04 LUG 2002

TPI: La repressione serba in Kosovo, il caso di Suva Reka

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 3 ore 45 min

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Testimonianze da una municipalità kosovara: dieci civili albanesi per ogni serbo ucciso, il regime di apartheid, il massacro della famiglia Berisha e l'attacco al centro commerciale.

Iniziata inoltre la deposizione di Sandra Mitchell, capo della Divisione Diritti Umani dell'OSCE in Kosovo.

Gli USA accordano altri 12 giorni per la S-For, poi si vedrà.L'Aja, 4 luglio 2002 - Nell'udienza odierna del processo a carico di Slobodan Milosevic al Tribunale Onu per i crimini commessi nella ex-Yugoslavia a partire dal 1991 sono state ascoltate le testimonianze dirette sulla municipalità di Suva Reka
ed è iniziata la deposizione di Sandra Mitchell, capo della divisione Diritti Umani dell'OSCE in Kosovo.

Halit e Hysni Berisha, rispettivamente l'ex sindaco e il coordinatore delle organizzazioni per gli aiuti alle famiglie delle vittime e dei dispersi di guerra, hanno chiarito che in Kosovo, Belgrado utilizzava metodi terroristici, a partire dalla rimozione forzata dei non serbi dai posti di potere per finire con l'attacco dei militari nel centro commericale di Suva Reka.

Sembra inoltre ormai abbastanza evidente che vigeva una regola non scritta per cui il sangue di ogni serbo ucciso doveva essere lavato con il sangue di 10 albanesi.

Gli USA intanto continuano ad utilizzare la S-For come arma di ricatto sull'ICC e concedono altri 12 giorni alla missione NATO in Bosnia, ponendo però molte condizioni alla comunità internazionale.Suva Reka, depone l'ex sindacoL'ex sindaco di Suva Reka è stato vittima di una delle tante 'sostituzioni' effettuate con la forza dai serbi a partire dal 1991.

Halit Berisha è stato infatti sostituito alla guida della municipalità da un medico serbo, Boban Vuksanovic, noto anche come Bobek."Sono stato eletto sindaco di Suva Reka - ha spiegato il teste dell'accusa - il 24 marzo 1989 e sono rimasto in carica fino al 5 aprile 1991, giorno in cui sono stato rimosso con la violenza dall'incarico dall'Asemblea Serba di Suva Reka.

Quel giorno - ha ricordato Halit Berisha - tre agenti dei servizi segreti e due agenti dell'Assemblea Serba sono entrati nel mio ufficio.

Tra loro c'era anche Boban Vuksanovic, un medico serbo che mi ha sostituito, ucciso il 14 aprile 1999 e rimpiazzato dal segretario dell'Assemblea Serba di Suva Reka""Quando sono entrati nel mio ufficio, questi uomini mi hanno mostrato una circolare dell'Assemblea Serba di Belgrado in cui si ordinava di rimuovere dagli incarichi di potere le persone indicate in una lista.

Il mio nome - ha affermato il teste - era su quella lista"Il testimone dell'accusa ha inoltre descritto il massacro della famiglia Berisha avvenuto il 26 marzo 1999.Halit Berisha ha inoltre raccontato che nei giorni immediatamente successivi all'inizio dei bombardamenti NATO le milizie serbe hanno occupato Suva Reka, sparato con i carri armati contro le abitazioni, ucciso civili, attaccato il centro commerciale, fatto saltare un caffè in cui avevano precedentemente fatto entrare una cinquantina di persone della famiglia Berisha e il 28 marzo hanno distrutto il minareto della moschea.

"Era il giorno di Bajram - ha spiegato il teste - e per cui la moschea poteva essere piena di albanesi, soprattutto alle 11.55 del mattino"Alcuni dei corpi delle persone uccise nel caffè sono stati poi ritrovati dagli investigatori nelle fosse comuni di Korisha e di Batajnica (Belgrado)Il teste ha inoltre fornito una lista di documenti in cui si evidenzia che il regime di apartheid in Kosovo era istituzionalizzato, Halit Berisha ha infatti presentato ordinanze e decisioni del Consiglio Comunale in cui si stabilisce ad esempio la 'rimozione' dei kosovari di di etnia albanese dai posti di comando o il cambio dei nomi delle scuole in serbo.Hysni Berisha, gli orrori a Suva RekaHysni Berisha ha presentato in aula una 'Lista di persone uccise o disperse nella Municipalità di Suva Reka tra marzo e giugno 1999' su cui sono segnati i nomi di 528 persone.

Il teste ha preso nota di quanto accadeva nella cittadina e immediatamente dopo la fine dei bombardamenti è diventato il coordinatore delle organizzazioni per gli aiuti alle famiglie delle vittime.

Nel corso della deposizione il teste ha definito 'investigazioni' i rapporti da lui redatti sui crimini e sulla presenza delle milizie serbe sul territorio, offrendo a Milosevic un'imperdibile occasione per cercare di gettare discredito sulla testimonianza e sul lavoro della Procura.

Hysni Berisha ha fornito un importante contributo per l'accertamento, nei 42 paesi della municipalità di Suva Reka, del numero di vittime e dispersi, delle abitazioni distrutte dalle milizie serbe (circa l'84% degli edifici, tutti appartenenti a kosovari di etnia albanese), dei siti religiosi danneggiati (4 moschee distrutte completamente e 11 parzialmente) e degli edifici scolastici distrutti o gravemente danneggiati.

È iniziata inoltre la deposizione di Sandra Mitchell, a capo della Divisione per i Diritti Umani dell'OSCE in Kosovo e a Tirana.

La testimonianza proseguirà domani.Altri 12 giorni alla S-ForGli Stati Uniti stanno lasciando alla missione di peace-keeping in Bosnia altri 12 giorni per decidere meglio cosa fare in seguito.

La condizione posta dall'amministrazione Bush è che i soldati americani non vengano giudicati di fronte alla Corte Penale Internazionale.

Un ricatto inutile quanto privo di fondamento, in quanto non è chiaro come, per il principio di complementarietà, dei soldati americani possano essere giudicati dall'ICC.

Gli Stati Uniti dispongono infatti di strumenti giudiziari più che adeguati per perseguire in patria i responsabili di crimini contro l'umanità, genocidio e crimini di guerra e lo Statuto di Roma prevede che la Corte Penale Internazionale possa procedere solo nel caso in cui "uno stato non voglia o non abbia gli strumenti necessari per processare i responsabili" dei crimini previsti dallo Statuto stesso "ma non si sostituisce alle Corti nazionali".

Il veto Usa arriva comunque nel momento in cui si sta svolgendo a New York la decima Commissione Preparatoria dell'ICC, in cui dovranno essere decise inoltre le questioni di ordine pratico, tra cui i codici delle prove e delle leggi.

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