Questi luoghi si stanno riempiendo di persone che non dovrebbero essere lì.
La Società italiana di Psichiatria, tra gli altri, lancia il grido dall'allarme.
«Molti dei pazienti rinchiusi – spiegano Enrico Zanalda e Massimo di Giannantonio, copresidenti SIP – non hanno una malattia psichiatrica certa e vengono "parcheggiati" in attesa di … giudizio in cui spesso il vizio di mente viene meno.
Si tratta di detenuti assegnati alla REMS per disturbi di personalità antisociali, dipendenza da sostanze, marginalità sociale, che non vanno confuse con le malattie mentali che possono giovarsi di percorsi residenziali in strutture di cura.
Così le REMS stanno diventando il contenitore di tutto ciò che il carcere non vuole, su cui si allunga l'ombra sinistra di un ritorno al passato.
Fra i nodi irrisolti perizie viziate, richieste di invii inappropriati, riconoscimento disinvolto di pericolosità sociale che per l'infermità di mente andrebbe abolito».
Il problema dell'inappropriato ed elevato numero di assegnazioni alle Rems da parte dei giudici alimenta le liste d'attesa per entrare in queste strutture che suscitano allarme nella stessa magistratura, preoccupata per quei pazienti che poi non possono attendere in carcere di entrare nelle Rems.
Da qui la necessità invocata dai giudici di aumentare il numero delle Rems, che per gli psichiatri invece non serve perché occorre utilizzare correttamente quelle già esistenti.
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