L'Italia e la crisi. Occupazione, diritti, welfare: le nuove sfide dell'uguaglianza. Intervento conclusivo di Guglielmo Epifani

Credo
Che abbiamo fatto una discussione molto molto seria
Sono intervenuti moltissimi tra compagne e compagni
Abbiamo
Invitato e ascoltato molti gli ospiti a partire dai segretari generali implicito quella che ringrazio
Per la disponibilità che è stata accolta
E per la franchezza con le quali hanno esposto le cose che avevano da dirci
Vi voglio anche dire
Avendo ascoltato bene quasi tutti gli interventi
Che ho trovato
Che nelle linee di fondo della relazione che ho presentato alla nostra Assemblea
Di aver trovato una sostanziale adesione di fondo da parte di tutta la nostra organizzazione
E questo credo che sia importante per un motivo
Perché al cuore della relazione
C'era il tentativo
Di riannodare i fili di un discorso programmatico
Che partisse da un'idea forte
Che ha fatto la storia del movimento sindacale del
Movimento dei lavoratori come la parola
Uguaglianza
L'idea di ripartire da questo termine vi confesso
Una scimmia nata proprio riflettendo sulla
L'Assemblea di programma di venti anni fa
Quella che dette vita poi alla nostra idea di sindacato dei diritti
Perché in quella Chianciano del tempo
Noi con quella scelta facemmo in realtà ai conti non solo con una definizione
Ma sostanzialmente con la rimessa in campo di una diversa soggettività da rappresentate
Ho detto nella relazione il ritorno a un'idea del rapporto tra i diritti e la persona
Per la verità Bruno non uso questo termine personale
Il termine che usava continuamente era il termine soggette
Che lui declinava al plurale i soggetti
E declinava al singolare
Voleva dire cioè in sostanza che esiste
Un problema
Di nucleo fondamentale di diritti che appartengono all'individuo
Che nella riformulazione
Di un'idea alta e nuova e moderna vi confederali ca non può che essere assunta come riferimento progettuale di fondo
Ricordo di quella discussione doppio Chianciano
E anche prima molte sedi e discussioni nel gruppo dirigente di allora della CGIL
Perché in realtà
Parlare di diritti e di persone non risolveva da solo tutti i problemi che si ponevano già al tema
Ricordo che in modo particolare già allora sostegni il bisogno di a vere
Una chiave di lettura per separare
Quello che fonda esattamente un diritto
Da quello che fonda semplicemente un interessa
Questa discussione che sembra semplice realtà e complessa
E basta vederlo dal fatto che se parli con chiunque chiunque portato a dire questo è un mio diritto
In realtà se vai a vedere
Spesso usa la parola diritto al posto della parola interessa
Perché non tutti gli interessi fondano un diritto
Perché quello che fonda il diritto esattamente
Un'idea
Di una reciprocità e di universalità di questo diritto e questo
Che fonda le esistenza di un diritto anche individuale quando tu lo puoi spendere permette e per l'altro
Senza
Che venga svilito attraverso una raffigurazione che talvolta è grottesca della sfera dell'interesse con la sfera del diritto
E già allora si pose il problema che poi ha attraversato la nostra discussione anche i problemi che abbiamo
Di come riusciamo a sistemare due problemi
Se ci sono
Ed è uno
Relativo al fatto che l'uguaglianza dei diritti
Può essere agita su tempi diversi
Di come si collega c'è un diritto vero del lavoratore di oggi con il diritto ovvero di un lavoratore di domani
Di come cioè la divisione temporale non annulla il riconoscimento del diritto dell'altro
E contemporaneamente al contrario
Di come sostenere una condizione una situazione in cui nella stessa unità di tempo o nella stessa
Unità di spazio un luogo di lavoro tu puoi vere persone che avrebbero
Titolo ha un diritto uguale e invece hanno
Diritti e riconoscimenti assolutamente disuguali
Se ci riflettete sta proprio al fondo di questo
Il grumo dei problemi che già allora dopo quella impostazione noi pone ed è quella che ci attraversa
Ed è quella che mi ha fatto riconsiderare ripartire dalla questione dell'uguaglianza perché diritto richiama la parola uguaglianza non può essere che così
E una volta assunto che la persona l'individuo il soggetto nei titolare l'uguaglianza dei diritti fondamentali e quello che deve guidare la nostra azione e la nostra logica di sindacato confederale
E c'era una seconda considerazione che mi ha portato a lavorare in questa direzione
L'ho detto relazione la considerazione in ragione della quale
Attorno alla disuguaglianza negli anni del liberismo sfrenato e cresciuta una dottrina e un'ideologia
Quando la destra americana quando il mondo dei banchieri e finanzieri quelli che ci hanno portato a questa rovina
Teorizzava no
Che si poteva crescere solo perché la disuguaglianza era in campo e più si era diseguali e più il mondo sarebbe cresciuto
C'era dentro un'idea per noi sopportabile e già allora
Cioè l'idea che se vuoi svilupparsi tu devi essere sempre più disuguali e la sconnessione tra il principio di uguaglianza
E il principio della crescita dello sviluppo e di quello che avviene
La separazione tra la fissità di un principio di un valore morale
E i comportamenti concreti che poi presi debbano
Le politiche economiche una idea di regolamentazione dei mercati senza alcuna istituto di controllo
Ed era anche per noi la sfida più difficile
Perché accedere anche parzialmente a questa idea
Voleva dire
Riflettiamoci assieme far saltare quell'idea alta di universalità dei diritti in quella logica in quella dottrina in quella pratica non c'era spazio per una sfera
Di diritti universali non a caso
Ci sarebbe stato spazio unicamente
Per la sfera degli interessi individuali e costruendo questo paradigma ideologico si arrivava ovviamente
Al primato del consumatore sul produttore allo svilimento del ruolo e della dignità del lavoratore inteso soltanto come emerge e mai come fine all'assoluta indifferente
Alle condizioni alle quali dentro le quali
Il lavoratore chi lavorava aveva diritti fondamentale
In ragione di questo
Quando
Qualche commentatore ha detto parola vecchia parola desueta quella dell'uguaglianza
Ho pensato tra me e me
Quale potesse essere invece il segno di modernità di altre parole
O di altri fa
Perché in quel modello
Quello della cultura i dell'ideologia liberista
Finivano per assumere un contorno sempre più importante delle parole dei riferimenti dei fatti che con la modernità non hanno nulla a che fare
Quando si parla di carità e filantropia
E non di diritti sociali e non di welfare universale
Di quale modernità si parla si è l'origine della costruzione delle risposte ai bisogni delle persone già nel Settecento teorizzava no
Il ricorso alla filantropia e alla carità
Era ed è un termine moderno
O ci riporta esattamente indietro quando le conquiste del Welfare e della cittadinanza non c'erano per nessuno
E che idea di modernità accetto
In una globalizzazione nella quale non fa i conti col divieto di organizzare rappresentare liberamente i lavoratori in un Paese in un'azienda un settore
Non nasce forse così
Con l'assenza di libertà nei luoghi di lavoro non solo la rivoluzione industriale ma quel processo di liberazione dal lavoro nel lavoro
Che ci ha portato poi alle conquiste di questi secoli e si può spacciare per futuro quello
Che abbiamo alle nostre spalle
E che ha segnato la condizione di miseria di sfruttamento di schiavitù
Di milioni e milioni di persone nel
Nel passato
E ancora
Che è modernità c'è
Nell'accettare
Guardando dall'altra parte chiudendo gli occhi non vedendo non ascoltando
La condizione di schiavitù di milioni di essere umano al tempo di oggi riproporre quello come modello di una modernità mi ripugna
Un meglio avrebbero impugnato la coscienza civile di ogni persona democratica e di ogni persona con la coscienza
Apposta
Il che è modernità c'è
Nella legge
Che non solo respinge i migranti
Ma che vuole regolarizzare soltanto una parte di coloro che hanno diritto ad essere
Regolamentate
Nel nome del fatto che fanno un lavoro del quale c'è più bisogno di altro questa non è un'idea moderna
Questa è un'idea corporativa della dignità e del rispetto delle persone e un'idea che fa della legge quando non è una legge giusta una legge profondamente iniquo
O ancora
Che è modernità c'è nell'impianto corporativo del Libro bianco
Che ci riporta
Questo sia decenni passati a dottrine passato
Tanto è vero che spesso chiedendomi perché noi chiamiamo quel modello neo corporativo mi sono convinto che meglio togliere il termine neo
E lasciare unicamente l'aggettivo corporative
Naturalmente
Dire queste cose anche
Provare a rimettere le questioni per come sono
E se usate abbiamo usato il termine di sfide perché
Quello che a noi sembra
Semplice ovvio giusto
Non lo è pertanto
Quasi che l'ideologia di questi anni abbia pervaso molto in profondità
Paesi condizioni coscienza
Soggettività idee
Talvolta anche passioni politiche
Io sono molto d'accordo con chi ha detto questa tribuna dobbiamo sempre stare attenti attenere una coerenza forte tra il dire e il fare
Se c'è però un terreno
Che ci deve impegnare di più e non a caso l'ho chiamata la sfida più difficile
Per ricongiungere il dire e il fare e proprio il terreno è la condizione dei migranti
E perché
Perché mentre qui tra di noi in questa Assemblea o in altre Assemblee uguali non c'è il tema come queste
Che è in grado
Di scaldare la cuore la mente la passione
Di tante persone del nostro quadro del nostro Gruppo dirigente io so bene
Che se questa fosse un'Assemblea di lavoratori non troveremmo
La stessa passione e lo stesso entusiasmo e allora c'è un problema
Ed è quello che ci deve riguardare prima ancora
Di quello che ci dicono come la mettete
Con quei lavoratori che sono in CGIL votano lega il problema che mi interessa ancor prima di questo è un altro
Come ha riconquistato quei lavoratori che sono iscritti alla CGIL hanno sintonia profonda non imposta
Condivisa
Con quello che pensa il gruppo dirigente della CGIL
Quei sta il problema che abbiamo
Qui non dobbiamo
Inventarci cose dobbiamo forse fare una cosa che
Anticamente
Facevamo
Il gusto della battaglia politica il gusto dalla discussione politica lo stare in mezzo ai lavoratori non rassegnarsi se si sono altre opinioni a considerarli comunque opinioni ma battersi per conquistarle
A quello
Che i valori programmi le scelte della nostra organizzazione si propone
Così come
Non c'è dubbio che la crisi ci proponga problemi in gran parte inediti
Sul modello produttivo sui rischi occupazionali su dove andrà il Paese su quali politiche economiche c'è bisogno da fare
E devo dire che resta ovviamente stucchevole la discussione se la crisi è finita o meno
Perché quello che abbiamo chiaro comunque per questa che è la crisi più grave che il nostro Paese d'Europa il mondo attraversato da ottant'anni a questa parte non passerà da un giorno all'altro
E se fosse vero
Come pure possibile
Come ho detto ieri che per ritornare al reddito prodotto in Italia nel due mila sette bisognerà aspettare il due mila quattordici al due mila e quindici io vorrei che
Che cosa questo significa sia chiaro a tutti
E vorrei
Ma con forza dirlo soprattutto al Governo
Che la smetta di fare ottimismo perché qui non è se ne usciamo a gennaio non usciamo a dicembre ma che per quattro o cinque anni
Questa condizione pesantemente interverrà
Interverrà il richiederà
Un progetto
All'altezza del problema e una politica di coesione sociale che tenga insieme quella parte del Paese che in questa riduzione del reddito paga i prezzi più alto
Perché avere ottanta miliardi in meno di reddito prodotto vuol dire tante cose ma per noi ne vuol dire una soprattutto
Avere tanti occupati in meno
Tante persone senza lavoro e senza prospettiva di lavoro e tante ipotesi di taglio alle reti pubbliche alle reti sociali
Delle quali in realtà hanno un possiamo fare a meno in un modello di sviluppo che non potrà essere quello che abbiamo alle spalle
Ma non c'è solo questo
E che avere di fronte a noi
Un numero di anni in cui bisogna risalire dal reddito che si è bruciato
Vuol dire fare i conti con qualcosa sul quale non tutti hanno riflettuto con l'attenzione
C'è differenza
Tra fare politiche redistributive quando il reddito sociale e quando il reddito deve ritornare a quello che era il due mila sette
Certo che c'è
Perché nel primo caso agli spazi per redistribuire se tu vuoi
Ma in ogni caso la distanza tra chi starà meglio chi sta peggio è una distanza comunque misurabile e sul fronte sociale di chi sta peggio tale
Da definire
Un'invidia sociale nei confronti di coloro che approfittando stanno meglio
Ma quando devo distribuire sotto lo zero
Questo vuol dire una cosa precisa
Che seppur non file politiche redistributive nei confronti di coloro
Che dalla crisi escono peggio
Tu condanne migliaia e migliaia di persone a sopra
A suo a valicare la soglia della povertà e a vivere al di sotto della dignità minima consentita a un cittadino del nostro Paese a un cittadino degno di questo nome questa è la differenza ci vuole di più registri oneri non meno ci vuole più attenzione più Progetto nei confronti di questo processo di redistribuzione di un'autonomia del gambero di quella che puoi fare quando le cose vanno bene
Si vuole cioè
Una capacità esplicita di scegliere un campo
Fino a oggi il Governo ha fatto esattamente la scelta opposta
Ha scelto un altro
E con l'eccezione degli ammortizzatori sociali dei quali non poteva fare a meno
Ed è il quale ha utilizzato risorse che in realtà non erano del Governo
Su tutte le altre scelte il Governo ha scelto il campo di coloro che stanno meglio dei grandi patrimoni dei grandi
Bicchieri della grande impresa rispetto
Alla condizione del lavoro del pensionato del giovane e del disoccupato questore
è il vero problema
Dello scudo fiscale al di là o di ogni questione
Di merito di responsabilità e che ancora una volta senza che ce ne fosse bisogno
Perché non c'era scritto da nessuna parte
Che bisognava ripartire
Per riportare quei capitali tu dai una risposta alle grandi rendite alle grandi ricchezze e ti scordi ancora una volta
Di quella che insieme di persone oneste
Di contribuenti infedeli che sono i lavoratori dipendenti che sono i pensionati ai quali non dai nessuna risposta
Questo è il segno del modo con il quale affronti una cosa o affronti un'altra cosa
Così come
Mancante al Governo un project
Ma manca su tutto
Provo ad elencare alcune questioni
Io penso come pensa ormai quasi tutti i governi mondiali
Se la sfida del futuro si gioca sull'innovazione ambientale
Sulla sostenibilità del modello di sviluppo sulla possibilità di ridurre la dipendenza dal petrolio dagli idrocarburi dal nucleare da tutto ciò ecco coloro che crea condizioni invivibili per il mondo che verrà
Il nostro dove
A un progetto su questo
Può essere chiamato un Progetto la scelta di investire quelle risorse in quei tempi sulle centrali nucleari
Si può fare questa scelta oggi senza fare nessuna scelta sul risparmio energetico
Si può fare quella scelta senza investimenti nelle energie rinnovabili come stanno facendo tutti i Paesi europei
In Germania
Hanno calcolato che fra dieci anni
I lavoratori occupati letto nell'economia verde nella ricerca asso del mondo sostenibile avrà più occupati dei dipendenti dell'industria dell'altro
Quando arriverà a quel tempo come ci arriverà il nostro Paese senza brevetti senza innovazione senza capacità di Progetto
E ancora
In questa crisi
L'Africa rappresenta un'opportunità
Da qualche anno l'Africa ripreso camminare
Parliamo naturalmente di piccole cose del tutto incapaci di
Dare una risposta ai bisogni di reddito di sicurezza spesso di acqua di cibo di milioni gli africani che anche in ragione delle guerre continuo che si fanno non sono in condizione di aver assicurato niente
Malato e che il Mediterraneo sono una grande occasione a un progetto il nostro Paese
Di come ricostruire una filiera di politiche tra noi e il Mediterraneo quando lascia alla Francia Sarkozy dentro l'Europa il primato sull'Europa mediterranea
E si limita unicamente a un rapporto con la Libia e con Gheddafi che non è un rapporto con le politiche meridionali
Resta fuori dai grandi nodi a partire dall'eterna questione mediorientale tra Israele
E Palestina
E ancora
Che idea il nostro Governo sulle politiche industriali
Non sull'emergenza industria
Quando
Non riesce a risolvere nella sostanza un solo dei problemi che abbiamo aperti
Si chiami petrolchimico si chiami filiera della moda si chiama metalmeccanica si chiami auto si chiami qualsiasi cosa il Governo non è in grado di a vere e l'autorevolezza
Per imporre all'insieme delle imprese una scelta che abbia un carattere sociale
E non ha un'idea di come continuare sullo sviluppo del futuro
è stato detto da molti la Francia ha le sue idee
Modello tedesco si sta riorganizzando ex come sempre nella crisi il modello tedesco prepara lo sviluppo di dopo
Noi usciremo da questa crisi con un sistema manifatturiero più ristretto
Con i servizi collegati ancora più ristretti con un'occupazione industriale più bassa e temo con un valore prodotto più basso che nel passato
E temo che usciremo con un sistema manifatturiero tributario ancora di più dell'industria francese dell'industria tedesca
E ancora
Se la domanda internazionale l'anno
Cosa fa il Governo per sostenere i consumi interni
Non è sfuggito credo
A nessuno che il giorno dopo la presentazione del DPEF la Banca d'Italia ha fatto uscire la sua analisi sui dati della situazione economica italiana
E ha detto sostanzialmente quest'anno i consumi caleranno del due per cento
Sto parlando del due mila nove
Mi ha detto giustamente che la possibilità di riprendere primo poiché è legata come andranno i consumi interni e a come andrà il mercato del lavoro
Bene sui consumi interni il nostro è un Governo che non ha fatto assolutamente nulla
Al netto
Come ieri è stato detto e riconosciuto di quella cosa che riguarda
La sociale card
Nelle condizioni con le quali è stata data
E se posso dire
Nella cosa spiritosa che ha usato ieri Tremonti
A mio modo di vedere c'era
Quella parte almeno di quello
Che ha detto perse e per noi e poi dirò Bonanni sembrava un peccatore che aveva fatto una marachella e di fronte a noi in realtà finiva per ammettere
Così come
Non va bene
Che in un modello che nel futuro dovrà contare di più sulla rete interno si taglino risorse agli enti locali alla sanità alla formazione
E si tagliano risorse in maniera lineare indifferentemente
E si affronta il nodo di come qualificare la presenza di questi settori fondamentali per la cittadinanza e per lo sviluppo senza alcuna idea
Quante volte ci siamo detti che sanità scuola e istruzione università non sono soltanto luoghi dove si formi le persone curi le persone previene la condizione di salute delle persone
Ma sono anche grandi settori distesa di investimento di occupazione
Anche su questo niente
E ancora sul Mezzogiorno
Ha un'idea al Governo sul Mezzogiorno
Ci ha qualche tentativo di idee
Tolto quella di togliere le risorse che erano destinate al Mezzogiorno
E non basta dire se fosse per me vorrei
Una casa per il Mezzogiorno
Perché non è mai uno strumento un istituto che si risolve un problema complesso come questo
E la risposta sbagliata del Partito del Sud che abbiamo ascoltato in tanti e tanti interventi dei nostri compagni del Mezzogiorno e che è sacrosanta
Però cominciare le velare
La difficoltà e la comprensione di sentirsi tagliati fuori
Dalle scelte nazionali di questo Governo
Così però si corporativi Za l'esito della crisi il sì corporativi Za la condizione
Del Mezzogiorno
Questo per noi è inaccettabile
Non solo perché abbiamo sempre pensato che la condizione del Mezzogiorno e tutto una con la condizione del resto del Paese
Ma perché dobbiamo avere chiaro
Per ore per dopo che dalla crisi o esce
Un Paese unito oppure
Il Paese non uscirà dalla crisi non c'è possibilità di salvezza per qualcuno e possibilità di condanna soltanto per altri perché non funzionano così
Le economie in nessuna parte
Del mondo
E infine il fisco
Strumento principe della distribuzione pubblica
Anche su questi
Niente imbarazzo silenzi avete ragione ma
Non si può non ora una promessa di quando entreranno le risorse dell'evasione fiscale e dell'elusione fiscale non può funzionare così il fisco
E non può funzionare perché gli altri Paesi stanno facendo scelte diverse diverso
La Germania ha ridotto l'IVA
Su tutta una serie di prodotti di importazione per abbassare le tasse sul lavoro
Sarkozy si prepara a farlo un'operazione sull'imposizione indiretta per ridurre le tasse sul lavoro e non puoi dire a star così quello che possiamo dire al nostro Governo
Forse prima di pensare a un aumento dell'imposizione sull'IVA dovremmo pensare intervenire un po'sulle rendite e patrimoni perché mi fa
Già danni hanno matassa sui grandi patrimoni e sulle grandi rendite che rende quel sistema fiscale migliore del nostro
E fino a quando possiamo andare avanti con un peso del fisco sul lavoro sull'occupazione sulla produzione
Che rende i lavoratori italiani gli unici al mondo ad alimentare la fiscalità generale e più di qualsiasi altra fonte
E come si fa a non capire che sei poche risorse dei destini sono le aziende
Lei destina lavoro tono le vetrine ad altre norme destini e lavoratori dipendenti e pensionati il problema sociale dell'iniquità del prelievo fiscale diventerà esclusivo
In ragione di tutto questo l'autunno sarà un autunno difficili
Non c'è nessun rapporto nessuna simmetria
Tra il fatto che abbiamo toccato il fondo meno e si comincia a risalire e gli effetti sull'occupazione
Noi potremmo trovarci e già in parte lo avvertiamo
Nella condizione per la quale si riduce il montante delle ore di cassa integrazione e aumentano le persone licenziate o le persone che vanno in mobilità e se tu leggi solo i dati della cassa integrazione dice stiamo meglio
E poi
Non ti accorgi che almeno la cassa integrazione ditela teneva legato
Alla tua azienda e al futuro di quelle imprese ti dava una speranza e ti ritrovi senza lavoro
Il se sei giovani senza lavoro un cinquantenne senza lavoro nelle Marche nel Lazio nell'Umbria anche in Toscana non dico nel Mezzogiorno ovviamente ma anche nella Milano di oggi
Tu quel lavoro rapidamente non riesci a trovarlo
Lotto uno nostro sarà quindi un autunno in cui riprenderemo la nostra iniziativa la continueremo
Focalizzando la con grande chiarezza sul tre grandi obiettivi quelli che abbiamo discusso in questi giorni
La crisi l'occupazione la politica industriale
La crisi del Mezzogiorno
La politica fiscale la condizione dei lavoratori e degli anziani
Tre grandi questioni tre grandi questioni
Sulle quali
Daremo il segno della nostra iniziativa deciderà il comitato direttivo dei prossimi giorni
Un ragionamento sulle modalità le forme di questa nostra iniziative
Naturalmente spero che
Attorno a qualcuna di queste iniziative sia possibile
Costruirla unitariamente
Noi abbiamo problemi di una gestione unitaria anche della crisi in qualche parte del Paese
Ma i problemi più grossi li abbiamo a Roma li abbiamo a livello nazionale
In ragione di questo dobbiamo fare uno sforzo per vedere
Se mobilitazioni gazebo iniziative di protesta ferma civile ma forte per non lasciar sole le fabbriche che sono in crisi o lavoratori disoccupati o precari
Possono essere fatte unitariamente
Va da sé
Che se non sarà possibile di farlo unitariamente non per responsabilità nostra noi continueremo la nostra mobilitazione
Perché il segno della nostra mobilitazione nel segno della giustezza della nostra impostazione il nostro giudizio sulla crisi e sulla situazione che si propone
Così come affronteremo
La stagione della degli accordi contrattuali
Si avvicinano le scadenze come dicevo
Nella relazione
Abbiamo ascoltato segretari di categoria fornire quasi tutti il quadro della loro situazione dei problemi che ci sono
Uno sforzo serio
A provare a fare piattaforme contratti non tradendo il nostro no all'intesa separata che profondo che resta ed è un'intesa che non possiamo non solo condivido
Ma che dobbiamo far fallire perché quella intesa assegna un arretramento del potere dalla qualità della contrattazione
Il sapere che già si orienta no alcune scelte a partire da quello della categoria dei metalmeccanici
Io voglio dirlo qui conforto spero che chi riflette pensi e voglia
Lavorare o sta precostituendo le condizioni per un contratto separato nel settore dei meccanici che farebbe ancora una volta un errore tragico un errore profondo e non riesco a capire come
Le lezioni del passato ma anche del presente non servano mai di lezione per il futuro
La vicenda di Fincantieri che ho citato nella relazione e che poi in queste ore in questi giorni è diventata realtà
La dice lunga di come tu puoi provare a fare senza l'organizzazione più forte più rappresentativa presenta al voto dei lavoratori
Ma non puoi fare scomparire quella forza quella presenza quel ruolo e l'indispensabilità di quel ruolo puoi provare a farlo una volta ma poi sei costretto a fare marcia indietro
Meglio fare marcia indietro subito
E non esporsi a una prova
Che abbiamo già vissuto e che siamo lo dico con coerenza e con forza in grado di sostenere anche per il futuro perché la CGIL non lascerà mai la FIOM da sola
Di fronte a una vicenda che la vedesse
Dal contratto di categoria
Voglio
Abbiamo ascoltato gli interventi di
I segretari di CISL e UIL hanno detto la loro opinione
Con la franchezza
In modo particolare Bonanni approvato dire le cose su cui forse si può lavorare assieme
Ne ha fatto anche molto sorridere come ognuno di voi
Il modo con il quale l'incipit con cui Raffaele si è presentata questa tribune
Vengo da peccatore a peccatori
Devo dire
Che se avessi avuto possibilità
Di rispondere a questi incipit gli avrei chiesto una sola cosa
Qual è il peccato che tu pensi di aver commesso in questi mesi e in questa settimana
Perché per la verità ne troverei più di uno
Non so come chiamare
Ma c'è un comandamento che lo impedisce
Di dire
Per settimane e settimane riguardo Morena
Che
Non si poteva dire sì all'aumento di pensionamento di vecchiaia delle donne del pubblico impiego ma soltanto a cedere ha un'idea flessibile incentivata di allungamento dell'età
Dirlo per settimane e poi ieri dire al Governo che quella proposta va bene
Così come
Credo
Noi davvero
Un accordo senza CISL e UIL sulle regole non solo non lo avremmo fatto
Ma non ci saremmo mai pensati di poterlo fare perché manteniamo verso gli altri
Lo stesso grande rispetto
Che chiediamo verso di nuovo
E naturalmente penso anch'io che questa cesura del contratto di lavoro è una cesura molto pesante in ragione di questo
Da questo punto di vista non mi illudo
Le cose non si
Riprendono
In un giorno in un mese
La rottura può essere grave può aggravarsi se comportamenti conseguenti sono quelli
Linearmente prodotti da questa da questa divisione
Voglio anche dire però che così come non mi illudo
E chiedo nessuno dilungarsi
Perché
Abbiamo bisogno della dose di realismo necessaria per capire come stanno effettivamente le cose
Vorrei anche sforzarmi però di non rassegnata
E non perché
La razionalità una ragione mi dicono che ci sono possibilità per non rassegnarsi
Ma perché resto fedele ha un grande insegnamento
Che la CGIL suoi dirigenti che la fondarono ci hanno sempre trasmesso
La CGIL non può mai smarrire di idea di ricominciare a lavorare per L'Unità e proprio quando le cose sono più difficili
La CGIL questa attenzione non la deve mai lasciare non per domani magari non per dopodomani
Ma perché arriva un punto e un giorno in cui questa attenzione se abbiamo ragione non può che darci ragione anche su questo punto e perché sappiamo
Che alla lunga divisioni profonde e rendono ognuno più forte in sé e tutti i più deboli e soprattutto più deboli i lavoratori
E voglio anche dire che per fare questo lavoro avremmo bisogno
Di un accordo sulle regole di convivenza
Perché non c'è dubbio che se noi accettiamo il principio che abbiamo opinioni diverse le abbiamo su molte questioni su molte cose ci deve però restare in un punto di come amministriamo i dissensi che ci sono
Questa non è una questione antica questa una questione moderna e contemporanea
Se tu pensi una cosa e non un altro
Se tu pensi di aver ragione noi di aver ragione
Come esercitiamo la possibilità di dirimere questa questione
Senza a venire un fondamento di regole condivise tra noi
La rappresentatività e uno
Ma abbiamo bisogno del voto e della democrazia con i lavoratori perché quel voto e quella democrazia possono dare ragione a uno una volta e possono dare ragione all'altro un'altra volta
E ci rende tutti più uniti nei confronti di coloro che alla fine devono avvenire la responsabilità quando ci sono opinioni non condivise di scegliere per tutti
E credo che su questo possa maturare un possibilità di lavoro non mi illudo neanche su questo
In ragione di questo però voglio osservare che nelle ciclica di papà ridetto sedicesimo oltre al passo che richiamato in relazione quello cioè relativo al fatto
Che l'uomo
Fine non un mezzo del processo di produzione c'è un altro passo che mi ha molto colpito e mi ha molto positivamente sorpresa
Quando l'enciclica papale afferma
Che un sindacato di oggi deve sapere uscire dalle angustie del proprio corporativismo e del proprio categoria LIS
E deve sapere rappresentare iscritti e non iscritti
Se il Papa
Ci dice
C'è un problema
Che voi sindacati
Dovete difende nel vostro profilo di sindacato generale cioè quello di rappresentare
Quello che ha iscritto è anche quello che non hai scritto io non credo
Che sia andare oltre se ne traggo una sola conseguenza
Settore rappresenti tutti non puoi non dare
Una voce democratica a tutti perché se no
Finisci soltanto per rappresentare i suoi scritti
Infine
è evidente
Che abbiamo bisogno di far maturare le scelte
Riconferma di questa Assemblea
Ognuno di noi ha sempre l'ambizione che l'Assemblea che ha in mente
Sì è un'Assemblea importante destinata a lasciare un segno
Questa volta vorrei che fosse così
Non per me o il gruppo dirigente
Ma perché le cose che abbiamo riflettuto aziende che abbiamo discusso l'impianto di valori di programmi
A me sembra davvero un impianto che ci possa guidare nei prossimi anni
Soprattutto se
Facciamo lo sforzo
Di passare da un impianto generale alla coerenza quotidiana dei comportamenti delle scelte e delle questioni che abbiamo di fronte al nord
Se facciamo questo
Devo dire
Che siamo anche in condizione di fare nell'autunno tutte le cose che dobbiamo fare
Stare in campo continuare nelle nostre iniziative batterci con la forza l'autorevolezza la fiducia necessaria fare le nostre battaglie politiche e preparare svolgere il nostro congresso
In molti ne hanno parlato non ne voglio parlare se non per dire due cose abbiamo bisogno di un congresso che non sia chiuso su di noi perché non possiamo permettercelo
Il che non vuol dire un congresso che non ricerche non discuta un congresso che ricerche discuta ma non si chiuda perché se ci crediamo
Manchiamo
In una fase come questa a un dovere fondamentale che credo
Per un quadro un dirigente sindacale avvenga prima di ogni altra questione io rispetto a coloro che in questa crisi stanno peggio e ti chiedono quella parola quella fiducia quel gesto di speranza che molti a questa tribuna hanno detto
Così come credo testé dall'impianto generale che abbiamo discusso questo come è stato verificabile facilmente
Non ci sono impostazioni
Sostanzialmente alternative fermo restando che ognuno per sé farà le proprie scelte questo credo ci possa aiutare
Approvare a lavorare per un congresso che abbia un fondamento forte e chiaro di unità della nostra organizzazione