Passaggio a Sud Est - supplemento del giovedì

Buon giorno da radio radicale Buongiorno da Roberto Spagnoli bentrovati all'ascolto del supplemento settimanale di passaggio a sud est
Passaggio a sud-est e lo spazio che ogni settimana radio radicale dedicare notizia gli approfondimenti sulla realtà politica dell'Europa sudorientale questo supplemento di giovedì diciassette marzo del due mila e ventidue
Chi segue le vicende dei Balcani ha sempre cercato di mantenere vivo l'interesse su un'area che avrebbe meritato un'attenzione costante diverso da parte della nostra politica e anche della nostra informazione a parte qualche eccezione in questi anni invece i riflettori si sono accesi solamente in occasione di qualche incidente o di tensione di proteste tali da suscitare l'ennesimo allarme su quella che viene sempre con una trito luogo comune definita la polveriera balcanica salvo però spegnere le luci poco dopo non appena constatato che non c'era più niente di interessante per fare un po'di ascolti
In questi anni per fortuna c'è però stato anche chi ha continuato a cercare di raccontare quelle terre
Le persone che le abitano loro storie loro realtà di analizzare anche i ritardi di un'Europa che avrebbe dovuto con coraggio Torrita far maturare il processo di integrazione di analizzare anche le mire espansionistiche esercitate in quell'area dalla Russia e dalla Cina e anche dalla Turchia
Lo lo è stato fatto sono abbiamo cercato far di farlo anche noi da Radio radicale
Da passaggio a sud-est nonostante però il prevalere del disinteresse da parte della grande politica della grande stampa adesso che Putin ha ordinato l'aggressione all'Ucraina scatenando una guerra dagli esiti imprevedibili ecco sembra che
Insomma anche l'informazione anche
La politica si siano accorta che c'è un altro fronte di conflitto potenziale che potrebbe aprirsi ai nostri confini dopo l'Ucraina infatti Putin potrebbe proseguire il suo attacco all'Europa attraverso la destabilizzazione della Bosnia Erzegovina
Del Montenegro sfruttando i legami storici e culturali ma soprattutto economici con la Serbia di Vucinic
Ed è quello che noi insomma vogliamo fare cerchiamo di raccontare ogni settimana dall'inizio del conflitto lo vogliamo fare anche in questo
In questo
Supplemento di questa di questo diciassette marzo proponendovi analisi e commenti
Sulle conseguenze sulle ricadute che la guerra in Ucraina potrebbe avere anche nei Balcani occidentali su che cosa davvero potrebbero diventare i Balcani occidentali a seguito dalla guerra in Ucraina
Guerre l'Ucraina che sta facendo tornare l'Europa al passato e appunto sta una guerra che sta aprendo in cui gli scenari inquietanti
Che sia proprio le nostre porte e le conseguenze appunto si potrebbero come come dicevamo come stiamo dicendo da qualche settimana si potrebbero sentire anche nei Balcani e di questo ha scritto lo scorso dodici marzo Stefano Brusa
In un commento Stefano usare una giornalista di di Radio Capodistria
Che sua i suoi pezzi appaiono anche su Salvatore Vacca nel Caucaso e questo commento è stato pubblicato appunto sul sito di radi capo dissero diamo Ricato anche sulla pagina Facebook di di passaggio a sud est
Stefano Brusa segnala come alla fine in Ucraina la questione sia abbastanza semplice la Russia invaso l'Ucraina i soldati russi sono in territorio ucraino nessun soldato ucraina in territorio russo quelli che attaccano sono i russi mentre quelli che si difendono sono gli ucraini ecco questo è il dato di fatto da cui partire
E scrive Stefano all'USA
Erwin Fadini
Pilar Circe uno dei più lucidi commentatore sloveni passato in queste settimane per chi era non ha esitato a definire partigiani gli ucraini in armi fanno la stessa cosa che faceva la resistenza durante la seconda guerra mondiale combattono contro un nemico
Che a prima vista potrebbe sembrare soverchiante
Però dei partigiani però ci insegnano che mai tutto è perduto e che vale la pena di combattere per la libertà
Il presidente russo Vladimir Putin con la sua azione ha fatto ripiombare il mondo nel Novecento dimostrando che guerra e il nazionalismo ricordati questo guerre nazionalismo sono opzioni percorribili anche nel due mila ventidue
Le premesse per capire dove stavano andando
Dove stava andando c'erano tutte ma si è preferito non vederle in nome degli investimenti dei suoi oligarchi non ci dente di forniture di gas barili di petrolio e altre materie prime
Le tesi di Putin sui russi sono fin troppo simile a quelle espresse nel mille novecentottantasei
Dal famigerato memorandum dell'Accademia delle arti delle scienze di Belgrado che voleva tutti servi uniti sotto lo stesso tetto ora c'è chi ingenuamente consigli agli ucraini di cedere la Crimea
E lasciare andare le repubbliche separatiste russofone dell'Est
Una tattica
Che in passato non ha dato alcun frutto come insegna il patto di Monaco di minacciato trentotto con la Germania e che potrebbe non placare le mire egemoniche di Mosca
L'ipotesi che è in aperto contrasto con gli accordi di esse che eliminava centosettantacinque che sancirono l'inviolabilità delle frontiere e che garantivano pace stabilità in Europa intanto rischia solo di scoperchiare il vaso di Pandora dei nazionalismi secondo la Commissione badante Arché si occupa della dissoluzione dell'ex Jugoslavia i principi sanciti dagli accordi di Helsinki
Il fatto di frontiere dovevano essere applicati anche per i confini interni
Detto in parole povere le minoranze avrebbero diritto ad essere tutelate ma non alato determinazione ora se i confini ucraini dovessero cambiare tutto ciò non farà che portare vento nelle vele delle mire egemoniche dei russi e di Putin
Ma anche di tutti quei politici che non hanno mai accantonati solide ridisegnare i confini anche nei Balcani
Stiamo pericolosamente ripiomba nello non nuova età dei nazionalismi c'è da aver paura
C'è da aver paura in questo ritorno della dell'età dei nazionalismi così Stefano l'USA sul sito internet di Radio Capodistria lo scorso dodici marzo e appunto la guerra in Ucraina seguita da Guarino ucraina i Balcani occidentali che potrebbero rappresentare un secondo fronte attivabile in qualsiasi momento è il titolo di un perso apparso lo scorso cinque marzo firmato da Alex Cinzia micce
Su Valigia Blu Valigia Blu punto Vitti alla notizia dell'aggressione militare dell'esercito russo ai danni dell'Ucraina le popolazioni dei Balcani occidentali non sono rimaste indifferenti molte persone sono si sono viste catapultati indietro di una trentina d'anni allo scoppio delle guerre di risoluzione dalla Jugoslavia
E hanno sentito il fantasma di traumi passati risvegliarsi dolorosamente oltre a provare un sentimento di solidarietà nei confronti del popolo ucraino di tutte le persone coinvolte
Molti nei Balcani occidentali sono spaventati dalla possibilità non troppo remota di un nuovo conflitto l'operazione militare lanciato dal presidente russo Vladimir Putin rischia infatti in e di innalzare il livello di tensione che pervade la regione dallo scorso autunno e che Mosca fomenta ormai da parecchi anni per servirsene nel proprio confronto con l'Occidente
Vedete anche qua Alex
Cinismi ce la la sua tesi è la stessa che ritroviamo in queste settimane
Era quella che Di Stefano l'uso ma quella che ritroviamo in tanti commenti di persone che conoscono bene la la situazione balcanica odierna
E allora ci Cesi dice cerca di capire in poi i due come dove e perché questo potrebbe succedere partendo dalla Serbia il paese in cui l'influenza del Cremlino è più evidente
Dunque non è un caso che a eccezione la Bielorussia complici di Vladimir Putin all'evasione Luca l'Ucraina
La Serbia sia l'unico Paese europeo a non aver condannato apertamente l'aggressione a non essersi allineato alle sanzioni imposte dall'Unione Europea degli altri Paesi del continente nei confronti della Russia così come accaduto nel due mila e quattordici durante l'invasione della Crimea considerando che non è una decisione vincolante l'aver votato a favore della risoluzione ONU che condanna l'invasione in Ucraina potrebbe essere una mossa ingannevole
Che toglie la Serbia dall'occhio del ciclone ma in questo modo in questo modo la Serbia collettivamente condannato la Russia senza averlo di fatto senza averlo fatto pubblicamente tramite il proprio governo e senza allinearsi alle sanzioni imposte dall'Unione Europea
E dico e qui di questo parere Jasmina Mogliano vice uno degli analisti politici balcanici più autorevoli appunto ripreso da ACSM ICE che poi ricorda come Serbia Russia sia sono Paesi slavi a maggioranza cristiana ortodossa che condividono pertanto un'antica eredità culturale che hanno rapporti diplomatici di lunga data
Ma nel due mila diciannove
Ma ma ma poi quelli che sono stati stretti negli ultimi anni sono i rapporti economici nel due mila diciannove la Russia figurava come il quinto maggior esportatore in Serbia e il secondo maggior importatore di prodotti serbi
Negli ultimi anni si è intensificato anche rapporto militare e ora a Belgrado
Divisa tra belle Thai di ingresso nell'Unione europea e supporto russo potrebbe trovarsi presto tra due fuochi
Ucraini Occidente da una parte Russia dall'altra faranno pressione per vedere sostenute le proprie politiche e sebbene riconoscimento delle repubbliche separatiste Ucraina Eridania Ferrua Asca
Abbiano reso più complessa la questione dei Kosovo la Serbia dell'autocrate Aleksandar Vučić
Ancora bisogno dell'appoggio di Putin per l'approvvigionamento di gas russo da quei dipendente dell'ottantanove per cento e per portare avanti la creazione del mondo serbo in altri termini
Scrive
Ci si dice
Si tratta della vecchia idea della Grande Serbia vale a dire il progetto di annessione di tutti i territori balcanici popolati da una maggioranza serba il famoso memorandum
Atene centottantasei che citava Stefano all'USA Putin dal canto suo può sfruttare le esigenze di un Vučić alle prese con le elezioni presidenziali di aprile il tre aprile
Come leva per continuare a provocare politicamente l'Unione europea impedire l'espansione della NATO a Est e minacciare la sicurezza del continente il Cremlino identificati i Balcani occidentali come campo di battaglia ideale
è un'aria non troppo estesa divisa tra molti stati piuttosto poveri e considerando la sua tragica storia recente
Non così difficile da destabilizzare e poi va avanti cimice la Bosnia Erzegovina il primo Paese che potrebbe essere fisicamente colpito dai giochi di potere di Putin e la Bosnia
Ed è il primo del primo marzo ha celebrato il trentesimo anno di vita
E cita il piano di secessione di migliora dopo di che il leader della Repubblica Sears ska
è che è in corso solo grazie al supporto della Serbia e in ultima istanza della Russia da cui l'intero Stato dalla Bosnia Erzegovina dipende per le provvigioni di gas
A questo si aggiunge la non volontà di trovare una soluzione alla riforma elettorale chi minaccia lo svolgimento delle prossime elezioni generali
Previste ottobre e la spinta sempre più forte si del leader nazionalista croato bosniaco Dragan ciò vicino che come dopodiché vicino alla Russia e non ha condannato l'invasione in Ucraina per l'istituzione di una terza entità a maggioranza croato bosniaca appoggiato dalla Croazia
E poi il Montenegro la situazione sarebbe ancora più tesa
Perché al contrario della Bosnia Erzegovina dove l'influenza russa si concentra nell'entità della Repubblica Sir ska che i principali leve del potere montenegrino sono nelle mani di elementi fedeli alla Russia e alla Chiesa ortodossa serba
Il Montenegro è una delle mete principali dei più ricchi oligarchi russi e in questo momento anche possibile terra di rifugio per coloro che fuggono dalle pesanti sanzioni imposte dall'Occidente vecchie il Montenegro sia ora membro della della NATO scrive
Cheese micce
L'esercito e i servizi segreti montenegrini sono controllati da persone vicine alla Chiesa ortodossa serba istituzione sta sapientemente utilizzato dal Cremlino
Per accrescere la propria influenza nel Paese facendo appello soprattutto alla fetta di popolazione che si identifica come serba e rivendicando una comune origine slava ortodossa
Insomma l'articolo è molto più lungo Nese finisce poi con chi perché cercano di rispondere alla domanda che cosa ci possiamo aspettare
Ricorda come il Kosovo abbia chiesto agli Stati Uniti d'istituire una base militare permanente nel Paese
Come gli Stati Uniti abbiano mangiammo i tre seicentotrentacinque soldati nel Paese balcanico nell'ambito delle della KFOR la missione NATO di mantenimento della pace e poi la ministro dell'Energia delle entità del l'altra entità quella croato bosniaca della volte Erzegovina che conviene che questo sia il momento per Sarajevo di sbarazzarsi dell'influenza della Russia insomma
La pericolosità di una destabilizzazione guidata da la Russa verrebbe ridotta e la Serbia si troverebbe isolate di fronte a un bivio seguire l'alleato russo o compiere il passo definitivo verso l'Occidente
E insomma la come vedete il il scenario serbo è piuttosto instabile e
Cinese finisce citando sogna Bizet arco
LaPresse fondatrice e presidente del comitato Helsinki per i diritti umani in Serbia perché abbiamo anche citato qualche settimana fa
Che ad Al Jazeera banche USA ha detto dall'inizio della crisi dei Ucraina nel due mila quattordici i Balcani occidentali rappresentano un secondo fronte attivabile in qualsiasi momento
Solo il tempo conclude cinese ci dirà se questo avvertimento verrà ascoltato se dovremo affrontare le conseguenze di un nuovo conflitto nel cuore dell'Europa io ho citato solo e anche un po'confusamente nelle nelle scuso alcuni passaggi di questo articolo
Di Alex chiese miccia
Su Valigia Blu punto it pubblicato lo scorso cinque marzo e molto più articolato di consiglio di legge proprio trovate anche l'incauto sulla pagina Facebook di passaggio sul gas perché spiega bene
Qual è la situazione in Serbia in Montenegro in Bosnia Erzegovina e per capire appunto comitiva Karachi dentali potrebbero essere secondo fronte attivabile in qualsiasi momento da Putin per destabilizzare l'Europa
Che i Balcani siano l'altro fronte della guerra di Putin all'unione europea e quanto ha scritto ieri su domani scusate il nel bisticcio ma il quotidiano stiamo domani somma domani del sedici marzo artico di Federica De Benedetti Balcani sono l'altro fronte della guerra di Putin all'Unione Europea
Mentre l'aggressione l'Ucraina in corso l'Unione europea non può più far finta di non vedere che c'è un altro focolaio di conflitto potenziale a ridosso dei suoi confini Balcani occidentali la Bosnia Erzegovina in particolare terrena di destabilizzazione da parte del Cremlino
Quali quali sono gli attori destabilizzanti primo fra tutti separatista serbo Milorad Orik ma c'è anche Viktor Orban
Il leader ungherese che lo ha sempre appoggiato frenando le sanzioni europee nei suoi confronti garantendogli l'approccio compiacente del commissario euro più ungherese con delega all'allargamento Oliver Vacchelli
E poi nei Balcani c'è un altro grande sodale sia di Orban che di Putin ed è presidente serbo Vucinic
Questo qua riassunto di questo articolo su domani del sedici marzo di Federica de Benedetti che che scrive appunto parla di Dodi che parla di chi sono gli agenti destabilizzazione di che cosa era successo trent'anni fa nei Balcani occidentali
Del del bivio e del ruolo dell'Unione Europea editti conclude su Putin e la guerra e la la guerra la borsa dopo l'aggressione a Kiev l'Europarlamento spinge per fare chiarezza e sostenere il percorso della Bosnia Erzegovina verso l'Unione Europea
Il Cremlino punta però nella direzione opposta non solo ha potuto contare finora sulla complicità ungherese serbe e supporto da sempre dopodiché ma anche chiaro che i Balcani sono l'altra scacchiera del conflitto
Insomma i Balcani l'altra scacchiera del conflitto
Da quello appunto che diceva sogna bislacco che di Prevalle preso all'ex cinese dice che ha scritto Stefano Stefano l'USA tra i Paesi gli altri paesi che si trovano in una situazione una situazione delicata parliamo sempre dei Balcani però questo Paese fa parte della della Unione Europea e fa parte anche della NATO è la Bulgaria la Bulgaria che alla guerra vicina
La quella di Putin Ucraina a forti ripercussioni il governo di soffia condannato fermamente l'aggressione ma nel Paese tradizionalmente legato alla Russia emergono faglie di divisione sia dal punto di vista politico che simbolico e nel frattempo i rifugiati in arrivo sono decine di migliaia
Questo quanto scrive Francesco Martino che proprio il corrispondente dalla Bulgaria di osservatorio balcanica o caso super caricato sul punto org lo scriveva il dieci marzo scorso la questione energetica scrive a un certo punto Francesco Martino è uno dei motivi principali di preoccupazione dubbi che tormentano la Bulgaria di fronte all'invasione dell'Ucraina voluta al presidente russo Vladimir Putin ma di certo non è il solo
Sia nelle file della politica che tra le l'opinione pubblica la Bulgaria conserva settori consistenti che guardano con simpatia a Mosca e se le posizioni istituzionali si sono presto allineate a quelle di Unione Europea nato
Falli divisione sono apparse fin dall'annuncio di Putin di voler dare inizio alla sua operazione speciale contro l'Ucraina proprio l'utilizzo della formula operazione speciale al posto di guerra ha provocato un primo scossone all'interno del governo di Sofia
Stefana gli anni fa già premier ad interim il ministro e la difesa a insistito su utilizzare la definizione fornita da Putin
Scatenando un vespaio di polemiche dopo alcuni giorni fermento politico pet-coke il premier ha chiesto e ottenuto le dimissioni degli anni Venti tensioni che sono sono emerse anche all'interno della maggioranza di governo i di cui fa parte tra gli altri anche il partito socialista che ha sempre vantato forti legami con Mosca se da una parte i socialisti hanno condannato ufficialmente l'escalation militare e l'offensiva russa in Ucraina dall'altra si sono detti contrari ad imporre sanzioni alla Russia
In quanto inefficaci e costosi per i cittadini e l'economia bulgara
E poi appunto c'è la questione
La questione
Delle economica e ci sono anche la per esempio la tensione
Della la Bulgaria è stata da data la la reazione ufficiale di Sofia la Bulgaria il governo russo ha inserito la anche la Bulgaria nella sua lunga lista di Stati nemici
E la tensione è salita ulteriormente dopo l'arresto ha so che lo scorso due naso generale bulgaro Valentina Zanco accusato di spionaggio a favore della Russia e danni di Bulgaria e NATO
E poi la la la l'ambasciatrice russa Sofia non si è non non non ha risposto alla convocazione da parte del governo
Del governo di Sofia e ha gettato ulteriore benzina sul fuoco poi c'è la questione della ricorrenza del tre marzo il giorno della firma del trattato il Santo Stefano che pose fine al vittorioso conflitto con uso turco
E che quest'anno è caduta a pochi giorni dall'inizio della guerra di Putin all'Ucraina
E questo ha ha riaperto il dibattito mai sopito sul significato della celebrazione sui legami storici tra bulgari ero Russia come per esempio il
Il monumento insomma che esiste ancora il monumento agli ai militari dell'Armata Rossa che liberarono la Bulgaria dal nazismo
Lo sconto sui singoli a ovviamente un peso e poi c'è tutta la questione economica e poi c'è la cosa dell'ondata di profughi che non è
Forte con quelle in Polonia come quella
Un in in altri in questi giorni ma si fa sentire e la reazione positiva per il momento da parte dei cittadini ma ma bisogna vedere quanto durerà insomma come dette la Bulgaria e la Bulgaria e anche il Paese che fino adesso ha bloccato l'apertura dei negoziati
Delle di adesione all'Unione europea con la Macedonia del Nord e di riflesso anche con l'Albania ma ci pare vada Albania che fanno parte anche della NATO
Vedete come le sedi come si muovono le pedine poi sulla sulla scacchiera di una di una partita complicata come quella che si che si sta nel peggiore dei modi sta avendo luogo in Ucraina ma che potrebbe avere un secondo fronte nei Balcani
E quattro questo ci pone la questione della dell'allargamento a Est si torna a parlare di allargamento a Est Ucraina Georgia Moldavia
Hanno chiesto ufficialmente di entrare a far parte dell'Unione Europea le prime reazioni sono state positive ma sarà un processo lungo nel frattempo però l'allargamento
Dell'unione europea potrebbe finalmente rimettersi in moto e si potrebbero sperimentare alcune soluzioni originali
E quanto ha scritto Lorenzo Ferrari lo scorso dieci marzo suo Osservatorio Balcani e Caucaso
Lorenzo operare ha messo ha messo su un piano le opzioni sul tavolo ci sono ovviamente due possibili misure Unione Pozzo europea potrebbe concedere lo status di Paese candidato all'Ucraina ed eventualmente anche a Moldavia e Georgia si tratterebbe di un passaggio preliminare dal valore esclusivamente politico e non condurrebbe necessariamente l'apertura dei negoziati per l'adesione ma aveva appunto
Un valore politico difficile da negare e a fianco della concessione lo status di Paese candidato l'unione europea potrebbe offrire a Ucraina Georgia o moldavi alcune opportunità inedite in termini di accesso al mercato unico che si potrebbero eventualmente immaginare anche ulteriori facilitazioni alla circolazione delle persone
Attraverso i confini naturalmente tutto questo ci sono favorevoli e tiepidi favorevoli i Paesi dell'Est
Più tiepidi
Di
Il la Francia e i Paesi del Nord Europa favorevoli e tiepidi anche all'interno del Parlamento europeo e però questo giustamente Ferrari Lorenzo Ferrari fa notare che questo potrebbe aprire degli interessanti scenari
Anche su come procedere al futuro dell'Unione europea anche alla politica di allargamento anche a opzioni fino adesso un po'rifiutate come quella dell'Europa a due velocità per esempio come come procedere anche come nel nel nei negoziati negoziati aperti
Anche l'articolo piuttosto lungo e molto interessante gli consiglio di leggerlo lo trovate appunto su balcanica o coso punto orga
Ma l'abbiamo l'indicato anche sulla pagina Facebook di passaggio a sud-est come tutti quelli che stiamo citando
Quindi c'è questa prospettiva positiva a nome di questa crisi ed Europa in fondo come diceva credo fosse diciamo né che diceva che l'unico che luglio Europa si costruisce sulle crisi
E però dobbiamo anche guardare al futuro e il futuro è quello di una nuova guerra fredda ci sarà un dopo anche questo drammatico conflitto causato dall'aggressione la Russia l'Ucraina ma per Paolo
Bergamaschi ex funzionario del Parlamento europeo sarà caratterizzato da una nuova e duratura divisione in Europa e questo nonostante l'allargamento dell'Unione
Questo articolo pubblicato dalla Gazzetta di Mantova il quindici marzo del due quindici marzo con pochi giorni fa è stato ripreso anche da balcanica o caso punto org abbiamo l'incauto anche sulla pagina Facebook di passaggio a sud est ci siamo cullati per anni nell'idea che l'interdipendenza economica previsti conflitti che intensificare gli scambi commerciali avrebbe portato d'apertura che politiche
Più l'economia di Unione europea Russia si intrecciano si pensava più si consolidano le basi per una pace duratura in Europa più cresce l'interscambio di merci tra le parti si riteneva più si approfondisce il dialogo anche culturale con interscambio di idee e comprensione reciproca
Tutto scrive Paolo Bergamaschi è stato smentito dai fatti il ventiquattro febbraio quando le truppe di Mosca ha iniziato l'invasione dell'Ucraina
Era solo un castello di Lusi Oni provvisoria rovinosamente crollato la posta in gioco per il cammino
Rinnova oltre le questioni economiche quelle la sicurezza i confini che non sono uno specchio per le allodole di casa e non solo non importa se a pagarne le conseguenze sarà lo stesso popolo russo
Travolto da una tempesta finanziaria che si comincia a intravedere la mitologia nazionalista non ammette deroghe concessioni cedimenti e qua torniamo no al problema dei nazionalismi l'Ucraina per Putin è terra sacra che vari congiunta la madrepatria conto senza chi ci vive
Erano anni che non perdeva occasione per ripeterlo solo ora qualcuno ha capito che faceva sul serio
Troppo facile per chi predica l'equidistanza guardare il mondo dal nostro Guarri tiro italiano a tre mila chilometri da Mosca
Impartendo lezioni urbi et orbi su come ci si deve comportare con la Russia bisogna sforzarsi di vedere le cose anche dal lato dei cittadini delle Repubbliche baltiche
Quei cinquant'anni di duro cupa se ne sovietica o da quello di polacchi un de ungheresi cechi con le loro rivolte stritolati dei carri armati dell'Armata Rossa
Per non parlare dei georgiani a cui Mosca ha già sottratto Abkhazia e Ossezia meridionale dei moldavi coi soldati russi che presidiano la Transnistria
O del contingente di pace russo che controlla il Nagorno Karabakh arco addomesticando in un sol colpo Armenia e Azerbaijan solo così
Descrive guardate guardate lecco queste cose che ammette infila Paolo Bergamaschi sono cose che sono sotto gli occhi di chiunque abbia un minimo di conoscenza
Di quelle aree di quella storia anche recente che sfuggono invece ai tanti editorialisti o i tanti professori che in questi giorni ci stanno spiegando come la col come in realtà sia in corso una guerra NATO Russia e che la colpa sia quella dell'allargamento della NATO ai restanti
Ma se si tiene conto di tutto questo scrive Paolo Bergamaschi saremo in grado di costruire una pole solo così saremo in grado di costruire una politica estera veramente comune di respiro europeo quell'allargamento di cui al punto a cui accennava Lorenzo Ferrari
Tutti speriamo e scendiamo in piazza per la pace in troviamo che si metta fine all'assurdo Marcello che riporta le lancette della storia europea la prima metà del secolo scorso
Tutti però dobbiamo capire che c'è una nuova Guerra fredda alle porte quando cesserà quella sul campo
La preannunciato uscita della federazione russa dal Consiglio d'Europa che anticipa la possibile espulsione conferma le previsioni più nere
E toglie un punto di riferimento alla società civile russa che guardava la Corte europea per i diritti umani di Strasburgo come ultima istanza cui rivolgersi per frenare le violazioni in patria
Si riparte da capo
Come se nel mille novecentottantanove a Berlino il muro non fosse crollato intanto l'unione europea deve fare fronte a una catastrofe umanitaria immane
Una crisi energetica cui siamo impreparati e una prossima crisi alimentare destinata a sconvolgere i Paesi più deboli mentre infuria la guerra una delle immagini più nitide che ricordo dell'Ucraina
Nel mio primo viaggio verso il Don bassa da Kharkiv anni fa in giugno la strada tagliava per centinaia di chilometri campi sterminati di frumento e gira sole con un cielo luminoso
Due lunghe strisce sovrapposte di blu e giallo i colori della bandiera ucraina facevano no notare gli amici che mi accompagnavano quei racconti qui raccolti quest'anno non ci saranno schiacciati dai cingoli dei blindati e soffocati dei residuati bellici
Per Putin Ucraina merita punizioni esemplari indipendentemente da quanta terra strapperà
Kiev dovrà fare i conti con ciò che resta di un Paese devastato
Che impiegherà anni e ingenti risorse per risollevarsi il Cremlino
Non tollera modelli di democrazia le porte di casa alternativi autocrazia russa e il presso che anche noi europei pagheremo per difendere i valori del processo di integrazione di cui gli ucraini vorrebbero legittimamente far parte rimbocchiamoci le maniche
Che altro dire che altro aggiungere a questo articolo di Paolo Bergamaschi direi che c'è tutto ed è l'arte né questo questo articolo
Lo ripeto pubblicato il quindici marzo sulla Gazzetta di Mantova ripreso a ripreso ieri da Osservatorio Balcani Caucaso
Chiediamo l'incarto anche sulla pagina Facebook di passaggio Soda come tutti quelli che vi abbiamo proposto in questo supplemento palo bergamasco nel funzionale del parlamento europeo
Questa è la realtà con buona pace
Di chi invoca la pace giustamente ma senza avere ben chiara la situazione di chi pensa che mandare le armi in Ucraina sia quello che alimenta il conflitto il non sa invece chi c'era dall'altra parte
E di chi accusato tutto questo la NATO emanato del suo allargamento a Est la realtà come sempre quando si guarda ai quelle zone è molto molto più complessa e bisogna stare attenti ad avere la presunzione di avere capito tutto perché quando si pensa di aver capito tutto e la volta che si sta andando fuori strada e questo ci aiuta a capire anche come quello che sta accadendo in Ucraina a un altro fronte che si potrebbe aprire che è quello dei Balcani che un fronte che noi europei abbiamo permesso che sia che si aprisse trent'anni fa quando c'erano tutti segnali negli anni ottanta di quello che si andava preparando dopo la morte di Tito
Di cui stiamo raccogliendo adesso i cocci perché per trent'anni non siamo stati capaci di costruire una vera integrazione tra quei Paesi quell'aria e nel progetto europeo ma dire
Dire questo non serve a niente inutile come si dice no Commissione nostri nonni piangere sul latte versato
Latte raccogliamo quello che è possibile raccogliere e cerchiamo di non sprecare il resto e di vedere cosa possiamo fare per evitare appunto che si possa tornare a che che il conflitto si allarghi ma prendendo conto con molto realismo
Forse cinismo non è cinismo e realismo quello che scrive Paolo Bergamaschi che dopo comunque ci sarà una nuova Guerra fredda che avremo a che fare con problemi economici enormi problemi ci politici enormi problemi ci
Problemi di una anche umanitari enormi e prima lo capiamo Tremacere mo'chiamo le maniche e prima saremo pronti a ad affrontarlo
Ci fermiamo qui con questo supplemento settimanale di passaggio a sud-est del diciassette marzo del due mila ventidue
Anche questo che molto dedicato alle conseguenze oltre l'Ucraina che la Guarino Ucraina potrebbe avere a partire dei Balcani occidentali ma non solo per tutta nell'Europa quella che fa parte dell'Unione europea e quella che invece ancora non ne fa parte magari ne vorrebbe far parte
Tutte le puntate ripassato a sud tutti supplementi gli speciali sonori ascoltabili
Su radio radicale punto it nella sezione delle rubriche in onda vice risentiamo domenica venti marzo come sempre le ventuno per una nuova puntata grazie per averci seguito è una buona giornata all'ascolto di radio radicale un saluto da Roberto Spagnoli