Cinema&cinema: "Green Border" di Agnieszka Holland

Un saluto agli ascoltatori di radio radicale un metodo narrativo che anche al cinema si dimostra volte efficace è rivelatore
Per raccontare i fatti d'attualità Complessi è il mettere direttamente lo spettatore nel cuore di quei fatti senza tante spiegazioni e tante premesse semmai inserendone alcune nel corso del racconto
Per esempio nel caso di Green borderò un film dell'autrice polacca finisca Hollande
La situazione di partenza cui veniamo immediatamente introdotti è quella di un gruppo di profughi da Paesi come la Siria in Afghanistan uomini giovani e anziani ma anche donne e bambini
I quali scesi da un Elio che li ha condotti in Bielorussia vengono portati al confine con la Polonia e quasi letteralmente scaraventati dai militari bielorussi oltre il filo spinato che segna quel confine
Non sappiamo al momento di preciso cosa abbia spinto quei viaggiatori a fuggire nel perché siano finiti proprio in Bielorussia né perché i soldati diano prova di loro confronti P. tanta brutalità ciò che sappiamo e che in Polonia dovrebbe venire a prelevarli macchina un loro parente ma allo scopo sarebbe necessario trasmetterli la loro posizione attraverso un telefono cellulare
Però nel corso del viaggio i telefonici sono scaricati o guastati
Inoltre i soldati polacchi io pattugliano il bosco al confine si dimostrano altrettanto ostili dei loro colleghi Piero russi
E anche loro come per un tragico gioco trascinava i profughi oltre il filo spinato per riportarli in Bielorussia
Vittime di questo ping pong i profughi nel frattempo soffrono di privazioni basilari non hanno da mangiare non hanno nemmeno da bere a una ragazza incinta manca l'assistenza medica un bambino si ritrova separato dai genitori
Così quando giungono per assisterli i volontari di un'associazione umanitaria polacca appaiono a loro che a noi spettatori quasi come degli angeli
Ma anche il loro intervento che dovrebbe rispettare le leggi polacche almeno quelli in corso nel due mila ventuno quando si svolge il film non sarà almeno per tutti risolutivo
Dicevo in apertura che il metodo narrativo cronachistico adottato dall'autrice oltre che efficace perché riesce a renderci compartecipi il disorientamento dell'angoscia il terrore dei profughi
Riesce alla fine a essere anche di velature evidenziare una rendita forse è semplice ma tutt'altro che priva di profondità
Viene da chiedersi perché i militari di entrambi i Paesi salvo eccezioni si comportano in modo tanto spietato con quella povera gente
Perché è una parte della popolazione civile sembra pensarla come i soldati
Perché non si attiva il loro quel senso elementari di solidarietà umana che tanto facilmente il film risveglia dello spettatore
La risposta che emerge dalla cronaca stesa è che ai loro occhi i profughi sono dei privati di umanità ridotti a cose
E dunque ogni empatia con loro è a priori interrotta
E questa impressione che si ricava dal racconto è corroborata da una battuta chiave
In un discorso che un militare il polacco rivolge un gruppo di soldati per istruirli descrive i profughi come armi inviati da Putin onda lunga scenico sul territorio polacco armi dunque e non persone
E proprio dopo aver assimilato tale principio che la percezione dei profughi è radicalmente trasformata dei soldati rispetto alla mostra quella indotta dal film
Che manifestando invece le emozioni e i sentimenti di quei personaggi esalta la loro umanità
E la scena finale del film che dimostra quanto la percezione degli altri più che la loro realtà oggettiva alteri il comportamento dei loro confronti
Si mostra un gruppo di profughi Ucraini vittime di disastri simili a quelli sofferti dai siriani ma colti in Polonia con tutti i dovuti riguardi è il segno che loro almeno sono ancora percepiti come esseri umani
Si tratta di un film molto interessante era stato presentato al Festival di Venezia dove verrà vinto il premio speciale della giuria è uscito nelle sale distribuito laburisti in Spagna hard
Green border di atti di esca Hollande un saluto da Gianfranco Cercone