09 OTT 2025
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Postsovietika. Intervista ad Anna Zafesova

RUBRICA | di Ada Pagliarulo - RADIO - 07:45 Durata: 4 min 51 sec
A cura di Guido Mesiti
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L'assassinio in pieno giorno a Pietroburgo di Alexander Suponitsky: architetto di fama, è stato freddato, dopo esser stato costretto ad inginocchiarsi, sotto gli occhi della figlia.

L'assassino, che poco dopo si è suicidato, era appena tornato dalla guerra in Ucraina.

Sono ormai 990 i reduci, reclutati dal 2023 tra i criminali delle carceri o pagati profumatamente, che sono accusati di omicidio o gravi lesioni.

Quel che appariva come il segno di una sindrome post-traumatica è diventato ormai un fenomeno pervasivo e inquietante: i reduci portano nella società russa un carico enorme di
violenza.

Ma allo stesso tempo sono privilegiati da un Presidente che intende fare di loro la nuova classe dirigente: alle ultime elezioni amministrative, non pochi fra loro sono stati candidati e nominati alle cariche di sindaco, governatore e vicegovernatore.

Putin ha persino promosso il loro impegno nel settore dell'educazione.

Anna Politkovskaya lanciò l'allarme sull'attitudine alla violenza che caratterizzava i reduci dalla guerra in Cecenia.

In quella guerra fu messo a punto un metodo: i reparti speciali della polizia effettuavano rotazioni per addestrarsi alle tecniche di tortura e repressione della popolazione civile, per poi essere selezionati per l'indifferenza alla crudeltà.

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