26 GIU 2001
intervista

Intervista a Follini: Si alla fusione col Cdu, ma in un partito cattolico-liberale, non integralista

INTERVISTA | - 00:00 Durata: 2 min 50 sec
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Roma, 26 giugno 2001 - Il neoeletto presidente del Ccd, Marco Follini spiega a RadioRadicale quali siano le proprie intenzioni in vista del prossimo passo che attende la formazione della vela e sottolinea la propria volontà di proseguire nella strada della fusione col Cdu, ma rifiutando le "integrazioni integraliste" che non corrispondono alle necessità del paese.

Negli obiettivi di Follini il Ccd deve essere protagonista del processo di trasformazione e rafforzare il proprio ruolo di componente fondamentale del centrodestra.Follini è il nuovo presidente del CCD.

Onorevole Follini, lei ieri
ha avuto un voto amplissimo, anzi ha preteso che i delegati si esprimessero direttamente, che non ci fosse un'acclamazioneNoi siamo un partito democratico, le regole sono che si vota, mi sembrava giusto riaffermare un principio che dovrebbe essere un'ovvietà, qualche volta è un po' meno ovvio, quindi lo rimarco.Qualcuno ha affermato che nel suo discorso c'è un po' un freno rispetto ad una fusione rapida con il CDUNo, io ho detto e ripeto che la fusione l'avrei già fatta.

Quello che a me interessa, però, al punto in cui siamo, è dare a questo progetto una caratteristica che sia più impegnata sul versante cattolico-liberale e più lontana da qualche integrazione integralista, che secondo me non corrisponde alle necessità del Paese, non corrisponde alle necessità e alle ambizioni di crescita del nostro movimento.

E non corrisponde neppure alla politica della Chiesa, che è una politica che saggiamente ha preso le sue distanze dall'attualità e dalla quotidianità politica e guarda invece nella direzione di valori spirituali che ciascuno può interpretare secondo la sua ispirazione, la sua cultura, la sua capacità di entrare dentro gli argomenti che formano la coscienza di questi giorni, di questi anni.Lei vuole una forza neo-democristiana che guarda al futuro?Sono convinto che noi abbiamo il dovere di dare un futuro a quella che è stata la nostra storia, la nostra tradizione, anche il nostro passato.

Rimanere aggrappati alle memorie e alle nostalgie non serve, credo che oggi ci sia nel Paese una forte domanda di innovazione a cui ciascuno partecipa con i suoi valori, con i suoi ricordi, per quello che è e per quello che è stato.

Sapendo però che tutti siamo dentro un grande processo di trasformazione della società, dell'economia e della politica e nessuno può chiamarsi fuori da questo.Lei ha una sfida davanti: quella di far crescere elettoralmente il Biancofiore, che non ha raggiunto il 4% il 13 maggio e molti dicono che i vostri eletti sono in realtà eletti di Silvio BerlusconiVorrei ricordare che si è votato in Sicilia l'altro ieri e che da soli, noi, CCD abbiamo quasi il 10% e quindi credo che sia un'accusa assolutamente fuori luogo.

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