Critica e militanti

Buongiorno dalla critica militanti dopo averci offerto una antologia di Guido Gozzano
Commentata da Alessandro Fo poeta a sua volta il gozzo Aniano la casa editrice Interno poesia fa un'altra operazione intelligente ci offre un'antologia
Piuttosto ampia cura di Alessandro media di Sergio Corazzini la intitola con un
Pezzo famoso con un'affermazione famosa di un suo testo io non sono un poeta un altro crepuscolare di un crepuscolarismo diverso da quello Bolzani anno siamo sempre all'inizio del Novecento
Corazzini ancora meno tempo di Gozzano per esprimersi
Nasce nel mille ottocentottantasei muore nel mille novecentosette assoli ventun'anni
E nella sua Roma nella Roma in cui è stato prima educato da benestante coi per gli sperperi del padre si è dovuto impiegare in una compagnia di assicurazioni
Frequenta altri giovani come Tarchiani Martini e tenta una poesia che guardai simbolisti francesi che guarda al D'Annunzio del Poema paradisiaco
Insomma una poesia che a le sue radici
Nelle stesse radici degli altri crepuscolari ma che tutta intrisa anziché di ironia
Di una sorta di sfatto cattolicesimo romano sfatto come l'endecasillabo di Corazzini con le sue virgole gli amici a Belmondo morbidi che dal senso del trepidazione insieme
Dell'est e nazione come scrive Alessandro media nella sua introduzione ci sono delle parole
Tematiche che tornano continuamente monotona mente in questa poesia sapientemente monotona prima di tutto morte e dolcezza ci sono le chiese abbandonate di una capitale post papalina ancora provinciale di inizio Novecento che diventano una sorta di allegoria dell'anima
Del giovane poeta morente tisi Co
Sergio Solmi un grande critico del Novecento diceva che se Gozzano
Chiude un'epoca liquida parodistica mentre l'Ottocento verista e dannunziano Sergio Corazzini nel pochissimo tempo della della sua vita
Apre una stagione che aspetta qualcos'altro dopo di lui con le sue prose liriche col suo
Verso che si libera con la Poesia che si spoglia disse appunto io non sono un poeta che si consuma che sì ma mostra mentre si disfa nel del suo del suo sapore ecco Corazzini quasi prelude alla avanguardia è una specie di Palazzeschi con con il cuore e e allo stesso tempo arriva in alcune delle sue ultime poesie famose come la morte di Tantalo ma anche come il top Braque molto vicino è stato notato attonite richiami o perfino tra che li anni
Tra il mille novecento quattro il mille novecentosei questo adolescente pubblica diverse raccolte dolcezze l'amaro calice le aureole piccolo libro inutile Legia libro per la sera della domenica
E noi vogliamo qui dare un passaggio di questa poesia però prendendo quello che forse uno dei suoi due tra capolavori e che appunto la morte di Tantalo scritto sul letto di morte
Noi ci sedemmo sull'orlo della fontana nella vigna Doro sedemmo Lacrimosa in silenzio le palpebre della mia dolce amica si gonfiavano dietro le lacrime come due vele dietro una leggera brezza marina
Il nostro dolore non era dolore d'amore nel dolore di Nostalgia né dolore carnale
Noi moriva amo tutti i giorni cercando una causa divina il mio dolce bene e Dio
Ma quel giorno Giordania è la causa della nostra morte non era stata rinvenuta e Calò la sera sulla vigna adoro e tanto essere oscura che alle nostre anime apparve una delicata di stelle
Assapora amo tutta la notte i meravigliosi grappoli sedemmo l'acqua d'Oro e l'alba ci trovo seduti sull'orlo della fontana nella vigna non più Doro
O dolce mio amore confessa al viandante che non abbiamo saputo morire negando circa tutto saporoso e l'acqua Doro come la luna
E aggiunge che non vorremmo più e che andremo per la vita errando per sempre
Sergio Corazzini io non sono un poeta a cura di Alessandro Melia interno poesia a risentirci venerdì prossimo