23 AGO 2002

Geronimo: Presentazione del libro «Dietro le quinte»

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Geronimo torna in campo con nuove rivelazioni sugli avvenimenti che hanno scandito gli ultimi dieci della vita politica italiana Cortina d'Ampezzo (Bl), 23 agosto 2002 - Paolo Cirino Pomicino presenta il suo ultimo lavoro a firma Geronimo dal titolo "Dietro le quinte".

Con Stefania Craxi risponde alle domande di Enrico Cisnetto.

Strani silenzi "C'è silenzio quando si parla di certe cose", assicura l'ex esponente della Democrazia Cristiana, commentando l'atteggiamento dei media nei confronti del suo nuovo libro.

"Il giornale della mia città, il Mattino - spiega l'ex ministro del bilancio -
quando ho presentato il libro a Napoli non ha mandato nessuno e non ha dato nemmeno la notizia".

"Questo perché - aggiunge - ho raccontato un fatto vero e cioè che il presidente della Camera ha mentito a un tribunale delle Repubblica, circa un contributo elettorale che aveva avuto".

La sinistra e la mafia Quanto alla sinistra, essa dal 1989 al 1992-3 ha espresso "comportamenti parlamentari che sono stati in sintonia con i comportamenti della mafia stragista, e si tratta di fatti acclarati e non più contestati".

Pomicino è sicuro che "elementi di politica mafiosa e politica del Pci si incastrano".

Ed è un fatto che "nel 1991 Brusca ha volato sullo stesso aereo di Violante.

Se lo avesse fatto Berlusconi, non si sa cosa sarebbe successo".

"Una cosa è certa - afferma - ed è che se avessi scritto questo libro in un altro paese sarei stato chiamato subito in una commissione di inchiesta".

Dinanzi a "questi che sono fatti, non opinioni", Paolo Cirino Pomicino aggiunge di "aver preso le necessarie precauzioni", per fronteggiare eventuali ritorsioni.

Il sistema elettorale "Ci sono fatti che hanno la forza dei fatti e opinioni con il punto interrogativo", ed è un fatto, ribadisce Pomicino, che oggi "mogli, amanti nipoti e altri, dopo la scomparsa dei partiti, sono in parlamento grazie a un gruppo di persone, che sono quattro nella Cdl e sette nel Centrosinistra e decidono chi saranno gli eletti.

Si può essere politicamente un cretino ma alle ultime elezioni se si andava al Mugello si veniva eletti".

Il dato dell'attuale sistema elettorale "è che in realtà una volta i cittadini in cabina sceglievano i candidati e lo dovevano anche scrivere, oggi il candidato se lo ritrovano spiaccicato sulla scheda".

E alla fine "si sceglie la persona fedele di famiglia".

E oggi pochissime persone si arrogano il diritto di fare "la selezione della classe dirigente".

Bipartitismo e bipolarismo Non si può "essere americani senza gli americani, che sono abituati alla forma bipartitica da 200 anni".

Mentre in Europa "si confrontano le grandi culture politiche del Novecento, da noi lo scontro si consuma tra Ulivo Biancofiore Forza Italia e si tratta in realtà di una anomalia sotto il profilo semantico".

dopo il 1992 Secondo l'ex esponente della Dc "dopo il 1992 in Italia i politici sono considerati malfattori, i partiti sono il covo del malaffare" e i tecnici rappresentano il futuro della politica.

Ma di fatto "i tecnici sono più sensibili ai condizionamenti dei politici" Cuccia e la sinistra In quel momento si faceva strada quello che era già stato annunciato da alcuni episodi isolati.

Pomicino ricorda che lo stesso Bettino Craxi, "ricevette un messaggio di Enrico Cuccia nel 1990 che invitata la sinistra 'anticlericale' a sollevarsi contro la Dc, anche se Craxi lascio cadere questo suggerimento".

La "vera ragione per cui Craxi non accettò e che vide in quella strategia un asservimento della politica ai poteri economici".

Politica e poteri economici "Alcuni imprenditori che furono artefici di quel messaggio - prosegue l'ex leader democristiano - si sono venduti le loro aziende: De Benedetti ha venduto Omnitel, la vicenda Fiat è all'ordine del giorno.

Si sono venduti le aziende, e la nostra economia è stata colonizzata.

Ed hanno permesso in questi 10 anni una massiccia invasione senza reciprocità".

"La internazionalizzazione" per il nostro paese, secondo Cirino Pomicino è stata dunque passiva.

Ciò dimostra "che anche lo sviluppo, come la sovranità nazionale ha bisogno di una politica autonoma" dai poteri economici Se la "sovranità una volta di difendeva con gli eserciti oggi si difende con la finanza, la ricerca con l'innovazione e la formazione".

Chi ha queste leve, conclude l'ex ministro del bilancio "può esercitare un protagonismo democratico".

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