30 LUG 2001

Cerimonia del Ventaglio: Ciampi, «Si faccia piena luce su quanto accaduto a Genova»

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Roma, 30 luglio 2001 - Durante la Cerimonia del Ventaglio con l'Associazione stampa parlamentare, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, torna a parlare dei fatti di Genova, chiarendo che «il Quirinale è silente ma non assente».

«Auspico e attendo che si faccia piena luce su quanto accaduto a Genova - dichiara il Capo dello Stato - è ciò che vogliono tutti gli italiani senza distinzione alcuna».Ad una settimana dalle drammatiche vicende del G8 di Genova, il Presidente della Repubblica torna sull'argomento.

«Sono in corso accertamenti dell'esecutivo, della magistratura e
del Parlamento: in siffatta situazione, qualsiasi mia dichiarazione sarebbe una indebita interferenza» - premette il Capo dello Stato.

E tuttavia, non manca di esprimere ancora una volta il cordoglio per la morte di Carlo Giuliani, dichiarando di essere stato colpito «dalle parole del padre» della giovane vittima.

«Alla città di Genova è stata fatta violenza - aggiunge - sin dal primo giorno ci sono state aggressioni da parte di gruppi di facinorosi che hanno recato offesa e danni ai cittadini , turbato l'ordine pubblico e dato nocumento ai giovani convenuti a Genova per testimoniare a favore dei Paesi più poveri».

Ciampi ribadisce inoltre i risultati politici del vertice di Genova, oscurati dalle vicende legate agli incidenti.

«Il dialogo con i paesi arretrati, in particolare con l'Africa, ha fatto un salto di qualità.

L'Italia vi ha contribuito in modo rilevante, riuscendo a dare all'incontro un taglio nuovo, affermato con continuità, dai lunghi lavori preparatori fino alla conduzione del vertice».

L'auspicio a questo punto è che si possa passare «in tempi brevi, dalle dichiarazioni di propositi alle applicazioni concrete».Non manca un cenno all'Europa.

L'Italia, rileva Ciampi, sta acquistando un ruolo centrale in una Europa «più avanti sulla via dell'unificazione di quanto sembrino pensare gli stessi europei».

«Sta prendendo forma il disegno della costruzione in atto: una Unione europea dai larghi confini, che abbracci tutti i paesi che si riconoscono nei valori fondanti delle moderne democrazie e che si sentono partecipi della civiltà europea; e una più ristretta Federazione di stati europei, alla quale possano aderire tutti quelli disposti a mettere in comune, come è avvenuto per l'euro, aspetti anche importanti di sovranità nazionale».

Per continuare su questa strada, conclude il Presidente della Repubblica, è necessario che si realizzi sulle «scelte decisive», il consenso di «tutte le maggiori forze politiche». .

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