31 LUG 2001

Egitto: Vittoria in tribunale della scrittrice Nawal el Saadawi, soddisfazione di Emma Bonino

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La scrittrice femminista egiziana Nawal el Saadawi non sarà costretta a divorziare dal marito.

Il Tribunale per gli affari familiari de Il Cairo ha respinto la richiesta presentata da un avvocato che voleva ottenere l'ordine di obbligo a divorziare denunciandola come apostata, manipolando la dichiarazione fatta su un giornale in cui chiede l'uguaglianza di successione per deformare le sue affermazioni e renderle empie..

La vicenda nasce da una serie di dichiarazioni della scrittrice che sono state ritenute offensive dagli islamici più ortodossi.

Emma Bonino, insieme a Olivier Dupuis ha
costituito un Comitato internazionale di sostegno a Nawal el Sadaawi e ha lanciato con il Partito Radicale Transnazionale un appello sottoscritto da più di 80 parlamentari europei in cui si invitavano le autorità egiziane a non avallare questi procedimenti medievali Nawal el Saadawi è stata accusata di "non-rispetto delle religioni", e il tribunale penale de Il Cairo l'ha assolta dall'accusa di "eresia".

È la scrittrice egiziana, tradotta in 18 lingue, che più ha marcato il movimento femminista nel mondo arabo e mussulmano, che ha pagato e continua oggi a pagare il suo impegno in favore della liberazione delle donne.

Nawal Saadawi e suo marito, lo psichiatra Cherif Hetata, anche lui scrittore e saggista, hanno pubblicamente dichiarato che, qualunque sia l'esito del processo, non accetteranno né il divorzio, né l'esilio.

Nawal Sadaawi ha infatti affermato che "vi sarebbero milioni di motivi" per cui avrebbe potuto separarsi da suo marito, lo scrittore Sherif Youssef Hetata, ma se le fosse stato imposto da un tribunale sarebbe stata l'occasione buona per rimanere uniti per sempre Emma Bonino ha commentato ai microfoni di Radio Radicale la decisione del tribunale egiziano e ha dichiarato che dopo questa vittoria il Partito Radicale dovrà portare avanti con maggiore forza le altre battaglie per la globalizzazione dei diritti.La decisione del tribunale egiziano per la famiglia è anche conseguenza della mobilitazione internazionale?Sicuramente, lo provano anche una serie di attività anche del corpo diplomatico egiziano nelle varie capitali europee, in particolare per l'attenzione del Parlamento Europeo e di altri su questa situazione insostenibile dal punto di vista giudiziario, sostenibile solo dal punto di vista di un ritorno ad una interpretazione oscurantista, estremista e fondamentalista del Corano.

Ce ne siamo tutti rallegrati e da qui viene forse un ulteriore incoraggiamento a proseguire su questo tipo di iniziative.

Sempre in Egitto è ancora aperto il caso del dottor Saad Eddin Ibrahim e i vari casi sempre per reati d'opinione in Tunisia che stiamo cercando di seguire e di dar loro il respiro alla conoscenza internazionale che, come provato in fondo è l'unica cosa che funzioni.La procedura prevista dalla legge aveva subito delle restrizioni dopo altri casi clamorosi.

Ora la procedura è prevista solo su richiesta del Procuratore e del singolo individuo avvocato nonostante il Procuratore generale avesse già respinto le ipotesi di reato contestate dall'accusa che ha tentato di avanzare ipotesi di incostituzionalità rispetto alla legge esistente.

Questo è uno dei tentativi, per una volta non riuscito, di un ritorno indietro ad una visione etica e non da stato laico e anche in un'interpretazione molto fondamentalista dello stesso dettato del Corano.

Va anche ribadito che la condanna del divorzio obbligato non esiste in nessun altro Paese musulmano.Da qui, da questa vittoria dobbiamo continuare a seguire la volontà di Nawal el Sadaawi che vuole continuare la battaglia per l'abolizione di questa leggeQuindi la mobilitazione internazionale continuerà, rafforzata da questa sentenzaIl Partito Radicale Internazionale sta seguendo altri casi, come ad esempio quelli in Tunisia, sempre per reati d'opinione anche se qui è vilipendio alla magistratura e nel caso di Nawal era vilipendio alla religione.

Credo che questo tipo di iniziative per la difesa dei diritti civili che in qualunque parte del mondo siano violati sia un segno distintivo del Partito Radicale in particolare in questo periodo in cui appunto si parla e si straparla di globalizzazione, ma poi davanti alla globalizzazione dei diritti e delle libertà il silenzio in generale è piuttosto soffocante Non si parla di questi nuovi tribunali dell'inquisizioneNon solo ma, sempre sulla globalizzazione, c'è il caso di non consegna dell'imputato del Tribunale ad hoc Grandi Laghi che in termini giuridici non è corretto.

In sostanza su diritti e diritto internazionale molto si straparla ma poco si fa.

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