Tra gli argomenti discussi: Assad, Berlusconi, Esteri, Governo, Guerra, Italia, Lega Nord, Medio Oriente, Movimento 5 Stelle, Politica, Rassegna Stampa, Siria, Trump, Usa.
La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 18 minuti.
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Quel giorno gli scocciatori di radio radicale venerdì tredici aprile questo è l'appuntamento con la rassegna della stampa internazionale a cura di David Carretta due i temi di cui parleremo quest'oggi innanzitutto
La Siria la reazione all'attacco chimico di sabato scorso condotto da Bashar al-Assad in particolare bombardamenti
Dicono al Tampa annunciati su Twitter vi proporremo un'analisi dalle Monda firmata fra shop
Siria i missili di e dopo fra show sottolinea che
Donal Trump si situa in piena continuità con Barack Obama cioè non ha una vera e propria politica siriana
Leggeremo anche fama sul Times Edward G. Russo secondo cui Tramper non ha una politica non solo siriana ma nemmeno mediorientale il lungo addio dell'America al Medioriente
Di Stati Uniti sotto Trump non sanno più che ruolo recitare e non stupisce che altri riempiano il vuoto scrive tra l'altro ius vedremo anche un editoriale dal Times di Londra diventare più intelligente
Non i missili come twittato da Trump ma lo stesso presidente americano che deve dimostrarsi maturo giudizioso e non limitarsi a lanciare minacce via twitter l'altro tema di cui parleremo l'Italia secondo giro
Di consultazioni viste dall'Economist un articolo uscito ne nell'edizione internet il blocco Berlusconi l'Italia fatica
A formare un governo tutto ruota intorno a lui Silvio Berlusconi che doveva essere il King maker prima del quattro marzo che dopo il quattro marzo
In realtà diventa il principale ostacolo per un'alleanza tra Movimento cinque Stelle e lega
La possibile soluzione allo stallo politico dipenderà secondo l'Economist da quale schieramento la destra o la sinistra si spaccherà per primo ma cominciamo dalla Siria e dale mondi oggi un'analisi Diana Fraktion dal titolo Siria i missili e dopo scrive il quotidiano francese
Anche se i missili che Donal Trump promette di lanciare sulla Siria sono
Belli nuovi intelligenti come lui stesso li ha descritti in un tweet mercoledì
Questo non cambia nulla a una realtà e cioè che gli Stati Uniti non hanno alcuna politica siriana il futuro di questo piccolo paese del Medioriente interessa l'America solo marginalmente
Da questo punto di vista Donald Trump si situa in piena continuità con Barack Obama il conflitto siriano certo uno degli elementi importanti della relazione tra Washington e Mosca
C'è una buona ragione per questo la possibilità di uno scontro diretto tra le forze militari dei due Paesi presenti in Siria
Quando le armi parlano hanno una logica propria che può portare i protagonisti ben al di là di ciò che vogliono è vero che il presidente repubblicano appare più sensibile al l'arma chimica del suo predecessore democratico un anno fa Trump aveva già ordinato delle rappresaglie militari dopo che l'aviazione di Bashar al-Assad aveva usato il gas in un quartiere di una località nel nord del Paese
All'indomani di un secondo attacco chimico di vasta scala sabato ad un ma
Trump a incriminato anche se indirettamente la Russia e per la prima volta attaccato direttamente Putin
Ma reagire all'uso di un tipo di arma non significa avere una politica siriana sottolinea alla fra show gli Stati Uniti in Siria hanno solo obiettivi circoscritti dal due mila quattordici la lotta contro ligio dissi dell'organizzazione dello Stato islamico e dal due mila e sedici la lotta contro l'uso dell'arma chimica ma il futuro del popolo siriano l'interruzione dei combattimenti la partecipazione a una soluzione politica del dialogo con Mosca sul causa regionale niente di tutto questo
Sottolinea nel mondo fa parte della politica americana in Medio Oriente
Un approccio coerente non esiste
Che mondo ricorda per esempio il ventinove marzo quando Trump ha detto di voler ritirare molto rapidamente i due mila soldati americani lasciando ad altri occuparsi della Siria i nuovi grandi money to della politica estera americana cioè il segretario di Stato mai Pompeo il Consigliere alla sicurezza giorni volto non non hanno a loro volta una politica siriana quello che interessa a loro in Siria in realtà è l'Iran non i siriani
Bolton in Pompeo vogliono frenare la progressione iraniana nel mondo arabo ma loro padrone e come Obama al di là della fedeltà Israele all'Arabia Saudita
Trump non si fida del Medioriente non è convinto che la Regione rappresenti per l'America un interesse strategico maggiore
La grande questione
Di Trump sulla scena internazionale l'Asia e più precisamente la Cina la battaglia commerciale con Pechino è il proseguimento tram piano del pivot o verso l'Asia della diplomazia americana con Barack Obama il problema secondo anatra show anche nemmeno i russi che con gli iraniani hanno assicurato la vittoria di Bashar al-Assad sull'opposizione
Hanno una politica siriana per essere più precisi i russi vorrebbero organizzare sì una forma di dialogo tra le parti ma non ci riescono
Perché il regime Assad sabotata ogni loro sforzo i russi sono prigionieri di Assad del conflitto etnico religioso in Siria
La Divina Putin celebrato come grande stratega anche in Occidente in realtà naviga a vista tra ciò ricorda
L'immagine mostrata mercoledì quattro aprile ad Ankara la nuova triplice intesa incaricata della Siria perché doveva essere in qualche modo rassicurante Puntin circondato dal presidente iraniano Hassan la Rouhani
E da quello turco Recep Tayyp Erdogan i nuovi padroni della in padrini della Siria scusate lapsus la difficoltà con questo Trio e che in realtà è costituito da gente che ha ambizioni siriani molto diverse se non contraddittorie alleato di Assad Putin intende conservare la Siria come punto di appoggio tradizionale della politica araba
Rossa garante del ritorno di Mosca sulla scena strategica regionale
Il turco Erdogan invece il nemico di Assad odi al presidente siriano ha cercato allungo di rovesciarlo non è un caso se il Cremlino questa settimana abbia coperto Assad mentre anche rabbia immediatamente accusato il regime di Damasco di essere responsabile dell'attacco chimico a Dubai
Ma Erdoğan si interessa alla Siria in realtà per un'altra questione la guerra che conduce contro i curdi l'Iran invece vuole estendere in Siria una zona di influenza nel mondo arabo che presenta due vantaggi un accesso al Mediterraneo la possibilità di una presenza militare permanente questa tuttavia è una linea rossa per Israele nemico designato dell'Iran Israele che ancora una volta lunedì ha condotto un raid contro una base iraniana in Siria conclusione di alla fra show con alleati di questo tipo la Russia farà fatica a definire una politica coerente missili o meno gli Stati Uniti si preoccupa non poco del futuro dei siriani gli europei non hanno peso
Nei campi di rifugiati all'esterno della Siria e nelle rovine interni al paese si prepara una nuova generazione di jihadisti
Il grande scontro di facciata Trump Putin maschera questa verità
Nessuno ancora vinto le guerre di Siria così alla fra Chamot su le Monde di oggi il famoso panchine ci ha pubblicato un analisi di Edward Lewis
Secondo il quale in realtà Trump in una politica non solo in Sicilia ma in tutto il Medio Oriente il lungo addio dell'America al Medioriente il titolo
Andiamo a leggere se volete avere un indizio sul mondo post americano guardate alla Siria il presidente Donal Trump pochi giorni fa aveva detto che lascerà altri occuparsene
Forse cambiato brevemente idea dopo l'attacco chimico della scorsa settimana ma la morte del mondo americano ormai è programmata
Sei anni dopo che il suo predecessore Barack Obama aveva detto che Bashar al-Assad doveva andarsene il dittatore più brutale al mondo più sicuro che mai al suo posto
Il futuro della Siria sarà determinato da Russia Iran e Turchia qualsiasi cosa pensi Trump della regione nelle rare occasioni in cui è costretta a farlo probabilmente cambierà idea la prossima settimana anche se i missili americani sono belli nuovi intelligenti il disimpegno dalla Siria riprenderà
Trump secondo Edward Mills è un sintomo non una causa della fatica globale degli Stati Uniti
Le due svolte mediorientali per l'America sono avvenute all'inizio di questo secolo prima quando Bill Clinton cercò invano di arrivare a un accordo tra Israele e palestinesi
Poi con gli attacchi terroristici dell'undici settembre e quel che ne seguì l'Iraq con Giorgio Barberio Bush il rovesciamento di Saddam Hussein
Che pose le basi per lo Stato islamico la decisione di Obama di ritirarsi dall'Iraq che
Diede allo Stato islamico la possibilità di riempire il vuoto la decisione di Obama nel due mila e tredici di non mettere in pratica la linea rossa contro l'uso di armi chimiche da parte di Assad che
Aprì la porta alla Russia per intervenire
Con Putin corso riempire il vuoto dall'ora gli Stati Uniti sono un attore marginale e un'altra salva di missili americani non cambierà granché ciascuno di questi errori trova le sue idee origini in quello precedente ricorda ancora Edward Lewis sul Financial Times Obama voleva ritirarsi dalle guerre di Bushehr tran per vuole cancellare tutto ciò che ha fatto Obama il risultato l'America che non sa più che ruolo giocare non sostiene più la democrazia in Medioriente né si oppone
Trump delle Pitto modella perdita di interesse del suo Paese non dovrebbe sorprendere se altri attori nella regione guardano altrove per riempire il vuoto
Israele compreso
Benjamin Netanyahu sta trascorrendo in questi anni sempre più tempo a Mosca anche se non ha colpe per ciò che ha ereditato Trump ha peggiorato le cose in campagna elettorale aveva delineato
Tre politiche Medioriente la prima risolvere il problema israelo palestinese sulla base della sua vanitosa pretesa di essere capace di fare accordi la seconda ritirarsi da raccordo nucleare con l'Iran sottoscritto da Obama cosa che probabilmente accadrà il prossimo mese dopo la nomina di John Bolton
La terza era schiacciare lo Stato islamico e poi andarsene dalla Siria ciascuno di questi obiettivi è fondato su la necessità di essere applaudito in patria e
Sottovaluto meglio non prende in conto l'impatto che l'uno sull'altro Trump non è Kissinger
Ritirarsi dalla Siria significa Dharma libera all'Iran ben oltre il paese cosa che va contro l'obiettivo di Trump di tenere sotto controllo l'Iran il risultato saranno più bombardamenti israeliani contro le forze siriane in Siria
E di conseguenza più intenzione Gaza in Cisgiordania e questo ridurrà ulteriormente le già magre possibilità di un processo di pace israelo palestinese
Allo stesso modo concedere la vittoria Assad significa preparare il ritorno dello Stato islamico e di altri gruppi come Al Qaeda non va dimenticato che fu la brutalità di al Sadr contro i sunniti a determinare il successo
Dei jihadisti in Siria
Ci sono conseguenze non volute ma prevedibili di ciascuna azione di Trump che si faranno sentire ben oltre Medioriente secondo il Financial Times
Non si capisce perché il dittatore nordcoreano Kim Jong un dovrebbe fare un accordo nucleare con Trump nel momento in cui lui smantella quello con l'Iran
Non si vede perché o a chi dovrebbero rivolgersi i sunniti disperati una volta che Damasco avrà ripreso il controllo della Siria
Per lo Stato islamico sarà molto più facile attrarre nuove reclute nel frattempo la Russia tradurrà la sua crescente presenza in Medioriente in influenza ben oltre la regione queste questioni però non rientrano nei calcoli di Trump la sua attenzione tutta Interna
E l'opinione pubblica americana perso pentito per tutto ciò che è rischioso in medio oriente ma questo era già vero ben prima che Trump diventasse Presidente conclude Edward ius sul far from Times il Times di Londra invece un editoriale ieri chiedeva A Tramp di diventare più intelligente più smart
Riprendendo il tweet di mercoledì sui suoi missili in conflitto siriano è arrivato un momento di intenso rischia internazionale Donal Trump deve dimostrare
Maturità e giudizio non lanciare minacce via Twitter scrive tra l'altro il il Time forse infine sempre a proposito di la questione siriana ma non solo torniamo per un attimo la fascia Times quello di ieri l'editoriale dal titolo la crescente pressione delle sanzioni sulla del mio Putin il quotidiano della City
Ma sottolinea
La scelta opportuna dall'America di sanzionare
Nuovi personaggi vicini a Donal Trump a a Vladimir Putin chiedo scusa
Dall'annessione della Crimea nel due mila e quattordici Paesi occidentali guidati dagli Stati Uniti hanno costantemente rafforzato il regime di sanzioni contro la Russia
Prima avevano preso di mira individui poi sanzioni settoriali su banche Energia la Russia è riuscita in gran parte a limitare i danni ha imparato a vivere con le sanzioni nel misure punitive non hanno avuto un vero impatto sul comportamento di Vladimir Putin anzi
Putin ha sfidato l'ordine di Berardi occidentale contatti che ha sempre più aggressive
Intervento nell'Ucraina dell'Est salvataggio di Assad in Siria interferenze nelle lezioni americane attacco con un agente nervino contro un ex spia nel Regno Unito difesa di Assad sulle armi chimiche
L'ultima serie di sanzioni annunciate venerdì dal Tesoro americano può far male
Per caso per volontà queste sanzioni sono potenzialmente più dannose per l'economia russa di quelle precedenti
E per punti non saranno più difficili da digerire perché vanno a colpire le imprese russe che approfittano del suo sistema corrotto
La domanda è ora se queste misure saranno sufficienti per cambiare il calcoli di Vladimir pur per chiudere invece l'Italia nuovo giro di consultazioni che si chiude oggi il blocco Berlusconi l'Italia fatica a formare il governo è il titolo di un'analisi uscita sul sito internet dell'Economist il settimanale
Britannico
Che scrive ruota di nuovo tutto attorno a lui a Silvio Berlusconi nel momento in cui il Presidente della Repubblica Mattarella vi al secondo giro di consultazioni
Berlusconi è ancora al centro dei destini del paese anche se non nel modo in cui Luís aveva sperato
Ci si aspettava che dopo il quattro marzo Berlusconi potesse svolgere il ruolo di King maker e invece la sconfitta del suo partito Forza Italia e quella parallela del partito democratico ha fatto svanire le sue speranze di essere al centro di una coalizione di governo tra le due forze politiche tradizionali
Rusconi ora si è trasformato nell'ostacolo che si frappone ad una possibile alleanza tra il Movimento cinque Stelle vivi di Luigi Di Maio e la lega di Matteo Salvini usciti vincitori dalle elezioni
Salvini è diventato il leader del centrodestra prima coalizione e non intende rinunciare ai suoi alleati tra cui Forza Italia Dimaio invece che leader del partito più votato non vuole
Parlare con Berlusconi e pretende che la lega lo abbandoni al suo destino nel frattempo Di Maio corteggia anche il Pd sperando che si spacchi ed abbandoni la linea imposta dall'ex premier Matteo Renzi
Cioè restare all'opposizione
Per il momento tutti campano sulle proprie posizioni scrive l'Economist che alla fine viene al punto le cose potrebbero cambiare soprattutto a destra dopo le elezioni regionali che si terranno a fine mese in Friuli Venezia Giulia e il Molise
La possibile soluzione allo stallo politico in Italia dipenderà da quale schieramento la destra o la sinistra si spaccherà per primo
E se nulla di tutto ciò dovesse cadere il presidente Mattarella potrebbe varare un governo sostenuto da tutti i partiti che abbia il compito di approvare una nuova legge elettorale
In grado di garantire una chiara maggioranza
E poi portare l'Italia di nuovo alle urne così
La vede tra l'altro l'Economist con cui per oggi ci fermiamo David Carretta una buona giornata Corradi radicale
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