22 febbraio 2002 - Ariel Sharon ha tenuto una conferenza stampa, trasmessa in diretta sui media nazionali, in cui ha spiegato il suo piano per la sicurezza.
La spirale di violenza, comunque, non accenna a fermarsi.Il discorso di Sharon"Il governo intende creare una zona cuscinetto che crei una separazione di sicurezza".
Così il premier israeliano Ariel Sharon ha chiarito quali sono i suoi programmi per la soluzione del conflitto.
Sharon non ha specificato cosa intenda per 'zona cuscinetto' limitandosi ad affermare che sarà grande quanto basta per "garantire la sicurezza dei cittadini … israeliani".
Nella conferenza stampa trasmessa ieri da radio e tv, il premier israeliano ha chiarito che la "condizione essenziale" per arrivare ad un accordo è "una tregua e la non belligeranza", quindi sarà possibile definire i confini, comunque - ha rilevato - "non ci sono soluzioni miracolose".
"Puntiamo alla pace con i nostri vicini" ha aggiunto Sharon, ma "non ci fermeremo fino quando i terroristi non saranno stati distrutti".
Il primo ministro israeliano ha introdotto la conferenza stampa assicurando che il suo governo intende "fare ogni sforzo per arrivare a un cessate il fuoco, oltre che per prevenire qualunque escalation verso il conflitto totale.Anp: un discorso confuso"Un discorso confuso e che non porta da nessuna parte", è stata la prima reazione di Nabil Sha'ath, ministro dell'Anp per la Pianificazione.
Sha'ath ha fatto notare quindi che, per quanto riguarda la 'zona cuscinetto' "è futile, viviamo praticamente nella pelle ciascuno dell'altro.
Non è la risposta, la risposta è una pace che porti alla giustizia per entrambi".
Mubarak come mediatoreLa prossima settimana Sharon si incontrerà con responsabili dell'Anp.
Sharon intanto ha lanciato un appello al cessate il fuoco.
I palestinesi chiedono ad Israele 15 giorni di tregua senza reazioni ad eventuali attentati per riorganizzarsi e per imporre la politica dell'autonomia delle varie milizie all'interno dell'Anp.
È in corso un dialogo tra Sharon e Mubarak.
Sembra ci sia una proposta del presidente egiziano di invitare i due leader a Sharm-el-Sheik per incontri separati con Sharon e Arafat.
IL premier israeliano rispondendo ai giornalisti ha lasciato intendere di essere aperto alla proposta di Mubarak, affermando che rimarranno aperti i rapporti con il presidente egiziano.
L'Arabia Saudita ha ventilato la possibilità di un riconoscimento da parte del suo governo e di altri paesi arabi dello stato di Israele in cambio di un ritiro di Israele ai confini del '67.
La spirale di violenza, comunque, non accenna a fermarsi.Il discorso di Sharon"Il governo intende creare una zona cuscinetto che crei una separazione di sicurezza".
Così il premier israeliano Ariel Sharon ha chiarito quali sono i suoi programmi per la soluzione del conflitto.
Sharon non ha specificato cosa intenda per 'zona cuscinetto' limitandosi ad affermare che sarà grande quanto basta per "garantire la sicurezza dei cittadini … israeliani".
Nella conferenza stampa trasmessa ieri da radio e tv, il premier israeliano ha chiarito che la "condizione essenziale" per arrivare ad un accordo è "una tregua e la non belligeranza", quindi sarà possibile definire i confini, comunque - ha rilevato - "non ci sono soluzioni miracolose".
"Puntiamo alla pace con i nostri vicini" ha aggiunto Sharon, ma "non ci fermeremo fino quando i terroristi non saranno stati distrutti".
Il primo ministro israeliano ha introdotto la conferenza stampa assicurando che il suo governo intende "fare ogni sforzo per arrivare a un cessate il fuoco, oltre che per prevenire qualunque escalation verso il conflitto totale.Anp: un discorso confuso"Un discorso confuso e che non porta da nessuna parte", è stata la prima reazione di Nabil Sha'ath, ministro dell'Anp per la Pianificazione.
Sha'ath ha fatto notare quindi che, per quanto riguarda la 'zona cuscinetto' "è futile, viviamo praticamente nella pelle ciascuno dell'altro.
Non è la risposta, la risposta è una pace che porti alla giustizia per entrambi".
Mubarak come mediatoreLa prossima settimana Sharon si incontrerà con responsabili dell'Anp.
Sharon intanto ha lanciato un appello al cessate il fuoco.
I palestinesi chiedono ad Israele 15 giorni di tregua senza reazioni ad eventuali attentati per riorganizzarsi e per imporre la politica dell'autonomia delle varie milizie all'interno dell'Anp.
È in corso un dialogo tra Sharon e Mubarak.
Sembra ci sia una proposta del presidente egiziano di invitare i due leader a Sharm-el-Sheik per incontri separati con Sharon e Arafat.
IL premier israeliano rispondendo ai giornalisti ha lasciato intendere di essere aperto alla proposta di Mubarak, affermando che rimarranno aperti i rapporti con il presidente egiziano.
L'Arabia Saudita ha ventilato la possibilità di un riconoscimento da parte del suo governo e di altri paesi arabi dello stato di Israele in cambio di un ritiro di Israele ai confini del '67.
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