Ma anche no

Bentrovati oggi qualche riflessione sull'importanza della memoria che non è solo un ricordo di persone fatti situazioni cose l'ultimo numero del venerdì il settimanale di Repubblica
Pubblica un interessante servizio di Maria Novella De Luca e Simonetta Fiori su Gabriella Luccioli o Lucioli non so bene titolo il silenzio in aula entra la giudice
E chiede a Brighella Luccioli o Luccioli una signora di ottantacinque anni una delle prime donne a poter diventare magistrata nel mille novecentosessantatré e la prima incaute di cassazione nel mille novecento ottantotto
Ora in magistratura di donne ce ne sono tante e quasi sempre più coscienziose rigogliose dei colleghi uomini però fino al mille novecentosessanta
Neppure tanto tempo fa la magistratura a esclusivo appannaggio maschile
Il libro si chiama le appassionate storie di donne che hanno cambiato il futuro ed è senza dubbio lettura raccomandabile si possono imparare tante cose tante cose ignorate o dimenticate
Ci sono alcune fotografie a corredo di questo articolo pubblicato sul venerdì una ha richiamato la mia attenzione facendomi tornare indietro molti anni fa quando ancora nessuno usava il bianco e nero
La didascalia è una sola riga corteo per il divorzio
Ma non si tratta di un corteo è una manifestazione e non è per il divorzio sono una decine di militanti del partito radicale che indossano cartelli sandwich e in uno si legge
Si taglia fuori la Libia che ha guidato la lotta per il divorzio e in un altro finanziamento pubblico partiti uguale ministeri si entrerà per un concorso
E nel terzo il regime di Fanfani mette il bavaglio anche alla leader come si intuisce non è un corteo per il divorzio è una manifestazione davanti all'ingresso del Senato per il diritto anche allora negato all'informazione
Passano gli anni i problemi e le questioni sono sempre le stesse
Uno di quei manifestanti quello che indossa il cartello con scritto in regime di Fanfani mette il bavaglio anche alla leader era un nostro carissimo compagno e amico
E quello più alto con una gran barba si chiamava Luigi Zecca
è un obiettore di coscienza e per vedersi riconosciuto il diritto a servire il Paese senza imbracciare un'arma o indossare una divisa ha trascorso mesi nel carcere di Peschiera
Luigi Roberto Cicciomessere e tanti altri ed è a loro che noi dobbiamo la legge sull'obiezione di coscienza quando il servizio militare Eva ancora obbligatorio
Luigi Zecca per molti anni ha lavorato nel Partito radicale con il partito radicale stato anche uno dei primi a lavorare per la radio radicale nel settore diciamo così tecnico amministrativo
Poi è tornato nel suo paese a Morbegno vicino Sondrio
E dopo tanti anni
Qualche anno fa abbiamo preso che molto
E aveva lasciato nel testamento che parte del suo patrimonio venisse al partito radicale come donazione
Ecco questa come dire la storia che si ricava da una frettolosa e sbagliata didascalia quanto importante non smarrire la memoria racconta i fatti tra mandarli questa la situazione questi fatti a risentirci