure indirettamente
I metalmeccanici lo dico sempre rozzamente prendono il posto del PC
I metalmeccanici cioè s'nostrano che uno spostamento del baricentro del declinare il tema del comunismo il tema del comunismo dal sessantotto sessantanove non si declina più a partire dalla centralità del partito ma invece a partire dalle centralità delle masse e infatti Pietro scrive Massa e potere scrive cioè una ricerca che muove in
Che morì in violazione
Di un nuovo terreno di ricostruzione di cui per esempio la vicenda dei sindacati e dei consigli a tanta parte io vorrei ricordare in maniera un po'commossa il modo con cui Pietro Ingrao ricorda il rapporto con uno dei leader di questo sindacato dei consigli Emilio Pugno il capo storico della Camera del lavoro torinese
Operaio quadro intellettuale nella sua formazione a quel Pietro si rivolge
Come dire con un rispetto quasi e deferente ed era Pietro Ingrao che portava sulle spalle questa storia straordinaria di dire a vocazione di cultura politica di protagonismo perché lo fa provate a vedere il rapporto Togliatti pugno perché con Togliatti quella lite e con cui ho questa de Mita ammirazione perché individua lo spostamento del baricentro simbolicamente
L'operaio comune disse io lo stupendo rimasta diventa no il terreno di questa ricerca e di questa cultura il PC non ce la fa più a coglierlo per intero perché appunto si è interrotta all'undicesimo congresso secondo me una traiettoria ed è una ricerca del mondo
Che non è solo il campo dell'Unione Sovietica ma è davvero il mondo
E io qui dovendosi chiudere
Appunto dare la parola Pietro
Come dire che da dove si capisce l'intensità di questo rapporto col mondo e proprio dove finisce il libro anch'io non non ricordo le consigliati da tutti
Sul uccisione di Moro come elemento conclusivo di un ciclo
Ma cosa dice Pietro Ingrao di questa conclusione
Dice dove siamo finiti
Dove finisce
Nel fallimento dell'intesa con la DC
E nella cottura con l'URSS e del Lux
Perché finisce dice Pietro se non cito male eravamo forti in Italia
A Chiusi l'Italia
E così abbiamo subito una sconfitta
Ma di nuoto e questo è secondo bella lezione gramsciana che vive in tutto il pensiero e l'azione di rinviato
Dopo la sconfitta si riprende
Dopo accolto ne comincia un altro
Da dove si ricomincia
Io vorrei ricordare
Che il capitolo su Aldo Moro
Sì conclude con una cosa che Pietro Ingrao dice che io condivido intensamente dice quando e dove si ricomincia
Dice si ricomincia nel nuovo secolo
Il riferimento è evidente
Si ricomincia dei movimenti che hanno messo sotto critica la globalizzazione capitalistica si comincia ancora una volta da un soggetto che in maniera spugna incompleta contraddittoria si affaccia con questa capacità critica
Perché appunto io non so rispondere compiutamente alla domanda
Cos'è il comunismo ma di fronte al fallimento del comunismo fatto sì Stato
Io penso che il comunismo finiva sempre quando esiste uno professione esiste una coscienza soggettiva di quella oppressione e siccome questa coscienza si è messa in moto io penso che la ragione di un'esistenza sia una regione che si rinnova certo
Il comunismo che di cui parliamo è senza l'URSS e senza il PC e a uno ti verrebbe da dire ma allora tu di cosa parli
Parlo di un comunismo e ho finito che ha un rapporto davvero con la civiltà
Io trovo non casuale la chiusura del libro di Ingrao
Pietro Ingrao conclude con un ricordo di una l'IPO di Nuto Revelli
Il disperso di Marburg
Come sapete la storia di un soldato tedesco
Che ogni giorno poco dopo l'alba esce a cavallo
Da una caserma vicino a potesse e solo si inoltra per i prati scende da cavallo si distende sui prati lascia pascolare Cavallo e poi ritorna in caserma un giorno non tornerà più
Ma nessuno sa dove il soldato di Marco
Si sa che è morto forse che è scomparso e Pietro dice qui c'è una domanda questa domanda secondo me ha a che fare con il capo con il comunismo della liberazione da dove viene il nemico
Il nemico tour dell'umanità della persona chi ieri il nemico appunto quel quel soldato quel soldato senza volto perché dice Pietro Ingrao nella guerra ognuno perde il suo molto ma allora Pietro io vorrei darti
Un elemento rassicurante
Con un'altra citazione di Nuto Revelli
Tratta dal mondo dei vinti
Lì c'è un contadino che il volto c'era e anche un nome si chiama Pasquale Apogeo
Nuto Revelli e l'aveva intervistato perché era un soldato della prima guerra mondiale
E gli ha chiesto ma tu quanti ne hai uccisi
E lui dice io
Io non ha mai sparato
Perché sparare
Chi è il l'occasione quello cioè il mio amico io non la conosco
Perché Marcel lungo perché ammazzarlo
E la lezione della non violenza e io Pietro ricominciare da qua
Ma attore
Fa
Sul
Mozione
Per le cose che sono state dette sul
Gallura
L'attenzione cioè ma perché
Locale segna tredici
Città tra
Cui
Cui
Va bene
è molto vicino
Molto vicino
Tecnici
Tale fedeli
Vigente su cui ci sono tengo io
Dicevo
State toccate in termini
Toccanti
Su cui
Bah insomma
Da vecchietto vorrebbero abolire dire
Rispettate ci pensa un po'Chocola e poi ci rivediamo un'altra sede qui dentro
L'okay D'Alema agire al mondo lo vediamo tutti Bertinotti e addirittura Presidente della Camera e Luciana poiché la ferma nessuno va bene
E quindi va be'adesso stiamo in questo spazio e anche nella
Pochezza delle cose che io posso dire anche per l'emozione che che ho provato ascoltando
Le cose che sono state dette
Nonostante questo io non riesco nonostante
Che ci siano state apportate molte elementi di analisi eccetera eccetera
No rosse nuovo di quel generazione
In un giorno solo io ne
Che assieme per un po'paura
Di non aver detto tutto e tutta la verità
E di non essere di non essersi spiegato abbastanza
Abbastanza
Forse perché beh
O in ogni modo di non riuscire a rendere io ho paura ancora stasera adesso che parlo a voi i non riuscire a riprendere
Il cataclisma
Va be'tantissimi di voi non di governo gli anni miei che ce n'ho tanti tanti tanti ma insomma erano parenti ma ci sono anche molti di più
Io
è un po'difficile
Dare una nozione chiara direi sensibile
Della dimensione
Della portata della vicenda in cui siamo passati
Noi non solo io ma tanti altri
Perché
Beh questo secolo
Che si è che abbiamo alle nostre spalle il Novecento
Eurogruppo ricordare perché questo non è dimenticato è stato un cieco terribile
Ripete
è un secolo che
Comincia già con una guerra mondiale mondiali
Che dura tre anni
Vissuta in quel modo che voi ricordate
Nelle trincee
Limita passata attraverso devastazioni Hilti terre dei luoghi anche di città
Che scavalcava già i fronti e che poi è stata distribuita
Dalla strage dalla grande strage
Dico io
Quella che esplode nel cuore degli anni Trenta
E e che
Mi costringe
Mi prende per i capelli
E mi fa cambiare rotta
Chissà se io riesco anche in questo libro riesco arrendere
Quella quello che quelli che sono stati anni per me e per altri della mia età della mia generazione proceduto un po'più tardi forse non molto non molto ma zona vicino acque a quei tempi
Entrare in questo scontro politico in una battaglia politica
Io allora ero innamorata del cinema lo sapete io volevo fare il cinema dovrà voce perenne e così via
E contemporaneamente però ero sottoposto a un assillo a un assedio tenace di un un compagno che io ricorderò sempre che era Antonio Amendola
Ma ce n'erano anche altri Bruno Sanguinetti i nomi
Che sono ricordati nel libro
Che mi incalzavano
Sulla vicenda politica
Che fine
C'è il fascismo
Lo vedi
Sta venendo avanti Hitler
C'è stato l'Anschluss
L'altro è stata occupata Ettore
Che fai
Perché non reagisce
Perché non ti muovi
Perché non così quindi
Perché Nuti Carli
Nella vicenda politica
E
La storia di molti di noi per esempio di questo gruppo romano ma anche di altri milanesi eccetera di intellettuali come noi sta quando noi cambiamo l'idea del secolo io questo non lo ricordo nitidamente
Perché
Seguivo partecipavo discutevo con Amendola o comunque all'IMI o con Alicata parlavamo girati politica e così via però io ancora fino a quell'estate per trentasei
Avevo in mente di fare dei film
Quello che mi piaceva
A adoravo Chaplin e potere fare dei film
Delle opere filmiche mi appassionava quel mezzo che era per noi il nuovo mezzo era collegato anche alla comparsa sulla scena straripante dall'America e così via
E quindi il resistenza a questi compagni in più avanzati
Che assemblavano e che addirittura organizzavano poi dette gli appuntamenti di ricerca fecero una specie di seminario pensate
In un'estate tra le montagne delle Dolomiti
Con tutto un ordine di ragionamento e di analisi della vicenda sociale e politica che oramai sistemare imparava nel secolo
Forse
Certe cose che qui sono state dette molto evidentemente già che io un po'ricorderò sarebbero ancora più chiara parecchi di voi se
Il retroterra olio i i primi anni Trenta prima ancora del trentasei fossero conosciuti e chiari a
Parecchi anche anche di voi
E che cosa è stata
Irruzione sulla scena
Di quell'evento che si chiamava Hitler e il nazismo
E che si sommò alla vicenda alla vicenda di Muccioli
Poi c'è Chris tour
L'avete visto anche voi dove è arrivato Hitler
Guardate che dopo si arriva ai forni crematori
Va bene a a marzo all'inaudito
Al mai pensato dalla gente gente
Umana ecco noi a metà di quel decennio
Cominciamo ad avvertire che viene
Il nubifragio la tempesta
Che travolge tutto e che ci
Per forza nella mischia Isolde questo l'ho detto nel libro ciò proprio un ricordo nitido di una data che la data mi pare del diciassette
Che erano imbarcati Franco nella Spagna e immediatamente può le truppe fasciste e poi le truppe di Hitler
E allora noi abbiamo sotto gli occhi io me lo ricordo
La rappresentazione
Della nuova storia che stava precipitando
Tant'è vero che tutti ci chiedemmo tanti di noi si chiesero se non bisognava partire dalla Spagna per la Spagna
E la risposta che venne dal partito cui invece no dovete rimanere qui perché se a Roma perché il servizio di più in Italia
E a Roma
E si apre quindi Pernorio un secolo
Che è stato diciamo così che ha investito le domande più profonde
Che sei tu
Che cosa del signor Romano
Chi è il proprietario
Che tiene nelle mani le redini del produrre
Del pane e del formaggio
E che cosa è la politica
E dove come la si può condurre
Qui
Diciamo così
Procede
La nostra esperienza nella nostra maturazione
Perché noi siamo incalzati da queste domande e dagli eventi che ha
Incontrarono queste domande in un modo in un modo che non può come raccontare a voi cosa oppure lo sbarco fulminante di Hitler
Nella Francia Belgio Olanda Francia e tutto occupato di col e Mussolini
Che si accoda
Ecco allora
La parola politica e l'esperienza politica diventa un'altra cosa
E lì noi incontriamo
Il soggetto comunista
Cioè grande soggetto
Che era sordo alla fine del ventennio di inizio secolo
The aveva avuto quella vittoria straordinaria che aveva cambiato Agostino del mondo
E avete gettato le basi
Di quella che si chiama poi la politica
Dei gioielli
Ecco
L'urto prese subito questa dimensione
E noi fummo molto aiutati in modo anche molto sommario ma dalla da dai dai Chiorazzi
Marx
La spiegazione di classe
La lettura di classe degli aventi e e degli scontri sociali
E qui vado verso la fine
Cominciata
La vicenda la tragedia hanno io dico la tragedia anche badate
Perché comincia
Per noi
Il grande interrogativo terribile
Che riguarda l'Unione Sovietica
Socialismo incarnato leninismo incarnato simbolo e guida nostra
Come dire
Di cui presto veniamo scoprendo i crimini e le
E il sangue e e le vittime in un modo che ci sconvolge registravo il più Togliatti in fondo sta zitto per un anno intero
Prima di pronunciarsi sull'evento
Prima di pronunciarsi sull'evento sull'evento che si è compiuto e comincia orienti
Il grande duello
Per sapere sei sorge
Topolino tipo rivoluzionario solo tolleri tra quelle mura moscovite
Riesce a reggere l'otto con il capitalismo armato il trionfante Hitler
Oppure se come sembrava che stesse per avvennero a Stalingrado viene la sconfitta la rovina e la vittoria
Del terribile dittatore del nazismo
Peccato che io non sappia scrivere bene
Perché perché guardate che rappresentare beni questo salto
Di lettura del mondo ma è una cosa straordinaria anche
Sconvolgente
E Avellino voi abbiamo chiaro a posto
E ci sono lì subito già Auschwitz i forni crematori
Quindi si sa che si va a finire a quelle cose a quegli stessi figli e contemporaneamente
Le forze di opposizione che sorgono in Occidente si sente che non che non bastano
C'è la grande speranza mai abbandonata dell'Unione Sovietica ma poi viene
L'invasione di Hitler
Che prima aveva stretto il patto
E l'attacco che porta subito
Innanzi istinto
Alle porte di Mosca
E presto in tutta l'area orientale e che ci giungerà fino a ad Odessa
Adesso io non so se vi è un po'più chiaro perché io poi ho o dei gruppi su come racconto queste cose perché circa cerchiamo di misurare la dimensione di questi eventi che qui ho ricordato con alcune parole povere e che e come emerge
Straordinariamente
La posta terribile che è in gioco
Beh c'è la risposta che parte prima di tutto dall'Unione Sovietica e poi di larga
C'è anche l'avanzata la ripresa la riscossa degli angolo a a americani
Comincia la sensazione che non è vero che Hitler ha vinto
Che ancora
La lotta è possibile la porta è aperta
Ed infatti
Accadono del delle invenzioni straordinarie come è stata la guerra partigiana nel nostro Paese
Lasciatemi dire che
Io provo
Domando certa sottile seguono collera
Un po'ti il gusto
Quando vedo in questi giorni parlare
Sul certi giornali e da certi giornalisti in quel modo della Resistenza italiana e della lotta di liberazione che cioè
Davvero davvero cui
Io mi
Mi sento di chiedere che queste
Cose che sta ferma azione di questo drammatico che ha espresso non non compaia solo in queste sale
Ma in altre che sono più in alto
E forse tacciono troppo rispetto a quello che è in gioco
Ma Ingo alla conclusione
Alla fine
Noi ridiamo i nazisti
Sono sconfitti
E questo è qualcosa che bisogna tenere vivo nel patrimonio di questo Paese anche qui con molto più ardore con molto più rigore
Süss se non voglio dire la solita cosa delle scuole ma con
Anche una severità
Più forte
Sorge però ecco
Se la mia conclusione e io spero che si senta in questo libro
Dentro
La grande
Domanda
A che punto siamo
Dove andiamo
Perché
Finita la guerra
Finita la guerra
Presto non è cominciato un altra
Noi siamo riuniti qui dentro
Ma ci sono zone fasce di questo pianeta che bruciano
Che sono
Dove si muore
Ogni giorno
Dove la devastazione
Beh non è non è racconta
E dove
Unitaria che pure c'è passato per me la testa
Che era
La speranza
Di una condizione di pace sembra completamente cancellata
E non più
Sul campo
In questo senso
Ma lo dico con molta
Misura permettete Trinity mi umiltà
Ai nostri amici che stanno qui
Le borse
A me piacerebbe un porti più che in quelle aule
Dove voi vi trovate
A lavorare
Si parla si è un po'di più
Di questi eventi epocali
E perciò che significa
Questo ritorno della guerra
Su questa scala corresponsabilità multiple e su una dimensione che a me fra ogni giorno più pop
Dove
Dove
Come sedici mettiamo
Direbbe il nostro pane quotidiano
Questa domanda
Ancora una guerra
Ancora
Giusto una strada che possiamo percorrere
E quella parola
Breve
Un po'roboante anch'quella parola pace
Assenso ancora per noi oppure non più
è cancellata
E siamo ad un'altra epocale
Io credo che
Questi sono le questioni
Su cui dovremmo chiamare di più gli italiani
A
A ragionare a riflettere e a discutere
Io non mi nascondo che in questo libro mio
Beh io mi unisco con Moro
Non può perché certe macchie il chiusura d epoca
Né una chiusura giudizi vicenda vicenda italiana
Ma anche perché
Beh
Io scendo per dopo comincia
E qui vive prevederle siamo d'accordo
Un'altra epoca
Un altro periodo
L'accettiamo di questo
Oppure
Deve essere lanciato un grido d'allarme
E deve essere
Scatenata una campagna
Ebbene essere posto nella vita dei di ogni persona la domanda
Si può continuare
Così sparando come si sta sparando si può accettare
Che la parola patisce
E anche quell'altra parola la parola disarmo
Conoscete voi qualcuno
Ottanta pioppo occhi
Che pronunciano oggi
Queste parole pace
Disarmo
Dinanzi al Paese e rivolgendoci al Paese
Dire che stiamo siamo a un tornante
E dobbiamo fare i conti qui con dei processi che sono politici ma sono anche ridi ridi
Biglietti Comana
Io li li chiamo così e dobbiamo decidere
Se la guerra preventiva e non solo quella preventiva
Zo
A guerra continua
Diceva quel tale e ancora Astaldi in quelle terre e si svolge giorno per giorno e cadono e cadono in un modo bestiale e selvaggio
L'uomo di oggi
I nostri amici
Di noi che siamo in questa sala le forze di sinistra
E i soggetti
Che hanno nelle mani le chiavi del potere sentono oggi
E cioè che questa parola pace
Messa in discussione nel profondo
Ce ne sono poche va dato io ho finito davvero
Che l'hanno bandita che la mantengono da parte che la considerano da da rigettare
E ce ne sono tanti che al contrario praticano la guerra com'piume non so Jacks
Con più o meno ricco ore ma pratica no la guerra ogni giorno
E noi stessi tornando stasera accenderemo il televisore
Sentiremo il telegiornale
E vedremo sciocco il quadrato ancora una volta i morti le vittime gli spari come ieri come l'altro ieri come i mesi fa e non sappiamo ancora fino a quando
Grazie