Commento al referendum sullo statuto dei lavoratori

Dario radicale abbiamo i nostri microfoni e l'onorevole Alfiero Grandi già responsabile per le politiche del lavoro dei DS attualmente sottosegretario di Stato alle finanze allora onorevole grandi uno dei quesiti referendari riguarda l'articolo diciotto dello Statuto dei lavoratori lei è uno di potremo dire dei capofila dei DS della fronte contrario perché
E intanto perché le dichiarazione gli obiettivi che sono contenute all'interno di chi le ha proposte cioè dei radicali dicono con molta chiarezza che l'obiettivo è fare in modo che non ci siano dei vincoli delle regole però io penso che nel mercato per lavoro come entrare nel mercato vincoli e regole ci devono essere in particolare a tutela delle fasce più deboli un conto è dire che bisogna dare diritti che non è un altro conto di dire che vi a togliere diritti a coloro che oggi per fortuna ne hanno quindi ritengo questo riferendosi a un errore politico vada combattuto mi auguro che venga sconfitto e di conseguenza ritengo che la cosa sia politicamente estremamente serio e lo dico perché la mia posizione è nettamente contraria però abbastanza in grado anche forse per questo di considerare con grande preoccupazione ma anche con una valutazione attenta a ciò che dicono i referendum radicali voglio dire cioè che mentre altre sottovalutano questo problema questa iniziativa io attribuisco grande ruolo e l'importanza dei referendum radicali sembra che siano stati scelti Venezia no referendum non molto insidiose che affrontano i problemi in un modo che io non accetto che respingo e combatto quindi sono un nemico diciamo da questo punto di vista generali come ecco proprio nemico del degli obiettivi quei referendum però tutt'altro che alieno da vedere la pericolosità e l'intelligenza con cui sono stati scelti bene anche le conseguenze che da questo deriva
Devi diciamo da un certo punto di vista c'è un'ammirazione ma che mi porta a essere ancora più combattive contrari copro questo obbligo del reintegro perché di questo si tratta non di libertà di licenziamento senza giusta causa non esiste in altri Paesi in altri ordinamenti europei
Guardi intanto non è vero che questo è un reintegro perché quello che ne verrebbe fuori e che torniamo al padrone
E con il cenno del capo licenzia il lavoratore proprio francamente noioso ritorniamo licenziamento ad nutum dal punto di vista giuridico non ci sono dubbi perché in pratica lo Statuto dei lavoratori non fa altro che confermare la giusta causa la giusta causa è quella che dice che quando non ci sono ragioni economiche e di riduzione del personale cosa che ovviamente quando l'azienda decide come è noto lo fa
Ma semplicemente il padrone decide che un lavoratore non va più bene perché non si sa che la donna si è incinta e che ci sia una lavoratrice che è stata pagare oggetto di concupiscenza o altro ancora sono tutte ragione ti costringono chi lavora a subire un attacco unilaterale comunque sì e di conseguenza uno si trova alla mercé della decisione del datore di lavoro è una sproporzione non accettabile umiliati presi non esiste
No anche in altri Paesi sono formule di garanzia in ogni caso le cose buone che abbiamo teniamoci rese eterne dobbiamo peggiorare quello che abbiamo Z per onorevole grande leggendo un po'le leggi abbiamo scoperto che una legge del novanta questo benedetto obbligo del reintegro non esiste per
Le organizzazioni politiche e sindacali perché questo doppio regime da una parte le organizzazioni politiche e sindacali senza obbligo di reintegro dall'altra le imprese produttive con obbligo di reintegro né intanto devo dire la verità anche per quanto riguarda l'obbligo di reintegro
Anche dopo il novanta lo dico perché sono stato per un luogo per il tempo né la CGIL nei rari casi in cui è accaduto che c'era a un problema che riguarda
La legittimità del rapporto tra l'organizzazione dei dipendenti staticamente
E quindi in realtà quella norma del novanta è una norma che a me non risulta non ha mai praticamente funzionato ma ammesso anche che la norma abbia funzionato e che quindi abbia una sua validità io penso che c'è una bella differenza tra un rapporto di lavoro normale è un rapporto con ogni azione sindacale o con un partito in cui si presuppone un elemento di volontarietà vale a dire uno in un partito ci può stare o non stare ma non può rivendicare come elemento fondamentale quello della dipendenza il sindacato ed è una cosa diversa perché ci sono settori più propriamente politici dei settori in cui possiamo dire c'è un lavoro molte volte una prestazione professionalizzata ma una prestazione
Ma anche nei casi in cui c'era un rapporto di natura politica anche in quei casi non sono di tante situazioni di cui alla fine c'ha dovuto prendere atto di corrente che
Ispirata a una normativa che non è Crosara decisamente male
Ma guarda io preferisco che sia reintegrato con sindacalista Fellone piuttosto che venga licenziato un lavoratore che ha il diritto di non essere licenziato quindi sinceramente non non accetto questo scambio io difendo a spada tratta l'articolo diciotto lo Statuto dei lavoratori
Ho anche detto a suo tempo anche in sede di partito la Conferenza dei lavoratori rispetto a ipotesi avanzate che si poteva rendere più mobile e la barriera del più quindici meno quindici io non ero d'accordo nemmeno con quella tesi e quindi non ho difficoltà a riconfermare quella polizza ringrazia