Critica e militanti

Buongiorno da Radio Radicale qui amalgama che Dini per la rubrica critica militanti c'è stato un momento nel pieno tardo Novecento in cui
Potremmo dire che la polizia italiana divorziato dalla storia
Siamo negli anni settanta gli anni delle inibizioni stilistiche formali contenuti imposte dall'avanguardia
E poi del rifiuto della letteratura respirato nel clima della contestazione
Però subito dopo alcuni poeti della generazione dei denti trentennali trentenni di allora diciamo una generazione più o meno del
Nel settantotto proposero una lirica che sembrava rinascere dalle ceneri del moderno pochissimo sorvegliata in molti in forme quasi quasi mai col
Una lirica spesso confessionale
Una lirica che rinata Agri nasceva come in una sorta di eclettica euforia linguistica una
Il PD io ne individualistica o anche con molte scorie dell'avanguardismo però
Si potrebbe dire identicamente depotenziati è un tipico esempio e quello di Dario Bellezza autore
E così concerto della politica con la maiuscola da riuscirà fagocitare quasi senza battere ciglio i relitti del peggior cattivo gusto e talvolta perché no trasformarli in
Petti sorprendenti ma anche condannato per questo a riproporre in eterno una terza forma dove la vita appare subito letteratura
E la letteratura invece apparente brutto pezzo di vita per cui ne esce un un discorrere che non è davvero ad un attivo e non è davvero simbolico
E spesso ciò che resta è soltanto la spoglia del kit certo
Ma la conferma che nonostante
Nonostante tutto bellezza è un poeta e però un poeta di questo genere ci viene
Dall'OCCAR che ne raccoglie tutte le politiche uscito pochi mesi fa da Mondadori e curato da Roberto dei DS
Dario Bellezza tra l'altro in alcune occasioni compagno di strada dei radicali
è nato nel mille novecentoquarantaquattro ed è morto dopo una lunga malattia nel mille novecento novantasei ha esordito nel settantuno con invettive licenze un libro presentato nientemeno che da Pier Paolo Pasolini
Il quale lo ha qualificato subito come migliora poeta della sua generazione in realtà si trattava stavamo parlando di un ventenne di poco più di una boutade ma
Una boutade però corredata da un'analisi acutissima una di quelle
Prende fili verrebbe da dire unghiate psicologiche in prospettive che sono forse la dote più spiccata del poeta di Casarza diceva Pasolini
Che bellezza venire realtà da un mondo già vecchio e che
Cito accecato dal suo dolore dalla sua mancanza di libertà non aveva saputo però riconoscerlo come tale
E gli fa eco oggi identiche constatando che lo scandalo il teatro omosessuale il sottosuolo esistenziale tardi quel masochista messo
In scena la bellezza
Libia viva fin da subito in uniti in una Italia contestatori a nera e poi televisiva insomma in qualche modo fuori tempo massimo era
Una una scrittura la sua ipnotizzato e dunque il frutto dell'altezza società provinciale che voleva i patti
E lo sapeva il poeta quando impietosamente scriveva dite che la sua diversità era avversaria impotente della mia banalità
Bellezza dice Pasolini a inviluppo atto nella sua vita privata come in un vestito sporco un poeta figlio del tramonto della Roma mora Viana Pigna lavoranti anni appunto
Pasoliniana nei suoi esordi
In questi tempi debordanti farraginosi
C'è l'oratoria di Pasolini ma c'è anche il mondo locare autisti quel sardonico di Amelia Rosselli cioè la dolcezza qui però sfregiata dei corpi dei paesaggi di Sandro Penna e c'è ancora osserva dei di alla Morante slabbrata del mondo salvato dai ragazzini con cui Belletti abbia un rapporto tormentato in entrambi
Ci sono comunque i gatti e cioè il mito di Rambo
Bellezza fin dall'inizio finge lo dice di essere un grande poeta fa una politica tutta di campo canoni letterari di falsità patiti che un po'ricattatori una poi via lo citiamo
Sospesa fra elaborata perizia e sincerità programmata
è una politica che ha sullo sfondo una Roma potrei fatta di spazzatura gabbiani un tepore sempre marcio mera Honda poeti ovunque
Ed è una poesia che potremmo dire nomina invano molte cose nomine ma non sesso estremo le vittime e carnefici Dio il budella menti più improbabile le più pompo dei maiuscole quote proprio in questo nominare invano
Il vero sacrilegio di bellezza è proprio per questo la malattia e la morte che labicana o da un certo punto in poi sembrano quasi un brutto scherzo lo lo studio lo suggerisce dei die uno su un brutto scherzo nella vita reale fa
A questa recita in cui invece fin dall'inizio tutto sembra arbitrario e a costo zero almeno quanto estremo
E forte per questo negli ultimi libri c'è una pronuncia resa che detta difficilmente dimenticarmi nel momento in cui bellezza si confronta frontalmente con il nulla diciamo
E chiudiamo
Con un testo che si intitola Roma mille novecentottantanove nella sua penultima raccolta l'avversario che dichiara fin da subito il suo rapporto per lo meno fragile con la realtà
E avventizio di essere reale leale insistere su chi sono io il punto di partenza è scontato l'arrivo e certo nello stato attuale morte come soltanto stato finale di un cuore malato
Occorre rinascere ritornare indietro ma non posso troppo peccato di peccati non miei attribuiti a posteri mancati inganni
Cerco amori nuovi violente sapere perdono chiedo a chi non ha mai forse però domani ad un prato verde e non sarò più solo
Per il Consiglio di oggi è tutte le politiche di Dario Bellezza negli Oscar Mondadori volume curato da Roberto dei TIR a risentirci venerdì prossimo