Critica e militanti

Buongiorno da critica militante ha una faccia sola osservò Piero Gobetti in un famoso ritratto di Gaetano Salvemini vede tutte le cose linearmente definizione che testimonia
Un giudizio ambiguo perfino nel giovane estimatore dell'intransigenza Salvemini Anna
E che in molti detrattori fino a oggi hanno volto decisamente al negativo anche per questo ci pare prezioso lo studio su citiamo la filosofia di un non filosofo le idee gli ideali di Gaetano Salvemini scritto da Sergio Bucchi
E pubblicato da Bollati Boringhieri per i centocinquanta anni dalla nascita dello storico che politico pugliese
Quella di buchi non è un'angiografia sia ben chiaro ma proprio indicando gli errori del protagonista e la sua onestà nel riconoscerli
Trasmette crediamo la giusta ammirazione per un uomo che a differenza del tipico chierico italiano ha praticato
Sia la ricerca sia la militanza senza trasformare il Luna nella Bibi dell'altra anche a prescindere dalla lotta contro l'autobiografia o caricatura della nazione cioè il fascismo Salvemini
Chi era linee diritte laddove i rappresentanti del nostro ceto dirigente si chiamino Giolitti otturati Togliatti o Moro si rassegnano a confezionare abiti colla gobba per un popolo a loro avviso irreparabilmente piegato dalla corruzione
Ha insomma una faccia sola questo politico intellettuale in un paese in cui tutti sembrano averne due
I dialettici realisti come i dialettici marxisti e i gesuiti democristiani come cosiddetti liberali che però per restare a galla accettano qualunque compromesso illiberale
Magari perdendo insieme così il potere e l'onore idealismo e machiavellismo sono insomma le due facce di una sofistica pronta tutto giustificare e incline a disprezzare
Le prosaica e procedure democratiche che Salvemini anche proprio mentre ne denunciava i limiti non ha invece mai smesso di difendere da questo punto di vista la vita del non filosofo scorre parallela a quella del più nobile il filosofo idealista Benedetto Croce
Entrambi rimangono affezionati all'Ottocento ma il conservatore Croce prepara teoricamente gli estremismi novecenteschi che poi tenterà di moderare mentre Salvemini che con il suo retroterra positivista sembra una figura del passato
Elabora invece le proposte istituzionali e in parte culturali più avanzate
A cavallo di due secoli esordiscono entrambi con un saggio sullo stesso tema il filosofo scrive su la storia ridotta sotto il concetto generale dell'arte e il non filosofo su la storia considerata come scienza
Nel discorso Salvemini hanno citiamo buchi non è più la storia a doversi adeguare al mito della scienza per il semplice motivo che la scienza stessa a vivere nella storia il bersaglio di Salvemini non è cioè solo il nascente idealismo ma anche il positivismo dogmatico cui oppone
La lezione empirista di Pasquale Villari di vari lati e del proprio alter ego ottocentesco Carlo Cattaneo
Non basta l'erudizione dice non basta l'accumulo il culto dei dati occorre una sintesi che li renda per spinte al costo di azzardare ipotesi discutibili che poi altri studiosi correggeranno e appunto in queste sintesi col suo stile di icastica essenzialità lo storico si rivela maestro già nei primi laboriosi anni del Novecento quando abbandona le indagini medievali
Per due argomenti che sollecitano tra l'altro la sua vena di polemista politico la rivoluzione francese su cui compone
Quello che giudicherà il suo libro migliore e la formazione della nazione italiana dal Risorgimento alla Grande Guerra anche qui il suo resoconto procede a fianco in antitesi a quello di Croce
Contro gli storici stiva Realpolitik che deridono come utopici gli ideali del mille settecentottantanove
Salvemini nota che c'è eretto i diritti proclamati allora non sono naturali bensì per parafrasare lo pannelli analmente storicamente acquisiti ma la loro dichiarazione col punto è stata pur così efficace
Da produrre nei cento anni successivi enormi conseguenze concrete in tutta Europa
Grazie tra l'altro alle minoranze consapevoli ed attive
Come chiama lo storico le élite di Gaetano Mosca del suo corrispondente Gaetano Mosca traducendo le in una forma diciamo progressista quanto all'Italia il discorso è invece più sfumato con le analisi logici Issime di Cattaneo o di Ferrari non si sarebbe mai arrivate all'indipendenza dice Salvemini che ha avuto invece bisogno per realizzarsi dell'illogico misticismo di Mazzini
Si intende mescolato alla cautela di Cavour e d'altra parte aggiunge nel primo dopoguerra
Da quando la burocrazia che all'inizio era il collante dello Stato unitario divenuta invece una macchina vessatoria improduttiva la battaglia del federalismo è tornata di attualità
Come Croce lo storico difende i progressi fatti nel mezzo secolo post unitario ma a differenza di lui condanna è noto l'azione di Giolitti che se non è vero ostacolato lo sviluppo sociale questo merito non ha però nemmeno permesso che fosse accompagnato
Da un adeguato sviluppo del costume politico e anzi dopo la concessione tattica di un suffragio quasi universale
Aumentato i soprusi nei collegi deludendo sì dei conservare sul nuovo elettorato il vecchio controllo oligarchico così paese regredito guerre fascismo hanno poi dato il colpo di grazia a un percorso democratico ancora incerto
Eppure durante l'esilio andrò anglo americano degli anni Venti e Trenta mentre si ambienta nelle patrie dell'amato empirismo con la facilità di una seconda giovinezza
E quel percorso continua a sembrare a Salvemini l'unica strada buona
Non crede insomma nelle palingenesi rivoluzionarie
Ribadisce che nel mondo Terrestre sub lunare possiamo scegliere soltanto tra il purgatorio all'inferno
E la democrazia il Purgatorio perché a differenza dell'inferno dittatoriale tiene conto del fatto che gli uomini sono uguali almeno in una cosa nella dice Salvemini capacità di sbagliare
E concludo dei Salvemini rimane quindi fedele allora stupido diciannovesimo secolo che per lui è invece il più glorioso avendo visto trionfare i movimenti liberali e diffondersi
Quelle che considera le naturali evoluzioni della loro lotta contro i privilegi cioè la democrazia e il socialismo ma queste parole sono state ormai così consumate dalla retorica ideologica del Novecento che alla fine della vita in un articolo Celebre
Scritto per il mondo l'anziano nemmeno propone per i tipi come lui la bizzarra definizione di pazzi malinconici
Dice di massi erratici lasciati in pianura da un ghiacciaio ideale ritirato si sulle montagne della storia tuttavia il pazzo Salvemini anche qui è diverso dai collaboratori di Pannunzio
Come sottolinea buchi infatti non ha mai smesso di essere socialista
Resta lontano chiaramente sia dai demagoghi rivoluzioni Steve sia dai riformisti che anziché allargare i diritti per tutti moltiplicano letti le clientele ma è tuttavia socialista
Esibisce un anticomunismo addirittura più aspro di quello del mondo però si dimostra anche molto più aperto al dialogo con i Giovani comunisti di cui ammira la tenacia militante
Ecco il fatto che Salvemini non è politicista o forse troppo poco politico come gli rinfaccia perfino suo figlioccio Ernesto Rossi in ogni caso davanti ai tratti clerico fascisti del potere democristiano non è disposto a chiudere gli occhi solo per favorire qualche alleanza veramente tattica iniziate anti-sovietica
Cedendo questa prassi con l'illusione del realismo le terze forze secondo cui si disperdere libero
E disperdere però quel po'di bene che riescono a incarnare ma così da punto di riferimento dei cittadini più illuminati diventerebbero un gruppo perfino peggiore degli altri più compromesso e meno laico dei più prima Ricciuti Togliatti anni potremmo dire
E qui si tocca a lei timo dell'opera Salvemini Ana per Salvemini in definitiva il presente richiede sempre un'azione morale e a questa modalità non si può sfuggire fingendo di poter osservare la situazione in atto la situazione che ci chiede una scelta e rischiosa dall'alto di chissà quali eccelle idealistico storicista ecco o dall'alto di una sorta di scetticismo sonnolento farlo infatti significherebbe tradire la propria responsabilità di individui
Già suo maestro Villari contro il determinismo egemone a fine Ottocento aveva recuperato l'imperativo kantiano
E non filosofo Salvemini balla fonte sceglie di vivere come se Dio fosse secondo i precetti del Vangelo
I valori insiste non possono annullarsi nei fatti arrendersi a una tale ipotesi implicherebbe per lui annullare il suo stesso pensiero frutto come dice di quelli impulsi morali senza i quali tutta la mia personalità si disgregano per ecco perché accanto all'idea alle idee come dice giustamente buchi stanno lì ideali dunque in fondo neanche Salvemini ha una faccia una faccia sola per dirla con Rossi a cui dava onestamente ragione la sua attività si fonda su un conflitto incessante tra l'azione di sentimentale la mentalità di critico ma questa non è doppiezza al contrario il rifiuto di confondere due piani distinti con il suo atteggiamento Salvemini pone così alle terze forze un interrogativo ancora attuale è meglio provare a curare la democrazia entrando a far parte di un sistema quasi bloccato potremmo tradurre Anna quando le proprie posizioni magari e magari lasciandosi a propria volta bloccare o è meglio lottare con intransigenza sapendo che la lotta nel presente persa ma che facendo la si accumula intanto un patrimonio di verità e di dignità in grado forse di cambiare il futuro
Insomma da quale parte stare nell'Italia di ieri e nell'Italia di oggi il realismo liberaldemocratico o se si vuole liberalsocialista a risentirci venerdì prossimo