26 SET 2002

TPI: Iniziata la seconda fase del processo a Milosevic

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 3 ore 55 min

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Aperto il dibattimento sui casi 'Croazia' e 'Bosnia Erzegovina'.

Del Ponte chiede maggiore collaborazione a Belgrado, Nice presenta le accuse per 'Croazia' e 'Bosnia Erzegovina' e Milosevic risponde di essere stato "uomo della pace".

Poi mostra un video-documentario a propria difesa, in cui compare anche Emma BoninoL'Aja, 26 settembre 2002 - Iniziata oggi la seconda fase del processo a carico di Slobodan Milosevic, accusato di essere stato a capo di una "organizzazione criminale" ['joint criminal organization'] che ha attuato una pulizia etnica nei confronti dei non-serbi nel territorio della
ex Yugoslavia.

Conclusa la discussione del caso Kosovo da parte della Procura due settimane fa, oggi il sostituto procuratore Geoffrey Nice ha presentato le accuse per i casi 'Croazia' e 'Bosnia Erzegovina' affermando che Slobodan Milosevic era a capo di un'organizzazione criminale il cui fine era il genocidio dei 'non serbi', nell'ambito di un disegno criminale per la costituzione di una Grande Serbia.Slobodan Milosevic ha affermato che "questo falso tribunale" sta presentando delle "false accuse", in quanto in Croazia e in Bosnia Erzegovina si stava consumando "una guerra civile".

In un video ha poi inteso ricostruire lo 'scenario' politico nel quale sono maturate le guerre balcaniche, per avallare la propria tesi per la quale l'opera dell'esercito serbo si è resa necessaria per difendere la popolazione dagli attacchi terroristici.Nel video, inoltre, viene chiamata in causa anche Emma Bonino, che nel ruolo di commissaria UE, denunciò la scomparsa di 10.000 profughi serbi.

Anche se Milosevic, sorvola invece sulle denuncie con le quali la stessa leader radicale chiamò l'attenzione occidentale sui massacri ai danni delle popolazioni civili, bosniache e croate.Il Procuratore capo Carla Del Ponte ha introdotto la discussione con un breve discorso sull'importanza della massima pubblicità al processo.

Il procuratore capo ha inoltre puntato il dito contro Belgrado e ha ribadito la necessità della collaborazione con gli stati ed in particolare con la Yugoslavia.Del Ponte, serve maggiore collaborazioneIl procuratore capo del Tribunale Penale Internazionale per la ex Yugoslavia ha denunciato la scarsa collaborazione da parte di Belgrado e ha fatto un velato riferimento alla questione di Lilic, ex presidente yugoslavo che non ha potuto deporre al TPIY per la mancanza della necessaria autorizzazione da parte del Consiglio di Sicurezza guidato da Kostunica."Mi limiterò ad alcune questioni procedurali e logistiche che sono state - e continuano ad essere - di particolare rilevanza", ha iniziato Carla Del Ponte citando l'importanza della massima pubblicità al processo.

"E' essenziale che la giustizia venga amministrata nella più assoluta trasparenza.

Le udienze pubbliche - ha affermato Del Ponte - dovranno essere la regola, e quelle a porte chiuse l'eccezione, giustificate solamente dalla necessità imperativa di proteggere i testimoni che potrebbero essere minacciati""In febbraio - ha proseguito - ho rilevato che questo processo costituirà un test per il diritto internazionale umanitario e per le sue applicazioni".

Carla Del Ponte ha però ricordato che "un processo di fronte ad una Corte internazionale è inconcepibile senza la cooperazione tra gli stati.

E' su questo terreno, in definitiva, che si giocano le sorti di tali procedimenti".

"Durante la prima fase del processo - ha rilevato il procuratore capo - la Yugoslavia ha certamente fatto in modo che molti testimoni potessero deporre e ha facilitato il nostro accesso a determinate fonti di prova.

Ma tale collaborazione - ha denunciato Carla Del Ponte - rimane lacunaria, difficile, imprevedibile.

Soprattutto, ed è una cosa che deploro vivamente, tale cooperazione non sembra ispirata dalla volontà o dall'interesse di stabilire la verità"."Nella parte del processo che si apre oggi, la Yugoslavia continua ad avere in mano elementi chiave, prove importantissime"."Rinuncio - ha affermato - alla speranza che Belgrado possa incoraggiare dei testimoni potenziali a fornire la propria deposizione, chiedo solamente che li autorizzi a deporre e rinunci a perseguirli penalmente per violazione di segreti di Stato e di segreti militari".La requisitoria di Geoffrey NiceHa quindi preso la parola il sostituto procuratore Geoffrey Nice che ha presentato la linea della Procura per i due casi più complessi e più duri dell'atto d'accusa.

Nice ha chiarito che Slobodan Milosevic era a capo di "un'organizzazione criminale" che ha perpetrato i "crimini peggiori commessi in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale", tra cui il genocidio di centinaia di migliaia di non-serbi.

Il sostituto procuratore britannico ha enumerato i capi di imputazione e ha fatto riferimento alle decine di municipalità colpite dalle azioni congiunte di esercito e milizie serbe con un accenno particolare alla regione della Krajna, a Sarajevo e a Srebrenica.

Nice ha inoltre chiarito che "non vi sarà un testimone chiave che potrà provare le responsabilità individuali dell'imputato" in quanto l'intero dibattimento è da considerarsi "come un insieme di fattori, in cui grande importanza hanno i rapporti".Annunciati testimoni eccellenti Saranno comunque chiamati a deporre nella Corte Onu diversi testimoni eccellenti che erano nella cerchia di comando, o che sono stati particolarmente vicini a Milosevic e che "aiuteranno a fare luce sulla figura dell'imputato".Il sostituto procuratore ha comunque confermato che verranno ascoltate le deposizioni di Stjepan Mesic, presidente croato e dell'ex presidente yugoslavo Zoran Lilic."Non sarà possibile avere un solo testimone - ha chiarito Nice, rispondendo in anticipo alle critiche dei commentatori alla Procura Onu - che possa accusare l'imputato.

Dico questo - ha aggiunto - in particolare per coloro che guardano il processo e non si rendono conto che questo procedimento è l'insieme di molti elementi".La linea accusatoria La Procura Onu, parlando di "organizzazione criminale" ha collegato i casi 'Croazia' e 'Bosnia Erzegovina' con il caso 'Kosovo' concluso due settimane fa.La Procura sta cercando di dimostrare che Slobodan Milosevic ha instaurato un regime dittatoriale, con metodi sanguinari e che per ottenere il potere sul territorio ha ideato, pianificato, ordinato e fatto sì che venisse attuata una 'pulizia etnica' mediante stupri di massa, deportazioni, genocidi, torture.

La natura di tale sistema era, secondo la Procura, criminale in sè ed agiva in patente violazione del diritto internazionale.

Slobodan Milosevic sarebbe quindi responsabile di aver istituito un vero e proprio 'regime criminale' nei Balcani.

A tal proposito bisogna ricordare che con il rapporto Coo, presentato negli ultimi giorni della discussione del caso 'Kosovo', la Procura ha in parte già evidenziato la struttura di comando e ha già messo in luce che la struttura militare era sotto il diretto comando di Slobodan Milosevic.

Un altro rapporto che verrà probabilmente utilizzato anche nella seconda fase del dibattimento è quello sui finanziamenti del regime Milosevic, in cui viene evidenziata la natura illegale, nella forma e nella sostanza, dei finanziamenti di Belgrado.I rapporti presentati nel caso Kosovo - ci ha confermato la portavoce della Procura a margine dell'udienza - potranno essere utilizzati almeno parzialmente per la seconda fase del processo.Milosevic, false accuse in un falso tribunaleNella controrequisitoria che proseguirà domani, Slobodan Milosevic ha ribadito le critiche al "falso Tribunale" e alle "false accuse" che gli vengono rivolte.

"Si è trattato di guerre civili", ha affermato l'ex presidente serbo che ha aggiunto che "bisognerebbe perseguire i responsabili dell'espulsione dei serbi".

"Ho sempre cercato la pace", ha comunque affermato l'imputato, che prevedibilmente si sta presentando come 'l'uomo della pace', tradito dalle potenze occidentali."Per quanto riguarda questo falso atto d'accusa, non riconosce ai serbi alcun diritto, nemmeno quello alla vita.

Perché in Croazia - ha sostenuto Milosevic - i serbi hanno soltanto difeso il territorio in cui hanno vissuto per anni e anni".

Inoltre, secondo l'imputato, non si può assolutamente parlare di 'guerre di aggressione' perchè "si è trattato di guerre civili".In un video lo scenario politico di MilosevicAll'inizio della contro-requisitoria, Slobodan Milosevic ha mostrato in aula un lungo video preparato dai suoi associati, in cui viene presentata "una visione d'insieme dello scenario".

Nel video è stata inoltre menzionata anche Emma Bonino e le denunce che ha avanzato in quanto Commissaria Ue agli aiuti umanitari sul genocidio che stava avendo luogo nella ex-Yugoslavia.

Slobodan Milosevic, dunque, continua ad accusare la 'coalizione occidentale' che avrebbe complottato contro di lui e si è presentato come 'l'uomo della pace' che non ha fatto altro che combattere il terrorismo islamico.

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  • Carla Del Ponte

    <br>Indice
    0:00 Durata: 9 min 11 sec
  • Geoffrey Nice, l'accusa

    0:09 Durata: 1 ora 9 min
  • Milosevic: Proiezioni video-documentario

    1:21 Durata: 54 min 26 sec
  • Slobodan Milosevic, contro-requisitoria difensiva

    <p><p><strong>Link:</strong><p> Le trascrizioni delle udienze<p> Non c'è Pace Senza Giustizia [NPWJ] <p> 24 maggio 1999 - Formalizzati i capi d'accusa nei confronti di Milosevic<p> Tribunale Penale Internazionale per la ex -Yugoslavia [ICTY - TPIY] <p><p> North Atlantic Treaty Organization [NATO]<p> Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa [OSCE]<p> Human Rights Watch<p> La battaglia radicale per l'istituzione del Tribunale ad hoc per i crimini nella ex-Yugoslavia (1993) <p> La campagna del Prt per l'incriminazione di Milosevic<p> Dossier Milosevic<p> Balcani: una cronologia<p><p><strong>Dall'archivio multimediale</strong><p> <strong>Capodanno 1992</strong> - Pannella in trincea ad Osijek con le "brigate della nonviolenza" <p> <strong>Antonio Russo</strong> - Le corrispondenze dal Kosovo<br><p>
    2:17 Durata: 1 ora 42 min