"Controluce" editoriale di Luigi De Marchi

Nove due minuti come ogni venerdì è adesso il momento dell'appuntamento con il professor Luigi De Marco
C'è un libero del primo agosto Vittorio Feltri pubblica un editoriale sarcastico dal titolo meno tasse avevamo capito male
In cui denuncia le incredibili acrobazie alimentare con cui il ministro del Tesoro tre Montesquieu tranquillamente rimangiato che promesse elettorali in tema di riduzione della pressione fiscale
Votando il correlando in cambio la promessa di mantenere sostanzialmente invariate le nostre tariffe fino alla fine della legislatura
Perché la riduzione dell'uno virgola cinque per cento in cinque anni ora annunciata e meno di quanto aveva promesso l'Ulivo
Ci aspettavamo scrive Feltri una taglia Tina una crudeltà simbolica almeno per puntatina le nostre istanze invece avevamo capito male
Si vede che la politica è troppo difficile per noi gente volgare in ogni caso le aliquote dell'IRPEF e di tutta quella roba lì restano invariate per quest'anno e anche per il prossimo
Solo nel due mila tre dell'andamento dell'economia sarà soddisfacente
Sì sì noi ci saremmo comportati bene allora forse una limatura
Al fine di spostare la data un punto in meno lo montiamo oggi la teste amici non cominciamo a esagerare mezzo punto cioè i nostri marchi Tremonti e Berlusconi direi che ci hanno preso per il cumulo brutta parola ma non è mica tanto bello neanche loro scherzo per avere il nostro voto promettono una riduzione robusta delle tasse ma quando arrivano al potere dicono che era solo una barzelletta
Feltri con la sua tipica protetta anticipata di quarantotto ore il tema che vi volevo proporre oggi ma lo ha fatto a mio parere con un tono che rischia di ridurre al semplice sfottò insomma ributtare in polka come dicono a Trieste una questione maledettamente seria ignorandone o sottovalutando nelle enormi implicazioni politiche
Come ben sa chi ascolta queste mie analisi per parte mia considerano la liberazione del popolo dei produttori
Che costituisce l'ottanta per cento dell'elettorato dall'oppressione fiscale burocratica lo strumento essenziale e prioritario per assicurare il consenso di quel popolo alla rivoluzione liberale tante volte promessa e anche quando alla vigilia delle recenti elezioni politiche da dirigente radicale sembrò anteporre un certo tipo di legge elettorale a questo tema presto espresso il mio dissenso e ha avvertito il premio elettorale di quella scelta sarebbe stato moltissimo come purtroppo fu
Nel caso di Tremonti l'abbandono della priorità fiscale mi sembra un errore ben più grave e pericoloso perché quella di una rapida detassazione è stata per la Casa delle Libertà una promessa elettorale solenne per prima solenni lacca
Nel famoso contratto firmato con gli italiani da Berlusconi in persona sui teleschermi di tutto il Paese
Che assicurava testualmente al suo primo punto abbattimento della pressione fiscale dal quarantadue al trentatré per cento in cinque anni cioè quasi un due per cento l'anno
Altro che la battaglia delle rane e dei top intorno al G otto alle violente dei beni black bloc
E agli abusi della polizia che imperversa da settimane
La parente di chiunque abbia un minimo di contatto con la psicologia con l'articolo gli è rimasta va bene che la maggioranza degli italiani non nutre nessuna simpatia per le manifestazioni violente si tende semmai a imboccare il pugno di ferro contro Dio
Questa della mancata lotta anche fiscale anche burocratica e la vera buccia di banana su cui rischia di scivolare il neonato Berlusconi due perché si tratta di un tema che può scatenare davvero in un battibaleno la rabbia del popolo dei produttori
Troppe volte tradito eppur Lucchi nato in questo campo e perché la conversione improvvisa di Tremonti alla politica immobilità dell'Ulivo in campo fiscale
Contrasta
Tenterò quello quel tenente con la rapidità fulminea con cui il governo e la maggioranza circolano tre temi che stando all'otto realmente molto molto a cuore a Berlusconi e agli altri Paperon de'Paperoni del centrodestra come d'altronde del centrosinistra
Cioè l'abolizione delle tasse di successione e donazione e l'esenzione fiscale per gli utili reinvestiti in azienda
Quando come ci diceva ingenuamente una volta c'è la volontà politica quando come stiamo imparando a dire oggi c'è il tornaconto personale
Sembra evidente che ci sta bene come bruciare le tappe
Abbandonando la prudente estrema oggi imboccata in tema di pressione fiscale cerca placata ricambiare lasciate in eredità dei governi dell'Ulivo può in parte spiegare il voltafaccia fiscale del governo Berlusconi ma solo in parte
Non solo perché questo disastro debitorio era sostanzialmente noto ma anche e soprattutto perché non apparirà alla rigidità della spesa pubblica determinata al settantacinque per cento già negli anni fa
Come lamentò Lamberto Dini a parole solo a parole beninteso dato che a quel settantacinque per cento di incompiute ripuliva robusta mentre con i suoi sontuosi appannaggi
Costituita appunto
Altrettanta cinque per cento dalle retribuzioni di una burocrazia largamente parassitaria
Intorno a come dicevo già nel novantaquattro in un editoriale dell'opinione di Arturo diaconale è impossibile risanare senza sfoltire in altre parole e pura demagogia chiacchierare di risanamento del bilancio
E di riduzione rapide sostanzioso della pressione fiscale senza sfoltire drasticamente la nostra burocrazia inefficiente e costosissima perché due o tre volte più numerosa di quell'americano o irlandese in rapporto alla popolazione
Ma per far questo è necessaria una risoluta Scelta di Campo che punti sul popolo dei produttori del privato cioè sui quattro quinti della popolazione anche a costo di giocarsi qualche consenso tra l'esercito dei passacarte insomma
è necessario uscire dai bizantinismi dagli equivoci carica la politica del palato e alla cultura vaticana vale quello che per ora Berlusconi non appare
Cari amici ci sentiamo lunedì mattina alle otto e cinquantacinque
E grazie al professor Luigi De Marchi