10 GEN 2016
rubriche

Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - RADIO - 17:00 Durata: 1 ora 49 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella" di domenica 10 gennaio 2016 condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito), Massimo Bordin (giornalista di Radio Radicale).

Tra gli argomenti discussi: Partito Radicale Nonviolento, Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 49 minuti.

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  • Il tema “giustizia” in Italia: “Era venuto fuori, per esempio, che la prospettiva dell’amnistia, con il messaggio del Presidente Napolitano della Repubblica alle Camere, cessava di avere il carattere prevalente di clemenza per essere lo strumento essenziale per il rientro nella legalità del regime e dello Stato italiano”. Le conseguenze in termini di multe europee per questa situazione: “Oggi si può discutere dell’ipoteca erariale sugli italiani, non più solo del danno erariale. Prima il danno erariale poteva apparire un fantasma; adesso da danno potenziale credo si possa parlare di ipoteca, cioè un danno già tradottosi in dato di fatto”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Massimo Bordin

    giornalista di Radio Radicale

    Marco Pannella sull’urgenza del documento di Debora Cianfanelli sulla giustizia: “Non solo ho salutato l’analisi, per me antica e freschissima, perché era antica ma sembrava un pochino dimenticata dalla politica ufficiale, magari anche radicale. Quindi oggi il problema è il passaggio del pericolo denunciato e che si è cercato di evitare del grande danno erariale, in una situazione che io giudico già di ipoteca erariale accesa su tutto l’elettorato italiano. Da ‘prospettiva’, questa ipoteca è diventata già ‘un fatto’ che marcia in quella direzione. E’ quello che è accaduto all’inizio con il debito pubblico, quando lo si chiamava in ogni altro modo”. “Oggi si può discutere dell’ipoteca erariale sugli italiani, non più solo del danno erariale. Prima il danno erariale poteva apparire un fantasma; adesso da danno potenziale credo si possa parlare di ipoteca, cioè un danno già tradottosi in dato di fatto”. Gli esponenti del Governo, la dichiarata inutilità del reato di clandestinità per gli immigrati e, nonostante ciò, la scelta di mantenerlo. Pannella: “Partendo da una situazione nella quale si vedeva la realtà italiana sulla giustizia, quella europea e quella internazionale, le varie analisi e prospettive, si era praticamente giunti a dovere constatare una analisi, esplicita o implicita, quasi unanime, sulla situazione e sui suoi effetti. E qual era? La mancanza di rispetto del diritto, presa in particolare in considerazione da Giorgio Napolitano, ex presidente della Repubblica, quando utilizzò il concetto secondo cui lo Stato italiano aveva fatto una scelta ormai di fuoriuscita dalla legalità. Perché quello che da molti punti di vista storici era venuto fuori era un’attenzione: quella verso le responsabilità, tecnicamente criminali, per affrontare la condizione storica nella quale la realtà italiana si poneva”. Nel non sanare questa “condizione storica”, “secondo Napolitano e secondo anche noi”, “il Parlamento è stato complice di questo regime”, evitando di discutere davvero il messaggio di Napolitano alle Camere. “A cosa si riferiva? A una cosa molto semplice. Era venuto fuori, per esempio, che la prospettiva dell’amnistia, con il messaggio del Presidente della Repubblica alle Camere, cessava di avere il carattere prevalente di clemenza per essere lo strumento essenziale per il rientro nella legalità del regime e dello Stato italiano”. “Se vogliamo tornare a una situazione di difesa del diritto da parte dello Stato, dobbiamo prendere atto che c’è uno strumento evidente: l’amnistia come unico, sicuro, modo di uscire fuori dalla illegalità della condizione di una Italia condannata da tutte le parti per la non ragionevole durata dei processi”. “Su questo si è inserita la posizione, che ho difeso da subito come ricca e complessa, di una nostra compagna come Deborah Cianfanelli”. Il silenzio dei media italiani sulla questione giustizia: “Ci troviamo noi a dovere ricordare che il Presidente Napolitano, che grossomodo è vostro (del Pd, ndr) come area, in pratica però io non ho sentito una voce formale, ufficiale, del Pd a difesa della prospettiva di uscita dalla illegalità dello Stato italiano. Perché di questo si trattava”
    17:00 Durata: 18 min 32 sec
  • Pannella: “Noi non abbiamo pregiudizi ideologici rispetto ai massimi magistrati italiani, né riteniamo che loro abbiano una linea contraria a quella che noi proponiamo: far uscire lo Stato italiano da una condizione di subalternità a visioni partitocratiche”. “Noi intendiamo dare un apporto transnazionale, europeo e italiano molto importante per dare una chiave di lettura del presente. Da 40 anni parliamo di ‘peste italiana’”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sull’attuale Presidente della Repubblica Mattarella: “Ho colto l’occasione del suo discorso di fine anno per dire, non come forza di opposizione ma come forza che vuole rendere possibile allo Stato italiano di non farsi ‘portavoce’ del regime italiano ma appunto dello Stato stesso, che questa scelta che passa attraverso l’amnistia è importante. Un obiettivo: uscire fuori dalle condizioni di illegalità denunciate ormai da vent’anni anche in Europa”. “Uscire fuori come Stato da una condizione tecnicamente criminale perché io non conosco una posizione internazionale che si sia rivelata così quasi noiosamente d’accordo, da tutte le parti, per porre questo problema del rientro nella legalità dello Stato italiano, come cura dei mali che complessivamente la affliggono”. “Oggi la nostra posizione è quella di aiutare i massimi magistrati, potrei dire ‘partitocratici’, dello Stato italiano. Noi siamo mobilitati per rendere a loro possibile” quello che per esempio era contenuto nella posizione di Giorgio Napolitano. “Questo che è il sentimento unanime delle Radicali e dei Radicali, i fatti vogliono che si traduca in un atteggiamento per cui l’area radicale dà priorità all’amnistia e alla giustizia, quindi ai temi del diritto, e alcuni se ne sentono defraudati. Da alcuni che magari ci dicono ‘ma no, voi siete d’accordo con il Governo’”. “Noi non abbiamo pregiudizi ideologici rispetto ai massimi magistrati italiani, né riteniamo che loro abbiano una linea contraria a quella che noi proponiamo: far uscire lo Stato italiano da una condizione di subalternità a visioni partitocratiche”. La campagna, non solo italiana, per la promozione dello Stato di diritto: “Gli editori e i direttori di Le Monde sono quelli che hanno colto l’occasione, in un momento in cui non è che si potesse dire che tutto era chiarito, per sbattere in prima pagina, con un tempo straordinario dedicato a questo, una posizione che denuncia l’incompatibilità tra Stato di diritto e Stato di emergenza”. “A grande forza l’alternativa dello Stato di diritto allo Stato emergenziale”. “Noi intendiamo dare un apporto transnazionale, europeo e italiano molto importante per dare una chiave di lettura del presente. Da 40 anni parliamo di ‘peste italiana’”. “Quando Napolitano ha chiarissimamente scritto che la proposta dell’amnistia non nasceva da una proposta caritatevole, ma come elemento essenziale contro quella che definivamo ‘peste italiana’. Riprendendo alcune battaglie che sono state proprie negli ultimi 40 anni di alcuni componenti laiche. Lo Stato di diritto come il punto di riferimento storico, e anche lessicale, che può fare meglio comprendere a cosa ci si riferisce”.
    17:18 Durata: 24 min
  • Sulle unioni civili, il leader radicale critica “il Nuovo Centro-destra e il suo tentativo di porsi come braccio mondano di un certo clericalismo à la Eugenia Roccella”. “Sono privi di contenuto, se non opportunistico, punto e basta. Quel cattolicesimo lì che Alfano ritiene di dovere rappresentare o attirare a sé, in realtà proprio con questo Pontificato, ma devo dire anche con quelli dei predecessori”, non c’entra molto

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il dibattito parlamentare sulle unioni civili. Pannella: “Se fossi stato in Parlamento, quello che avrei fatto si sa. Non sarei stato un ‘originalone’ sul punto”. Il leader radicale critica “il Nuovo Centro-destra e il suo tentativo di porsi come braccio mondano di un certo clericalismo à la Eugenia Roccella”. “Sono privi di contenuto, se non opportunistico, punto e basta. Quel cattolicesimo lì che Alfano ritiene di dovere rappresentare o attirare a sé, in realtà proprio con questo Pontificato, ma devo dire anche con quelli dei predecessori” non c’entra molto. Il bisogno di rivalutare il pensiero cristiano più liberale, da Manzoni a Georges Bernanos: “Lo scontro è fra religiosità, non fra anti religiosità e religiosità”. I rapporti tra Pannella e Benedetto XVI. Il leader radicale sul “colpo di coda” di Nuovo Centro-destra e affini: “Cercano di usare un lascito del passato per far tacere non tanto noi, ma il ‘noi siamo Chiesa’ delle Carmelitane di oggi”
    17:42 Durata: 16 min 35 sec
  • Il Movimento 5 Stelle? “Lo chiamerei Movimento 50 Stelle, perché vedono a go-go stelle cadergli addosso”, dice Pannella ironizzando sulla conflittualità interna e sugli scandali che minano dall’interno il movimento grillino

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il Movimento 5 Stelle? “Lo chiamerei Movimento 50 Stelle, perché vedono a go-go stelle cadergli addosso”, dice Pannella ironizzando sulla conflittualità interna e sugli scandali che minano dall’interno il movimento grillino. Sulla possibile candidatura di Roberto Giachetti alla sindacatura di Roma per il Pd: “Io ho detto che lo voterei a occhi chiusi. Non ho detto che lo candiderei o che lo candido, perché ho troppa stima e fiducia non solo in Roberto ma anche nel popolo romano e italiano che riescono a districarsi in questo canaio partitocratico”. “Per candidarlo, dovrebbe essere d’accordo anche lui, e questa è una possibilità che non abbiamo avuto nemmeno il tempo di studiare assieme”
    17:59 Durata: 8 min 56 sec
  • Marchionne e l’eredità materiale di Gianni Agnelli (1921-2003, al timone della Fiat dal 1966): “I calcoli di Marchionne non dipendono da quelli di Renzi”. “Marchionne ha avanzato qualcosa che può teoricamente invece dare destinazione a questa eredità, non di tutta tranquillità per nessuna delle forze di potere attuali, perché può avere il vizio e le capacità del grosso imprenditore italiano contemporaneo, cioè una certa capacità di liberazione da suggestioni e condizionamenti ideologici”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella a proposito del lancio della Ferrari in Borsa e della relazione tra Matteo Renzi e l’amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne: “I calcoli di Marchionne non dipendono da quelli di Renzi, ma da altre logiche che in alcuni casi possono intendersi anche ‘cattolico liberali’ nel senso che difendono lo specifico di ispirazioni professate e praticate di stampo religioso”. La religiosità come “opposta” alle “religioni costituite come corpo conservatore degli averi”. Marchionne e l’eredità materiale di Gianni Agnelli (1921-2003, al timone della Fiat dal 1966): “Marchionne ha avanzato qualcosa che può teoricamente invece dare destinazione a questa eredità, non di tutta tranquillità per nessuna delle forze di potere attuali, perché può avere il vizio e le capacità del grosso imprenditore italiano contemporaneo, cioè una certa capacità di liberazione da suggestioni e condizionamenti ideologici”. Il ricordo dell’esperienza di Guglielmo Giannini (1891-1960) e del suo movimento Uomo Qualunque; i collegamenti con gli industriali di allora, ma anche e soprattutto con il Pci di Palmiro Togliatti: “Attribuire alla Fiat quell’onore o quell’onere sarebbe sbagliato”. “La carta di Botteghe Oscure di allora era usare di tutto, fascismi e anti fascismi, ai fini del successo immediato, cioè dell’ingresso con successo nell’agone politico”. L’agonia del regime partitocratico e il parallelo con la carogna in putrefazione descritta in versi da Baudelaire. Pannella: “Lo sforzo mio e nostro è, sempre più consapevolmente, quello di sottolineare come alla radice di quello che sta dividendo il mondo, anche il nostro mondo, è un fatto di putrefazione del corpo tradizionalmente potente, quello di ‘Botteghe Oscure’ diciamo per fare un esempio. E, in modo scandaloso e silenzioso, si tratta di stabilire che poiché da tutte le forze politiche si sta sottolineando che esse non condividono quella posizione di quel ‘corpo’ che è stato quello in cui si cercava di affermare che il primo problema è tornare a rispettare le idealità storiche, laiche e liberali”. Il leader radicale si riferisce ancora al discorso di Napolitano sulla riforma della giustizia. “Lui sottolineava che l’amnistia non si collegava a qualcosa di buonista, ma era l’unico strumento per passare dalla partitocrazia a uno Stato rispettoso delle legalità dell’Onu, italiana ed europea”. “A Giorgio Napolitano dico: guarda, noi abbiamo anche compiuto una avventatezza; nelle varie sedi del Partito radicale io ho proposto la dichiarazione – che è stata votata – secondo cui il tuo messaggio alle Camere fa parte integrante delle nostre mozioni politiche del presente. Quindi il problema è uscire fuori dalla situazione di non rispetto della legge”
    18:08 Durata: 23 min 42 sec
  • I rischi delle campagne radicali sull'eutanasia e sul referendum sulle Olimpiadi a Roma

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sulla campagna radicale per la legalizzazione dell’eutanasia. “Oggi in modo particolare dobbiamo essere grati a Marco Cappato di avere ripreso in particolare questo obiettivo che però, senza credo di dover millantare nulla, ha visto un nostro contributo sulla fattibilità e sulla serietà di questa battaglia. Quindi benissimo. Vediamo solo di evitare che eventuali piccoli successi provvisori vengano usati per fare l’economia di quella riforma generale che abbiamo come obiettivo chiaro e netto: la difesa dello Stato di diritto”. Sull’idea radicale di un referendum per decidere se ospitare o meno a Roma le Olimpiadi del 2024. “Pannella in questi ultimi 30 anni ha solo venduto e alienato le proprietà che ha avuto, e non ha acquistato una sola cosa”, dice il leader radicale di sé, facendo il verso a eventuali voci che lo potrebbero presentare per questo come un pazzo o giù di lì. Ma “la destinazione di questa roba era sempre, formalmente, notai e altri possono certificarlo, per la galassia radicale e il Partito radicale”. “Un referendum lo si può fare se esistono condizioni referendarie, ma pare che questo problema nessuno se lo pone. Chi non si pone questo problema va sospettato del peggio, a mio modo di vedere”. Il caso dell’informazione limitata, come dimostra il Centro d’Ascolto radicale
    18:31 Durata: 10 min 32 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “Per me il senso di questa puntata è il rispetto serio, non abituale, per la specificità e l’importanza delle scelte politiche quando le si compiono. Per difendere quelle cose che anche grazie a te ho evocato stavolta, cioè le urgenze nostre, per noi l’urgenza è che lo Stato italiano, con atti solenni, dichiari di avere come obiettivo la fuoriuscita da una condizione criminale di violazione del diritto e dei diritti”
    18:42 Durata: 6 min 51 sec