Presentazione del volume a cura di Michael Musetti "Italia è cultura. La cultura e l'identità europea - Atti della IV Conferenza Nazionale dell’Associazione delle Istituzioni Culturali Italiane - AICI. Trieste 21 - 23 settembre 2017" (Viella)

Innanzitutto io
Ho un gradito compito quella di legge un bel messaggio del rettore Luigi Dedei
Anzi il rettore ha detto io non si sente
Non si sente si sente
Il rettore ha detto io non mi faccio rappresentare perché se mi facessi rappresentare non potrei mandare messaggio e invece ci tengo che il messaggio si sia e che venga letto
Sono davvero rammaricato e dispiaciuto di non poter essere con voi ma come forse sapete oggi la conferenza dei rettori delle università italiane riunite a Pisa al mattino
E successivamente nel pomeriggio avremo la cerimonia delle scuse del ricordo in occasione dell'ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali
Un appuntamento denso di significato al quale non potevano e volevo mancare
Altrimenti sicuramente con grande piacere avrei presenziato essere intervenuto alla presentazione del bel libro Italia e cultura la cultura l'identità europea atti della quarta conferenza nazionale
Delle associazioni delle istituzioni di cultura italiana
E qui mi intrometto per dire che anche noi abbiamo mandato un'adesione a questa significativa manifestazione di Pisa
E purtroppo non sapevamo dei quando abbiamo deciso questa iniziativa della concomitanza siano probabilmente avremmo pensato diversamente ma è evidente che il nostro pensiero sta con questa importante iniziativa
Prosegue il rettore parlare oggi di Italia e di cultura o meglio d'Italia è cultura che il titolo che non abbiamo voluto per i nostri libri induce a tante riflessioni alcune mi permetto di dire a mare è un periodo molto delicato per l'Italia per l'Europa e per il mondo accanto alle mille contraddizioni economico-sociali assistiamo forse anche a un possibile declino del ruolo della cultura della società
Qualcuno sostiene che si stia esaurendo la grande spinta propulsiva
Della rivoluzione dei lumi che schiarite la civiltà umana negli oltre due secoli passati e che potremmo scivolare verso oscurantismo irrazionalismo mi dall'esito imprevedibile con un conseguente declino della cultura come motore di progresso
Io dice il rettore sono più ottimista e credo che alla fine la sulla ragione finirà per riportare l'umanità sulla corretta strada
Certo che il tema della conoscenza della ricerca della creatività in tutti i campi necessità oggi più che mai benzina e propulsione
Giacché spesso si ha l'impressione che la profezia di Isaac Asimov circa quel giorno fatidico in cui l'ignoranza avrà pari opportunità rispetto alla conoscenza stia avverando sì
La modificazione drastiche quasi brutale dei mezzi di comunicazione che hanno tolto ogni filtro diffondersi di notizia rischia davvero di promuovere una democrazia dell'ignoranza e manica a vento della cultura
Dobbiamo reagire reclamando il diritto che a quella tradizione che ci fa dire
Che in Italia è cultura e che possa proseguire proliferare sempre più capillarmente
Per far questo tutti gli intellettuali devono scendere dallo scranno
E democraticamente nel senso più vero del termine accettare la sfida di portare la conoscenza a Porta a Porta senza protagonismi né sussiego con umiltà e modestia accogliendo critiche stimolando il senso critico e il pensiero creativo
è una bella sfida per la qualità tutti e in primis le accademie abbiamo il dovere di operare se avremo questa forza e questo coraggio giovane di oggi fra qualche decennio potranno continuare ad affermare che l'Italia è cultura e non che Italia era cultura o peggio fu cultura grazie dell'attenzione e un carissimo il sincero augurio di buona presentazione
Ringraziamo il lettore dai
L'avete visto tutti arrivato nel frattempo il sindaco Dario Nardella prenderà la parola quando vuole naturalmente vedete la consigliere regionale anche ittita Meucci che qui presente
Dieci minuti forse di molto sintetica introduzione
Allora che cosa è laici la insieme associazioni del tutto libera ci si può entrare o non entrare
Però a centocinque soci
Che rappresentano la quasi insomma la gran parte delle istituzioni culturali più importanti del nostro Paese
Dall'Accademia della Crusca opera prestata da Marazzina al Museo Galileo
Ma qui ci sono anche istituzioni toscane molto nobili vedo la Ragghianti davanti a me ripeto l'Accademia etrusca di Cortona sono venute con noi il Gramsci di Torino non so se c'è anche c'è arrivato il Gramsci di Firenze nel Gramsci di Torino
Era presente con noi Gramsci di Bologna con siriana Soprani che autrice di una parte di questa che ha condotto questa ricerca di cui parlerò fra breve
E il nostro segretario generale Enzo Morreale e abbiamo anche presente l'Unione accademica italiana nella figure del suo presidente il professor Scandale e così via
Che cosa unisce
La Accademia della Crusca con una fondazione musicale la Chigiana presente nostra nostra società o con una fondazione politica
Unisce il desiderio di fare rete nella cultura
Rete in senso più ampio pensate che il nostro presidente del revisori dei conti eh il presidente della Fondazione Collodi Pierfrancesco Bernacchi che qui presente
Unisce il desiderio e la consapevolezza che oggi come del resto veniva detto o fai rette
Ho condividi conoscenze ricerca o vieni emarginato dal flusso degli avvenimenti e anche dell'attenzione
Ecco perché volontariamente queste associazioni sono messe insieme
E abbiamo deciso anche di fare ogni anno
Una conferenza nazionale quella di quest'anno a Ravello è dedicata all'anno europeo del patrimonio culturale delle sue quattro eccezioni patrimonio culturale materiale immateriale digitale e ambientale
Scegliamo un argomento e l'ultima che abbiamo svolto è quella di Trieste che verrà ora oggi presentata ma approfitto subito del sindaco per dire che noi vorremmo fare quella del due mila diciannove a Firenze
Perché noi seguiamo una regola non scritta nord sud e centro
L'anno prossimo tocca al centro e tutto sommato credo che nessuno potrebbe accusarmi di campanilismo Sella nostra prossima si svolge e si svolgesse a Firenze quindi spero veramente anzi abbiamo voluto questa iniziativa per propiziare questo avvenimento per farci anche più conoscere
Nel volume che presentiamo c'è tutta una parte che una inchiesta sapete che in genere le fondazioni non piace rispondere quanti dipendenti ai come ritratti come gli assumeva e stavolta una gran parte ha risposto e questo ha consentito di censire più di mille trecentocinquanta collaboratori a vario titolo
E la loro tipologia contrattuale il loro modo il dall'età delle fondazioni abbiamo visto che la stragrande maggioranza delle fondazioni e nata fra il mille novecentocinquanta e il due mila
Il che significa che anche loro protagonisti spesso hanno come dire una esperienza piuttosto ampi e allora non la voglio fare lunga ma una delle iniziative di maggiore successo che abbiamo svolto e queste quando facciamo queste conferenze nazionali i nostri soci si pagano la partecipazione dei loro presidenti dei loro direttori
Ma invece noi paghiamo la partecipazione di una personaggio sotto o di una persona già sotto i trentacinque anni
E l'abbiamo fatto per due anni fa e mai con Lusetti che qua ne parlerà meglio di me abbiamo in questo modo creato un nucleo di manager colturali informazioni
Proprio perché siamo convinti che vale anche per le istituzioni culturali il motto rinnovarsi o perire
Un tempo il nostro successo si misurava da quanta gente Galluzzi eh bravissimo nel raccontare questo veniva fisicamente biblioteche oggi si misura su quanti che hanno consultato in internet
Un tempo se facevi una conferenza con un po'di persone che sembrava già di avere dato di volta alla cultura o se la tua rivista toccava due o trecento persone ti sembra di aver influenzato
L'opinione pubblica oggi se non ci a Coppi la presenza in Rete lo streaming il Facebook indiretta o comunque per lo meno la possibilità di metterlo sette eccetera non hai di fatto non sei riuscito a svolgere un'azione di questo genere
Ecco perché tutte insieme cerchiamo di stimolare ac ad un profondo rinnovamento
A una profonda consapevolezza dell'innovazione tecnologica però al tempo stesso anche di una cosa che va detta con molta chiarezza che oggi è un momento di un vero e proprio riarmo culturale
Abbiamo bisogno di un riarmo culturale nel nostro Paese
Perché abbiamo in qualche modo evitato che la cultura diventasse l'elemento di confronto necessario pregiudiziale sia per l'attività politica sia per le attività civile e per attività sociale
Forse ce lo siamo meritati per le nostre per carità per i nostri difficoltà nell'adeguarci però accetto questo prezzo lo paghiamo lo paghiamo perché la classe politica dalla sedicente in genere dovrebbe avere nella diversità delle ricette politiche però un certo fondamento di preparazione comune un certo linguaggio comune oggi questo spesso non lo vediamo non c'è più questo linguaggio comune
E noi dobbiamo fare un vero e proprio riarmo culturale contrapponendo se in questa direzione naturalmente con i fondi adeguati tra l'altro abbiamo qui
La nostra Irene Sanesi te specialista in tutte le forme di sgravi fiscali di Croff funding e di tutte le diavolerie che si possono oggi trovare per finanziaria perché noi diamo difeso con successo il finanziamento pubblico
Dopo la crisi del due mila otto era sceso a meno della il contributo complessivo le fondazioni era sceso a meno della metà del periodo precedente noi l'abbiamo riportato a quel livello è anche un po'di più
Però siamo consapevoli che non è nell'aria
Dell'incremento delle risorse pubbliche non si può pensare che la nostra azione possa svolgersi sotto quell'atto il problema è attirare interesse attenzioni private c'è molto da migliorare su questo terreno ed è quello che cercheremo di fare ma soprattutto anche questo nostro girovagare nel territorio
Da Torino Deraa Conversano Bari e poi a Lucca e poi a Trieste domani appunto a Ravello e doma l'altro spero a Firenze noi vogliamo creare anche un rapporto molto stretto con le istituzioni
Pensate che se le regioni italiane mettesse l'uno sull'altro i loro bilanci della cultura
Superano abbondantemente il bilancio del ministero
Ora è evidente che ogni Regione deve farsi i fatti suoi per carità però ci potrebbero essere delle linee dei dei delle tendenze dei punti d'orientamento che possano in qualche modo tonificare l'ambiente più generale
Noi abbiamo appunto come dicevo ben quindici membri che vengono dalla Toscana
E poi abbiamo nel consiglio di presidenze una Toscana c'è Margherita Lazzari che ci rappresenta nel nostro figlio di presidenza la società geografiche italiane insomma un bel pezzo di società civile
è di moda oggi volontà valorizzare il volontariato ma al volontariato culturale si pensa un po'di meno o sbaglio
E forse è giunto il momento di sottolinearlo ecco perché una delle nostre iniziative diciassette ottobre al CNEL insieme all'unione dei commercialisti sarà proprio un seminario con sul rapporto fra legge sul terzo settore e istituti culturali
Insomma cerchiamo di creare un ambiente favorevole
Al dipanarsi delle iniziative culturali che sono evidentemente autonome e soprattutto a invertire una certa tendenza quando noi abbiamo cominciato questo mandato
Girava questa slogan la cultura non si mangia bene per noi la cultura si mangia con buon sapore
Abbiamo piccole no ed è un segnale di attenzione molto prezioso il sino con Harvey valido volentieri la parola
Sì ma non non non si
Non sono affatto offeso ad avere il Cavaliere Valdo Spini anziché i guadagni Rain prestigio competenze quindi anzitutto ringrazio l'amico Spini per questo invito al quale ho voluto aderire anche sì mi scuso non potrò trattenermi a lungo
Proprio per l'introduzione che Spini ha fatto in questa in questo incontro odierno all'Università di Firenze o perché come sindaco sento forte l'esigenza che si rimette al centro del dibattito pubblico e dell'attenzione dei media oltre che della società civile la questione culturale chiamiamola così
E il titolo Firenze Italia lapsus non è forse caso Italia è cultura si potrebbe dire altrettanto di Firenze ovviamente
è un titolo che al di là della stessa delle del tono assertivo nasconde un grido di dolore e forse anche da quello che abbiamo sentito il desiderio di tornare a riaffermare qualcosa che comincia ad essere
Trascurata relegata in in una luogo marginale della vita quotidiana e collettiva del nostro Paese
Si parla di Europa sono imminenti le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo sarà il passaggio più difficile
Per certi aspetti drammatico dal dopoguerra ad oggi e si parla veramente d'Italia
Non c'è dubbio a mio avviso che la cultura è tornata ad essere l'unica vera efficacia efficace risposta
Al momento che stiamo vivendo che è un momento di grande smarrimento non solo in Italia in Europa ma in tutto il mondo
Nel quale la politica non riesce più ad interpretare quella ancora ma quella punto di riferimento
Dal punto di vista etico dal punto di vista sociale dal punto di vista anche civile che in passato in altri periodi è riuscita ad essere questo smarrimento si aggiunge anche ad un aumento del divario sociale tra i cittadini
Che genera
Odio sociale intolleranza egoismo paura fragilità sentimenti dai quali molte forze politiche attingono utilizzando proprio la ignoranza dilagante
Sotto punti tanti punti di vista non soltanto nel senso di mancata informazione ma anche proprio nel senso di capacità di discernimento
Assenza di consapevolezza
Della della dimensione che si vive o smaltimento anche di una capacità analitica e critica
Verso ciò che ci viene propinato nel dibattito politico nel dibattito pubblico ecco potremmo dire che ci si trova in una tempesta perfetta
Dove combinato disposto di questa ignoranza dilagante nel senso di assenza di strumenti di critica di analisi
E dunque anche di difesa del cittadino insieme all'aumento del divario sociale delle diseguaglianze sociali con la politica sempre più frammentata che rinuncia alla funzione di guida
E invece di anticipare i processi leggerli non fa altro che svolge una sorta di cassa di risonanza delle paure delle fragilità questo combinato disposto può essere deflagranti
E può letteralmente io non uso mezzi termini può letteralmente distruggere tutto il progetto europeo
Valdo è stato uno dei fiorentini che più in assoluto a spinto anche con la Fondazione
Rosselli
Verso diciamo la costruzione di una coscienza europea anche di un progetto politico e culturale europeo
E credo tu non possa non essere d'accordo con questa preoccupazione del resto lo hai anche detto oggi oltre che membro della Convenzione europea in un momento che diciamo di di di passaggio che sembrava aprire ad una fase il grande grande
Sviluppo anche dal punto di vista dell'unificazione politica non soltanto dell'unificazione economica dell'Europa
Allora cosa fare non possiamo più stare alla finestra ecco l'appello che fa anche Valdo Spini attraverso questa iniziativa promossa dalla dall'associazione ai soci deve uscire fuori da queste stanze vorrei dire
Anche dalle stanze degli addetti ai lavori dove siamo tutti inevitabilmente d'accordo ma siamo pochi siamo una minoranza della minoranza di quello che in questo momento cioè nel nostro paese nel nostro continente
Quindi uscire fuori e tornare a svolgere una funzione anche umile di divulgatori con però una grande
Forza combattiva perché non è più il momento di esitare
E mi sembra quanto mai opportuno questo appello a tutte le forze culturali intellettuali a tutte le istituzioni
Che devono riuscire a creare un cartello chiamiamo lo chiamerei così
Ad una rete forte solida che torni a per pretendere che i cittadini si ferì minori accendano i loro cervelli ricomincino ad essere protagonisti e non sudditi passivi
Di una omologazione spaventosa protagonisti veri reali quindi anche partecipi di una di un movimento culturale
Certo però noi dobbiamo chiedere un impegno ovvero da parte dei mass media questo lo voglio dire vale che si stanno abituando a questo appiattimento a questa omologazione mostruose
Forse nel disperato tentativo di di vendere qualche copia qualche informazione o qualche secondo di pubblicità in più forse ma la prova dei fatti dimostra che non paga l'omologazione il conformismo di un sistema dell'informazione che ha smesso di indicare la strada alla comunità ha smesso di alimentare un dibattito ovvero sulle questioni e sembra completamente subalterno al vento che spira
è necessario che il mondo dell'informazione gli intellettuali giornalisti i critici gli opinionisti
Facciano un serio esame di coscienza
Lo facciano almeno loro visto che la classe politica non ha alcuna intenzione di farlo serio esame di coscienza e mi riferisco a tutte le le parti inclusa la mia
Perché siamo di fronte ad una classe politica italiana che è più preoccupata dalla propria diciamo sopravvivenza che dalla sopravvivenza del Paese
La dimostrazione di questo ci è dato dal fatto che negli ultimi trent'anni non si tratta secondo me di fare un facile processo solo agli ultimi mesi o gli ultimi tre anni gli ultimi trent'anni la politica italiana ha smesso di selezionare le classi dirigenti
E ha alimentato un modello culturale formativo universitario anche perché si è allontanato dalla selezione delle classi dirigenti in Italia nessuno più ha svolto questa funzione qual è il risultato
Che la un paese come il nostro con la grande ricchezza culturale economica spesso si trova ad essere governato da persone che non hanno alcun tipo di competenza
Come se la cosa pubblica non fosse preziosa quanto la vita delle persone nessuno di noi si sognerebbe di farsi operare da una persona che non ha mai avuto un visto il mare ma nessuno di noi si interroga su come mai la cosa pubblica i soldi pubblici ovvero la cosa più preziosa che una comunità di cui la cometa può disporre si possa tranquillamente far gestire da chi nonna la nonna ab la più pallida idea di dove iniziare a farlo
In questo senso democrazia devi stare insieme a cultura no per affermare un modello elitario diciamo no
Basato su sulla cultura appunto come fattore elitario ma al contrario come la cultura
Un grande giurista come Massimo Severo Giannini si è ha scritto su sul tema della cultura come valore antropologico quindi come valore di identità collettiva di un popolo
E non come affermazione di una superiorità di un'élite rispetto al popolo è un elemento che interne tornare a salvare le democrazie ora più che mai la cultura e l'antidoto che può salvare le democrazie
Perché la democrazia senza competenze senza selezione dei gruppi dirigenti senza analisi critica dei cittadini dell'opinione pubblica senza un ruolo attivo riconosciuto riconoscibile delle istituzioni culturali
La democrazia
Rischia di diventare una scatola vuota
Pericolosissima e dunque incapace anche di assolvere alla sua funzione
Si dice sempre quando ci sono momenti come questo che siamo alla soglia di una sfida decisiva ora davvero
Credo che abbia senso dirlo
Perché ne fa del destino di tutto il popolo tutti i popoli del nostro continente dell'Unione Europea
Anche la stessa Unione europea sia pizzica no Valdo
Sia vizi tra proprio perché ha smesso di lavorare su queste sfide la sfida culturale la sfida etica e sociale e si è limitata soltanto a quella funzione notarile talvolta anche odiosa oppressiva del controllo burocratico dei conti
Ma se c'è un passo che ora si deve fare proprio quello verso l'unificazione politica del dell'unione europea di cui la cultura non può che essere la il sostrato quindi la base la base necessaria
E chiudo con
Diciamo anche
Un proposito che poi rilancia quello di che del dell'introduzione di di oggi pomeriggio cioè quello di trovare tutte le forme con le quali noi possiamo arrivare a toccare le coscienze delle persone quelle che sono più lontane che non sanno neanche dove si trova la sala
Del rettorato dell'Università di Firenze e posso assicurarvi che a Firenze non per colpa dell'Università intendiamoci
No non mi stupirei di trovare tanti fiorentini ignari di dove si trovi l'università piuttosto che dove si trovi
L'Accademia della Crusca
E qui è in gioco anche la nostra capacità appunto di svolgerà una funzione Greppi innovativa divulgativa dobbiamo arrivare ai punti più estremi delle periferie delle nostre città
Dobbiamo arrivare a parlare di queste cose di fronte ai palazzi delle vele delle Piagge piuttosto che alle case minime di Lumezzane
Dobbiamo pretendere che la scuola non sia solo un luogo di adempimento burocratico di un mestiere ma torni ad essere un motore di formazione civica degli individui e e si deve in qualche modo ricominciare daccapo per molti aspetti
Ora però c'è bisogno davvero dello della spinta di tutti di tutte le persone di buona volontà anche le istituzioni culturali facciano sentire con forza utili ha poca voce magari utilizzando anche gli strumenti di comunicazione moderni Valdo insomma bene o male come dire internet la rete è un fatto va bene
E il punto è come la utilizziamo e quali contenuti noi portiamo sulla rete dobbiamo essere più forti
Degli altri e dobbiamo farlo perché è davvero in gioco non solo la qualità della democrazia ma la democrazia stessa
è una missione difficile io son voluto venire qui per portare il mio saluto ma anche la mia disponibilità quella della mia amministrazione della città perché se c'è da armarsi tue utilizzato questo termine ovviamente
Del tutto diciamo
Non violento
Di armarsi di coraggio di di di Energia di caparbietà ora è il momento di farlo non credo che avremo un secondo appello non credo perché se il passaggio politico del rinnovo degli organismi dell'Unione europea nel maggio prossimo sarà un passaggio negativo credo che dopo sessant'anni di progresso pacifico graduale illuminato
E unico nel genere nel mondo noi ci avvieremo ad una regressione molto rapida
E probabilmente e certamente con esiti del tutto oscuri imprevedibili e preoccupanti forse non per noi ma per la generazione dei nostri figli di sicuro quindi grazie buon lavoro
Bottino in qualche saluto vorrei salutare
Chi arriva anche da almeno dal punto di vista della sede della Fondazione da molto lontano l'onorevole professor Tonion della De Gasperi di Trento vorrei salutare poiché nostro ospite di novembre cioè il del professor la Rocca per il Centro Universitario di Studi di Ravello fa andare a fare senza togliere niente a Luca Torino all'altre nostre sedi andare a fare un le una conferenza nazionale Ravello e qualcosa credo di molto interessante direi
Che intanto volevo rispondere a a Dario dicendo che per quanto ci riguarda noi ci proviamo a fare questa conferenza nazionale nel diciannove
A Firenze spero che le abbiano dato un po'il programma di quella di Ravello così si rende un po'conto di che cosa ci chiedono di fare però la sua richiamo sui nuovi media
Noi siamo per carità ancora agli inizi e però noi abbiamo un bel sito ogni fondazione nostra socia può addirittura inserire le sue notizie senza bisogni passare con una delle parole d'ordine adeguate riusciamo anche qui oggi ci siamo presentati con delle slide che rappresentano tutti i nostri soci
Una un è sbagliata ma non non vi dico quale naturalmente
Per dire che siamo assolutamente consapevoli di questo fatto ora siamo d'accordo con i nostri tre commentatori
Che prima di dare la parola ai nostri tre illustri ospiti cioè a dire Galluzzi magazzini Sanesi vorremmo che proprio mai col Mosetti che rappresenta qui gli under trentacinque dicesse qualcosa brevemente naturalmente sulla sua esperienza
Buongiorno anzi buona sera a tutti sono Michael Mosetti faccio parte del gruppo under trentacinque e sì faccio parte del gruppo under trentacinque sono anche curatore degli attivi di cui si parla oggi e anche di quelli della scorsa edizione
Sarò molto breve perché credo che sia importante che siano i principali ospite a parlare ma il mio passaggio sarà molto legato a il tema della della creazione di questo gruppo e di come questo gruppo potrà a mio parere essere un buon volano per lo sviluppo anche di progettualità e di flessioni future
Come ha detto giustamente Valdo presidente Spini da nelle precedenti conferenze ma anche in quella di Ravello abbiamo avuto la possibilità di mettere a disposizione delle risorse che Conte che consentisse a un giovane appartenente alla Fondazione a una delle fondazioni scritte è una delle centocinque
Di partecipare
Questo può sembrare banale ma realtà è sostanza è un contributo concreto che dà la possibilità a un un giovane o a una giovane under trentacinque che partecipano attivamente
Alle attività realizzata interna per le fondazioni di informarsi formarsi comunicare entra in relazione con altre fondazioni e soprattutto con altri giovani che condividono connesso o connessa il la passione per il tema è la cultura
Io sono psicologo quindi come dire da un punto di vista psicologico non posso non fare un passaggio sull'importanza
Che la dimensione Groppali e organizzativa può aprire in occasione di questo genere mi contesti soprattutto informale infatti la possibilità di entrare in sinergia in sintonia con l'altro sono fondamentali affinché si possa creare quella relazione di Sintonia tale per cui si possa anche pensare progettare idee ideare qualcosa
Che in questo momento non c'è è la dimensione globale infatti credo
Che si può individuare quell'elemento che il singolo non c'è
E penso non e su questo tendo a sottolinearlo che la crisi non debba essere vista come ed esclusivamente una visione negativa la crisi culturale sociale ed economica che affligge il Paese non solo secondo me deve essere vista ma basta anche andare a vedere l'origine della parola stessa accomuno opportunità
Il fatto che
Come dire
Si siano create le condizioni affinché le fondazioni si incontrassero che i giovani si incontrassero costituisce di fatto o un'importante opportunità
Affinché quel rinnovamento quello stimolo quel modo di di rivedere anche la cultura possa cambiare e possa essere determinante produrre e costruire una una fonte come dire
Un contesto culturale e sociale che attualmente non c'è si è parlato infatti di di come la cultura effettivamente sia e debba essere un elemento trainante bene i giovani che si incontrano non soltanto i giovani che partecipano ma anche i giovani e non solo che questi giovani possono incontrare ritornando ai propri contesti ebbene in dimensione anche piramidale esponenziale la contaminazione può avvenire e gli atti nessuna dimostrazione
Sono felice di poter dire che sia a Trieste chi a Lucca i giovani hanno avuto la possibilità di partecipare ma di lasciare anche un contributo concreto che potete vedere ha nella relazione del workshop
Infatti le conferenze prevedono sempre di momenti di workshop
E gli under trentacinque sono stati chiamati ma in in qualche modo sono si sono anche offerti ecco di poter relazionare esprimere un commento che è stato determinante anche nella riflessione che ha portato anche all'organizzazione della Conferenza di Ravello ecco
E quindi come dire un contributo concreto una restituzione
D'acqua non si può prescindere e che dimostra la volontà dei giovani che partecipano di potere essere un elemento importante trainante per un cambiamento quindi si tende a dire sempre che i giovani questo purtroppo la politica spesso l'ha detto che i giovani non hanno voglia di fare che i giovani non si mette in discussione bene io non ci sto a dire questo credo che ci siano dei giovani che hanno voglia di fare
E ci sono tanti giovani che hanno bisogno di trovare in altri giovani ispirazione per questo
Per mettersi in gioco per cambiare per poter credere che si possa fare meglio quindi e ringrazio l'opportunità che AICI ha messo a disposizione con questi contributi e spero che questa cosa possa andare avanti nel tempo perché c'è bisogno di giovani che partecipano c'è bisogno di gioventù anche si informano c'è bisogno i giovani che si incontrano che parlano di cultura Colin Tosi ha solo che è necessario nutrito così buio e così critico come oggigiorno tutto qua ecco spero di vedervi a Ravello spero che l'invito appunto promosso da Spini che la prossima conferenza si svolga Firenze effettivamente sia così perché da toscano ne sarei certamente contento e lascio la parola agli altri relatori buona sera
Vedo che si agita anche Maria Pia Donat Cattin né quindi saluto nella Fondazione Donat-Cattin di Torino via via troverò il modo di citarle di citarle tutte adesso darei la parola a Paolo Galluzzi che era stato uno dei nostri relatori della conferenza di Conversano e che quindi credo che possa anche con conoscenza diretta da un'associazione cominciare a commentare questo volume tiranti
Voi microfono sì per
Grazie Valdo ti sei dimenticato che ero anche al duca ma già oltre lo posso perdonare
E quindi insisto su questo fatto perché inevitabilmente partecipando compiacere ma anche con frequenza si tende ad essere ripetitivi chiedo scusa se questo avverrà
IMI inizierò con un aneddoto fresco questa mattina ho avuto per ragioni che è inutile sottolineare una lunga conversazione telefonica con l'addetto scientifico dell'ambasciata italiana a Berlino
Sì riguardava l'organizzazione di un evento che per sottolineare la capacità di quell'istituzione l'ambasciata e la l'addetto culturale
Di raccogliere un cospicuo pubblico molto significativo mi ha comunicato certo punto che poi stare tranquillo ci sarà gente perché io un indirizzario di duecentocinquanta ricercatori italiani che lavorano a Berlino questo Tato lo riferisco perché mi pare abbastanza significativo
Di una situazione nonché si sta verificando certamente ci sono situazioni che si stanno verificando come quelle alle quali faceva riferimento il nostro Sindaco ma situazioni che si sono già verificate e che rappresenta no l'altra faccia ti quello scenario di come dire mancanza di lucidità complessiva nella società civile del nostro Paese davanti a questioni d'interesse di natura generale
Il fatto cioè che i migliori se ne vanno perché o gran parte dei migliori se ne vanno
E tra l'altro come dimostra una recente ricerca una grandissima parte di quelli che se ne vanno
Per una borsa di studio per un contratto di ricerca non tornano indietro se non con quei meccanismi un po'ambigui del rientro dei cervelli
Che non hanno mai funzionato in realtà perché poi naturalmente da questa parte resta il potere accademico che è concepito nella maniera in cui è concepito con logiche che non sono quelle necessariamente se ne sempre
Quelle del premio all'eccellenza o del riconoscimento della qualità ma chiusa questa parentesi che mi sembrava attinente alle questioni che erano state fin qui toccate
Le poche parole che dirò si riferiscono per un verso all'apprezzamento credo di interpretare e il parere di tutti i presenti
Per lo sforzo che laici ha fatto di darci una dimensione quantitativa di condurre un censimento
Di quella che è la galassia degli istituti culturali italiani che afferiscono a laici ma che quel gruppo è fortemente rappresentativo della totalità degli istituti culturali italiani
Questo primo tentativo credo che meriterebbe di essere non l'unico ma sulla base anche di alcune osservazioni che verrò facendo ma altre ne avranno fatti colleghi più autorevoli di me
Potrebbe essere affinato in maniera che CdA una rappresentazione intelligente soprattutto intelligibile
Di quella che è la situazione di questa galassia
Per esempio ritengo che sarebbe importante anche se questo non mi pare un elemento che può dare qualche fastidio ma non mi pare necessariamente riservato che noi riuscissimo tabulare di questi oltre centro associati quali sono le dimensioni medie del bilancio annuale
Nell'ultimo triennio ci vuole un triennio perché queste istituzioni possono avere come dire
Delle delle assunzioni di ossigeno improvvise molto forti ma poi alle quali segue una mancanza d'aria programmatica quindi sul triennio si riesce a capire quali sono le risorse
Perché il discorso sulla valutazione purtroppo parte da quella constatazione perché quella ci dà la misura e della è come la pressione del sangue
Ci dà la misura della capacità operativa che può avere un'istituzione culturale
Questo quindi lo raccomanderei dai dati che si evincono dalle dagli istogrammi e dalle torte che confezioni sono confezionate in questo volume l'impressione che vi sia una quota molto alta numericamente alta istituzioni MOL toh piccole molto piccole non significa non qualificate naturalmente perché ci possono essere grandi non qualificate piccole molto qualificate
E questo è un elemento del quale non si può non tenere presente sia quando ci si interroga su come gli istituti culturali possano diventare punto di riferimento per un'occupazione giovanile di qualità un'occupazione giovanile i laureati o addirittura di dottorati naturalmente
E come a loro volta questi dottorati possano contribuire a trasformare istituzioni che hanno sulle spalle spesso molti decenni di storia in alcuni casi anche più di un secolo di storia
Quindi par suggerirei con forza che l'analisi sulla Fisiologia posso definirla così delle singole istituzioni
Fosse oggetto sempre che si parla di autonomia e quindi è uno è libero di non darle i dati si intende se si facesse lo sforzo di capire qual è aggiungerei anche la geografia in senso di distribuzione territoriale ma quella più o meno la conosciamo e anche ecco ai conosciamo perché è drammatica come ciliegi sottolineava adesso perché al Sud praticamente questa realtà non c'è forse anche l'idea di vedere comparato lo stato generale della società civile dell'economia dell'industria e anche di questo settore
Da qualche indicazione utile a capire dove siamo e verso dove stiamo andando però a parte questa osservazione che poi è una proposta è un suggerimento e che pieno di indicazioni secondo me è una volta che avessimo questi dati su come anche laici può esercitare in maniera più incisiva ancora più incisiva
Fa favorendo le sinergie tra chi è più dotato di risorse che nemmeno per sviluppare progetti intera accademici intendo dire interistituzionali naturalmente
Che colleghi no e compensino questi sbilancia menti credo che questi dati sia opportuno cercare di acquisirli
Bazzi sulle tabelle faremo ultima osservazione mi pare evidente non lo dico per fare la difesa di alcunché sul piano politico
Che se avessimo misurato il numero di collaboratori dipendenti cinque anni fa avremmo avuto forse non un riscontro complessivo molto diverso ma certamente una per
Cento duale delle diverse categorie tifo orme di collaborazione di versi qui si vede chiarissimamente l'effetto tra giocosa
Si vede chiaramente che un quarto oggi
Dei collaboratori degli istituti hanno contratti a tempo indeterminato pollo so benissimo perché io dirigo un'istituzione che ha probabilmente le quote tra le più alte dei dipendenti
In in forma di contratto a tempo indeterminato lascia una cinquantina di dipendenti
Prima di cinque anni fa quei dipendenti erano quattordici e a seguito dell'emissione delle norme è apparso opportuno ma per diverse ragioni comprese anche dei vantaggi da un punto di vista economico trasformare quelli che erano i co.co.co. che poiché era diventati co.co.pro. in contratti di collaborazione a tempo indeterminato rimane anche su questo direi che dovremmo un po'fermare lo sguardo nella torta che distribuisce le diverse forme di contratto in cui viene ripartita la cifra complessiva di mille trecento settanta e qualcosa se non ricordo male dipendenti mille trecentoquarantatré per l'esattezza nel comparto non dei cento e passa ma dei settanta no che hanno che hanno restituito che da sostanzialmente a livello di impiego a tempo determinato un una media di quattro virgola cinque a detti per istituto che non è neanche male come media ma che purtroppo è molto sbilanciata perché ci sono istituzioni erano cinquanta sessanta dipendenti quindi ce ne sono altre che ne hanno uno
O non ne hanno nessuno quindi un elemento che ci dà una geografia è una fisiologia
Molto importante per articolare un ragionamento è per immaginare di sviluppare un progetto di collaborazione ma chiusa questa
Tre versetti e di osservazione con altrettanta spero brevità vorrei tornare su un tema che è già emerso da questa introduzione come cruciale
Per le politiche da laici e che peraltro emerge molto chiaramente dati interventi
Di coloro che hanno partecipato alla riunione alla al mette in Trieste
Il transito
Di molte delle attività di elaborazione di comunicazione di archiviazione dei dati culturali in supporti digitali questo è la sfida della informatizzazione come molte espressioni vengono in fondo è se volete gran parte di quella espressione colorita
Che ha usato Baratta in quell'occasione che il riarmo culturale oggi il riarmo culturale passa nella capacità di maneggiare quel tipo di comunicazione di utilizzare in maniera intelligente quel tipo di linguaggi
I Sapelli stabilizzare è di saperli e di sapersi avvicinare a noi abbiamo come targhette ultimo il cittadino prima di quello abbiamo lo studioso lo studente la persona che intende documentarsi a informarsi da fonti accreditate
Ecco quella sfida ne abbiamo parlato a Lucca se ne è parlato a Conversano sta lì sul tappeto appare scuro oggetto sempre più voluminoso perché sempre più invasivo
La dimensione dei social media ha assunto contorni che sono quasi privi di confini e che sembrano assolutamente ingovernabili o anche incomprensibili da un certo punto di vista ma è evidente che quello è il territorio competitivo naturale per gli istituti culturali
Se non fosse altro perché è un territorio che le università non hanno finora sostanzialmente occupata e università
Nelle digitali Mani Tese io non parlo dei professori universitari ne parlo dei singoli dipartimenti io pago del sistema universitario come tale ha utilizzato questa nuova opportunità certamente nel mettere in Rete
I curricola dei professori nel rendere gli ordini lei sillabiche dei programmi di corsi per nel nel facilitare tutta la parte amministrativa e di esecuzione delle registrazioni
Ma diciamo i grandi progetti di digitali o Mani Tese non non sono usciti dalle università italiane o sono pochi quelli che sono usciti dalle università italiane
Sono stati molto più avanzati concepiti sviluppati e realizzati delle volte senza riuscire a portati a termine dalle istituzioni culturali
Ho magari da qualche istituto del CNR che ha delle condizioni simili a quelle degli istituti culturali una sede propria un organico una dotazione strumentale
Una serie di io Autonomie che nell'istituti culturali sono una grande risorsa che non dobbiamo mai abbandonare che consentono di prendere rapidamente delle decisioni naturalmente delle volte anche sbagliate però di prendere decisioni e di essere immediatamente operativi
Non sorprende pertanto che a Trieste si sia parlato di questo riarmo digitale lo vorrei trasformare così quell'espressione
Anzi di un armamento digitale perché non c'è stato un passato nel quale come con le armi vere questo era avvenuto
E credo che qui laici abbia un'opportunità importante una funzione importante da svolgere
Nel cercare come dire di e raccogliere le energie
Di vincere una tendenza che naturale in qualche modo delle singole istituzioni a programmare a ragionare nell'ambito del proprio segmento visivo mentre in questo settore quando noi ci facciamo degli investimenti nelle digitali o Mani Tese
Dobbiamo essere estremamente aperti dobbiamo immaginare che l'agorà nella quale ci muoviamo non ha confini non è non ha neanche più confini disciplinari quindi ecco è uno spazio nel quale è necessario aprirsi programmaticamente alla collaborazione
Intraprende riprese che trovano Coffa Hunting che trovano risorse condivise con altri partner
Ecco dal mio punto di vista come osservatori naturalmente un osservatore superficiale incompleto vedo poco di questo lavoro ancora in giro vedo molte attività di digitalizzazione la parola forse oggi più usata è proprio quella di digitalizzazione vedo istituzioni archivi biblioteche
Che hanno fatto un lavoro eccellente di messa in Rete delle proprie risorse la vedo poca costruzione architettonica tra quelle risorse per cercare di costruire sistemi informativi
Che consentano all'utente perché poiché il seducente e quello che conta al cittadino
Di navigare tra le risorse delle diverse dove dovessimo immaginare un web senza Google
Dovessimo immaginare un web senza Google noi non avremmo niente io ho detto
Perché dovremmo immaginare che l'utente che cerca un'informazione
Che abbiamo al Museo Galileo sul sito web del museo D'Alema dovrebbe digitare la urla del Museo Galileo
E poi per vederne una dell'Accademia della Crusca dovrebbe digitare una urla e dell'Accademia della Crusca sarebbe un lavoro impossibile da un molto diverso da come si faceva quarant'anni fa quando ci andava a leggere un libro all'Abi io teca dell'Accademia della Crusca e un altro libro alla Biblioteca nazionale o in un'altra istituzione ecco questo lavoro che fa Bubola e che lo fa con finalità Botto diverse da quelle che perseguiamo noi
Dobbiamo cominciare in questo ambito che nell'ambito delle nostre attività affacciato da soli
Dovremmo cominciare a creare dei sistemi intelligenti di connessione tra i dati dovremo col cominciare a creare non delle biblioteche digitale ma degli ambienti digitali di ricerca cioè dei luoghi disseminati in diversi server distanti fisicamente l'uno dall'altro
Nei quali l'utente è in grado di mi interessa ampi collare andandosi a trovare le informazioni necessarie naturalmente sapendo che di sta fornendo ora questo ora quell'altro e così avanti perché di identità
Deve essere mantenuta del tesoro poche osservazioni ma credo che la vera sfida oggi non è la digitalizzazione
Quella era stata classi da dieci anni fa otto anni fa oggi la sfida è la costruzione delle architetture digitali che è una cosa completamente diversa presuppone la prima perché se non ci sono i dati non si fanno se non ci sono i mattoni
Non si costruiscono gli edifici
Ma è una sfida molto diverso e ho l'impressione che con l'impegno e le energie
E le competenze che si trovano negli istituti culturali
Sia l'unica risorsa di questo Paese che che è in grado di affrontare quella sfida nell'eticità di Mani Tese e di mettersi al passo con quanto si fanno i centri internazionali più avanzati
Grazie a Paolo Galluzzi direttore del Museo Galileo e grazie anche per questo ambito di iniziativa che per l'hashish si apre che si sono che sottolinea che veramente al centro del rinnovamento in corso credo che di di casa in quest'aula sia il professor Nigro che qui per il Datini di Prato ma che credo che sia un bene valorose veterano di quest'aura
E adesso passerei la parola a nostro caro amico socio ma che ci è sempre stato molto veramente molto vicino Claudio magazzini presidente l'Accademia della
Grazie Valdo avete sentito scusate proprio oggi è venuto l'abbassamento di voce che mi renderà più difficile l'intervento avete sentito che fortuna avuto la metafora del riarmo culturale
Che il professor Galluzzi ora trasformato nel riarmo digitale
Che anch'io quando folletto lì per la prima volta sono stato colpito dal da questa parola e non lo sottolinea tanti e così disperatamente stavo cercando chi l'ha usato per primo rose da Luzi ha detto Baratta però non riesco più a trovarla nel suo intervento nove e e comunque evidentemente una di quelle coniazioni linguistiche che hanno successo certo è pacifica ma esprime probabilmente una volontà combattiva di intervento in una certa vivacità incisiva
Io non ero presente a Trieste e quindi voglio
Concentrarmi su un libro anche perché avete visto che le libero respinge a riflettere sul futuro e in qualche modo suscita anche delle inquietudini e e dei riferimenti implicitamente polemici
Credo che una cosa si respira nel libro direi il libro quando è stato pubblicato stampato quando è stato intanto quando gli interventi a stati pronunciati e poi fino alla stampa
Mi sembra più rassicurante del clima che si sta respirando in questo momento i effettivamente proseguiamo una che un'esperienza curiosa anni e leggerlo vedere quali riferimenti ha perso appreso persone che occupa che occupavano posti importanti nella politica nazionale sono caduti quanti restano in piedi cessi potrebbe insomma
Persino da questo libro valutare un'inquietudine che è legata queste cose che stanno cambiando sono cambiati in Italia e che hanno suscitato già accenni preoccupati di apprensione da parte di alcuni degli oratori che mi hanno preceduto
Il libro ecco intanto gialla detto posso Galluzzi per e dotato di una serie di pagine
A colori di di grafici che fanno il punto sulla sul sui dati che laici andata raccogliendo e sono davvero delle pagine in interessanti queste
Per esempio sfogliando le io guardavo
Il grafico dell'anno di costituzione degli istituti di cultura e per esempio colpisce
La vitalità maggiore
Evidentemente sia dal mille novecentosettantacinque al mille novecentonovantanove cioè sul ci si potrebbe interrogare sulle per ragioni storiche che stanno dietro a questi dati però nello stesso tempo abbiamo bene il dieci per cento degli istituti di cultura iscritti
Che sono nati nell'Ottocento e l'otto per cento nati prima dello nel mille ottocento quindi abbiamo quasi un venti per cento
Anteriore probabilmente all'Unità d'Italia all'incirca addirittura e questo fa molto riflettere sulla vitalità di certi anni nel dopoguerra e sulla tradizione storica di istituzioni antiche che sono presenti in Italia
Poi certe interessante la distribuzione nelle materia di avrei qualcosa da dire filorusso filosofia e religione sono state accorpate dodici e cinque ci sta dentro filosofia letteratura filologia e linguistica e religione
Io volevo individuare le le istituzioni di interesse linguistico mi un pochettino difficile in questo modo e devo dire forse sì Brasil potrebbe arrivare a un bilanciamento
Il più grande da bilancino da orafo che ci sia la querelle e filologica friulana
Ecco ma non poi un'altra cosa interessante e i servizi erogati dall'ente perché le due colonne
Biblioteca e archivio sono chiaramente dominanti e naturalmente ci fanno ricordare qualcosa di importante ci vuole dire che tutte le nostre istituzioni
Hanno delle biblioteche in parte anche a antiche e hanno degli archivi di di importanza notevole l'archivio poi addirittura contiene ovviamente dei pezzi unici e quando si parla di per ricchezza culturale di patrimonio nelle mani delle nostre istituzioni ecco qui è di assoluta evidenza
Il e non è un caso che e e il punto di forza che ci accomuna tutti perché uno si può chiedere ecco questo libro tra l'altro direi che andrebbe letto sempre tenendo in mano quest'altro libretto
E che fatti fuori né bancone se non sono collocati uno vicino all'altro ed è l'elenco delle delle ed istituti di cultura che Valdo Spini oggi ha detto sono centocinque
Però a pagina trentuno del libretto erano ancora centodue quindi possono se la sono andati crescendo quindi continuando in arrivo San stanno crescendo e sono tanti cioè le non non li ricordiamo tutti a memoria ed è estremamente curioso andare a vedere
Da da quali varietà di di interessi e di archivi e di biblioteche e composta la nostra comunità davvero una una varietà che poi trova dei punti verificatori però insomma
Anche interessante non soltanto fare la rete informatica e poi non è una cosa facile perché AN i motori di ricerca sono già stati fatti difficile soppiantarono e si fa la fine magari di Europeana no
Ma certamente la prima cosa conoscerci tra noi questo promette molto rilevante
Beh io non parlerò dei collaboratori perché non voglio entrare nei in argomenti di natura economica però naturalmente
Oltre a ecco le le nel campo dei dipendenti o collaboratori oltre a essere importante la colonna degli amministrativi per forza perché se un un una gli amministrativi non non riesce a tenere in piedi l'Accademia
L'accademico l'Istituto di cultura però naturalmente archivisti e bibliotecari fanno la parte del leone in corrispondenza con l'importanza di archivi e biblioteche
Ora
A parte queste tabelle di dati che sono molto interessanti che fanno riflettere
Il libretto e anche più interessante del di quanto si può può prevedere voglio dire nel senso che gli atti di convegni spesso non sono una letteratura amena
Lo hanno elementi di natura un po'ripetitivo hanno le parti di circostanze i saluti e pure in questo libretto trovate tante pagine perché sono di stimolante e bruciante attualità anche indipendentemente dal dalla svolta più preoccupata che i temi di cultura possono avere preso negli ultimi mesi perché ecco a cominciare dall'intervento di Baratta che si citava prima
E trovate per esempio il tema
Non l'ho segnato e peraltro cento è un è un bell'intervento è quello di Bharata cioè non è un caso che abbia lanciato lo slogan
Il segnale linguistico che in qualche modo è stato così spesso ripreso perché qui ci trovate per esempio
Il rapporto ecco intanto ribatte Baratta tu
Tutta una parte i quasi ironica sul concetto di cultura e corre il concetto di cultura l'estensione del concetto di culture in senso antropologico per esempio il fatto che la cultura sia arrivata a comprendere l'elemento gastronomico
Non vorrei adesso dire una sciocchezza forse a laici non si sono ancora iscritti istituti di cultura gastronomica ecco però e e e un settore nuovo e non è detto che certo anche se Baratta ironizza un pochettino e su questa estensione indiscriminata del concetto di coltura però di fatto e così in senso antropologico poi c'è tutto rapporto
Col di identità locale identità nazionale e di identità europea quindi tutto il tema cosa vuole dire semiserio di cultura di un certo posto ad una certa zona radicato in un territorio e che cosa vuol dire
Confrontarsi con una dimensione che va oltre che quella europea
E e questo tema
Emerge in di molti di di questi interventi è uno dei temi più poteri passaggi naturalmente cruciali
Ora
A un certo punto leggendo questi interventi dove c'è naturalmente rapporto cui si ancora accennato ora con con l'università per esempio qui
Si parla delle borse di studio c'è una lamentela proprio tu non Gualdo sul fatto che le borse di studio e le elargite erogate dall'Istituto di cultura non abbiano abbastanza valore nel pari curriculum universitario ma in realtà un pochettino ce l'hanno ce lo riflettendo no
E cioè il Parlamento e che ci sono certe figure che non possono essere istituite negli istituti di cultura per esempio gli assegni di ricerca che sono legati a Enti di ricerca università
Però ecco misure ma addirittura mi sono interrogato io l in relazione al mio lavoro il colosso universitario quando capitano nel curriculum queste periodi di formazione misure di cultura mi sono chiesto
Come giudicati cosa ne ho fatto eccetera eccetera no questa Memento un tema molto interessante anche se non dobbiamo poi portarlo come dire i cui capelli rivendicazione troppo meccanica però certamente un tema è un tema delicato pronunciato punto
E il la mia attenzione come inevitabile e scivolata verso i temi della lingua no perché dunque io non ero presente a Trieste quindi non c'era un intervento diretto sui temi della lingua c'era culminante la dottoressa Cialdini che è qui presente che va riqualificata scordonatura definizione come hai detto man ager informazione questo interessante Venezia di formazione all'Accademia hanno bisogno di manager li gestiscano il futuro dell'Accademia stesse
E però la dottoressa Cialdini non era non è intervenuta ci sono anche alcuni suoi interventi nel libro ma non è intervenuta tanto sui sui temi linguistici ma su temi addirittura informatici non è un caso perché la Crusca un luogo in cui la formazione dei nostri giovani in relazione alla codificazione dei testi alla marcatura di testi
A cominciare dalle cinque crusca eccetera eccetera avuto molto spazio per intervenuta su questo però mi sono chiesto ma visto che non c'era né non c'era un un avvocato d'ufficio che parlasse di lingua qualcosa hanno detto i presenti sul tema della lingua
Devo dire che
Mi mi mi sono abbastanza incuriosito e divertito perché per esempio uno dei primi accenni al tema della lingua che viene fuori quindi e quello di Giampaolo D'Andrea che era il campo gabinetto di delle amministratrici skinny non se ricordo bene ecco che e però quando vanta una una lingua internazionale da difendere
E questa lingua e il Tino e latino quindi c'è una una una pagina qui in cui si dice il rinnovato interesse per il latino seguito tradurre eccetera eccetera no quindi in bocca
Attenzione maggiore al fino certa e latino in questo che giusto perché probabilmente in quegli archivi di cui parlavamo una buona parte degli archivi dello scriba antichi sarà il latino però qui l'interesse per l'italiano non c'è
Poi ci sono ho ritrovato il tema del della lingua
Ecco in Vincenzo Craxi dell'istituto europeo e questo e abbastanza curioso
Perché
E Koba colpito perché per quanto ne sapevo la lingua italiana nell'istituto europeo non è un cavallo di battaglia credo che facciano tutti i corsi in inglese credo no
Ma i qui esce invece il tema d'italiano come rimpianto delle periodo in cui gli sceneggiati degli anni sessanta
Televisivi mettevano unisce né televisione i classici italiani o stranieri oppure commissario Maigret con Gino Cervi e cose di questo genere
Erano preceduti da un riassunto
Che era un modello di buona lingua italiana caratterizzato da una corretta fraseologia con avverbi del tipo altresì nonché oggi in disuso totale che sono incuriosito perché nemmeno presidente della Crusca per la verità
A tante hanno strategia per l'italiano del tempo di altre si nonché no quindi
Che dal dall'Istituto europeo appunto avvenga questo interesse per l'italiano è una buona cosa
E
Ancora il tema della lingua italiana l'ho ritrovato in Diego Marani
Ecco che e coordinatore era politica culturale Servizio europeo di azione esterna ecco qui qui ho trovato una spiegazione che non conoscevo cioè lui fa un confronto tra l'articolo centosessantanove del Trattato di Lisbona e l'articolo centosessantasette facendo vedere come i due articoli adesso non entra nei dettagli eventualmente questi a pagina novantuno avete tutti libero potete andare a rileggere in sostanza se ne in contraddizione cioè uno di questi articoli impedisce all'Unione Europea
Di occuparsi tra cultura perché acuto Renna e delle nazioni
Ma poi improvvisamente l'altro articolo a preti gli spazi in cui ci si può occupare di cultura e indipendentemente c'è un segno di contraddizione
Tra tra questi due articoli il tema della lingua poi viene introdotto da Diego Marani in risposta a Loredana Accornero che era anche presente l'uretano Accornero che la rappresentante del radio italofona delle della radio e televisioni capitano phone ecco però il il il punto d'arrivo di Maranini non è poi tanto favorevole alla lingua perché alla lingua italiana perché in sostanza dice
Che un un una cultura che che insomma poco importa la lingua che usiamo importano i valori limite quindi la lingua non è un elemento così importante e semmai dice Luigi
Per
L'ideale è soltanto la lingua internazionale quindi prendiamo ce l'ho questo inglese ma il nostro non quello che parlano loro loro sarebbero gli anglofoni nativi
Non l'inglese britannico ma l'inglese nostro di stranieri quello sbagliato senza mai l'avesse della terza persona quello che parliamo tutti e in cui ci capiamo benissimo
Con questo messaggio un po'dissacrante e provocatorio chiudo il mio intervento e e fa riflettere perché
Non ho capito se l'applauso El Amrani o a me ecco sì però siete proprio sicuri che per un dialogo culturale di qualità vada bene un inglese che manca addirittura della S della terza persona che anche un uno che fa un anno d'inglese se impara ad usare se vogliamo comunicare con questo tipo di linguaggio siete siamo certi che sia così o questo non è un impoverimento eccessivo io francamente trovo
Piuttosto stravagante una tesi di questo genere anzi mi piacerebbe discuterla perché la ritengo del tutto sbagliata non credo che il Globe riesce sia il miglior modello di lingua da proporre agli istituti di cultura italiani ed europea e per i loro scambio
Adesso mi avvio a chiudere rapidamente c'era ancora una cosa dei Barani che mi aveva colpito la questione del papi ISMU ma l'assalto cioè la questione per cui i finlandesi ancora un po'non volevano entrare nell'Europa nell'Unione Europea perché avevano paura dei papisti ma salto questo argomento che è diverso anche se credo che a Valdo interesserebbe e invece anche Valdo nel suo intervento tocca il tema della lingua è noto che in modo diverso perché per esempio città quel dato luogo tra attribuisce a me ma in realtà ministero degli Esteri Sommariva del ministero hanno sotto il viceministro giro che avevo insistito molto su questo cioè che gli italiani la quarta lingua più studiata non parlato ovviamente studiata al mondo eccetera eccetera e tu leggi
Questo tema della chiamiamola identità italiana anche se identità una di quelle parole che sono sottoposte a revisione attenta di Raia Processo all'interno del libro
Ci e tu citi il il la las la questione del delisting di della Regione Puglia de delle regioni Rachel meridionale del questione di Gaeta del il
Ricordo perché ecco queste esattamente e e su questo mi permetto di rapidamente di raccontare un aneddoto
Di sapete che nel sito della Crusca
C'è il tema del mese che è un po'con l'articolo di fondo con quella crusca interviene su argomenti d'attualità
A luglio credo sì qualche mese fa insomma
Il tema del mese fu dedicato a un un un evento che si era svolto così davanti a un tribunale delle Marche
Si presentano come imputati di un processo di droga dei napoletani e dichiarano di fronte al tribunale di non poteva essere processati da un tribunale in italiano perché loro non sanno l'italiano ma sono napoletano
La giudice siamo nelle Marche e come ho detto nomina un interprete rendendolo tra avuto tra un avvocato che Napolitano presente quindi non con particolare titolo di qualificato e processo si svolge la notizia viene riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno
E che racconta l'episodio così come avvenuto ma conclude dicendo dice l'unica cosa bella di tutto questo è che abbiamo la prova
Che il napoletano è una lingua antichissima che è stata sradicata dei piemontesi quando hanno unificato l'Italia cattivissime eccetera eccetera
Allora sia come presidente della Crusca sia come piemontese mi sono un po'seccato e ho fatto un articolo molto duro in cui ho dimostrato le corbellerie enormi perché lì tra l'altro si diceva
Al che Napolitano l'ha parlato già al tempo di Federico secondo ora Federico secondo di Svevia stava in Sicilia sicuramente non usava e napoletano semmai naturalmente il siciliano
Ma o in quel mio intervento polemico era concluso da una battuta di questo tipo
Spero di avere sradicato questa bufala così come e il mio collega e amico Alessandro Barbero lo storico ha sradicato la storia della fortezza di Fenestrelle col genocidio di decine di migliaia di ufficiali borbonici bene
La cosa divertentissima fu che la polemica che si scatenò perché la gente può scrivere nel sito
Non fu contro il mio intervento che tutto sommato salvo qualche piccolo sbandamento
Titoli che arrivava dal Friuli un po'del Veneto tutto sommato fu accettato anche dei meridionali ma si scatenò furiosamente attorno alla questione storica
Del del genocidio a Fenestrelle
E questo fa riflettere voglio dire come tu hai citato la storia di Gaeta
Sulla identità debole degli italiani e sulla loro rapidità nel di aggrapparsi a particolarismi la divisione di questo tipo ecco tutte cose che ovviamente e in una visione come quella dell'ANCI che unisce gli istituti di cultura in una rete chi deve collaborare naturalmente
Non sono mai non senso probabilmente vengono superate e questo ci aiuta avere davvero una sinergia una collaborazione fattiva e utile grazie
Grazie audio magazzini per rispetto al quale io rivendico che è proprio l'Unità d'Italia ha fatto togliere i valdesi il francese ore dal culto e a portare all'italiana quindi abbiamo le carte in regola rispetto alle cose che lui ha detto
Bene adesso diceva Paolo Galluzzi che poi c'è un problema evidente cioè quello della dei bilanci delle sostanze del modo di essere
Dei nostri istituti e credo che veramente abbiamo la persona adatta per parlarne cioè che Irene senesi
A cui poi va anche nostro ringraziamento perché sul territorio presiede lo a Opera Santa Croce e poi presiede il Pecci che domani ricordo i suoi trent'anni prego i re
Grazie presidente anche per avermi chiamato a commentare questo lavoro che è stato presentato a Trieste tra l'altro molto interessante proprio perché parte da una fotografia buona sera a tutti la mia è una diciamo un intervento tecnico perché poi come dire avevamo un po'anche condiviso questo con Valdo cioè l'idea di entrare nello specifico rispetto a due temi importanti il primo il primo è il tema della sostenibilità
E quindi anche poi conseguentemente della rendicontazione e di come i nostri bilanci per quanto Macrì ci possano apparire s'è importantissimo in qualche misura raccontarli
E cercare di farlo usando degli indicatori che non sono soltanto quelli numerici e quantitativi ma anche quelli qualitativi che misurino in qualche maniera e possano dare conto anche delle azioni e anche della creazione di valore culturale delle nostre istituzioni
L'altro aspetto potrebbe essere diciamo nel solco degli interventi che mi hanno preceduto definito quello del riarmo fiscale
Credo sia fondamentale oggi per le nostre istituzioni affrontare il tema della riforma del terzo settore
E di quello che è l'impatto che ha avrà sulle nostre istituzioni ed entro nel merito rispetto a quattro punti
Il primo è un punto credo che ci riguarda direttamente perché chi ha avuto il tempo la voglia di leggerla questa riforma che in parte già in vigore in parte stiamo aspettando ancora i numerosi decreti attuativi dovrebbero essere in tutto quarantadue ne ne sono usciti poco meno di dieci
Si comprende molto bene che al tavolo della discussione così come non sono stati chiamati lo dico i dottori commercialisti
Io faccio parte anche di una gruppo di lavoro al Consiglio nazionale dei dottori commercialisti che si chiama economia e cultura per l'appunto
Non sono stati chiamati neppure gli istituti culturali
Gli enti che appartengono appunto al mondo della cultura è una riforma quindi che in qualche misura arriva ci arriva
E probabilmente in qualche maniera ci mette anche profondamente in discussione
Perché intanto abbiamo la necessità di comprendere se stiamo dentro questa riforma oppure ne rimaniamo fuori perché la norma il decreto che è uscito più o meno un anno fa ad agosto del due mila diciassette il centododici
Di fatto individua tutti quei soggetti che rientrano in quelli che da ora in poi si chiameranno enti del terzo settore Ets
E tutti quegli enti che invece ne staranno fuori all'articolo quattro
Ne elenca una serie chiamo quindi un elenco tassativo insieme ovviamente ad alcune istituzioni che come dire forse ci immaginavamo come i sindacati come le formazioni politiche quelle di categoria
Stanno fuori dice l'articolo anche tutti quegli enti sottoposti a direzione e coordinamento o controllati dagli enti precedenti in primis dagli enti pubblici
Quindi la prima cosa che dovremo verificare è la nostra fondazione la l'indagine ai sci ci racconta che il quaranta per cento
Degli associati sono fondazioni con invece una minoranza un poco più del venti per cento di associazioni e poi enti diciamo giuridicamente
Diversi enti morali eccetera quindi la prima domanda che dovremo porci è il nostro ente Fondazione associazione e quant'altro
Può rientrare in un caso di esclusione dell'appartenenza al terzo settore questa credo sia la prima domanda quando rientreremo nelle nostre istituzioni che dovremo porci perché a questo punto se noi siamo fuori
Appunto Valdo citava anche diciamo i miei due ruoli istituzionali per esempio il Centro Pecci che ha gestito da una fondazione la Fondazione per le arti contemporanee in Toscana
Fondata dal Comune di Prato sostenuta da due enti pubblici il Comune e la Regione rientra per esempio in uno di questi casi di esclusione
E quindi stare al di fuori della riforma del terzo settore significherà per noi da un punto di vista amministrativo gestionale contabile separare da un punto di vista proprio contabile le attività non profit non commerciali da quelle invece di natura commerciale quindi per un centro come il Pecci o per un museo il i biglietti d'ingresso hanno natura commerciale le sponsorizzazioni hanno natura commerciale tutti quelli che possono essere i servizi
Rilevanti ai fini commerciali hanno questa natura tutto quello che invece riguarda la contribuzione pubblica contributi delle fondazioni bancarie le erogazioni liberali rimangono al di fuori di questa sera ma capite che magari oggi lascio questa attenzione non c'è domani dovrà esserci se invece la nostra istituzione apparterrà Aglietti S quindi agli enti del terzo settore a questo punto dovremmo capire rispetto a quale regime fiscale probabilmente ci potrà essere opportuno per chi non ha bilanci elevatissimi per esempio sotto i duecentoventi mila euro scegliere dei regimi forfettari che sono estremamente vantaggiosi
E quindi come dire si imporranno delle scelte
Si imporranno delle scelte che avranno un impatto importante anche per quelle che saranno altri aspetti
Gli aspetti per esempio del fundraising che è uno dei temi che sta molto a cuore al presidente Spini e sta molto a cuore a tutti noi
Perché far parte degli ETF degli enti del terzo settore significherà accedere al regime delle agevolazioni previste per questi enti che di fatto rifonda riforma il cosiddetto decreto della più dai meno versi che era uscito nel due mila cinque col decreto competitività e che aveva introdotto per la prima volta in Italia le erogazioni liberali anche in altura quindi mentre fino a quel momento in natura potevano essere solo le sponsorizzazioni
Dal due mila cinque anche le erogazioni liberali diventavano sia finanziarie che tecniche cioè in altura
è quella riforma di fatto non ladro capolista legge ma poi alla fine la conseguenza è questa e all'articolo ottantatré prevede che per gli enti del terzo settore che riceveranno erogazioni liberali da privati quindi quello che si chiama il Private fundraising
Il privato potrà ottenere una detrazione IRPEF del trenta per cento che sale al trentacinque per gli organismi di volontariato
Mentre se è un'impresa quindi il cosiddetto corporate fundraising
Avrà una deducibilità
Pari fino al dieci per cento del reddito quindi nella capienza del dieci per cento del reddito
Quell'impresa potrà fare rogazioni liberali alla mia istituzione culturale e io potrò certificare gli o la detrazione IRPEF o la deduzione
IRES e quindi la deduzione dal reddito
Ma ci sono altri due aspetti importanti
Insieme al tema appunto che abbiamo citato del star dentro star fuori la riforma oppure e anche il tema fiscale delle del fundraising delle liberalità
C'è il tema anche di di quello che può essere una nuova veste giuridica perché la riforma sana va detto un'anomalia
Chi era presente fino a quel momento cioè mentre il Codice civile prevedeva già da tempo le cosiddette trasformazioni eterogenee per cui sono un'associazione mi trasformo in una società di capitali male
Non prevedeva le cosiddette trasformazioni omogenee cioè sono un'associazione divento una fondazione e quindi questo capite
Può essere poteva e essere un problema soprattutto oggi post riforma quanto la l'importo del patrimonio minimo del fondo di dotazione minimo viene stabilito appunto dalla legge dal decreto di che riforma il terzo settore per cui per le associazioni sarà quindici mila euro per le fondazioni trenta mila euro mentre fino ad oggi ogni su diciamo c'è una certa discrezionalità che dipendeva da regione a regione per cui se chiedevo il riconoscimento della personalità giuridica
In Regione Toscana per esempio fino a qualche anno fa non c'era nessun tipo di tetto e dipendeva dall'attività esercitata
Dalla nostra istituzione per le per le associazioni per le fondazioni orientativamente chiedevano almeno cinquanta mila Euro
Mentre oggi diciamo in Regione Toscana viene richiesto un fondo di dotazione di venti mila euro per una associazione e cinquanta mila euro per una fondazione da domani sarà una norma uguale per tutta l'Italia quindi non ci saranno più queste differenze lo stesso valeva
Per le prefetture che invece istruiva alla pratica del riconoscimento per i clienti la cui influenza non era solo regionale ma era nazionali e soprattutto toccherà ai notai e sarà loro cura in qualche misura espletare tutta la pratica quindi non si dovrà più passare dall'istruttoria che fino ad oggi era gestita da gli uffici delle persone giuridiche delle prefetture e delle regioni
Quindi questo è una novità interessante nell'ottica soprattutto anche non solo del riconoscimento della personalità giuridica per tutte quelle associazioni che magari non ce l'hanno ancora ma anche in un'ipotesi appunto di trasformazione all'interno sempre del grande mondo del non profit
Quarta considerazione il tema del lavoro che poi è il tema clou legato anche a questo quaderno diciamo su cui poi ho dato il mio contributo per quanto riguarda diciamo un po'una lettura un'osservazione
Di questa fotografia chiarisce affatto nei confronti delle sue associate beh il tema del lavoro è un tema centrale
Non soltanto per tutte le considerazioni che sono state scritte sono state svolte anche da chi mi ha preceduto anche dall'intervento appunto di Mosetti per appunto la voce dare voce agli under trentacinque ma perché anche in questo caso le argomentazioni che riguardano il tema del lavoro sono varie allora la prima è il tema del contratto qua troverete in questi atti un intervento anche molto interessante proprio che riguarda se vogliamo forse in una miriade credo siano oltre due mila le tipologie di contratti collettivi di lavoro che però nascono nella storia industriale
Dell'Italia nella storia produttiva la cultura di nuovo è stata un po'la Cenerentola tant'è che ancora oggi la maggior parte dei nostri Istituti culturali adottò il commercio come tipologia contrattuale
E come dire probabilmente non è proprio lo strumento del contratto più adeguato qualcuno adottassi per culture
Che per certi versi nella nota anche di commento che viene fatta alcuna per alcuni può essere a un po'troppo costoso comunque
Federcultura un contatto molto ampio dove dentro c'è lo sport e ce la pubblica amministrazione e quindi non soltanto le istituzioni culturali e allora la provocazione potrebbe essere chissà magari grazie al lavoro che Aci sta svolgendo potrebbe essere opportuno in una evoluzione dalle digitale umani Fise
Al tema della lingua e poi arrivando al lavoro pensare di aggiungerne un altro nella già moltitudine di contratti come hanno fatto dieci anni fa le Fabbriceria italiane in fondo se ci pensate sono poco più di venti però dieci anni fa decisero di apportare al tavolo della trattativa anche sindacale la costituzione di un loro contratto
Perché questo può essere da un lato una provocazione da un lato uno stimolo perché credo che la tipizzazione delle nostre istituzioni non può essere soltanto risolta attraverso lo smartwatch King e che ha uno strumento trasversale ai vari contratti di lavoro ma probabilmente ha bisogno di una revisione identitaria più forte e infine sempre in qualche misura leggendo diciamo come una velina il tema del lavoro con la riforma del terzo settore
è questa riforma tracciò una linea di demarcazione nettissima rispetto al lavoro chiamiamolo così forse impropriamente degli volontariato dei volontari
Per cui la riforma dice
Il lavoro del volontario vede essere tale quindi sono finiti i tempi nei quali magari il nostro dipendente part-time per passioni per dedizione si tratteneva un'ora in più due ore in più
Presso la nostra istituzione culturale perché a quel punto dovremo fare fare una scelta di campo chi avrà una qualunque tipo di lavoro quindi dipendente ma anche autonomo
Il commercialista che magari veniva pagato per la sua attività e poi faceva anche altre cose a titolo totalmente gratuito ecco questo nella lettura della riforma appare chiaramente non più possibile e quindi questa è una riflessione importante da riportare no poi all'interno delle nostre istituzioni il lavoro del volontario viene in qualche misura premiato stabilendo un rimborso spesi giornaliero pari a un massimo di dieci euro sempre ovviamente rimborsando gli le spese documentate quindi del treno del pranzo quindi sempre e comunque con una documentazione riguarda questo rimborso fino a un massimo di centocinquanta euro al mese
Per cui da un lato si riconosce una premialità che non è solo la gratificazione diciamo di collaborare con un'istituzione culturale dall'altro però si mette come dire questa barriera rispetto credo almeno per quella che è un po'la mia esperienza ha tantissimo tempo che magari molti dei nostri dipendenti collaboratori a a vario titolo
A Progetto come collabora come erano i collaboratori coordinati e continuativi con partita Iva quindi lavora autonomi
A tanto tempo che magari molte di queste persone hanno dedicato alle nostre istituzioni aldilà appunto del rapporto Mero di lavoro
E credo e concludo che l'incontro del diciassette ottobre prossimo che stiamo organizzando a Roma
Con il presidente Spini
Possa essere una tappa intermedia di questo percorso che poi si vedrà anche l'Assemblea del due mila diciannove e sarà un incontro che vuole portare sul tavolo
Delle istituzioni culturali l'attenzione a un altro diciamo un altro strumento importantissimo della riforma il terzo settore che sono le reti associative
Le reti associative di fatto che potranno quindi costituirsi anche fra enti magari affini per DNA ma diciamo anche se vogliamo diversi per provenienza preistoria quindi noi come ANCI abbiamo valutato l'opportunità di essere un po'i primi a farsi portavoce della creazione di reti perché saranno importanti forse ancora non se n'è accorto nessuno ma nel momento in cui partirà a tutti gli effetti il registro unico del terzo settore la riforma sarà attuata in tutte diciamo le sue declinazioni
Potranno essere se esiste la Rete a svolgere quella funzione di OP in senso positivo visto che al tavolo della riforma il terzo settore la cultura l'abbiamo detto all'inizio non c'è stata
Ma anche di linee guida e soprattutto di controllo perché altrimenti questo controllo non dimentichiamocelo arriverà da parte del ministero del lavoro quindi nemmeno da parte del Mibac tu del MIUR
Ma da parte del ministero del lavoro che sarà all'ente pubblico
Deputato appunto a fare tutti i controlli a partire da quelli sui nostri bilanci e quindi sicuramente se riusciremo ad attrezzarci per la costituzione di una rete credo che potremo sicuramente portare finalmente la nostra voce laddove è opportuno farlo cioè nelle stanze dove poi si prendono le decisioni
Grazie
Grazie per questo intervento che penso arriva in conclusione ma solleva veramente una serie di interrogativi
Anche operativi per noi cioè se candidarsi a essere rete associativa o meno e questo credo che sia un compito che affronteremo nelle prossime settimane
Diciamo la verità questa legge tutti l'abbiamo in qualche modo rimossa non pensando che non sarebbe mai arrivata è invece arrivata può anche essere che ne siamo fuori una parte di noi né fuori che sia conveniente starne fuori e così via
Però credo che sia qualcosa che vada assolutamente prese in considerazione non voglio rivelare conversazioni private ma quando sono a trovare il ministro del dei beni culturali Bonisoli
Era anche lui molto preoccupato di che cosa sarebbe successo ai beni culturali e alle istituzioni culturali con questa legge quindi credo che le nostre iniziativa del diciassette ottobre sia molto tempestiva
Vediamo cosa farne uscire certamente questo sarà uno dei temi che dobbiamo affrontare nel prossimo Periodo poiché di diciamo se il tema delle che è stato sotto casa dei vene delle agevolazioni fiscali
Per esempio il cinque per mille spesso funziona bene per le le nostre istituzioni
Ma diciamo situazioni tipo l'arto bonus non sono concepite per le istituzioni culturali come le nostre
E forse sarebbe una battaglia da fare vedere se potesse essere potesse essere esteso ma non voglio portare via tempo sono temi che cercheremo di approfondire bene noi abbiamo in qualche modo fatto una presentazione dell'Aci a Firenze e in Toscana questa presentazione avuto successo per gli oratori che si sono susseguiti che ringraziamo ma anche per il pubblico così qualificato che è venuto e credo che sia un po'lo slancio per potere svolgerà Firenze nel due mila diciannove la nostra successiva conferenza senza sminuire affatto quella cambiamo affrontare che mi sembra di grande peso
Ci sono naturalmente istituzioni culturali così importanti così dotate
Non voglio adesso fare nome e cognome ma se lo sono anche presenti qui che forse non hanno nemmeno bisogno di un'associazione quindi tanto più rilevante che ci partecipino e che diano il meglio di loro stessi e per l'associazione
Ma sono assolutamente convinto che per la maggior parte delle fondazioni e istituti culturali una difesa singolarmente intesa non ha senso non ha sbocco
E solo attraverso la capacità di fare rete e quindi di poter ampliare la conoscenza e la condivisione della cultura che ci si può rinnovare ma al tempo stesso ci si può difendere
Credo che questo sia un po'il messaggio che esce fuori anche oggi i che ci accompagnerà nelle prossime scadenze tenendo conto che probabilmente se non ci fosse stato questo momento associativo
Quella che era la situazione del due mila
E tredici cioè a dire un contributo totale sura le associazioni che era meno della metà di quello del due mila otto e che ci avrebbe portato alla consunzione all'inedia per molti aspetti
Sarebbe stato in qualche modo irreversibile credo che avere a cominciando da Torino vedo qui Sergio Scamozzi
Avere presentato all'opinione pubblica al governo le istituzioni
Questa realtà si è stato importante certo a noi un compito
Non possiamo presentarci come situazioni polverose come istituzioni che riguardano il passato cavallo il il volto rivolto al passato ma come componenti di una nuova identità perché di identità ce n'è bisogno ma non può essere soltanto l'identità del particolarismo della frammentazione
Ma deve essere una ricomposizione anche di questa identità italiana all'interno di un'identità europea e solo la cultura può guidare in questa direzione
E credo che questo sia il compito che abbiamo e certamente come singole istituzioni come alici vogliamo portarlo avanti grazie
La