Critica e militanti

Buongiorno da critica militanti molte correnti e suggestioni culturali si combinano nel pensiero di Piero Gobetti
Cioè in Gobetti un ideologo progressista c'è un critico d'arte conservatore che risente dell'anti avanguardismo anni Venti che c'era un giornalista che sintetizza la storia d'Italia al modo di ideologi un po'disinvolti come Oriani e Missiroli
Cioè lui ancora lettore di sorelle che vede nella lotta di classe una reazione vitalistica l'inerte parlamentarismo liberale
E c'è lettore di Mosca e Pareto che individua nelle élite più dinamiche la guida necessaria di ogni società nel sostanziare queste concezioni lo soccorrono poi sia il liberismo di Einaudi che è una certa fascinazione per tiene inoltre a una smania di tradurre il pensiero in azione che viene dalla filosofia di Gentile
Ma nell'opera Gobetti alla più matura prevale l'influenza di due diversi modelli liberali quello di Croce e quello di Salvemini
Di Croce Gobetti riprende l'aspirazione a un pensiero organico idealistico ma rifiuta la visione i reni cani anti agonistica della vita civile e viceversa da Salvemini ricava molte idee sul socialismo anti protezionismo e riforme democratiche ma si oppone al suo atteggiamento positivista in nome di idealità
Non riducibili all'analisi dei singoli problemi
Attraverso le prime prove politico editoriali Gobetti arriva così presto a una sintesi spericolata e originalissima quella che si ritrova sulla sua rivista la rivoluzione liberale e soprattutto nei pezzi che vanno a formare il libro omonimo che nel due mila ventiquattro quest'anno compie esattamente un secolo con una intransigenza che lo apparenta Gramsci ma con in più uno stile concitato che riflette la sua debordante energia giovanile l'autore ricapitola qui in forma vertiginosamente scorciata i problemi secolari attorno a cui si muove la storia italiana e trasforma questa ricapitolazione tendenziosa in uno strumento di pedagogia politica per l'attualità
Non c'è praticamente grande tema che sfugga la sua attenzione dal Risorgimento alla scuola dagli affari esteri alla Chiesa
Particolarmente riusciti sembrano i brani sugli schieramenti politici del primo dopoguerra nazionalisti popolari fascisti socialisti comunisti e ritratti memorabili di alcuni singoli libera Sturzo Salvemini Mussolini Gramsci
E cruciale poi sono i passaggi nei quali Gobetti parla delle avanguardie proletarie cioè degli operai
Organizzati che aveva davanti a Torino come delle nuove e più autentiche Litta seppure in una prospettiva diversa da quella dei marxisti anche lui infatti considera questi operai gli eredi della migliore tradizione borghese
Solo che per Gobetti non devono questi eredi realizzare il comunismo ma la vera rivoluzione liberale che è fallita durante il Risorgimento sulle classi proletarie il giovane ideologo proietta insomma la speranza di una fulminea trasformazione sociale
Confida che le loro lotte contribuiscano in maniera decisiva colmare ritardi storici della nazione e a produrre in extremis quella modernizzazione che in Italia è ancora allo stato in breve embrionale
Perciò il liberalismo ideologia di solito associata alla moderazione diventa per lui quasi o simbolicamente un fatto rivoluzionario designa cioè un'accelerazione di quelli amiche sociali avanzate che Gobetti oppone alla speculare estremizzazione invece della inerzia italiana determinato a suo avviso dal regime fascista un regime in cui vede l'autobiografia della nazione in quanto rappresenta sia l'eterna infanzia sia la decrepita Itza di un'Italia invecchiata senza diventare adulta è un'Italia statalista corporativa che esorcizza il rischio d'impresa che cito crede alla collaborazione delle classi rinuncia per pigrizia la lotta politica
Lasciandosi soffocare dai ceti più parassitari né autenticamente proletari né responsabilmente borghesi
L'arretratezza di questa Italia deriva dalla perenne tendenza bloccare cioè quelli per lo scontro tra le classi
Attraverso il quale soltanto possono emergere élite capaci tutto ciò secondo Gobetti attesta cito ancora l'inesistenza di minoranze eroiche la fine provvisoria delle eresie
Meglio allora che i tiranni facciano il loro dovere fino in fondo meglio la persecuzione aperta e sanguinosa dice
Provocatoriamente con una frase che fa rabbrividire chi conosce il suo destino forse solo così sostiene ci si potrà risvegliare dal torpore con una nuova energia
E una intelligenza più limpida c'è qui anche l'Alfieri Isma'di Gobetti un intellettuale che insieme pratico idealista o se si vuole idealista della pratica
Ed era questa identità doppia fondata su una sconcertante precocissima dote intuitiva che nasce l'originalità dei suoi saggi dove liberismo e leninismo etica protestante della responsabilità individuale ed entusiasmo per le classi povere in ascesa si mescolano in un disegno precario
Ma ancora eccezionalmente suggestivo oggi certo questa miscela difficilmente può essere per noi un modello ma l'Italia che Gobetti ha descritto somiglia ancora AN alla nostra a risentirci venerdì prossimo