Un passo grave, ma che si iscrive in percorso già tracciato dalla consuetudine del ricorso alla tortura nel sistema giudiziaro e penitenziario russo e sovietico.
Le trasmissioni di cronaca non esitano a mostrare gli accusati appena fermati insanguinati o con occhi pesti.
Un caso esemplare è rappresentato dalla diffusione in tv delle immagini degli arrestati per l'attentato al centro commerciale Crocus: uno di loro fu portato in tribunale … in coma e in sedia a rotelle, gli altri con un braccio rotto o un occhio bendato.
I trattamenti inumani e degradanti fanno parte dei metodi di indagine russi.
Ora, con l'approvazione definitiva della legge, detenuti e indagati non potranno più fare ricorso in sede internazionale.
Anche perché, dopo l'invasione dell'Ucraina, la Russia è stata sospesa dal Consiglio d'Europa e i cittadini russi non possono appellarsi alla Cedu.
Ma già dal 2020, tra le modifiche costituzionali volute da Putin, è stata sancita la supremazia della legislazione russa sui trattati internazionali.
Con la guerra e la trasformazione della Russia in dittatura militare, il percorso è diventato definitivo.
Ong e governi occidentali si mobilitano per salvare i detenuti politici russi, cui vengono sistematicamente negate cure mediche, patendo la fame in celle non riscaldate, come evvenne a Navalny.
Ma la tortura è una prassi consolidata, riservata non solo ai detenuti e agli imputati politici: qualunque cittadino russo arrestato, fermato, è sottoposto a questo trattamento fin dal momento del fermo in un distretto di Polizia.
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