La nota di politica estera

Può essere contento dei risultati che ha ottenuto risultati militari politici e anche diplomatici della sua offensivi nel Kurdistan iracheno quando alla fine di agosto le sue truppe scelte la mitica Guardia Repubblicana risparmiata dalle falangi meccanizzato in disparte colf l'orso attaccato recita controllate dalla fazione curda filigrane Diana dice l'alta la Bani la maggioranza degli osservatori internazionali si è precipitato a criticare il rais di Baghdad gli ha rimproverato ancora una volta di avere sbagliato i tempi cioè di avere sottovalutato rassicura reazione occidentale e quella del frontale arabo moderato insomma della coalizione ma così stavolta non è stato alla Guardia repubblicana irachena a espugnato combattendo era il la città ieri dirle ha conquistato senza neanche dover è un colpo l'altra roccaforte di Talabani sulle Magna qui ora i curdi filo iracheni puntano a riunire sotto la propria bandiera quella di Bersani appoggiata da Baghdad le genti del Kurdistan sparpagliata a cavallo tra i confini di quattro Paesi cioè Iraq Siria Turchia e Iran la risposta americana accertata ma modesta un po'di missili che non sono stati sparati a sul nord sulle truppe in a mi quindi nella zona dei combattimenti a difesa dei curdi ma al Sud sul Sud delle la che tanto per ritorsione per dare un avvertimento in chiave di deterrenza un messaggio politico di non oltrepassare certi limiti di fermarsi malati americana a differenza che nella guerra del Golfo non ha ottenuto stavolta il sostegno convinto degli abile a della coalizione anti-Saddam né quello degli arabi moderati né addirittura dei Francia e neppure per quello che oggi conta dell'Italia che si è adeguata senza capire per usare un'espressione ormai proverbiale il segretario di Stato americano richiede William Perry si è precipitato nell'aria per convincere gli alleati e arabi e poi gli europei a fare uno sforzo per mostrare almeno un po'più di compattezza di solidarietà della coalizione che fu Vittorio Coda nel novantuno
La eppure i paesi che alla tempesta del deserto devono oggi la loro sopravvivenza ha voluto fornire agli americani e sostegno che questi chiedono non l'Arabia Saudita che ha colto e poi detto arrivederci a e dopo i colloqui di fatto inutili di questi giorni che neppure in Quayle perché prima si è rifiutato di accettare soldati americani sul suo territorio poi ne autorizza a chi dopo l'imbarazzo immaginazione di Bill Clinton appena tre mila ma la nota forse più dolente è quella della Turchia guidata per la prima volta dalla rivoluzione laica abbreviata Turchetta unirla vista come il primo ministro nettamente in
Terre in visita ad Ankara non è riuscito neanche a incontrarlo allo stesso modo che Bill Clinton in passato aveva informato dell'imminente attacco americano all'Iraq dopo l'offensiva del Kurdistan non Erbakan ma il ministro degli Esteri Pascucci Claire L'ex primo ministro di fede vocazione occidentale segno questo di una incomunicabilità tra i due leader la Turchia è un Paese fondamentale per gli assetti geopolitici ingenera avendo gli orientali in particolare
Nato oggi conta molto di più un equilibrio favorevole all'Occidente e alla stabilità dell'area piuttosto che l'applicazione completa degli accordi di pace tra Israele e palestinesi che il tema che ormai di secondo piano ah no rispetto ad altri da Turchia di Erbakan è islamista inizialmente punta addirittura alla NATO islamica musulmana cerca di accreditare siccome leader del mondo islamico modera nato in concorrenza con Paesi come l'Egitto e perciò la sua politica non può più nettamente apertamente la corte spudoratamente filo occidentale come è stata finora anche durante la guerra del Golfo è stata proprio la fiducia tentare Celera dovere offrire Vieri aperti che la Turchia non è disposta a far partire i bombardieri americani dalla base turca di incide uniche praticabile invece ai tempi di Desert Storm appena qualche anno fa i feriti sono costretti così a incassare una serie di schiaffi dopo quelli inferti da un'Europa sempre più per nuovi rapporti amichevoli col mondo arabo compresi i cosiddetti Paesi canaglia come l'Iran Anna un'Europa in cui la Francia riferisce la Francia gollista di Chirac quando e come poi il suo legame privilegiato con capitali mediorientali come pare sarebbe se questo è il bilancio della politica estera americana sotto la gestione Clinton bisogna riconoscere che neppure l'esibizione di decisionismo clintoniana ah no nell'attacco ripete settima e all'Iraq può salvare il candidato al secondo mandato di presidenza statunitense da un possibile boom era elettorale dato che ho che la vittoria di Netanyahu su nelle elezioni israeliane può essere a sua volta considera però come uno smacco per la diplomazia di Clinton anche Carter fu decisionista e quando ordinò la liberazione degli ostaggi americani durante la Rivoluzione khomeinista in Iran ma il blitz costituì il punto più basso dell'autoconsiderazione dell'America e degli americani gli americani potrebbero presto accorta accorgersi che al di là del saltuario gonfiabili muscoli con lancio di qualche missile sussurra in afferente Clinton ha messo a segno una fitta di colpi sbagliati o quanto meno sfortunati ma sfortuna fissa è un handicap che conta in campagna del
E soprattutto per l'immagine di un candidato