26 NOV 2015
intervista

L'Affaire eolico in Basilicata. Il caso Castelsaraceno - Un reportage di Maurizio Bolognetti

SERVIZIO | di Maurizio Bolognetti - Castelsaraceno - 00:00 Durata: 28 min 48 sec
A cura di Fabio Arena
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Il 21 novembre, in contrada Fusci di Castelsaraceno, per la seconda volta in meno di due anni, un generatore eolico industriale della potenza di 100 KW, di proprietà della ditta Tummiolo Andrea di Sciacca (AG), ha perso parti di una delle tre eliche e della navicella.

Alcuni pezzi dell'installazione sono stati scagliati ad oltre 200 mt di distanza e uno di questi è finito sulla SP 19 con conseguenze che avrebbero potuto rivelarsi fatali.

La pala eolica, alta circa 30 metri, è ubicata a ridosso di alcune abitazioni, a pochi metri dalla sopra citata provinciale 19, nota anche come
"moliternese", e a ridosso del Parco Nazionale del Pollino.

L'incidente ha fatto montare la rabbia e la preoccupazione dei residenti, che nel corso di un incontro con il sindaco Rocco Rosano, hanno chiesto a gran voce l'immediata rimozione dei due aerogeneratori installati nell'area.

Il 25 novembre, il primo cittadino di Castelsaraceno ha emesso un'ordinanza di necessità e urgente, nella quale ha ordinato alla ditta Tummiolo "di rimuovere tutte le parti danneggiate, pericolanti e non ancora crollate della pala eolica installata in località "Frusci" e di porre in essere tutte le soluzioni atte a mettere in sicurezza le parti restanti della pala eolica".

Da più parti ci si chiede come sia potuto accadere che per la seconda volta l'aerogeneratore della Tummiolo abbia perso pezzi, mettendo a repentaglio la pubblica incolumità.

Rocco Rosano e Domenico Muscolino, rispettivamente sindaco ed ex sindaco di Castelsaraceno, sostengono che con ogni probabilità le parti vitali della pala non sono esattamente di primo pelo.

Di certo la Regione Basilicata si è guardata bene dal regolamentare in modo dettagliato l'installazione di impianti eolici di "piccola taglia", che però non sono affatto piccoli.

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