Sono stati discussi i seguenti argomenti: Economia, Italia, Storia.
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Rubrica
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13:30 - Camera dei Deputati
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vicedirettore de "Il Foglio"
Buongiorno io ascoltatori le ultime due puntate ho ricostruito l'affermazione in Europa attorno al mille seicento dello Stato fiscali di esattore come lo conosciamo oggi
Ho descritto come la fiscalità pubblica abbia preso forme diverse fra alcuni grandi Paesi Spagna Francia Inghilterra e in particolare
Ma l'Italia che il punto era in quella fase
Però questa è la prossima puntata almeno a una possibile risposta proprio nel Seicento infatti si chiuse per il nostro Paese che sulla cartina politico ovviamente non si chiamava ancora in Italia la prima delle due lunghe fasi di crescita economica degli ultimi mille anni
La seconda di queste fasi di crescita più vicina a noi è quella che ha occupato tutto il Novecento vedendo l'Italia in posizione avanzata ma non di traino fra i grandi del mondo
La prima fase prolungata di crescita del nostro Paese invece quella che caratterizza il tardo Medioevo che termina proprio nel seicento con l'Italia che allora era decisamente in posizione di traino tra i Paesi in crescita
Per comprendere al fine di quel ciclo il sopravvento altrove in Europa dello Stato fiscale militare farò ampi riferimenti lavori di Paolo ma l'anima docente di storia economica prima a Pisa e poi a Catanzaro
Ma l'anima autore fra gli altri di un libro intitolato la fine del privato dedicato alla crisi e alla riconversione militare del Seicento
Per quale approfondisce l'intuizione di un altro storico il famoso medie vista italiano Gino Luzzatto secondo cui l'esame dei redditi del potere d'acquisto nelle epoche passate avrebbe costituito la quadratura del Circolo della storia economica
Ma l'anima infatti tenta di dare un ordine di grandezza quanto più preciso possibile al primato economico dell'Italia del Centro-Nord di metà cinquecento quella per intenderci che va dalle Alpi alla Toscana meridionale all'Umbria le Marche incluse
Lo storico inizia descrivendo un'economia che si muoveva allora vicino alla sua cosiddetta frontiera delle possibilità di produzione frontiera che dipende dalle tecniche note e dalle risorse disponibili in un certo momento
Nello specifico l'Italia del sedicesimo secolo era unica in Europa in quanto a sviluppo urbano e in quanto assolse varietà della sua base produttiva
Nel mille seicento il nostro Paese arriva il trentotto per cento del totale europeo delle popolazioni urbane che si trovavano in centri con più di dieci mila abitanti
Per avere un tasso di urbanizzazione il più alto dell'Italia di allora bisognava andare verificando nei Paesi Bassi ma in questi due casi ovviamente la modestissima estensione territoriale facilita una maggiore concentrazione nelle città
I settori trainanti della base produttiva di questo sistema urbano dell'Italia centro-settentrionale erano tre l'industria della lana quella della seta e il settore dei commerci di ampio raggio che includeva la navigazione il commercio dei testi della banca
Uno dei cambiamenti che aveva agito come stimolo di questi settori era stata la variazione della domanda est essere ed esterna ad opera della cosiddetta rivoluzione commerciale del Medioevo
La crescita della popolazione dei commerci in tutta Europa e nel Mediterraneo aveva avvantaggiato le città italiane che si trovavano in una posizione geografica favorevole scrive ma l'anima
I nodi del sistema urbano avevano allacciato relazioni di scambio con aree distanti l'espansione del mercato esterno aveva innescato una serie di reazioni a catena non si può certo escludere che la domanda interna
In aumento anche essa causa dell'espansione demografica abbia svolto un ruolo in questo processo
Essa però poteva al massimo generare una lenta crescita come accade in altre regioni europee non certo consentirà all'economia di arrivare al primato
Per raggiungere il punto più avanzato in rapporto alla frontiera delle potenzialità occorreva ben altro chiuse virgolette prendendo a riferimento il mille cinquecentosettanta Marani ma passa poi alla misurazione di questa economia da primato
Innanzitutto rilevando che in termini di occupazione la produzione della RAI della sedere nei settori più importanti Firenze
Esempio verso il mille cinquecentottanta erano oltre ventimila gli occupati nella lana insieme i loro familiari non pochi a fronte di una popolazione di sessantacinque mila abitanti
Dalle due industrie della nave della scelta
Insieme traeva lo dunque di che vivere quattro cinquecento mila persone
Più del cinque sei per cento di tutta la popolazione italiana nell'area centro-settentrionale o addirittura il quaranta cinquanta per cento delle popolazioni delle città con più di dieci mila abitanti
Quanto al commercio inteso in senso ampio Venezia controllava quello delle spezie genovesi erano in posizione centrale nella finanza
Infine varare una stima il prodotto pro capite dell'Italia centro-settentrionale alla fine del Cinquecento
Stante la lacunosità di dati lo fa battendo tre strade che solitamente sono considerate alternative cioè i redditi noti poi i livelli di consumo e infine la produzione si prende la seconda via quella dei livelli di consumo
Per sostenere un consumo medio annuo di duecentoventisei di grano per il pane
Di centottantadue chili di lire ventinove virgola quattro chili di olio
Erano necessarie stimano all'anima all'epoca circa settantuno lire fiorentina
Cioè ciò si aggiungono le spese per la scrittore tasse gli abiti
Ci superano le cento cinquanta lire Ferentino e allora sulla base di questi elementi conclude lo storico si può opporre il prodotto pro capite del centro nord verso il mille cinquecentosettanta con una popolazione pari a sette milioni di abitanti
Intorno a centoquaranta centosessanta lire milanesi pro capite corrispondente centosettanta centonovanta lire fiorentina
Per svolgere un confronto internazionale si ci si può il prodotto pro-capite inglese del mille ottocentoventi pari accento
Bene la fine del Cinquecento il reddito pro capite italiano in confronto a questo era superiore a sessantacinque avvicinato solo da quello delle Fiandre il reddito dei Paesi Bassi era compreso tra sessanta e sessantacinque
E poi Spagna Francia Inghilterra chiudevano la classifica con un valore compresa tra i quarantacinque sessanta punti
Analizzerò poi nella prossima puntata però i primi iscrizioni di questo primato italiano
Grazie per l'ascolto la Marcovalerio Lo Prete l'economia torno a lunedì prossimo nel frattempo è sul Twitter l'account Emma con Valeria letti
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