Le parole e le cose - Conversazione con Davide Ferrario sul suo libro «Scherma, schermo» (Add Edizioni)

Radio radicale un nuovo appuntamento delle parole le cose la nostra rubrica di approfondimento culturale oggi siamo felici di a vere in collegamento telefonico Davide Ferrario benvenuto a Radio Radicale Davide ricordiamo regista e scrittore ha debuttato alla regia nel mille novecentottantanove voi
Diciamo ha diretto opere di finzione di documentari presentati i maggiori festival internazionali e il un altro romanzo dissolvenza al nero è diventato un film diretto da Oliver Parker e però CD oggi ci insomma ci chiederà compagnia con questa conversazione faremo insieme su il suo ultimo libro edito da ad edizioni scherma schermo il regista dietro la maschera una narrazione veramente
Interessante che ha stimolato la mia curiosità direttore ed ex schermidore allora Davide Ferrario come nasce questo libro innanzitutto
Ma il libro nasce da una provocazione dell'editore devo dire che appunto conoscendo a croce dalla mia attività di diretti come come molti sommarie personaggio pubblico è quello ma pochi sanno che più di scherma ho tirato sempre di scherma da giovane ho perso quaranta hanno ripreso a cinquanta mio loro adesso lo dico con molto orgoglio di far parte del nazionale master di fioretto insomma è una passione che ha che amo precede di gran lunga il cinema che ha accompagnato tutta la mia vita
E quella delle cose orbitante allarga la curiosità diciamo del folklore alla molto molto in comune il libro mi ha costretto a riflettersi ed ecco perché il libro credo sia così dopo tanto imprevedibile perché ci si trovano secoli pensieri sulla scherma sul cinema ma anche probabilmente sul fatto di come siamo noi se siamo per esempio omini con la maschera o senza maschera
Sotto questo sembrava proprio essere il primo dato distintivo all'interno del libro non ci sono molti sport che si praticano leggiamo con la faccia coperta dalla maschera anzi a parte l'okay il football americano se vogliamo lo sci si tratta però Pd un casco in questi casi nessuno soprattutto non c'è altro sport in cui un attrezzo copra completamente il volto dell'atleta il che spiega in parte perché la scherma e così poco popolare ecco diciamo la maschera ovviamente è un tema che qui a un'immediata trattazione sportiva a livello semantico etimologico le parole scherma e schermo in qualche modo sono sono sorelle si somigliano e la stessa maschera che diciamo dal teatro greco svela l'ipocrita ovvero colui che mette maschere le toglie a secondo della della della convenienza di scena e qui in qualche modo un tema che diventa centrale sia brani versione sportiva che per una riflessione umana resi immaginava che in qualche modo uno sport d'potesse avere così tante
Aderenze rispetto sia al suo lavoro di regista e che in qualche modo alla sua personalità poetica artistica letteraria
Ma intanto devo dire che la terra di scrivere perché evoca uno sport è forse riduttivo o è ovviamente oggi in quanto i CD disciplina sportiva olimpica eccetera ma appunto era una disciplina e ancora prima la scherma è stata la tecnica con la quale si sopravviveva si combatteva ci si difendeva e quindi la scherma una trenta relazione con l'esistente non è presente come il calcio tantissimi altri sport un gioco la scherma non nasce come gioco la scherma nasce appunto come una una disciplina che serve per vivere
E quindi a ha una radice molto più forte che non qualsiasi altro sporta nel nel nella natura umana
Devo dire che è un punto non non ci pensa tanto finché non comincerà a copiarla con quell'altro lavoro che faccio io che quello del regista
E che che che tutto il giorno lavoro con le maschere lavorare con gli attori con la recitazione con la finzione ti spinge ovviamente a riflettere su cosa sta effettivamente mettendo in scena ecco quanto è vero quanto è falso e soprattutto quanto per arrivare all'Aquila una vera verità tante volte deve usare la massima finzione
Ecco la scherma lavoro con un po'allo stesso modo è questa idea della maschera
è particolarmente affascinante perché è vero che non c'è un alto sporta dove la maschera questa funzione che non è solamente di protezione ma proprio quella di separare l'atleta al mondo che sta accanto a lui come una cosa che indossi
E sotto la quale diventa un'altra persona ecco tutto questo gioco a moltissime relazioni tra i due campi tra la scherma al cinema e la e la messa in scena tant'c'è anche un capitolo che ha messo in guardia
Che e questo è un po'il gioco che per quel che corre per tutto e per tutto il libro con dell'illuminazione che ci rovesciano certe cose per la Scala lo fanno capire meglio delle cose del cinema viceversa delle cose del cinema talvolta illuminano degli aspetti della scherma
Ecco soprattutto cioè questo aspetto importante all'interno del libro lei prima ha sottolineato che non si tratta
Puramente di uno sport sono molto d'accordo su questo e
C'è anche un po'da rimodellare l'idea della scherma schema per troppo tempo è stato visto come un diciamo un vezzo aristocratico quasi come un qualcosa praticato solamente da alcune classi sociali in verità diciamo oggi sia la democratizzazione dei mezzi la divulgazione insomma di questo sport drammi delle discipline olimpiche e via dicendo hanno reso banalmente le racconta anche i podi delle varie Olimpiadi molto più o disomogenei rispetto insomma una sorta di di di prima di di omogeneità culturale sociale geografica ecco in questo senso diciamo la scherma potrebbe così come il cinema aiutare tanto soprattutto nelle fasi giovanili d'infanzia comprendere questo rapporto tra il proprio corpo le proprie azioni e lo spazio intorno a sé
Però oggi rimane ancora un prodotto abbastanza diciamo lontano dalla dal mainstream dalle diciamo dalle scuole da tutto quanto questo ecco un libro del genere sempre serve anche a unire questi due mondi l'uno estremamente popolare il cinema l'altro ancora un po'meno purtroppo
Allora dire questo intanto sì è vero quando ho cominciato io e lontani anni sessanta la scherma scontava una nomea
Da un talk show sportivi comunque disporre di derivazione militare e quindi con tutta anche un apparato ideologico
No tutto quando io non Zardo
Su su post supportare tanto che non è condiviso ma in ma in effetti era un era un po'così poi gettata anche la discussione sul fatto che la scherma potesse se uno sporco Stosur perché l'attrezzatura ma in realtà l'attrezzatura di scherno costa meno
Che andare a sciare cose che fanno migliaia di persone tutte smentite
è vero che poi lo schema diventato uno sport popolare la grande che spopolare nel senso che ha allargato la base sociale
E sporto per esempio dalla Federazione italiana di scherma sì noi siamo sempre lì tra i primi alle Olimpiadi Mondiali e la scherma è quella che ha regalato il maggior numero di medaglie olimpiche lo sport italiano
E proprio perché in questi cinquant'anni
La Federazione anche attraverso una straordinaria classe di maestri che abbiano è riuscita a a a ad allargare tanto la valle sullo schermo la fanno tutti la cosa sembra interessante però proprio questa coglierei ieri sentivo la trasmissione sportiva
Sulla RAI parlare del parlare della berretti eccome uno sport che dovrebbe essere insegnato in tutte le scuole anche come forma di ridicoli combattimento superamento del bullismo
Benissimo perché il rugby gli amici che lo praticano dicono che sia così molto lontano dal calcio e una forma di dominare l'aggressività ma Carter ma la stessa cosa questo della della della crescita interessante credo che non è poi la faccenda solo maschile ma anche femminile
Credo che noi oggi abbiamo una specie di paura dell'aggressività come se fosse una cosa totalmente cattiva un soprattutto totalmente alieno alla natura umana cos'è la natura umana fosse buona e ogni tanto ci fosse questo morbo dell'aggressività
La verità è un'alta aggressività sta nella natura umana si tratta di saperlo a dominare la scherma proprio per la sua natura di tossici tecnica di difesa o di offesa all'inizio era questo e la capacità di saper gestire quell'aggressività darle una forma tecnica e limitare tutto sommato il danno quello che serviva è infatti non a caso i cavalieri quelle Cusani le spade e la perché erano devo dire sono all'insegna del fair play essi gentiluomini sono quelli che sanno tirare di scherma sostanzialmente ecco qualche idea tua di poter utilizzare la scherma nelle scuole e nell'educazione è un un piano molto molto grosso molto importante io personalmente sono sicuro che non sarebbe stato lo stesso per sono sue
A dieci anni tanti anni fa non avessi cominciato che lo diceva da
Ecco c'è un passaggio del libro molto interessante nelle squadre di cui faccio parte finiscono quasi sempre per essere il capitano un po'perché mi arrogo di essere un bravo stratega un po'perché fare il regista è la stessa cosa
Devi metterci del tuo ma il risultato finale del film dell'incontro non dipende solo da te mi dicono che la gente ha piacere a lavorare come perché sui miei sette c'è sempre molta serenità spero sia vero
Di mio posso dire che facendo le del cinema il mestiere più bello del mondo considero un peccato mortale rovinarlo con i isterismi o giochi di potere
Nella scherma non è sempre così ogni tanto tocca urlare o prendere decisioni sgradevoli tipo togliere un compagno permetterne un altro ma le fette con capitano sulla squadre del tutto simile a quello che un regista a sul sette e poi insomma il libro continua raccontando i suoi primi anni novanta quando tirava per appurò BE principalmente di Spada ecco questa descrizione questo parallelismo molto interessante tra i due mestieri diciamo fa affiorare anche delle delle differenze tra ovviamente tra le funzioni del regista è quello del tiratori di scherma e con la cosa che che mi ha più divertito e e questo diciamo assistere in qualche modo all'evoluzione anche del Davide Ferrario sia regista che schermidore scienza sociale una sorta di riprendere consapevolezza di alcuni strumenti anche tirando di scherma così come facendo il regista ecco possiamo dire che questo libro
Piccolo e prezioso ci consente anche di cogliere un momento di formazione di informazione su quella che poi nella vita di un regista
E io infatti non lo consente lei lo sa ho difficoltà a dire su cos'è questo l'esito molto chiaro su cose non non è un libro di sport un valore e probabilmente è un libro di cinema senza esserlo ci sono molti i pensieri dentro questa questo scritto che fanno allo che fare colloco proprio con cucine con questo mestiere che credono starebbero male in una monografia o in un saggio sulla cinematografia è davvero una cosa curiosa cui gli unici a un certo punto la fine poi cioè sessanta nel rendiconto ecologica la tua vita ce la cioè credo effettuato certe cose perché c'erano delle dei dei tempi passati dentro di te dei dei criteri rendete Crispi incidono farle ecco per cui non sono diventato un giocatore che si imponga ma ma come uno schermidore e poi un regista e in particolare quel discorso sulle sarà il capitano di una squadra di scherma e il parere di proprio ieri è venuto in mente un pensiero che non non me l'avvenuto mentre scrivevo e pensiamo alla vittoria di George scrivo alcune cose spero interessanti sui territori di sconfitta nella scherma ma la cosa non non ho scritto e cioè che le vittorie più belle che fermi alla scherma son quelle delle gare a squadre
Perché ma perché sono condivise
E questa idea di potere condividevano accoltellare la vittoria
La vittoria della gara singolo dell'incontro singolo qualche cosa che ha che fare solo con tre e proprio una questione quasi esistenziale che che che che entrano che affronti dentro la tua anima quando vinci o perdi insieme entri in un altro meccanismo che non è un granché dissimile da quello del regista col col film
Tutti considerano il regista l'autore del film ed è vero ma pochi pensano che fine realtà sono opere collettive sì sempre detta questa cosa e ci credo molto i film li fai con quelli non solo con gli attori ma con tutti i collaboratori che sul set
Col con quello che gira intorno non sei Turi Gelmi turco dire e però è vero che poi alla fine se l'autore che è un po'come se il capitano della squadra
Una squadra che vince insieme Marsili tu in qualche maniera la determini ecco queste questo parallelismo mi sembra particolarmente significativo
E soprattutto che dica come una cosa importante più bello vincere insieme che non vincere da soli
Bene poi esce anche l'ultimo capitolo che noi vediamo insomma c'è una domanda che da qualche tempo le gira per la testa quando smetterà di tirare questa volta è diciamo c'è anche qui una bella riflessione finale non possiamo far altro che ringraziare ancora Davide Ferrario per questa conversazione io vi ricordo scherma schermo il regista dietro la maschera edito da ad edizioni collana incendi che ricordiamo è diretta da Francesca Mancini e Fabio Geda grazie ancora Davide Ferrario
Ma