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Segnalaci eventuali errori su questa pagina(verrà aperta una finestra per inviare la segnalazione)Seguito dell’audizione del Direttore di RAITRE, Paolo Ruffini.
Registrazione di "Vigilanza Rai: Seguito dell’audizione del Direttore di RAITRE, Paolo Ruffini", registrato mercoledì 11 febbraio 2004 alle 00:00.
La registrazione ha una durata di 59 minuti.
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Giuseppe Scalera (Mar-DL-U)
Il senatore Scalera esprime in primo luogo una valutazione estremamente positiva sul prodotto editoriale di RAITRE, pur condizionato da un piano industriale penalizzante che assegna alla rete all’incirca metà delle risorse assegnate a RAIDUE. Egli chiede quindi al direttore Ruffini di conoscere una sua valutazione sull’adeguatezza del budget rispetto agli obiettivi assegnati alla rete. <br>L’oratore chiede quindi al direttore Ruffini quali siano attualmente le prospettive della fiction prodotta per RAITRE, che appare ultimamente penalizzata come dimostra la vicenda della disarticolazione delle puntate de «La squadra», un prodotto televisivo di valore e che ha una strategia centrale nell’attività industriale del centro di produzione di Napoli.<br>Queste preoccupazioni appaiono tanto più giustificate laddove si consideri che il piano della ripartizione delle risorse in conto capitale fra i centri di produzione della RAI assegna 400 milioni di euro a Roma per lo sviluppo di Saxa Rubra, 200 milioni a Milano per la realizzazione dei nuovi studi e solo 2 milioni a Napoli per la messa a norma degli impianti elettrici, mentre per Torino viene addirittura decisa la dismissione di alcune importanti strutture, confermando una crescente strategia bipolare nella strategia industriale dell’azienda. <br><strong>Indice degli interventi</strong><br>L'audizione comincia alle 13h40.<br>Presidenza del presidente <strong>Claudio Petruccioli</strong><p>Osservazioni e quesiti dei Commissari<br>0:00 Durata: 7 min 3 sec -
Paolo Gentiloni Silveri (MARGH-U)
Il deputato Gentiloni Silveri ribadisce in primo luogo quanto già detto in altre sedi circa la necessità di chiarire quali siano effettivamente i rapporti tra i vertici dell’azienda e i direttori di rete, e in particolare quale autonomia venga riconosciuta a questi ultimi. Mentre infatti tali rapporti sono chiari per quanto riguarda i direttori di testata, in quanto regolati dalla legge sulla stampa, la situazione è molto più ambigua per i direttori di rete i quali certamente non hanno le garanzie di autonomie proprio di un direttore di testata giornalistica, ma d’altra parte hanno un ruolo diretto nell’elaborazione della politica editoriale della RAI, ciò che evidentemente determina una posizione diversa da quelle di direttori di altri comparti dell’azienda. <br>In mancanza di tale chiarimento continuerà a verificarsi quanto fino ad oggi è successo, e cioè che i Direttori generali affermino o neghino davanti a questa Commissione l’autonomia editoriale dei direttori di rete a seconda delle convenienze del momento.<br>Il deputato Gentiloni Silveri, alla luce in particolare della richiesta di archiviazione da parte della Procura della Repubblica della querela per diffamazione presentata da Mediaset a seguito della trasmissione «RaiOt», chiede quindi al direttore Ruffini un parere sulla tendenza, a suo avviso estremamente preoccupante, di utilizzare lo strumento giudiziario quale espediente per una surrettizia censura delle trasmissioni, così finendo per attribuire agli Uffici legali un ruolo quasi di supplenza editoriale. <br>Il caso «RaiOt» non è isolato, nè limitato alla RAI, si pensi al caso dello spettacolo teatrale di Dario Fo «L’anomalo bicefalo», trasmesso dalla rete satellitare Planet senza audio a seguito della querela presentata dal senatore Dell’Utri.<br>É a suo parere evidente che questa strada conduce in un vicolo cieco; in proposito egli ricorda come il consigliere di amministrazione Petroni, abbia sostenuto in audizione che il Consiglio di amministrazione dovrebbe visionare preventivamente ogni puntata di trasmissioni in riferimento alle quali siano state minacciate azioni legali nei confronti della RAI, una tesi che se accolta trasformerebbe il Consiglio di amministrazione, stante l’alto numero di querele che riceve ogni anno la RAI così come qualsiasi altra azienda editoriale, in una sorta di comitato permanente di censura. <br>0:07 Durata: 9 min 36 sec -
Presidente
Il presidente Petruccioli fa presente in primo luogo che i temi sollevati nel corso di questa audizione rendono di particolare interesse per la Commissione l’analisi del piano editoriale appena approvato dal Consiglio di amministrazione della RAI. <br>Egli si associa poi alle considerazioni del deputato Gentiloni Silveri.<br>È esperienza comune che tutte le aziende che si occupano a vario titolo di comunicazione e di informazione sono soggette ad azioni legali, ma non avviene mai che sia la necessità di evitare queste ultime a guidare la politica editoriale di una azienda o, se questo avviene, è segno che c’è qualcosa che non va nella direzione dell’azienda stessa.<br>Il Presidente svolge poi una considerazione generale sul ruolo di RAITRE osservando come questa non debba accettare di farsi confinare nell’immagine e nel ruolo di «rete della sinistra».<br>Se in buona misura questo ruolo e questa identificazione potevano avere un senso nel quadro politico della cosiddetta prima Repubblica, appaiono fortemente controproducenti in un sistema maggioritario. L’esperienza di questo decennio, infatti, dimostra che vi è una tendenza in chiunque sia al Governo ad identificare polemicamente RAIDUE nel caso in cui il Governo sia di centro-sinistra o RAITRE nel caso vi sia una maggioranza di centro-destra come la rete dell’opposizione, il che finisce per ridurre il rapporto tra la politica e la televisione, specialmente all’interno di questa Commissione, ad una contrapposizione aprioristica che non giova certamente alla RAI. <br>0:16 Durata: 12 min 16 sec -
Replica
Il dottor Paolo Ruffini, intervenendo in sede di replica, si sofferma in primo luogo su alcune considerazioni del senatore Pessina che aveva definito la sua relazione introduttiva in parte come manifesto politico in parte come una autocelebrazione della rete.<br>Per quanto riguarda la prima accusa il dottor Ruffini fa presente di aver semplicemente espresso la sua idea di quello che deve essere il pluralismo radiotelevisivo citando testualmente l’insegnamento della Corte Costituzionale e quello del Santo Padre, nonchè una valutazione sulla libertà dell’editore del capo dell’azienda concorrente Piersilvio Berlusconi.<br>Le considerazioni poi sulle caratteristiche di RAITRE, che possono essere apparse come una autocelebrazione, altro non sono che l’elenco degli obiettivi fissati per la rete dal piano editoriale.<br>Il dottor Ruffini fa presente poi, rispondendo ad una domanda del deputato Giulietti, che il cosiddetto indice Qualitel, dal quale RAITRE è risultata essere la rete più apprezzata dai telespettatori, viene elaborato a partire da un sondaggio Doxa posto sotto il controllo di un istituto universitario, che viene effettuato contrattando giornalmente 1.500 persone con almeno 800 risposte quotidiane e un numero complessivo di 200 mila persone intervistate ogni anno.<br>Da questo sondaggio la rete risulta la più apprezzata, numerosi programmi da essa trasmessi sono fra quelli che il pubblico dichiara che amerebbe rivedere o consiglierebbe ad altre persone, e la rete non viene assolutamente percepita come fazioza.<br>Per quanto riguarda i risultati della rete in termini di ascolto questi possono considerarsi ampiamente soddisfacenti. RAITRE dallo scorso mese di settembre ha ottenuto mediamente uno share del 10,23 per cento nel prime time, ed è l’unica delle tre reti ad avere non solo superato gli obiettivi di ascolto fissati nel piano editoriale, ma in particolare ad averli consistentemente superati nel prime time. È proprio agli obiettivi della rete, del resto, che va commisurata una valutazione sulla produttività del budget attribuito alla rete.<br>Quello di RAITRE è attualmente il più basso, è tuttavia è stato sufficiente per raggiungere e superare gli obiettivi assegnati.<br>Bisogna considerare del resto che lo sforzo dell’azienda degli ultimi due anni è stato soprattutto di recuperare ascolto nelle prime due reti, e a tal fine è stato anche chiesto a RAITRE di cedere alcune delle risorse più preziose, come ad esempio numerose partite di calcio.<br>È proprio nell’ottica della strategia generale dell’azienda che è stato operato lo spostamento di «Enigma» dal lunedì al venerdì, in modo da consentire la messa in onda di «Excalibur» il lunedì, o è stata disposta la rimodulazione de «La squadra» ricordata dal senatore Scalera, essendosi ritenuto che in funzione di controprogrammazione rispetto al concorrente privato fosse preferibile puntare il giovedì sulla serie di RAIUNO «Don Matteo».<br>Certamente «La squadra» viene considerata un prodotto pregiato di RAITRE, e oltretutto ne è contrattualmente prevista la produzione anche per il prossimo anno.<br>Per risolvere questo problemi egli ha proposto all’azienda di mandare le vecchie puntate de «La squadra» in onda il sabato - una scelta peraltro che implica anche che RAIDUE non faccia concorrenza con il film giallo - in modo da verificare l’ascolto ottenuto dalla trasmissione in questa nuova collocazione e, se sarà positivo, da adottarla per le nuove puntate dopo il Festival di Sanremo.<br>In ogni caso il direttore Ruffini fa presente al senatore Scalera che proprio RAITRE è fortemente impegnata nella valorizzazione dei centri di produzione periferici sia a Napoli, ove si producono ad esempio «Alle falde del Kilimangiaro», «Blu notte» o «Enigma», sia a Torino dove sono prodotte la «Melevisione» e «Il pianeta delle meraviglie».<br>Sempre in riferimento ad una domanda dell’onorevole Giulietti, il direttore Ruffini conferma di aver a suo tempo dato la propria disponibilità, non accolta dall’azienda, per una collocazione in rete dei programmi di Enzo Biagi e Michele Santoro, nell’ottica del resto propria di RAITRE che è quella di dare la parola a chi normalmente non trova spazio su altre reti, e ciò indipendentemente dal colore politico: si pensi ad esempio alle lunghe interviste trasmesse dalla rete, che hanno avuto in generale un grande apprezzamento, con Giano Accame e Marco Pannella.<br>L’oratore si sofferma quindi sulla considerazione del deputato Butti che gli chiedeva se una immagine troppo militante della rete non avesse danneggiato il suo ascolto.<br>In primo luogo egli ritiene non condivisibili entrambi i presupposti di questa domanda, sia perchè gli ascolti della rete sono più che soddisfacenti sia perchè egli ritiene che una definizione di rete militante non sia assolutamente condivisibile. Ciò premesso egli fa presente che proprio quei programmi che sono stati attaccati da alcuni esponenti della maggioranza di Governo, quali «RaiOt» e «L’elmo di Scipio», hanno avuto un indice di ascolto particolarmente lusinghiero.<br>Il direttore Ruffini conclude associandosi alle considerazioni del deputato Gentiloni Silveri e del Presidente circa la necessità che la politica editoriale dell’azienda non sia condizionata dal timore di contenziosi legali.<br>Il presidente Petruccioli ringrazia il dottor Ruffini e dichiara conclusa l’audizione. <br>La seduta termina alle 14h35. <br>0:28 Durata: 30 min 57 sec