La nota antiproibizionista

Basta guerra alla droga lo dice l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani in un documento in cui chiede di porre fine al sistema di controllo nato sessanta anni fa accostato in in maniera spaventosa
Sia in termini di soldi gettati senza ottenere alcun risultato nel contrasto al fenomeno sia in termini di morti di sofferenze imposte ai consumatori sia in termini di violazione dei diritti umani
Nel documento che è stato pubblicato il venti settembre viene denunciato ciò che gli antiproibizionisti sostengono da sempre la guerra alle droghe è guerra alle persone che le usano
Nella sua prima raccomandazione l'Alto Commissariato chiede di adottare alternative alla criminalizzazione alla tolleranza zero e all'eliminazione delle droghe prendendo in considerazione la depenalizzazione dell'uso e assumere il controllo dei mercati illegali delle droghe
Attraverso una regolamentazione responsabile per eliminare i profitti del traffico illegale della criminalità e della violenza
Il documento raccomanda inoltre di riconoscere la riduzione del danno come questione centrale del diritto alla salute
L'alto commissariato indica come le leggi sulle prove definite sproporzionate abbiano provocato l'incarcerazione di massa a livello globale i detenuti per sostanze illecite nel mondo sono il venti per cento del totale
Il documento denuncia inoltre la militarizzazione delle politiche sulle droghe come strumento di violenza da parte dello Stato e indica come queste siano usate per colpire popolazioni indigene persone di origine africana donne migranti generale i gruppi emarginati
E in questo senso sottolinea l'importanza della tutela dei diritti delle persone che usano droghe
Ora è importante sottolineare che l'Alto commissariato per i diritti umani è la prima agenzia delle Nazioni Unite a chiedere una regolamentazione responsabile delle droghe per proteggere la salute i diritti umani di tutti
è un documento che non è eccessivo definire storico perché non si limita a denunciare il fallimento della guerra le droghe che causa diffuse violazioni dei diritti umani e alimenta la discriminazione
Ma chiede un nuovo approccio anche attraverso una regolamentazione legale delle sostanze solo un documento che assume per questo una valenza politica
Il documento pubblicato il venti settembre inoltre raccoglie il crescente numero di raccomandazioni sulla politica delle droghe fornite dagli esperti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani
E dunque si pone come documento fondamentale che costituisce un valido schema per progettare alternative concrete alla guerra alle droghe basate sul rispetto della salute dei diritti delle persone
E questo in vista della revisione intermedia delle politiche globali prevista a Vienna nel marzo dell'anno prossimo
A proposito dell'Italia nell'ottobre dell'anno scorso un altro organismo delle Nazioni Unite il comitato che si occupa dei diritti economici sociali e culturali aveva espresso preoccupazione per l'approccio punitivo al consumo di droghe
E per insufficiente disponibilità di programmi di riduzione del danno raccomandando al nostro Paese di allineare le politiche le leggi sulle droghe alle norme internazionali sui diritti umani e alle migliori pratiche
E che migliori la disponibilità l'accessibilità e la qualità degli interventi di riduzione del danno
Il governo Meloni entrato in carica più o meno dello stesso periodo
Aveva l'opportunità in questi mesi di dare un segnale forte di rottura rispetto al passato aprendosi al dibattito in corso a livello mondiale guardando alle migliori esperienze dei paesi che hanno intrapreso nuove politiche per avviare una riforma razionale efficace basata sulle evidenze la destra al governo ha invece imboccato una strada diametralmente opposta
Lo ha affermato nelle sedi internazionali lo ha fatto con i provvedimenti varati in questi mesi inutile sperare dunque che prende in considerazione il documento dell'Alto Commissariato per i diritti umani e tantomeno che lo faccia proprio il venti settembre proprio nello stesso giorno in cui l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha pubblicato il suo documento con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo intervento alla settantottesimo assemblea generale delle Nazioni Unite affermato
Davvero possiamo fingere di non vedere che oggi al mondo non esiste attività criminali più profittevole del traffico di migranti
Quando proprio rapporti ONU certificano come questo business abbia raggiunto per volumi di denaro il traffico di droga e ampiamente superato quello delle armi
Peccato che le cose non stanno così
Lo spiega Matteo villa ricercatore dell'ISPI l'Istituto per gli studi di politica internazionale e corresponsabile dell'ISPI data labbra che monitora le tendenze geopolitiche geo economiche tra cui proprio quelle migratorie
Lo spiega in un posto su x l'ex twitta
I settori criminali più redditizi sono nell'ordine la contraffazione che vale quattrocentoventi miliardi dollari all'anno il traffico di droga e trecentoventi quello di armi duecentocinquanta
La tratta di esseri umani da non confondere con il traffico di migranti che vale centocinquanta miliardi di contrabbando di tabacco quaranta miliardi e il traffico illecito di animali che vale tra gli otto e i venti miliardi di dollari
Il traffico di migranti vale solo sette miliardi di dollari all'anno
Ora come si vede anche la tratta è ben lontana dal traffico di droga o di armi e il traffico di migranti invece lontanissimo e inoltre come fa giustamente notare Matteo villa confondere la tratta di esseri umani cioè lo obbligare persone a migrare per costringere pallavolo e portati a prostituirsi confonderla con il traffico di migranti è un errore enorme
Le stime che ho riportato citate da Matteo villa sono quelle dell'ufficio delle Nazioni Unite sulle droghe e il crimine
Non si capisce quindi a quali rapporti Omo faccia riferimento la presidente Meloni di certo non a quelli che smentiscono le scelte del suo governo