L'intervista è stata registrata sabato 21 maggio 1994 alle ore 00:00.
Nel corso dell'intervista sono stati trattati i seguenti temi: Berlusconi, Esteri, Europa, Governo, Politica, Unione Europea.
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AMBASCIATORE
Radio radicale abbiamo ora ai nostri microfoni Sergio Romano editorialista del quotidiano la stampa con lei vogliamo parlare di politica estera ma in particolare di politica estera del nuovo governo Berlusconi
Il ministro degli Esteri nuovo ministro degli Esteri Antonio Martino proprio recentemente si è recata a Bruxelles e ha avuto numerosi incontri con i suoi colleghi della diplomazia comunitaria prova in queste ore credo tra l'altro che se a colloquio con gli esponenti dell'Amministrazione Clinton stavolta a a Washington
Dalle notizie d'agenzia molti hanno parlato della costituendo asse può angolo italiano nella politica europee ecco innanzitutto ambasciatore romano
Anche lei ha avuto questa impressione
Sì effettivamente esiste la possibilità di una certa convergenza fra inglesi e italiani su alcuni aspetti della costruzione europea
Conosciamo alcune idee di Antonio Martino perché le ha espresse più volte
Nel corso degli ultimi anni sappiamo che è stato critico dell'unione economico monetaria perché non riteneva che si dovesse procedere in quel modo tanto priorità all'unificazione delle monete e siccome questa posizione di Martino cui incide per certi aspetti con quelle dell'inglese potrebbe effettivamente
Perché una certa convergenza ecco ma che cosa può significare questo perché alle almeno recentemente si riteneva che l'Italia fosse molto più vicino alle posizioni francesi e tedesche per quel che riguarda l'Unione economiche politiche anche dell'Europa quali sono poi le posizioni appunto che su cui si potrebbe esserci questa convergenza tra Londra e Roma
Credo che anzitutto occorra fare chiarezza se l'Italia assume una posizione diversa in una in materia di unione economico monetaria questo è certamente importante e avrà delle conseguenze dell'incidente
Sulla costruzione dell'Europa però contrapporre la posizione
Eventuale di Antonio Martino a quella del passato non non mi sembra del tutto giusto in passato l'Italia aveva sì una politica europeista molto ortodossa e apparentemente molto ferma
In realtà nella pratica quotidiana nella realtà di ogni giorno
Questa politica era di basso profilo era piuttosto debole non si traduceva in atti coerenti e conseguenti e quindi sostenere che il giorno in cui Martino facesse una politica estera diverso a questo rappresenterebbe
Una svolta importante
Sì e no
Dal momento ripeto che la politica europea dell'Italia negli ultimi anni in particolare
è stata piuttosto convenzionale conforme Istica che non veramente sostanzialmente europea insomma delle se anche secondo lei la politica nell'era europeista di facciata però in realtà non ha sostenuto molto la la reale Unione Europea
E l'Italia ha fatto una politica europea soprattutto dopo nella seconda metà degli anni settanta quando anche i comunisti divennero europei europeisti
Di quel consenso nazionale diffuso ma poco approfondito di veri e propri dibattiti sull'Europa non ce ne sono più stati mi è capitato di dirlo anche in altre occasioni l'Europa era diventato una specie di corona una specie di Santino di fronte alla quale si inginocchia vano tutti mandavano un repellente saluto
All'Europa passando poi si occupavano d'altro
La dimostrazione per esempio è nel fatto che è sempre stato difficile
Trovare un uomo in i politici italiani che fossero
Desiderosi di andarsi a occupare permanentemente di cose europee a Strasburgo in Parlamento o alla Commissione
La classe politica italiana a Strasburgo c'andava sì no per usare quel tanto di megafono che il Parlamento poteva rappresentare ma l'idea che andasse a dedicare interamente all'Europa
No per carità il potere era quei era in Italia era a Roma bisognava stare accanto al sole di Roma per potersi poi spartire voti i consensi ecco temo che l'Italia di politica europea ne abbia fatta poca
Ecco quindi dice si appunto c'è questo questa questo cambiamento almeno c'è una politica estera
Beh lo giudicheremo naturalmente se questa politica estera dovesse poi risultare dannosa al processo di costruzione europea qualcuno certamente non sarà d'accordo io per esempio
Lo riterrei non corretto ma ripeto il barchino fa politica estera rispetto a quello che si è fatto in passato non credo che vi sia contraddizione per novità
Quali sono i problemi che l'Italia ci ha nella effettiva adesione alla Europa rimaste ci sono i noti problemi di adeguamento agli standard economici
E monetari però sembra che il ministro Martino abbia posta anche una questione di risorse economiche da e per la comunità
Credo che il problema sia indubbiamente anche quello delle risorse ma quello è un problema classico che va continuamente discusso e ridiscusso nessun Paese mai veramente contento del dell'equilibrio fra ciò che incassa e ciò che spende no fondamentalmente il problema italiano credo sia un altro è un problema di sistema di metodo di capacità di stare in Europa quasi tutti i paesi europei hanno preso nota del fatto che l'Europa
Stravolge IVA il le competenze ministeriali se i singoli governi perché li stravolge là perché non c'è ministero all'interno dei singoli governi nazionali europei che non sia in qualche modo legato a filo doppio con le decisioni di Bruxelles che cosa significa questo significa che il ministero degli Esteri i ministeri degli esteri si sono andati gradualmente svuotando della loro competenza originale perché di politica europea la ne fanno il ministero dell'agricoltura
Quello della sanità quello dell'industria quello dei lavori pubblici quello che so che dire non non termini spero che non abbia una competenza europea e allora naturalmente si pone il problema e di raccordare questi ministeri affinché non vadano ciascuno per conto proprio affinché tutti tengano conto dell'esigenza di procedere insieme secondo le indicazioni di Bruxelles secondo la politica definita insieme dalla comunità come si chiamava allora dall'Unione come si chiama oggi ebbene questo è accaduto in tutti i Paesi fuorché in Italia
Qui in Italia non si è potuta fare una politica di vero e proprio coordinamento comunitario quindi necessari innanzitutto questa politica di vero e proprio coordinamento che un peu comunitari anche per evitare per esempio che noi siamo il paese se non vado errato che meno recepisce immediatamente rapidamente le non nelle norme di disposizioni le direttive dalla comunità prima di tutto credo che occorre chiedersi perché l'Italia è accaduto questo mentre altrove
Sono riusciti a raccordare le politiche
Dei singoli ministeri in un ambito comunitario io credo che sia caduto perché i governi naturalmente erano governi di larga coalizione in cui i Ministri erano anzitutto delegati dei loro partiti dal Governo
Ambasciatori del loro partito presso il presidente del Consiglio
E quando hai ministeri
I governi non sono composti da ministri che rispondono di ciò che fanno
Al Presidente del Consiglio ma da ambasciatori accreditati dai loro segretari generali presso il presidente del Consiglio ebbene naturalmente mi Presidente del Consiglio non ha una vera e propria autorità
Non può rimproverare redarguire sollecitare coordinare deve limitarsi a prendere nota
Di queste autonomia e corporative che ciascuno dei ministri aveva all'interno del governo
Se questa la ragione fondamentale per cui non siamo riusciti a fare una politica europea allora bisogna naturalmente chiedersi se esistano ora
Le ragioni per cominciare finalmente a farla e secondo lei esistono ora ma vede ho constato che
Vi sono ancora tre forze politiche e forse più di tre forze politiche che perché mi par che all'interno di ciascuna poi o per lo meno all'interno di una di queste forze vi siano sfumature importanti fra singole componenti e mi chiedo se il Presidente del Consiglio sia in grado di esercitare questo potere di coordinamento di
E di decisione
E dovessimo constatare nei prossimi mesi che i ministri sono ancora una volta delegati delle loro dei loro partiti presso il presidente del Consiglio e allora temo naturalmente
Ricadremmo negli errori del passato
Mentre invece se il presidente Silvio del Consiglio assumesse effettivamente il suo ruolo in questo caso lei dice si sarebbe comunque un grosso progresso bella poiché la politica specifica che viene assunta che vanno naturalmente sarà un certo di dibattito nella pubblica opinione
Naturale tutto sta naturalmente a vedere se poi anche il presidente del Consiglio abbia
Le capacità
Per farlo abbia voglio dire gli strumenti non soltanto
Operativi ma anche intellettuali le conoscenze eccetera tutto questo si verificherà naturalmente ma intanto quello che è importante cercare di dettare Tarchi deve averla l'autorità necessaria per coordinare le politiche comunitarie qui non ci si è resi conto forse che questo progressivo graduale molto dei governi europei verso forme di esecutivo forte
Tipiche degli anni settanta e ottanta
Hanno avuto un rapporto erano in rapporto con ciò che stava accadendo ed Europa
E fu uno dei primi ad accorgersene a mano a mano che crescevano queste competente
Beh europee o nazionali all'interno di una costruzione europea era necessario un potere forte di coordinamento e di raccordo all'interno dei singoli Paesi
Ecco noi siamo arrivati tardissimo ultimi a cercare di dare a questa
Necessita una prospettiva politico costituzionale quindi essendo arrivati dice ultimi ovviamente rischiamo di dover fare di comunque lì con il fiatone l'ultima quest'ultimi pranzi per la verità non mi sembra che abbiamo nemmeno cominciato
Bene la ringraziamo ringraziamo Sergio Romano all'ambasciatore Sergio Romano editorialista della Stampa per questa intervista come abbiamo sentito dedicata alla politica europea del nuovo Governo Berlusconi
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