Rassegna stampa estera

Buongiorno riscontro tori di radio radicale sabato nove settembre questo l'appuntamento con la rassegna dalla stampa internazionale a cura di David Carretta in apertura questo oggi ci occuperemo del vertice del G venti che si è aperto un poco fa
A Nuova Delhi sotto presidenza indiana riproporremo un'analisi pubblicata da le Monde
Firmata Finiper ricarica sul G venti che ostaggio della frammentazione globale più dura la guerra in Ucraina più si allarga il fossato tra gli stati membri di questo forum ma ci sono divisioni anche su altri temi per esempio la alla lotta al cambiamento climatico e la Cop ventotto che ci sarà
A novembre il G venti sottolineano diversi giornali
Sarà segnato soprattutto da un'assenza non tanto Vladimir Putin che non aveva partecipato al vertice dello scorso anno
Ma anche soprattutto uscì Jinping il presidente cinese
Hammond pubblica anche un lungo articolo sul diventi strumento di propaganda di Narendra modi primo ministro indiano approfitta di questo vertice
Per promuovere se stesso prima delle elezioni del due mila ventiquattro
E a proposito di geopolitica prenderemo anche l'Economist uscito ieri nelle edicole europee
Il principale editoriale così come la copertina è dedicato a quello che viene definito il nuovo Medio Oriente
Di cosa si parla dell'ambizione sconfinata del golfo di cambiare il mondo e di esportare il proprio modello tuttavia sottolinea il settimanale la regione si trova ad affrontare anche gravi
Pericoli
Vedremo quali
In chiusura poi torneremo sulle mondo al per iniziare a parlare delle elezioni europee del due mila e ventiquattro previste per l'inizio di giugno il tema per rovinare diventerà sempre più caldo almeno nei prossimi mesi
Forse già dalla prossima settimana Ursula von der Laila presidente della Commissione farà il suo discorso sullo Stato dell'Unione davanti al Parlamento europeo mercoledì
Sulle europee
Le monta un editoriale dal titolo L'estrema destra all'offensiva si parla molto dell'estrema destra francese ma il fenomeno è diffuso un po'ovunque dall'Italia i paesi scandinavi passando per la Germania
L'estrema destra sta guadagnando terreno elettorale puntando in particolare su un tema l'immigrazione rispetto a cui il sistema europeo o i sistemi europei come scrive correttamente le monde restano imperfetti cominciamo però dalla G venti dallo stesso le monde e dall'analisi di Philip Ricard il G venti ostaggio della frammentazione globale più dura la guerra in Ucraina più si allarga il fossato
Tra gli stati membri di questo forum scrive Hammond Vladimir Putin e Volodymyr Zalinschi non saranno presenti a nuova Delhi al vertice
Che si apre oggi e che durerà fino
A domani ma rimane il fatto che la guerra in Ucraina
Infiammerà i dibattiti dei capi di Stato e di governo del G venti dopo diciotto mesi di guerra al Forum che riunisce le venti principali economie del pianeta
Resta profondamente diviso sulla questione dell'invasione russa più il conflitto dura più si allarga il fossato tra i suoi Stati membri e questo nonostante gli sforzi dell'Ucraina di fare pressioni sui dirigenti dei Paesi emergenti come il primo ministro indiano Narendra modi che non vogliono scegliere da che parte stare tra Mosca e Kiev per non è una sorpresa Putin sarà rappresentato dal suo ministro degli Esteri Sergei Lavrov come era accaduto durante il vertice dei Brics a Johannesburg a fine agosto
Il presidente russo in quell'occasione rischiava di essere arrestato per il mandato d'arresto lanciato contro di lui dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra
L'India non ha firmato la convenzione di Roma che ha creato la corte Putin non rischia dunque di essere arrestato Nuova Delhi
Ma comunque preferito
A spegnersi
Il capo del Cremlino tuttavia non sarà l'unico assente il suo omologo il partner cinese Shi Jinping a declinato l'invito di Narendra modi all'ultimo minuto e senza dare spiegazioni
A differenza del russo che era stato assente anche il precedente vertice del G venti a Bali del novembre due mila ventidue
è la prima volta che il leader della seconda economia al mondo boicotta questo vertice dove sarà rappresentato dal suo primo ministro Li
Chi anni e è una cattiva notizia per Narendra modi ed è una notizia che evidenzia le difficoltà del G venti a superare le sue fratture interne
Anche se sullo sfondo c'è anche altro un conflitto tra Nuova Delhi e Pechino
Conflitto territoriale nell'Himalaya la domanda per Filippo Riccardi nel mondo e se il G venti riuscirà ad adottare delle conclusioni c'è il tema della guerra in Ucraina ma non solo
Per l'India l'esercizio delicato anche se questo Paese che si di finisce multi allineato si vanta di essere uno dei pochi a parlare tanto la Russia quanto all'Ucraina
Tanto gli Stati Uniti quanto alla Cina
Agli occhi di modi G venti rimane il miglior forum di discussione tra i paesi del nord e del sud dell'Est e dell'Ovest
Malgrado la frammentazione del mondo che la guerra in Ucraina amplificato il leader indiano non vuole fare dei Brics un forum anti occidentale
Contrariamente a Cina e Russia che con i Brics vogliono contestare l'ordine internazionale creato dopo la seconda guerra mondiale
Ma i partecipanti al vertice
Sono profondamente divisi non solo sulla guerra in Ucraina un altro tema di frattura e il clima
Ha qualche settimana dalla copre ventotto di Dubai Cina Russia Arabia Saudita non vogliono sentir parlare di un rafforzamento dei loro obiettivi di lotta contro il surriscaldamento del pianeta
è un altro mondo per loro
Un altro tema di per contestare la leadership degli occidentali così
Philippe ricade su le mondo ovviamente ci sono molti altri articoli uno tra l'altro abbiamo detto nel sommario sempre su questo quotidiano francese
Il G venti strumento di propaganda di Narendra modi il primo ministro indiano approfitta di questo vertice per promuovere se stesso
In vista delle elezioni del due mila e ventiquattro a proposito della nel contesto geopolitico di questo g venti ma non solo anche anche in realtà i prossimi appuntamenti internazionali come la copia ventotto che si terrà a Dubai sotto presidenza degli Emirati Arabi Uniti
Vale la pena prendere l'Economist uscito ieri nelle edicole europea
Copertina e primo editoriale hanno questo titolo il nuovo Medioriente l'ambizione sconfinata del Golfo è di cambiare il mondo esportare il proprio modello ma la regione si trova ad affrontare gravi pericoli andiamo a leggere
Se pensavate che il Medioriente fosse stagnante ripensate c'è l'economia del Golfo sono tra le più ricche vivaci del pianeta aiutate da un prezzo del petrolio che questa settimana è tornato
Oltre i novanta dollari al barile è una miniera d'oro di tre virgola cinque trilioni di dollari
Derivante dai combustibili fossili
E questa miniera d'oro viene spesa in tutto dei modelli di intelligenza artificiale occidentali alle scintillanti città nate dal nulla nel deserto
Fino a riempire le casse di giganteschi fondi sovrani che vagano per i mercati dei capitali mondiali in cerca di acquisizioni mentre il denaro affluisce il caos mostra segnali di regressione in particolare grazie alla più grande esplosione di attività diplomatica degli ultimi decenni
L'Arabia Saudita e l'Iran hanno negoziato una distensione in una rivalità che durava dall'arrivo al rivoluzione iraniana del mille novecentosettantanove
Le guerre civili in Siria e Yemen stanno uccidendo meno persone
Perché i loro sponsor cercano di allentare la tensione a seguito degli accordi di Abramo tra Israele alcuni governi arabi l'avviso vita sta pensando di riconoscere lo Stato ebraico settantacinque anni dopo la sua creazione il peso globale della regione sta crescendo quattro suoi Paesi stanno per entrare nel club dei Brics
Che vuole un mondo meno dominato dall'Occidente
Questi cambiamenti secondo l'Economist dall'inizio un nuovo capitolo in Medioriente caratterizzato da nuove opportunità ma anche nuovi pericoli
Il leader della Regione stanno testando idee che hanno preso piede gran parte del mondo tra cui un certo pragmatismo autocratico come sostituto della democrazia e la diplomazia multilaterale al posto dell'ordine guidato dagli americani post mille novecentoquarantacinque
Il Medioriente anche un luogo in cui le minacce che colpirono il mondo dagli anni mille novecentotrenta in poi potrebbero però manifestarsi di nuovo tra cui la proliferazione nucleare
Le condizioni meteorologiche estreme e disuguaglianze sempre maggiori dato che i Paesi più deboli di questa regione restano più indietro rispetto agli altri
Molti inquilini della Casa Bianca
In passato hanno lasciato l'incarico con il profondo desiderio di dimenticare tutto il Medioriente
Ma che si gestisca una superpotenza o una piccola impresa oggi il Medioriente secondo l'economista e più importante che mai
Anche se ospita sul sei per cento dalla popolazione mondiale a un vero e proprio controllo sull'economia globale essendo il principale produttore di petrolio a più basso costo
La sua quota di esportazioni di greggio del pari al quarantasei per cento ed è in aumento quanto al gas naturale liquefatto molto richiesto dopo la chiusura dei gasdotti russi verso l'Europa
è pari al trenta per cento la quota del Medioriente
Grazie alla sua posizione geografica
Il trenta per cento di tutto il commercio di container e il sedici per cento delle merci via aerea transitano da questa regione con tre mila miliardi di dollari di attivi i famosi tre trilioni di dollari i suoi fondi sovrani sono tra i più grandi al mondo
Le guerre i disordini spesso si estendono oltre i suoi confini e i suoi rifugiati influenzano la politica fin in Europa gli ultimi due decenni sono stati miserabili in Medioriente i progetti democratici si sono conclusi con fallimenti e spargimenti di sangue in Iraq dopo l'invasione guidata dagli americani del due mila e tre in diversi Paesi dopo la primavera araba del due mila undici
Lo Stato islamico cercato di aprire la strada a un califfato in Siria Bashar al-Assad ha ucciso la propria gente con gli agenti nervini eppure ora sono visibili tre grandi cambiamenti
In primo luogo la regione costretta ad assumersi maggiore responsabilità per la propria sicurezza perché la voglia dell'America di intervenire militarmente evaporata
Parallelamente i modelli commerciali sono diventati multipolari il fondo monetario internazionale stima che il ventisei per cento delle esportazioni di beni del Medioriente vada verso Cina e India
Quasi il doppio rispetto il due mila venti e il doppio della quota diretta verso America Europa recentemente questo riallineamento
Geopolitico ed economico a portato con sé anche un desiderio di allentare il conflitti nella regione
In secondo luogo la transizione energetica crea l'urgente bisogno di sfuggire al modello tanto familiare di bomba e crolli petroliferi
C'è un forte incentivo per il Golfo ad aumentare la produzione di combustibili fossili nel prossimo decennio prima che la domanda diminuisca in modo permanente
Estendere i proventi per diversificare le economie locali il cambiamento finale il terzo della stanchezza dell'opinione pubblica
Gli esperimenti politici democratici gli islamisti hanno dato pessimi risultati cittadini di tutto il Medioriente desiderano soprattutto opportunità economiche
Dimenticate il Canard o la Svezia i sondaggi mostrano che il paese dei giovani arabi ammirano di più sono gli Emirati con la loro stabilità e fiorente economia sotto un governo dinastico dal pugno di ferro
Allo stesso tempo un minor coinvolgimento occidentale nella sicurezza del commercio passi
Che ci sia minore presso
Democrazia
Alcuni dei cambiamenti nella regione in realtà sono abbastanza ridicoli si pensi a un progetto vanitoso come neon una nuova città costruita con circa cinquecento miliardi di dollari da Mohammad Bin Salman il sovrano de facto dell'Arabia Saudita
Ma altri cambiamenti sono durevoli profondi sempre più donne lavorano nel Golfo i turisti israeliani si affollano Dubai in tutta la regione l'economia non petrolifera sta crescendo un tasso del quattro per cento
è possibile immaginare che un circolo virtuoso di stabilità e pace
Possa portare maggiori investimenti e scambi commerciali innanzitutto il tenore di vita la prosperità
Invertendo una spirale di fallimento di lunga durata in una parte del mondo che ha circa cinquecento milioni di abitanti
Tuttavia ricorda l'Economist per raggiungere questo obiettivo il Medioriente dovrà superare alcuni grossi problemi
E molti di questi problemi sono familiari gli autocrati più illuminati della Regione sostengono di dover affrontare una sorta di responsabilità della performances per migliorare la sorta le le sorti delle delle loro popolazioni
Il problema è che regimi con governi assoluti autoritari tendano poi la decadenza
Altri pericoli sono nuovi e incombono più minacciosi che mai ora che l'Iran è sul punto di diventare uno stato dotato di armi nucleari la proliferazione una grande preoccupazione
Il cambiamento climatico fa sì che uno dei luoghi più caldi e aridi al mondo debba affrontare condizioni ancora più estreme
Solo alcuni Paesi possono permettersi gli investimenti necessari per rimanere abitabili
Infine il nuovo Medio Oriente più squilibrato che mai e disuguale che mai
Le storie di successo Golfo Israele rappresentano solo il quattordici per cento della popolazione della regione
Ma valgono il sessanta per cento del PIL il settantatré per cento delle esportazioni di bene e il settantacinque per cento degli Investimenti multinazionali verso l'estero
Da Israele in Cisgiordania all'Arabia Saudita e allora Yemen le economie sono luoghi di confine dove una parte dei cittadini è intrappolata nella disperazione il Libano poi impantanato nella crisi finanziaria l'Egitto potrebbe seguire la stessa strada
I vincitori del nuovo Medio Oriente incarnano sì una mentalità transnazionale che potrebbe rendervi
Ancora più ricchi di ma poi ci sono i perdenti
E i perdenti del Medioriente ci ricordano che in un mondo con meno regole e principi nessuno viene in soccorso insomma in Medioriente diventato laboratorio economico e politico e occorre sperare
Che l'esperimento non fallisca così l'Economist
In questo interessante
Editoriale se la voce ce lo consente chiudiamo con le elezioni europee un tema su cui ovviamente torneremo
Nei prossimi dieci mesi e anche di più perché poi occorra un nuovo presidente della commissione ho sempre la stessa nuovi nuovi leader insomma il tema del del prossimo anno
Nel modo di dedica oggi il suo editoriale
Dà il titolo elezioni europee l'estrema destra all'offensiva dall'Italia e i Paesi scandinavi passando per la Germania all'estrema destra sta guadagnando terreno elettorale si parla molto di Francia
Perché
Scrive le Monde le elezioni europee si terranno solo nel giugno due mila e ventiquattro e molti altri temi attirano oggi l'attenzione dei francesi inflazione salita alloggi
Ma i preparativi sono rivelatori del clima particolare
Di questo appuntamento l'estrema destra e già l'offensiva ha già designato i suoi capilista Jordan Bar del lato ritroso norma nazionale
E Mario maresciallo ex le tende per la re Conchetta due partiti di estrema destra ognuno Marine le Pen gastronomo nazional
L'altro un polemista francese lari Conchetta
L'obiettivo è lo stesso trasformare il voto del nove giugno in un'elezione di medio termine il cui risultato strutturale elezioni presidenziali in Francia del due mila e ventisette quelle poste macro
Entrambi i concorrenti complementari due partiti di estrema destra hanno alcuni in comune il fatto di concentrarsi su un tema quasi esclusivo l'immigrazione
L'offensiva si svolge su un terreno politico Fertile
Dall'Italia e i Paesi scandinavi passando per la Germania l'estrema destra sta guadagnando terreno elettorale utilizzando la questione identitaria in un contesto di disordine globale
E al Parlamento europeo gli argini della destra moderata contro l'estrema destra appaiono sempre meno solidi alla commissione lo slancio che aveva segnato l'inizio del mandato
Di Ursula van der l'Allende si sta esaurendo con la partenza di un numero crescente di
Commissari anche se
Non hanno nulla di cui vergognarsi per quanto fatto
Per rispondere alla pandemia per sostenere l'Ucraina per sostenere la transizione ecologica per regolamentare il digitale per
Costruire una sovranità europea le autorità dell'Unione Europea sono indebolite dalla battaglia per il potere in corso a livello globale che
Rafforza il bisogno di protezione e ravviva i nazionalismi qual è il problema che l'allarme serio montarla soprattutto della Francia e le forze europeiste non sono ancora all'offensiva oppure cosa ancor peggiore sono divisi divisi sono per esempio gli esponenti della sinistra francese
Oppure addirittura radicali il che fa il gioco dell'altra destra l'altra estrema quella di destra ci fermiamo per oggi da David Carretta una buona giornata con Radio Radicale