Era il primo sequestro-lampo a opera delle neonate Brigate rosse.
Da quella data alla metà degli Ottanta una serie di formazioni della sinistra rivoluzionaria sconvolsero con le loro azioni armate il clima politico e sociale del nostro paese.
Quali fattori determinarono una escalation tanto drammatica? Per quali ragioni alcuni gruppi della sinistra extra-parlamentare considerarono persuasiva l’ipotesi della violenza? … Perché i progetti di lotta armata si rivelarono tanto seduttivi agli occhi di migliaia di militanti? Questo libro ricostruisce storicamente i complessi processi che incubarono quel fenomeno a partire dalla nascita, la crescita, la diffusione e l’organizzazione della violenza politica scaturita dal ciclo di lotte sociali del biennio ’68-69.
L’autore indaga sulla documentazione teorica e sulla pubblicistica di propaganda, dal 1969 al 1972, di due gruppi della sinistra extra-parlamentare (Lotta continua e Potere operaio) dalle cui fila uscirono centinaia di militanti che poi diedero vita alle organizzazioni armate.
Ma una indagine approfondita è anche rivolta ai due raggruppamenti che per primi proposero nel dibattito politico la problematica della presa del potere tramite l’uso delle armi: i Gruppi di azione partigiana, fondati nel 1969 dall’editore Giangiacomo Feltrinelli, e il Collettivo politico metropolitano dal quale nacquero le Brigate rosse.
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