La nota antiproibizionista

A Roma la mafia c'è
Lo ha detto il prefetto di Roma Lamberto Giannini mercoledì sei agosto davanti alla Commissione parlamentare antimafia una un'ampia articolata Outis Erekat tracciato il ritratto di una capitale in cui coesistono ma se tradizionali e mafia autoctone
Se Cosa Nostra appare meno potente rispetto al passato di contro emerge evidente la presenza della 'ndrangheta
Ci sono poi i gruppi appunto locali nati da proiezioni mafiosa sul territorio poche hanno convissuto con le mafie che hanno iniziato a collaborare con loro
Clan come quelle dei Casamonica dei Fasciani degli Spada appunto spesso poi le mafie si riconoscono tra di loro che stabiliscono Cordi
Nonostante la presenza di tutte queste organizzazioni ha spiegato il prefetto predominio appartiene alla camorra secondo gli investigatori la figura di riferimento è Michele Senese
Il cui ruolo è l'autorità vengono riconosciuti da tutti e lo mettono in grado anche di risolvere eventuali conflitti
Ogni gruppo malavitoso viene lasciata una propria libertà di gestione e quando sorgono problemi ci chi interviene per prevenire i contrasti questo ha spiegato il prefetto Giannini
E questo ha consentito di mantenere una pax mafiosa evitando l'insorgere di guerre per il controllo del territorio
Accanto alle organizzazioni e gruppi italiani a gestire agiscono poi la criminalità cinese
Ti può contare sul sistema estremamente chiuso spesso basato su legami familiari
Quindi con una grandissima omertà poi altri gruppi malavitosi che si avvalgono dei cinesi per il riciclaggio del denaro sì poi c'è la mafia nigeriana che detiene un ruolo importante nella gestione dell'immigrazione clandestina
Ma soprattutto nella tratta delle donne
A questo punto la domanda che Cristicchi si pone anche per che che ha posto la somma perfetto perché tutti questi clan criminali vengono a Roma è perché a Roma ha spiegato c'è il centro del potere politico
A Roma vengono fatte le leggi a Roma vengono anche decisi appalti e affari i principali protagonisti tra criminalità organizzata sono tutti in carcere
Anche se ha ammesso Giannini
Non sembra essersi spezzata la loro capacità di influenza comunque ha detto ancora il prefetto i risultati ottenuti nella capitale nel contrasto alle varie organizzazioni sono di assoluto rilievo e saranno sempre migliori perché ha detto il CIPE si è riusciti spesso a rompere il muro di omertà i soggetti scampati ad attentati e non abbiamo demente ragione di dubitare delle sue parole perché conosciamo la capacità dalla magistratura conosciamo le capacità delle forze di polizia il loro impegno allora esperienza ma il problema non è questo il problema è politico il clan mafiosi vengono a Roma perché qui c'è il centro del potere perché vengono fatte le leggi perché vengono decisi gli affari ha detto il prefetto ma non solo
Roman gode anche di una posizione strategica a un'importante proposta intercontinentale poi c'è il porto di Civitavecchia
E il grande inermi inesauribile canale di guadagno arricchimento delle mafie nel traffico di droga e i clan romani non fanno eccezione inoltre ha spiegato Giannini
Roma è enorme il territorio della provincia è pari da solo a quelli delle le altre nove più grandi città d'Italia sommati tra di loro c'è una clientela sterminata è una domanda enorme lasciate stare
Secondo i dati riportati nella relazione annuale del Governo al Parlamento sulle proprie dipendenze l'analisi delle acque reflue indica che a Roma è tra le prime città in Italia per consumo di cannabis anfetamina
Che il consumo di cocaina e nella media in quello nazionale così come quello di ketamina
Mentre quello di eroina appare in diminuzione secondo le stime il giro d'affari delle droghe illegali a Roma pare di ardore Enzo l'anno e di un po'un po'meno di un di un decimo di quello di quello complessivo italiano di mercato raggiunge ogni quartiere è in grado di soddisfare ogni richiesta e si adatta alle diverse possibilità di spesa dei clienti
I numeri e i dati illustrati dal prefetto Giannini alla Commissione parlamentare antimafia nell'audizione del sei agosto sono l'ennesima e documentata dimostrazione del fallimento della guerra alla droga che quella quella droga che l'attuale governo invece persegue con pervicace perseveranza un fallimento ripeto non certo imputabile all'azione di contrasto messe in campo dalla magistratura dalle forze dell'ordine
Ma semmai ad una politica che resta cieca e sorda di fronte all'evidenza che rifiuta di percorrere strade diverse come altri paesi hanno cominciato a fare
La legalizzazione il controllo legale
Delle delle sostanze oltre a sottrarre ricchezza le organizzazioni criminali porterebbe denaro alle casse dello Stato attraverso tasse imposte come avviene per esempio per alcol e tabacco
Allo stesso tempo le risorse che oggi vengono sprecate senza intaccare più di tanto il tratto che legale potrebbero essere validamente impiegate nel contrasto alla criminalità su altri fronti
Le operazioni condotte con successo dalle forze dell'ordine sono importanti ma non saranno magistratura e polizia sconfiggere il narcotraffico occorre un cambio di prospettiva
Dunque tocca alla politica decidere che non parlo di destra o sinistra ma di politica in quanto tale occorre governare davvero produzione e commercio e consumo di droghe basandosi sull'esperienza basandosi sul sulle evidenze
Il e o evitando di insistere con leggi inefficaci e controproducenti che fanno il gioco dei trafficanti insomma è necessario affrontare il problema alla radice ma ci vuole coraggio cioè il coraggio intellettuale politico e forse i tempi che viviamo non lasciano presagire nulla di buono questa in questa direzione