Derrick

Bentornati a Derrick ci siamo lasciati l'ultima volta dopo aver annunciato un punto ovvio quanto complesso nelle sue conseguenze
Il fatto che la misura olistica del benessere sia utile e che il valore economico della produzione di beni finali interno un Paese cioè il PIL possa rivelarsi per alcuni versi insoddisfacente allo scopo
Già da un po'emersa l'esigenza di trovare indicatori sintetici alternativi o evoluti rispetto al PIL
Di cui si è occupata per esempio in Europa la famosa Commissione Stiglitz o gli economisti Stiglitz se ne Fitoussi che su incarico di Sarkozy nel due mila e nove hanno fornito indicazioni per un superamento del PIL
Indicazioni però che non arrivano nessun indice sintetico
Provo a riportare cinque punti che trovo più rilevanti nelle proposte di questa Commissione
Uno occorre valutare il reddito delle famiglie disponibile per il consumo più che il valore della produzione
Due bisogna tenere conto delle sperequazioni nel reddito aspetto che invece il PIL pro capite non cattura visto che si tratta di una media
Tre
Anche le attività a cui non corrispondono transazioni di mercato devono essere tracciate
Come le prestazioni di cura fornite all'interno delle famiglie o dell'economia basate sul baratto quattro alcuni beni valgono di più in termini di benessere come l'istruzione la disponibilità di tutte le per la salute
Qui torniamo al concetto di qualità e di meritorietà e quindi di superamento del valore di mercato come moltiplicatore per ponderare il valore dei consumi
Cinque bisogna tener conto anche di variabili patrimoniali cioè di stock e non legati consumi attuali ma semmai la potenzialità e qualità dei consumi futuri esempi di queste variabili sono le dotazioni energetiche l'integrità ambientale
In altri termini bisogna guardare la sostenibilità cioè alla capacità di un sistema economico di non depauperare le con risorse esauriti ora e difficile non condividere queste affermazioni
E lo stesso tempo deludente che la Commissione Stiglitz così arrivata a proporre un indice sintetico per lo sviluppo ma come avrebbe potuto del resto
Intanto una volta che si rinunci all'uso del valore di mercato per rendere quantitativamente confrontabili beni diversi come si dovrebbe compiere la ponderazione altrimenti
Non siamo ancora in grado di misurare la felicità quando vale la cura di un genitore al figlio piccolo che non transita sul mercato quanto valgono la bellezza e la salubrità di un panorama quanto vale il silenzio
E poi quando pensiamo la sostenibilità e la variabili di stock
A che tasso scontiamo i consumi futuri e soprattutto con quale logica allentiamo in un unico indice valori patrimoniali e reddituali
Può darsi che l'approccio olistico o qualitativo la misura del benessere sia per definizione non riconducibile a un indice sintetico
E che il valore delle raccomandazioni della Commissione Stiglitz o di altre simili stia proprio dell'apertura di un dibattito sugli obiettivi ultimi della politica anche attraverso il risveglio della nostra sensibilità
Una specie di seduta di autocoscienza in cui ci chiediamo cosa conta davvero
O meglio restringendo il campo la dimensione pubblica delle cose che contano davvero quali si possono ottenere con una buona amministrazione
Un'altra domanda secondo me interessante e questo
Se mai si otterrà una comunanza di risposte ai quesiti su cos'è davvero il benessere dovremo per forza cambiare indice per misurarne lo sviluppo
Oppure potremmo continuare a puntare sulla valorizzazione economica di consumi però anche futuri correggendo i mercati affinché facciano emergere in forma economica sempre meglio i valori che il PIL non cattura o che riteniamo locatori vende
Per esempio un consumatore che conosce il costo ambientale dei consumi energetici potrebbe essere disposto modificare volontariamente questi consumi effetto consapevolezza
Oppure potrebbe reagire in modo virtuoso a un'accisa che lo faccia partecipare al costo del depauperamento di risorse effetto di internalizzazione delle esternalità
Ma adesso vorrei aggiungere complicazione alla complicazione riguarda il rapporto tra crescita dei redditi e sostenibilità dei bilanci pubblici e privati dei Paesi occidentali
Prendo spunto dall'articolo del dodici maggio due mila dieci di Riccardo Sorrentino sul Sole ventiquattro Ore che ricorda come la sostenibilità della finanza pubblica dei Paesi più indebitati dipenda dalle prospettive di crescita di questi Paesi
Cioè dalla loro capacità di aumentare il reddito dei prossimi anni aumentando per esempio la propria produttività in modo da avere in futuro abbastanza surplus di cassa per ripianare i debiti
E proprio questo legame e il motivo che causa l'effetto forse di secondo ordine ma anche mi pare il più dirompente della crisi in corso
Non il calo del reddito ma l'improvvisa perdita di fiducia sulla capacità dei Governi dei consumatori privati di risarcire i loro debiti
Il modo di eludere questa sfiducia secondo la logica descritta da Sorrentino in generale secondo l'economia mainstream e anche implicitamente secondo i parametri di sostenibilità europei che valutano disavanzi in rapporto al PIL è questo continuare a crescere
Ora abbiate pazienza e scusate la rozzezza ma se io provo a immaginare degli esempi di situazioni in cui qualcosa per funzionare deve per forza continuare a crescere mi vengono in mente solo situazioni insostenibili
Come per esempio i modelli di business piramidali il cosiddetto sistema Ponzi quello del gestore di patrimoni Madoff il truffatore che raccoglieva risparmi e lì sopra remunerata grazie i nuovi risparmi che raccoglieva e non grazie reali rendimenti
Un metodo che funziona solo fino a quando pochi percepiscono la sua pur inevitabili fine
D'Errico punto energia chiocciola gmail punto com per Rixi scrive con circa un saluto da Michele governatori che per i riferimenti di questa puntata ringraziando nato Speroni