Il protagonista abita in una "terra di transiti", sotto le montagne vicine al confine.
Aiuta gli stranieri a passare oltre, di contrabbando, chiedendo per la tratta lo stesso denaro che prendono altri - il fabbro, il fornaio - ma restituendolo alla meta, perché a lui "piace essere utile all'età che da queste parti va a finire al macero, al delirio alcolico, all'ospizio".
Ma la cosa attira l'attenzione, arriva ai giornali, lo chiamano "il santo dei monti, il contrabbandiere gentiluomo".
Al … fabbro e al fornaio, amici d'infanzia a cui una volta ha salvato anche la vita, la cosa non piace e lui si vede costretto ad allontanarsi dal paese per un po', a svernare in una città sul mare.
Lui sa lavorare con le mani, plasma il marmo, e grazie alla fiducia di un parroco sudamericano trova un impiego per guadagnarsi da vivere lontano da casa: riparare un grande crocifisso marmoreo, opera di un artista del secolo scorso.
La nudità del Cristo, la sua "natura esposta", è stata coperta in passato da un panno che ora la chiesa vuole rimuovere per restituire alla statua il suo primo messaggio, ma lui scopre che sotto a quel panno c'è - ultimo spasimo di una vita che si spegne - un principio di erezione.
È soltanto la prima delle scoperte che, nel corpo a corpo con la statua, si rivelano alle sue mani che scalpellano, che indagano, che cercano il significato di qualcosa che lo riguarda da molto vicino...".
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