"Controluce" rubrica di Luigi De Marchi

Intanto il cui latte perché è un bottone dal povero diavolo egualitarismo
Ma speriamo che funzione nonostante l'abbassamento allora cari per dimostrare ancora una volta agli ascoltatori che questa rubrica riesce spesso ad anticipare gli eventi vorrei ricordare che esattamente un mese ma il quindici ottobre due mila quattro in un editoriale dedicato alle molti inadempiente delle promesse elettorali di Berlusconi è intitolato rivoluzione liberale o involuzione clericale scrivevo tra l'altro che sul piano sociale ed economico la rivoluzione liberale promessa di Berna da Berlusconi si sta rivelando il travestimento di una sostanziale ecco intimità statalista in campo sanitario abbiamo assistito al dichiarato rifiuto di modificare la legge Basaglia un rudere tragico e sanguinoso del sinistro rese ad opera dei ministri Sirchia in cui in campo burocratico abbiamo assistito alla perpetuazione di un apparato vergognosamente inefficiente ma tre volte più numeroso e costoso di quello americano
In campo fiscale abbiamo assistito alla promette eternamente rimandata di una riduzione delle tasse che nel migliore dei casi l'anno venturo
Partorirà il topolino ad un taglio dell'uno per cento e addirittura ultimamente alla minaccia di un incremento delle tasse sugli autonomi
Che la mia teoria liberale della lotta di classe considera l'avanguardia naturale io ogni società liberale ebbene erano ci sono tutte perline proposte o imposte da un super burocrati e del fisco promosso ministro dell'economia da Berlusconi e vorrei anche ricordare che quelle considerazioni furono espresse quando tutti
Cantavano le lodi di Domenico Siniscalco Berlusconi
Nel suo nuovo ministro del tesoro l'aveva sempre difeso ancora poche settimane fa aveva dichiarato io quando prometto mantengo e Siniscalco lo sa bene
Tagliare le tasse viene prima di tutto il resto da Siniscalco mi ha dato la sua parola ora però la popolarità di Siniscalco tra i forzisti estratta dalle stelle alle stalle volti alla sede nazionale di Forza Italia e lo definiscono senz'nei termini il traditore e anche con Berlusconi il vento è cambiato ieri il premier e Siniscalco non si sono neppure sentiti al telefono ben prego per lui per commentando l'ennesimo rinvio del taglio delle tasse tante volte promesso ha dichiarato rabbiosamente ora basta non mi faccio più prendere per i fondelli
Va detto però che gli avvertimenti non erano mancati a Berlusconi e non voluto tanto ai miei da radio radicale che probabilmente io sono stato il primo colto volutamente taciute noi quelli dell'amico Renato Brunetta ci fu il crollo mi spedì Forza Italia sia ben più facile accesso al suo orecchio dall'undici novembre quando il proprio dalla convergenza di Pollini in tutti i io nei primi all'inganno sulle posizioni di Siniscalco e quindi l'affossamento della detassazione Brunetta dichiarò al Giornale di Mila no Berlusconi è stato lasciato solo che il petrolio per le riforme vere sono sempre difficili dal trova are you specie quando non c'è la volontà politica di trovarli e mi riferisco ovviamente al ministro del Tesoro in camera caritatis poi Brunetta era stato anche più esplicito secondo Repubblica avrebbe ripetutamente detto al premier guarda Silvio che Siniscalco letali se non per il Pagliara mai sta solo prendendo in giro anche Brunetta però il vero motivo di questa paradossale situazione di un ministro del tesoro espone al ridicolo il suo premier numero no ha detto finora e forse non lo dirà mai non è un motivo da cercare in qualche presunta perversi
Gradi Siniscalco trasformato d'un tratto in una sorta di Gano di Maganza ricca propone dei cantastorie cinquecenteschi
Al contrario
Siniscalco sul piano personale è un tipo simpatico e dinamico che non sembra neppure appartenere alla carta dei puro che ha non sembra ma in realtà nella parte da sempre e non può quindi mettersi ma in conflitto con i suoi compagni di merende come spiega la teoria liberale della lotta di classe così quando l'amico Brunetta afferma che al posto di Siniscalco
Avrebbe cercato i soldi per i tagli fiscali nel pozzo senza fondo della spesa pubblica sorvola sul problema centrale del nostro bilancio e cioè che circa il novanta per cento di questa spesa spropositata
Certo responsabile anche del nostro mostruoso debito pubblico che ci scredita in tutto l'Occidente avanzate presso ogni seria che non sia di rating
Viene da decenni questo novanta per cento sequestrato e dissipato per pagare per retribuzioni di una burocrazia enorme e in aprile
E questo il vero cancro del nostro bilancio che rende impossibile sia un taglio sostanziale rapito per le tasse sia investimenti cospicui nello sviluppo economico e sociale del Paese parte mia già dieci anni fa un piccola è chiaro tondo non si può risanare i senza sfoltire con mio editoriale per l'opinione di Arturo dei diaconale dedicato al risanamento delle nostre finanze certo sfollare la nostra pletorica burocrazia per ridurre la spesa pubblica inutile le tasse sui ceti produttivi comporterebbe attriti e conflitti con i burocrati parassiti e i loro mantengo di dei partiti statalista
Ma assicurerebbe il consenso e l'appoggio
Del popolo dei produttori del privato che si vede dimezzati i sistemi sistematicamente dallo Stato propri sudati guadagni per pagare la burocrazia parassitaria e che costituisce la maggioranza schiacciante
Cioè l'ottantacinque per cento delle forze di lavoro e dell'elettorato
Ma questa scelta coraggiosa che ha fatto la fortuna di Ronald Reagan e Margaret eccetera dove è possibile con un ministro del tesoro super burocrate e vorrei aggiungere anche con un premier che si è solennemente impegnato in televisione a non licenziare un solo dipendente pubblico e che sembra ispirarsi al famoso motto pubblicitario
Di una Pecchia Robbio ricchi piace a me piaccia che piace atto ahimè in politica non è possibile
Grazie cari amici vista l'untore ci sentiamo
Ci sentiamo venerdì alle otto e cinquantacinque
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