All'ordine del giorno: 1) Revoca della pubblicazione di un posto alla Corte di Appello di Perugia
2) Individuazione del numero dei posti per Uditore giudiziario Da coprire con il primo dei concorsi di ccui all'art.
18 comma primo della Legge 13 maggio 2001 3) Riserva di 3 posti alla nomina di Consigliere della Corte di Cassazione 4) Ricorsi al TAR 5) Proposta sostitutiva di quella presentata in data 6 marzo 2002: esonero parziale dall'attività giudiziaria dei componenti del Comitato scientifico e i Magistrati nominati referenti per la formazione decentrata 6) Segnalazioni di disagio per la … cattiva organizzazione della Procura della Repubblica di Roma gestita dal dr.
Vecchione: notizie di stampa 7) Esposto del Consigliere Gallo che chiede l'apertura di una pratica a tutela dei Magistrati che operano negli uffici giudiziari romani 8) Pratica dr.
Barrazzo Il CSM nelle agenzie di stampa LODO MONDADORI: CSM, IN SENTENZA ACCUSE GENERICHE A TOGHE ROMANEDA CORTE APPELLO MILANO PAROLE ''INGIUSTAMENTE LESIVE'' Roma, 7 mar.
(Adnkronos) - La sentenza della Corte d'appello di Milano sul 'Lodo Mondadori' contiene ''generiche e indiscriminate espressioni'' sui magistrati romani, che sono ''ingiustamente lesive dell'onorabilita' e del prestigio della generalita''' delle toghe capitoline.
Il Csm interviene, con una risoluzione approvata oggi a maggioranza (con 7 astensioni, quelle di 4 consiglieri togati di Md, del laico dei Verdi Resta, del vicepresidente Verde e del pg della Cassazione Favara), per ''tutelare l'onore professionale'' dei magistrati degli uffici giudiziari della Capitale.
Un intervento sollecitato dal presidente della Corte d'appello di Roma, che aveva puntato il dito contro alcuni passaggi della sentenza.
In particolare, quelli a sostegno delle attenuanti generiche concesse a Silvio Berlusconi.
I giudici milanesi infatti, evidenziando ''l'esistenza di un sistema di mercimonio delle pronunce giudiziarie nell'area romana'', avevano sostenuto che ''l'intensita' del dolo deve comunque ritenersi diminuita a causa della preesistente e pericolosa corruttibilita' dell'ambiente giudiziario competente''.
E, ancora, avevano scritto che la ''situazione ambientale'' degli uffici giudiziari romani era ''fortemente sospetta e idonea a generare casi di corruzione giudiziaria''.
Parole contro le quali si era mosso il presidente della Corte d'appello capitolina, definendole ''generiche, non corrette e davvero ingenerose'' e chiedendo l'intervento del Csm.
E l'organo di autogoverno della magistratura, nel documento approvato, denuncia come quelle frasi dei giudici d'appello milanesi siano ''lesive'' di tutta la magistratura romana, ''indistintamente accomunata ai magistrati imputati di corruzione in un giudizio fortemente negativo''.
COMMISSIONE CSM PROPONE 'BOCCIATURA' AD INCARICO D'IPPOLITOINDAGO' SU BERLUSCONI Roma, 7 mar.
(Adnkronos) - Si e' occupato di un'inchiesta sull'attuale presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, chiedendone poi l'archiviazione.
E' ''a rischio'' la sua ''indipendenza e imparzialita'''.
E' il motivo che ha spinto la Seconda commissione del Csm a proporre, a maggioranza, il 'no' all'incarico di consulente giuridico a palazzo Chigi per il pm romano Adelchi D'Ippolito.
Un caso che il plenum di palazzo dei Marescialli avrebbe dovuto discutere oggi, ma che e' slittato alla prossima settimana.
Per un giorno a settimana, secondo la richiesta inviata al Csm, D'Ippolito dovrebbe assumere l'incarico di consulente giuridico presso l'ufficio del segretario generale della presidenza del Consiglio.
Ma dall'istruttoria, viene evidenziato nella proposta di maggioranza (passata con 2 si', 1 no e 3 astensioni) che e' stata messa nero su bianco dal togato di Md Carlo Di Casola, e' emerso che il pm nel '98 aveva ricevuto in delega un procedimento a carico di Berlusconi su presunte tangenti pagate dalla Fininvest.
Procedimento del quale aveva poi chiesto al gip, ottenendola, l'archiviazione.
Un aspetto non trascurabile, secondo la maggioranza della commissione del Csm, che a sostegno della sua tesi richiama la circolare per l'assegnazione degli incarichi extragiudiziari: la ''sola esposizione a rischio, la mera apparenza di una possibile compromissione dei valori di indipendenza e imparzialita''' rappresentano ''elementi sufficienti'' per dire no.
''Il conferimento ad opera della presidenza del Consiglio di un incarico extragiudiziario ad un magistrato che in precedenza aveva trattato un procedimento penale, in cui l'attuale presidente del Consiglio risultava indagato per reati di corruzione, puo' integrare -si legge nella proposta di maggioranza- una ipotesi di esposizione a rischio dei valori di indipendenza ed imparzialita', di cui si alimenta la funzione giudiziaria''.
CSM: INDAGO' SU BERLUSCONI, NON PUO' FARE CONSULENTE P.CHIGI DA COMMISSIONE 'NO' A PM CHE ARCHIVIO' INCHIESTA SU PREMIER (ANSA) - ROMA, 6 MAR - Tre anni fa si era occupato di un procedimento in cui Silvio Berlusconi era accusato di corruzione; per questa ragione la Seconda Commissione del Csm ha proposto al plenum di negare al pm romano Adelchi D'Ippolito l'autorizzazione a svolgere l'incarico di consulente giuridico presso l'ufficio del segretario generale della presidenza del Consiglio.
La decisione e' passata a maggioranza con due voti a favore, tre astensioni e un voto contrario, espresso dal laico di An Bartolo Gallitto, convinto che l'autorizzazione vada data e che per questo ha presentato una relazione di minoranza.
La maggioranza pero' non ha avuto dubbi: il conferimento da parte di Palazzo Chigi di un ''incarico extragiudiziario a un magistrato che in precedenza aveva trattato un procedimento penale, in cui l'attuale presidente del Consiglio dei ministri risultava indagato per reati di corruzione'', puo' ''integrare - e' detto nella relazione preparata dal consigliere di Magistratura democratica Carlo Di Casola - un'ipotesi di esposizione a rischio dei valori di indipendenza e imparzialita' di cui si alimenta la funzione giudiziaria''.
Di qui il conseguente ''no'' alla richiesta di D'Ippolito.
Il procedimento, che rischia di costare al pm romano la rinuncia obbligata ad una collaborazione della durata di un anno con un impegno di un pomeriggio a settimana e un compenso tra i 20 e i 30 milioni, riguardava tangenti pagate dalla Fininvest e fu archiviato sulla base di una richiesta che venne sottoscritta anche dal procuratore capo della capitale.
Proprio fondandosi su questo elemento, e sul parere positivo all'autorizzazione dell' incarico formulato dal procuratore di Roma, Gallitto e' giunto a conclusioni opposte: in questa vicenda ''i valori dell' indipendenza e imparzialita' non possono in alcun modo ritenersi compromessi o esposti a rischio''.
Il tutto anche tenuto conto anche delle dichiarazioni del magistrato che ha escluso di aver avuto alcun ''rapporto personale, neppure occasionale o indiretto'' con Berlusconi.
A dire la parola finale su questa vicenda sara' il plenum, la prossima settimana.
18 comma primo della Legge 13 maggio 2001 3) Riserva di 3 posti alla nomina di Consigliere della Corte di Cassazione 4) Ricorsi al TAR 5) Proposta sostitutiva di quella presentata in data 6 marzo 2002: esonero parziale dall'attività giudiziaria dei componenti del Comitato scientifico e i Magistrati nominati referenti per la formazione decentrata 6) Segnalazioni di disagio per la … cattiva organizzazione della Procura della Repubblica di Roma gestita dal dr.
Vecchione: notizie di stampa 7) Esposto del Consigliere Gallo che chiede l'apertura di una pratica a tutela dei Magistrati che operano negli uffici giudiziari romani 8) Pratica dr.
Barrazzo Il CSM nelle agenzie di stampa LODO MONDADORI: CSM, IN SENTENZA ACCUSE GENERICHE A TOGHE ROMANEDA CORTE APPELLO MILANO PAROLE ''INGIUSTAMENTE LESIVE'' Roma, 7 mar.
(Adnkronos) - La sentenza della Corte d'appello di Milano sul 'Lodo Mondadori' contiene ''generiche e indiscriminate espressioni'' sui magistrati romani, che sono ''ingiustamente lesive dell'onorabilita' e del prestigio della generalita''' delle toghe capitoline.
Il Csm interviene, con una risoluzione approvata oggi a maggioranza (con 7 astensioni, quelle di 4 consiglieri togati di Md, del laico dei Verdi Resta, del vicepresidente Verde e del pg della Cassazione Favara), per ''tutelare l'onore professionale'' dei magistrati degli uffici giudiziari della Capitale.
Un intervento sollecitato dal presidente della Corte d'appello di Roma, che aveva puntato il dito contro alcuni passaggi della sentenza.
In particolare, quelli a sostegno delle attenuanti generiche concesse a Silvio Berlusconi.
I giudici milanesi infatti, evidenziando ''l'esistenza di un sistema di mercimonio delle pronunce giudiziarie nell'area romana'', avevano sostenuto che ''l'intensita' del dolo deve comunque ritenersi diminuita a causa della preesistente e pericolosa corruttibilita' dell'ambiente giudiziario competente''.
E, ancora, avevano scritto che la ''situazione ambientale'' degli uffici giudiziari romani era ''fortemente sospetta e idonea a generare casi di corruzione giudiziaria''.
Parole contro le quali si era mosso il presidente della Corte d'appello capitolina, definendole ''generiche, non corrette e davvero ingenerose'' e chiedendo l'intervento del Csm.
E l'organo di autogoverno della magistratura, nel documento approvato, denuncia come quelle frasi dei giudici d'appello milanesi siano ''lesive'' di tutta la magistratura romana, ''indistintamente accomunata ai magistrati imputati di corruzione in un giudizio fortemente negativo''.
COMMISSIONE CSM PROPONE 'BOCCIATURA' AD INCARICO D'IPPOLITOINDAGO' SU BERLUSCONI Roma, 7 mar.
(Adnkronos) - Si e' occupato di un'inchiesta sull'attuale presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, chiedendone poi l'archiviazione.
E' ''a rischio'' la sua ''indipendenza e imparzialita'''.
E' il motivo che ha spinto la Seconda commissione del Csm a proporre, a maggioranza, il 'no' all'incarico di consulente giuridico a palazzo Chigi per il pm romano Adelchi D'Ippolito.
Un caso che il plenum di palazzo dei Marescialli avrebbe dovuto discutere oggi, ma che e' slittato alla prossima settimana.
Per un giorno a settimana, secondo la richiesta inviata al Csm, D'Ippolito dovrebbe assumere l'incarico di consulente giuridico presso l'ufficio del segretario generale della presidenza del Consiglio.
Ma dall'istruttoria, viene evidenziato nella proposta di maggioranza (passata con 2 si', 1 no e 3 astensioni) che e' stata messa nero su bianco dal togato di Md Carlo Di Casola, e' emerso che il pm nel '98 aveva ricevuto in delega un procedimento a carico di Berlusconi su presunte tangenti pagate dalla Fininvest.
Procedimento del quale aveva poi chiesto al gip, ottenendola, l'archiviazione.
Un aspetto non trascurabile, secondo la maggioranza della commissione del Csm, che a sostegno della sua tesi richiama la circolare per l'assegnazione degli incarichi extragiudiziari: la ''sola esposizione a rischio, la mera apparenza di una possibile compromissione dei valori di indipendenza e imparzialita''' rappresentano ''elementi sufficienti'' per dire no.
''Il conferimento ad opera della presidenza del Consiglio di un incarico extragiudiziario ad un magistrato che in precedenza aveva trattato un procedimento penale, in cui l'attuale presidente del Consiglio risultava indagato per reati di corruzione, puo' integrare -si legge nella proposta di maggioranza- una ipotesi di esposizione a rischio dei valori di indipendenza ed imparzialita', di cui si alimenta la funzione giudiziaria''.
CSM: INDAGO' SU BERLUSCONI, NON PUO' FARE CONSULENTE P.CHIGI DA COMMISSIONE 'NO' A PM CHE ARCHIVIO' INCHIESTA SU PREMIER (ANSA) - ROMA, 6 MAR - Tre anni fa si era occupato di un procedimento in cui Silvio Berlusconi era accusato di corruzione; per questa ragione la Seconda Commissione del Csm ha proposto al plenum di negare al pm romano Adelchi D'Ippolito l'autorizzazione a svolgere l'incarico di consulente giuridico presso l'ufficio del segretario generale della presidenza del Consiglio.
La decisione e' passata a maggioranza con due voti a favore, tre astensioni e un voto contrario, espresso dal laico di An Bartolo Gallitto, convinto che l'autorizzazione vada data e che per questo ha presentato una relazione di minoranza.
La maggioranza pero' non ha avuto dubbi: il conferimento da parte di Palazzo Chigi di un ''incarico extragiudiziario a un magistrato che in precedenza aveva trattato un procedimento penale, in cui l'attuale presidente del Consiglio dei ministri risultava indagato per reati di corruzione'', puo' ''integrare - e' detto nella relazione preparata dal consigliere di Magistratura democratica Carlo Di Casola - un'ipotesi di esposizione a rischio dei valori di indipendenza e imparzialita' di cui si alimenta la funzione giudiziaria''.
Di qui il conseguente ''no'' alla richiesta di D'Ippolito.
Il procedimento, che rischia di costare al pm romano la rinuncia obbligata ad una collaborazione della durata di un anno con un impegno di un pomeriggio a settimana e un compenso tra i 20 e i 30 milioni, riguardava tangenti pagate dalla Fininvest e fu archiviato sulla base di una richiesta che venne sottoscritta anche dal procuratore capo della capitale.
Proprio fondandosi su questo elemento, e sul parere positivo all'autorizzazione dell' incarico formulato dal procuratore di Roma, Gallitto e' giunto a conclusioni opposte: in questa vicenda ''i valori dell' indipendenza e imparzialita' non possono in alcun modo ritenersi compromessi o esposti a rischio''.
Il tutto anche tenuto conto anche delle dichiarazioni del magistrato che ha escluso di aver avuto alcun ''rapporto personale, neppure occasionale o indiretto'' con Berlusconi.
A dire la parola finale su questa vicenda sara' il plenum, la prossima settimana.
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