02 APR 2002

CDU Intervista Filodiretto con Rocco Buttiglione, ministro Politiche comunitarie

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 49 min 35 sec

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Un 'no' deciso di Buttiglione all'eutanasia 'regresso della civiltà'Roma, 2 aprile 2002 - Documento audiovideo dell'intervista Filodiretto al ministro per le Politiche comunitarie e segretario del Cdu Rocco Buttiglione a cura di Roberto Iezzi per Radio Radicale."Un regresso di civiltà", così il ministro per le Politiche comunitarie, Rocco Buttiglione, ha definito la legge approvata in Olanda che ammette il ricorso all'eutanasia.

"Il diritto al suicidio - ha detto Buttiglione rispondendo a una domanda di Iezzi - esiste già, ma il diritto di uccidere un'altra persona è molto grave e
preoccupante".

Il ministro ha però precisato di essere contro anche "l'accanimento terapeutico, cioè tutte quelle procedure che ritardano un processo di morte già iniziato.

Però - ha insistito - una cosa diversa è ammazzare una persona, una persona malata il cui consenso, in queste situazioni, può essere carpito facilmente".Per quanto riguarda lo scontro governo-sindacati, il rinnovato monito di Sergio Cofferati al governo per mettere da parte la riforma dell'art.18 come condizione per tornare al confronto sociale rivela, secondo Buttiglione, "un atteggiamento intimidatorio e un pò infantile" del segretario della Cgil.

"Il governo - ha spiegato - non può accettare questo atteggiamento.

Non possiamo accettare veti.

Siamo pronti a discutere di tutto ma non possiamo accettare che sia la Cgil a stabilire l'ordine del giorno della discussione".Sulla crisi in Medio Oriente, il ministro ha ribadito di considerare indispensabile l'incolumità di Arafat: "Quando qualcuno dice che si risolve il problema mediorientale uccidendo Arafat dice qualcosa di intollerabile per la nostra coscienza civile occidentale e priva di riscontro nella realtà".

Pur sottolineando i gravi errori compiuti in passato dal leader palestinese, Buttiglione ha sottolineato i suoi meriti nell'aver dato "al popolo palestinese un'autocoscienza nazionale" e nell'essere stato l'uomo che "più di tutti ha portato il suo popolo vicino alla pace"."Oggi la prima cosa da fare - ha aggiunto - è la tregua: perché ci sia una forza di interposizione è necessario creare una terra di nessuno da presidiare.

Ora invece le due parti del conflitto sono mescolate e serve inviare degli osservatori che impongano autolimitazioni alla violenza, punto di partenza per la tregua".Ulteriori approfondimenti saranno disponibili tra breve.

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