Umberto De Giovannangeli intervista a Massimo D'Alema

Bene
Chiederei compagno di prendere posto che iniziamo
La nostra intervista Massimo D'Alema
Caro Massimo
Quando eravamo in attesa di conoscere la data della tua venuto a festa Reggio
Circolava tra qualcuno di noi un po'di apprensione
Stai a vedere che il compagno D'Alema ci frega proponendo ci un lunedì quando la festa chiude per il meritato riposo infrasettimanale ed è andata proprio così sia il fregati caro Massimo
Mai mai dico mai fregatura ci ha reso più felici nessuna storia nessuna esitazione la festa apre anche di lunedì
Si riapre al volo cui al Campovolo il riposo può aspettare
I nostri volontari che muovono questa gioiosa macchina della festa
Saranno forse un po'più stanchi ma sicuramente tanto più felici e tanto più contenti sentirti vederti applaudirti è un grande privilegio per tutti noi e per loro in particolare
Ma con verrai con me capo Massimo un applauso se lo meritano anch'essi per lo straordinario che fanno questa sera
Qui del resto è tutto straordinario
è straordinario l'andamento della festa con le sue presenze
Con il clima di simpatia di consenso che sta producendo è straordinario il suo sound azzeccato che piace e che evade benevolmente da i confini di questa cittadella settembrina
Straordinario che tu caro Massimo riesca a trovare un pertugio del tuo tormentato calendario per dedicarci due ore di lunedì segno di un affetto che i DS di Reggio non dimenticheranno te lo assicuro
Straordinario ciò che stai facendo come ministro della Repubblica italiana
Sarà anche vero che la politica estera non è mai decisiva quando si vota degli appuntamenti elettorali
Ma nel dopo voto dell'aprile due mila e sei
Ciò che questo Governo e tu in primis state facendo è già andato ben oltre il diritto di cronaca bussiamo alla storia una fase nuova negli assetti mondiali della politica sia aperta partita da Roma
Il ritorno ad una logica multipolare nelle relazioni internazionali il rinnovato protagonismo dell'ONU la ripresa dell'Europa sembravano i sogni di un visionario fino a qualche tempo fa
E invece sono una realtà ormai in cammino e c'è l'Italia l'Italia che riprende colore bollo dignità l'Italia che scommette su se stessa un governo che Osa
Che il tricolore torni a sventolare come vessillo primario del peacekeeping
Che torni nelle mani dell'Ardis politica non può non farà piacere a chi ne custodisce Connor con orgoglio qui a Reggio le sue origini Cisalpina fin dal mille settecentonovantasei
Bye bye Condi dicevi così al telefonino a Marettimo l'ho letto in un'intervista qualche giorno fa e quel pescatore che ti ha sentito non credeva che tu stessi parlando davvero a Condoleezza Rice tranquillo caro Massimo noi ci crediamo
E ci fa tanto piacere il riscontro del Governo degli Stati Uniti all'operato tuo e del Governo Prodi
Anche oltre oceano hanno capito che le barzellette degli yes men sono forse più utili al Billionaire di Briatore che all'America di Bush
Vai vai Silvio
In una fase recente della vita politica italiana c'era chi scorgeva con inquietudine
La presenza dei tuoi baffi un po'dappertutto che adesso nel mondo ci siano in tanti che guardano con speranza i tuoi gesti
Che ascoltino il può dire che apprezzano la tua intelligenza a noi ci fa molto ma molto contenti è segno dei tempi complimenti signor Ministro degli Esteri continui così lei fa onore all'Italia che cambia
Caro Massimo
Quasi finito e che chiedo scusa caro Massimo oltre al ministro degli Esteri tu sei vicepremier e presidente del nostro partito
Vorremmo profittare stasera della tua Trinità
Scusa ci ma è un'occasione davvero unica per questo nostro partito a Reggio
Al vicepremier chiediamo con la Finanziaria nel governo avranno la meglio i rigoristi ogni spalmato
Alla luce dei primi cento giorni a chi prende il perché l'assillo della grande coalizione nell'incubo dell'inciucio turba i tuoi sogni
Qui a Reggio l'immigrazione degli extracomunitari sta crescendo a ritmi molto sostenuti diritti di cittadinanza integrazione regole che fare come la vede
Uno statista credit Islam e dintorni se ne intende e che come noi detesta l'epiteto sprezzante di bingo bongo che un tal Calderoli riserva a persone meno fortunate di Luigi infine
Infine tu caro Massimo ai a cuore i cedri del Libano ma sappiamo che ti sta a cuore anche un'altra specie arborea l'Ulivo d'Italia
Qui a Reggio con la Margherita governiamo assieme dappertutto siamo i più ulivisti d'Italia nei risultati elettorali
Con Romano Prodi con Francesco Rutelli con Piero Fassino e Conte con Sonia Masini con Graziano Del Rio noi siamo sulla stessa barca
Allora al lo skipper che di barche se ne intende nonché presidente del nostro partito ecco allora la domanda finale
Alla fine di festa Reggio due mila e sei potrà chi vi parla cioè il segretario provinciale dei DS annunciare che l'edizione due mila e sette della nostra kermesse lascerà il campo a Festo Ulivo o lo ritieni un pericoloso azzardo
Grazie caro Massimo ti ascolteremo con molta attenzione e mi raccomando tornarci a fregare spesso sarai sempre il benvenuto by ma Everglades
Bene
Dire che il segretario mi ha rubato già una parte del lavoro perché una serie di domande la scaletta praticamente le ha lo ha già diciamo poteri reato
Allora io partirei da questa da questa estate un'estate che D'Alema ha passato in trincea e devo dire che questa volta non è solo una metafora
C'è chi in Italia parlando del tuo impegno è quello più in generale il governo italiano ha a ha scritto e detto di un azzardo di un eccesso di protagonismo ecco io vorrei innanzitutto partire da qui dal bilancio che tu puoi trarre di questa tormentata drammatica ma anche straordinaria estate
Innanzitutto grazie grazie grazie a voi perché
Veramente se si considera l'orario il caldo
Il sole che colpisce la parte più sfortunata della platea
è una presenza straordinaria
Che è il segno
Di una passione politica di una partecipazione di una volontà di di seguire
E di vivere insieme l'impegno di governo del paese tutto questo per noi
Motivo di grande sostegno di grande conforto
Io dico sempre che la politica nel nostro Paese la si fa forse più volentieri che in altri Paesi forse anche per questo restiamo in carica tanto a lungo di San ma anche perché l'Italia è uno dei Paesi in cui ancora la politica vissuta il partecipata
Da un numero così grande di donne e di uomini
E quindi uno in questi incontri
Trova anche motivi per ricaricarsi per rimotivare assi
Ed anche sente il valore di una delle Egadi un rapporto una delega che non è mai in bianco perché questo popolo di cittadini che partecipano
Sanno chi fa politica lo capisce se un momento nel quale
La gente acconsente
Ho un momento nel quale ti guardano in modo criticano critico e questo si capisce lo si capisce dalle cose che ti gridano negli stendo delle feste dell'Unità dal modo in cui ti accolgono
Ora non c'è dubbio che in questo momento in cui c'è una grande appesa
E c'è anche direi un legittimo orgoglio anche se a qualcuno dà fastidio
Per il modo in cui l'Italia l'Italia governata dall'Ulivo
Ha saputo tornare ad essere protagonista sulla scena internazionale nel corso di questi primi mesi dell'azione di governo
In fondo Berlusconi era riuscito a far credere a molti italiani
Che noi magari diciamo i problemi del Paese non li aveva riso
Ma che con lui l'Italia aveva acquistato un grandissimo prestigio internazionale
Ora in verità non era vero
Dico è una mia un ultima testimonianza
In verità io direi che negli ultimi anni la politica estera del nostro paese era consistita nell'accodarsi alle scelte dell'amministrazione
E per grande sfortuna di Berlusconi lui si è accodato in un periodo in cui l'Amministrazione americana compiuto diversi errori che si poteva anche andargli meglio questo non è colpa sua
E quindi lui ha finito per accodarsi a diversi errori
Che hanno segnato negativamente la vicenda internazionale degli ultimi e in sostanza
Nel fare questo l'Italia aveva smarrito
Il suo ruolo
Di
Paese che è parte fondamentale dell'Unione Europea
Nostri rapporti in Europa si erano allentati
Si era alle intanto il nostro ruolo nel Mediterraneo la nostra capacità di interloquire con il mondo arabo e di essere quindi un un Paese capace di lavorare per la pace che di fronte ad aspri conflitti soltanto chi è in grado di parlare con gli uni e con gli altri è in grado di lavorare per la pace
Ora noi abbiamo cercato di restituire all'Italia questo profilo
E bisogna dire la verità siamo anche stati fortunati perché non c'è dubbio che
Ci siamo trovati in una situazione nuova
E abbiamo saputo intuire che la situazione era nuova
E cioè che gli Stati Uniti erano e sono alla ricerca di una via d'uscita
Dall'aspro conflitto che si è aperto dopo la guerra in Iraq
Che l'Europa in Europa c'era voglia di tornare a far sentire la voce dell'Europa dopo le divisioni che hanno segnato l'Europa negli ultimi anni
E che
Anche nel mondo arabo c'erano forze che erano alla ricerca di di interlocutori positivi
E cioè di un Occidente capace di parlare agli arabi anche il linguaggio della cooperazione e dell'impegno comune non il linguaggio delle crociate ora noi abbiamo collocato in questo quadro nuovo l'azione internazionale dell'Italia
Ci siamo trovati di fronte alla tragedia di un conflitto
Ci siamo impegnati fin dal primo momento non ci siamo messi l'elmetto ci siamo impegnati per per farlo cessare
Abbiamo lavorato con le Nazioni Unite con gli Stati Uniti d'America con gli altri Paesi europei
Abbiamo lanciato quella conferenza di Roma che sembrava velleitaria infatti tutti dissero che era un fallimento ma non era un fallimento era il primo mattone di un edificio
Cioè di fronte alla guerra riunire in una stessa sala gli Stati Uniti i maggiori Paesi europei la Russia
Un gruppo importante di Paesi arabi con il segretario generale delle Nazioni Unite
Anche soltanto l'elenco dei partecipanti a quella conferenza era un successo politico
E cioè di fronte ad un conflitto che poteva creare una nuova lacerazione tra Occidente e Islam mettere insieme il mondo occidentale la Russia
E una parte così importante del mondo islamico era già una risposta
In quella conferenza abbiamo messo i le lì sì o la prima pietra di questo edificio
E poi c'è stato il lavoro delle Nazioni Unite
C'è stato un impegno comune dei Paesi europei
La decisione
Di una risoluzione che ponesse fine al conflitto ma per uscire da quel conflitto bisognava anche offrire la garanzia sia Israele che al Libano che non si sarebbe tornati alla situazione di prima
E cioè a quella tensione drammatica per cui lungo il confine c'era da una parte gli Hezbollah dall'altra parte i carri armati israeliani per uscire dal conflitto bisognava intervenire lì e offrire agli uni agli altri la garanzia che che l'ostilità non sarebbe ripresa ed ecco la presenza di una forza internazionale sotto l'egida dell'ONU
Abbiamo costruito questa soluzione insieme agli altri
L'abbiamo difesa ce le siamo presi la responsabilità nel momento in cui gli altri dubitavano
Ma non è stato un azzardo è stato una scelta politica ma io direi anche una scelta politica che sapeva di poter contare su molti sostegni e nel mondo
E alla fine direi che abbiamo visto riconosciuto questo ruolo del nostro Paese
Adesso naturalmente
E questo deve essere detto
Noi
Con le responsabilità che ci siamo presi cura saremo messi alla prova
Non è finita questa sfida comincia cioè finita la guerra comincia la sfida della pace
Costruire la pace significa non soltanto impedire la guerra significa anche ritessere le fila di un dialogo
Significa partire dal Libano per riaprire il vero decisivo processo di pace che si è fermato che è quello che riguarda israeliani e palestinesi
Perché la verità è questa non lo dicemmo anche allora noi dicemmo gli americani se volete davvero
Dare un colpo al terrorismo fondamentalista non bisogna cominciare facendo la guerra in Iraq bisogna cominciare facendo la pace in Palestina
E e adesso siamo tornati a al punto d'inizio e cioè siamo tornati al al grande problema di come costruire una prospettiva di pace lì
Da una parte rassicurando Israele
E dimostrando che la comunità internazionale si fa carico per parte sua anche della sicurezza di Israele d'altro canto noi siamo lì anche per questo
E dall'altra parte restituendo una speranza i palestinesi
E dimostrando al mondo arabo che la comunità internazionale si fa carico dei diritti di tutti i popoli non soltanto di quelli che hanno la pelle bianca sono nati in Europa o in America
Allora io credo che adesso c'è una grande sfida
E
Ci si aspetta che l'Italia Contini ad essere protagonista di questa sfida il che naturalmente ci esporrà molti rischi ci sono molti che sperano che tutto fallisca ci sono molti che ci sono molti che ci si formano come succede normalmente sono quelli che pensavano
L'opera avevano scritto il centro sinistra non può avere una politica estera
Perché se avranno una politica estera coerente con gli impegni occidentali dell'Italia si dividerà la maggioranza
Se invece faranno una politica estera per compiacere Rifondazione Comunista allora romperà hanno con gli Stati Uniti con l'Europa e quindi tutti c'erano alcuni di questi studiosi questi filosofi che sanno tutto o che avevano acquistato
E invece si trovano di fronte al si trovano di fronte al fatto che noi stiamo facendo una politica estera che ha il voto favorevole da Rifondazione comunista ad Alleanza Nazionale e l'approvazione degli Stati Uniti d'America ci allora qui non torna come successe
Che succede
E quindi naturalmente diciamo siccome non sia vera una loro profezie allora si arrabbiano a volte i profeti quando le profezie non si avverano forse potrebbero onestamente limitarsi a riconoscere che erano sbagliate
Sarebbe forse il modo migliore e affrontare la situazione però io credo che ecco il punto e questo noi
Abbiamo contribuito perché l'abbiamo fatto tutti tutto da soli nel mondo nessuno fa niente da solo e persino gli Stati Uniti d'America che hanno provato a far da soli hanno scoperto che non possono fare da soli figuriamoci noi ecco
Noi abbiamo contribuito a creare una situazione nuove a creare nuove opportunità e nuove speranze di pace adesso dobbiamo continuare adesso comincia la sfida più difficile più rischiosa e dobbiamo continuare e io credo che io sono convinto che questa politica risponde profondamente i sentimenti del popolo italiano
E mi fa piacere che
Alla fine noi abbiamo un consenso parlamentare molto grande è probabile che la missione in Libano venga approvata da tutto il Parlamento
E io penso che essendo una missione difficile rischiosa
E nella quale noi siamo esposti con una primaria responsabilità
Perché da febbraio avremo al comando sul terreno oltre ad avere la responsabilità della cellula di pianificazione strategica che abbiamo già assunto e quindi l'Italia è in prima fila
Ed è chiaro che una missione così impegnativa
E che ci coinvolge così fortemente ha bisogno di avere dietro il consenso di tutto il Paese
Ora comincia la sfida però io credo ecco
Questo lo possiamo dire che il bilancio di questa estate è che noi siamo tornati ad essere un Paese che si impegna sulle grandi questioni in una posizione di prima fila
Duramente stare in prima fila e difficile
è rischioso ma io credo che questo Paese ha la forza per farlo grazie
Ecco io vorrei rivisitare
Dare alcuni passaggi chiave di questa estate per proiettarsi appunto sul futuro e partire da una data in cui io credo diciamo che le riflessioni le considerazioni dell'uomo politico del ministro di chi a queste responsabilità si siano intrecciati anche con sentimenti sensazioni personali che credo che sia importante comunicare Beirut quattordici agosto
Su invito del Mit del primo ministro o libanese Fouad Siniora sunnita
D'Alema va a Beirut vai in una città martoriata
Chi l'ha vista come messo un campo di battaglia era veramente ricordava ventiquattro anni fa nei mesi terribili della guerra della guerra civile c'è l'incontro con le autorità e il pomeriggio la visita dei quartieri più disastrati di Beirut Beirut la periferia sud di Beirut
Voi sapete tutto voi sapete tutti cosa come fu ridotta quella visita da parte di una certa forza ecco di certe forze politiche ma non solo anche di alcuni filosofi tuttologi
A Roma e non so credo anche in altre città è uscito un manifesto di Alleanza Nazionale dalle ma
Ecco io quello che vorrei chiederti e questo ma dietro queste polemiche così forte anche così
Volgari per certa spetti c'è soltanto una nuova tappa diciamo della polemica nostrana delle delle dei colpi bassi oppure dietro quel livore nei confronti di quella tua visita
C'è qualcosa di altro e anche di più grave il rapporto a quello scenario mediorientale e non solo
La guerra
Il quattordici agosto una piccola correzione quattordici agosto era in il primo giorno della tregua
Quando io decisi a deciso di andare a Beirut il quattordici agosto non sapevo che ci sarebbe stata la tregua il quattordici c'era la guerra
Poi sapevo che c'era un negoziato difficile tra il Libano Israele alle Nazioni Unite gli Stati Uniti la Francia per cercare il modo di fermare il conflitto noi stessi abbiamo partecipato
Per telefono dando consigli esprimendo opinioni
Ma non sapevo che la guerra si sarebbe fermata
Al all'alba di quel quattordici agosto
Quando sono arrivato in durante l'ultima notte di guerra gli israeliani hanno compiuto il più intenso bombardamento della città di Beirut che sia stato compiuto durante tutto il conflitto
Fino all'alba
Bombardamento aereo navale comandamento ha colpito una parte
All'altro colpiva perché Beirut è una città ricca c'è una borghesia ricca è una città multietnica
Dove ci sono gli arabi con la pelle scura le ragazze bionde con gli occhi azzurri
Bellissima città
Nei quartieri ricchi di Beirut della guerra hanno sentito soltanto il rumore
Perché gli Sciti sono la parte povera della popolazione
E vivono nella periferia in questi casermoni della periferia ed è lì
Che i bombardamenti hanno distrutto
Questi palazzoni
Devo dire che poi è scattato una grande solitaria
Nel senso che i ricchi cristiani maroniti sono andati a
Però è come se avessero distrutto Tor Bella Monaca Roma che vi devo dire cioè i poveri ecco
E ci sono stati alcune centinaia di morti
Io quando sono sceso noi siamo andati non siamo andati a Cipro per con con l'elicottero perché era lungo era complicato siccome noi abbiamo dei bravissimi piloti d'aereo sono tra i più bravi del mondo
Una delle risorse del Paese
Io ho detto cerchiamo di atterrare a Beirut Lario porto aveva una serie di Bucchi
Qua e là e che era stato bombardato però il pilota ha detto no ma si può fare non scriva sono siamo arrivati
E
La prima cosa che ho fatto è stata andare ad
Non il pomeriggio la mattina la prima cosa mi sono sceso dall'aereo c'era il ministro degli Esteri libanese che ha detto
C'è Beirut sud bisognerà noi a noi farebbe piacere se lei facesse una visita detto andiamo tanto abbiamo tempo salariati in anticipo abbiamo abbiamo accorciato il viaggio andiamo direttamente al e siamo andati a bere
Dove appunto i bombardamenti erano finiti da poco da alcune ore
Dove la gente come si può immaginare un quartiere popolare che è stato bombardato la gente che fruga tra le macerie cercando o i propri cari o le proprie cose
Un clima di disperazione
La cosa che io ho trovato più urta perché è nello stesso tempo espressione di cinismo che di stupidità
E il fatto che abbiano scritto che io ho fatto una passeggiata
Poi tutto il resto Koch Patrice va la Venere di infinito
Quella visita una passeggiata
Dimostra in chi lo dice un livello direi di incomprensioni o di cinismo non era una passeggiata avvisi
In questo contesto
E quando sono arrivato ovviamente
Mi sono reso conto è chiaro che vanno è chiaro che la forza politica dominante in quei in quella parte cioè gli Hezbollah
Avete Hezbollah non è un gruppetto terroristico come le Brigate Rosse è un partito
Che raccoglie chi ha trentacinque deputati tra i ministri che raccoglie una quantità enormi di voti un partito di massa si direbbe
Quindi è evidente che andare lì significava trovarsi di fronte agli attivisti l'
Come da noi diciamo cioè un partito armato che ne fa una realtà diversa da quelle che noi abbiamo conosciuto almeno
Questo lungo dopoguerra avrà un partito
Quando uno arriva lì in mezzo alle macerie di si stringono intorno e non fosse anche per ragioni di sicurezza ti mette di me ho visto che hanno preso sotto braccio esattamente come hanno preso me
Hanno preso sotto braccio Kofi Annan se uno ha visto la fotografia sembrava la stessa fotografica dice
Quindi io non mi sono preoccupato di chi mi prendeva sottobraccio
Perché credo che in quel momento il Mestre la forza del messaggio
Era di dire noi vogliamo esprimere la nostra solidarietà umana verso le vittime di questo conflitto
Io durante la guerra sono stati in Israele
Ho incontrato i familiari di uno dei militari che è stato rapito dagli Hezbollah la moglie
Ho sentito il suo racconto il suo messaggio li ho espresso la mia e la moglie e la madre
Ho incontrato i rappresentanti degli ebrei italiani che vivono in Galilea
Che sono venuti a raccontarmi della loro condizione del lancio dei razzi
Io credo che un grande Paese come il nostro debba lanciare il messaggio che noi siamo solidali con le vittime di questo conflitto
Miserabile e millibar
C'è
Chi è che non lo non lo capiscono quelli che pensano che noi siamo in guerra
Questa è la logica che noi siamo in guerra che c'è una guerra dell'Occidente contro gli arabi
E chi ragiona così non può tollerare che tu vada a rendere omaggio alle vittime dell'altra parte perché è una forma di cedimento al nemico questa è la ragione poi di quella critica di quel manifesto cioè c'è dentro una cultura di guerra ma noi non siamo in guerra
Noi siamo un grande Paese pacifico non siamo in guerra contro il mondo arabo non siamo neanche in guerra contro Hezbollah
Noi vogliamo impegnarci per costruire la pace per fermare il terrorismo
Ma noi non siamo in guerra per fare la pace la prima cosa è togliersi l'elmetto e e tu non puoi stare con l'animo in guerra e pensare di fare la pace
Questo del
Io io penso che questo è il sentimento della grande maggioranza degli italiani
Certo c'è una minoranza che si sente in guerra se uno legge gli articoli Giuliano Ferrara eccetera che credo che li scriva proprio anche con l'elmetto o sulla testa crescono Benazzi però questo è l'offerta comunista noi non siamo in guerra
E badate io credo che il modo migliore di vincere anche lo la barbarie del fondamentalismo del terrorismo
è proprio è proprio quello di rifiutare la logica di guerra che la logica di guerra è esattamente il terreno sul quale il terrorismo diventa più forte
Perché se c'è uno scontro di civiltà
Loro diventano gli alfieri di una parte del mondo
Se c'è uno scontro tra Occidente e Islam loro sono i più coerenti difensori dell'Islam
Se invece c'è un mondo che vuole costruire un equilibrio di pace
Loro tornano ad essere ciò che sono cioè i nemici non dell'Occidente ma dell'umanità
E innanzitutto nemici del mondo islamico del mondo arabo
Badate questo sembra è fondamentale io credo che in tutta questa storia
La prima condizione per vincere e mettersi dal punto di vista giusto
Può sembrare un un gioco di parole dire terrorismo non è nemico dell'Occidente nemico dell'umanità ma non è un gioco di parole
è esattamente io credo la condizione culturale per vincere questa sfida
E per rifiutare il rischio terribile
Che noi precipitiamo in un mondo lacerato da uno scontro di civiltà
Che sarebbe un mondo insicuro per noi e per i nostri figli
Il soltanto isolando il terrorismo
Vedete io lo so che è una cosa molto diverso immediatamente tutti vi spiegheranno che una cosa molto diversa ma io lo lo premetto diciamo il che
è una metafora come abbiamo sconfitto le Brigate Rosse
Dimostrando innanzitutto a quegli operai ieri quei giovani nel nome dei quali loro sparavano che le Brigate Rosse erano i loro peggiori nemici
E io credo che la condizione per sconfiggere il fondamentalismo ero spesso dimostrare al mondo arabo che Al Qaeda e il peggior nemico del mondo arabo non dell'Occidente e del mondo arabo
E glielo dimostriamo
Facendo vedere che invece in un mondo pacifico i diritti di quei popoli possono trovare una risposta positiva
E cercando di evitare quella quella mescolanza micidiale tra i legittimi diritti nazionali e il fondamentalismo e il terrorismo
E che se noi lasciamo che i letti diritti legittimi
Di un popolo che ha diritto alla sua patria siano rappresentati dal fondamentalismo terrorista abbiamo perso
Se invece noi dimostriamo che qui diritti legittimi possono trovare una risposta
Sul piano del diritto internazionale dell'azione politica
Noi abbiamo dato il colpo il terrorismo che noi sola
E che crea le condizioni per sconfiggerlo io credo che il grande problema è qui quando dicono
Perché qual è qual è stata la l'analisi
D'Alema è fautore della resa
Rende omaggio al nemico
E quindi è il segnale della resa
Non è così è il contrario
E che noi vogliamo vincerla questa lotta contro il terrorismo
E sappiamo che siccome il terrorismo non è un esercito
Con le sue bandiere sulle divise
Ma è innanzitutto un grande fenomeno politico e culturale vorrei dire antropologico dove sappiamo che per vincere questa lotta questa lotta deve essere impostata sul piano politico e culturale e l'uso della forza
Che sicuramente non può essere escluso d'altro canto in Libano mandiamo dei soldati non non non non mandiamo le crocerossine non solo le crocerossine
Ma l'uso della forza deve essere al servizio
Della politica della cultura e del diritto internazionale se uno pensa di sostituire con la forza la politica perde perde prima di cominciare
Questo è il problema
Questo è esattamente il senso della svolta che noi vogliamo imprimere nella politica internazionale
Sapendo che una svolta viscosa sapendo che in tutti i momenti ci diranno lo vedete bisognava sparare non bisognava discutere
Ma a sapendo anche che in questi anni in cui si è sparato il terrorismo è diventato più forte più pericolosa di prima
Ecco qualche giorno fa ad Assisi c'è stata un'importante manifestazione per la pace
E questa manifestazione era aperta da uno striscione su cui c'era scritto forza ONU
E nella dibattito che aveva preceduto quella manifestazione c'era stata ancora riflessioni nuova per del movimento una parte importante del movimento pacifista
Anche sull'uso sull'uso della forza ecco quello che io ti chiedo sono poi due cose la prima personale
Ecco quel forza ONU quella manifestazione quella re quella quella riflessione anche fatta dal movimento per la pace
E anche una sorta di rivincita per Massimo D'Alema
E poi ma allora è possibile che la diplomazia dal basso la diplomazia dei dei popoli dal balzo di movimenti possa incontrarsi con quella degli Stati
O rivincita no perché
Io credo che sia quello che è avvenuto ad Assisi è importante lo considero un momento importante di maturazione di una parte decisiva del movimento pacifista
Nel senso che
Appunto ivi
Io credo che tra il pacifismo e una politica per la pace non c'è una piena coincide
Il pacifismo è anche testimonianza
Io rispetto la testimonianza di chi dice
Che esclude sempre comunque ricorso all'uso della forza
Però questo non può essere la politica degli Stati
Allora il problema qual è il problema è che tra il pacifismo ed una politica per la pace ci sia un dialogo non ci sia una una contrapposizione
La politica ha bisogno di alimentarsi
Della anche della cariche ideale che viene dal movimento pacifista
E il movimento pacifista deve sapere distinguere
Tra una politica per la pace è una politica per la guerra sapendo che a volte la politica per la pace deve anche usare i soldati per per garantire la pace
Appunto il pacifismo deve sapere distinguere
Se invece il pacifismo ogni volta che ci sono i soldati grida
A mio giudizio diventa una testimonianza ma sterile non utile
Io credo che Assisi dimostra che questo dialogo è possibile che è necessario
D'altro canto in tutto il Medio Oriente noi parliamo dei soldati ma noi sappiamo anche quanto è forte l'impegno delle organizzazioni non governative di solide io ricordo vi sono andato tantissime volte perché ho la fortuna di potermi occupare di problemi che mi appassiono da tanti anni devo dire la verità
Mi ritengo una persona molto fortunata in questo momento perché la politica internazionale cioè mi appassiona tanti anni ora me ne posso occupare con e il prestigio di fare il ministro degli esteri di un un grande paese
Io sono stato tantissime volte a Gaza i territori in Israele eccetera so benissimo quanto è forte la presenza la testimonianza
Concreta
Di ragazze e ragazzi italiani laici cattolici noi diciamo bisogna essere solidali poi lì c'è gente che dedica una parte grande della sua vita
Ad aiutare i ragazzini a curare i malati quindi
Questa dimensione qui della politica estera io credo che questa è una dimensione della politica estera
Cioè la solidarietà che diventa politica estera
è una delle dimensioni più importanti e credo anche che dobbiamo dire con orgoglio che il nostro Paese è uno dei Paesi che esporta più solidarietà lo fa in modo silenzioso
Efficace e apprezzato da tutti dobbiamo questo è un punto di forza della politica estera italiana quando
Quando il ministro degli Esteri italiano arriva a Gaza quelli sanno che cos'è l'Italia anche perché lì ci sono ragazze e ragazzi italiani che li aiutano a sopravvivere da tanti anni
Ecco io prima di passare alla all'altra diciamo vestiti D'Alema vicepremier
Presidente dei DS vorrei soffermarmi ancora però su un'altra questione che so essere molto delicata e anche personalmente molto molto molto importante
Faccio un passo indietro un'altra data
Molto significativa il trenta di luglio D'Alema è a Gerusalemme per una missione importante che incrocia quella della segretaria di Stato USA Condoleezza Rice il trenta di luglio è il giorno della strage di Cana
Il bombardamento da parte del degli aerei israeliani di una casa dove dentro non c'erano Hezbollah non c'erano miliziani sciiti ma c'erano civili che cercavano rifugio e purtroppo tra questi c'erano anche molti molti bambini io ero lì
Avevo seguito questa missione sola difficoltà che c'era stato in cui gli incontri in quella giornata dove sembrava che tutto precipitasse ecco io parto da questa esperienza per fare una domanda molto sette molto secondo me importante
Ecco D'Alema ma cosa significa per davvero esseri amici di Israele
Guarda io credo
Quando si parla di Israele si evoca un una tale complessità
E persino direi drammaticità di Problemi di sentimenti sempre una questione che deve essere affrontata con
Con grande serietà e con grande rispetto
Noi sappiamo come nasce lo Stato di Israele da quale tragedia nasce
Beh sappiamo anche qual è il sentimento
Si è formato un paese che è cresciuto per
Oltre cinquant'anni
Ha affermato il suo diritto all'esistenza nella ostilità
Di tutti quelli che lì vivono intorno
E anche con l'orgoglio di chi dice noi siamo in grado di difendere di difenderci da soli
Anche perché Israele
E nella storia di un popolo il ritorno alla terra promessa
Che ha subìto persecuzioni attraverso due millenni che sono culminate nella tragedia della Shoah
Quindi per il per gli ebrei l'idea di dire noi abbiamo uno stato che siamo in grado di difenderci da soli
è una svolta rispetto a due mila anni di persecuzione
E
Io credo che
Noi l'Europa tutta la comunità ma noi l'Europa l'Europa deve considerare la difesa del diritto ad esistere di Israele
Con me un principio non negoziabile della nostra politica internazionale
Io aggiungo che Israele c'è questa democrazia che vive lì dentro al mondo arabo diciamo e anche e anche una grande opportunità per il mondo arabo
Io ho sempre pensato che il giorno in cui lo Stato democratico di Israele e lo Stato democratico di Palestina convivere hanno l'uno accanto all'altro
In una inevitabile commistione di di di di di culture di interessi economici
Io credo che quella realtà lì può essere davvero il motore di uno straordinario cambiamento di tutto il mondo
Perché anche i palestinesi hanno
Un destino che aspetti simili a quelli
Cioè un popolo senza patria come lo sono stati gli ebrei per tanti anni è un popolo che è vissuto nella diaspora
La diaspora è una tragedia ma è anche uno straordinario fattore di arricchimento è un popolo che io nella diaspora incontra altri popoli altri civiltà non c'è dubbio che i palestinesi sono nel mondo arabo uno dei popoli più evoluti più moderno
Tra versati dal più forti tensioni culturali
Per cui il grande sogno diciamo che li possano esserci due Paesi democratici che convivono uno accanto all'altro
è io credo il sogno che devi alimentare la nostra azione politica
Qual è il problema
Che dedicato e difficile
è convincere israeliani
Che
La loro sicurezza
Non è qualcosa che viene prima della pace
O addirittura in contrapposizione alla pace
Ma che in realtà la sicurezza di Israele ed una pace giusta sono dunque fasce
Della stessa medaglia cioè della stessa soluzione la soluzione insista nel garantire insieme sicurezza per Israele
Ed una pace giusta che rispetti anche i diritti dei palestinesi
Altrimenti che cosa succede succede che ci sono c'è un altro modo di vedere Israele
C'è chi dice no Israele l'avamposto dell'Occidente
E noi dobbiamo difendere questo avamposto della nostra civiltà
Che si trova lì lungo la frontiera con un'altra civiltà con la quale siamo in conflitto
E quindi
Per perché Israele deve cedere i i territori chi ha occupato di deve presidiare perché tutto sommato anzi quelli se è la prima linea
Di questa guerra contro quell'altra civiltà questa è una concezione che io credo che se prevalesse quest'idea il destino di Israele starebbe un destino tragico
Perché
C'è poco da fare quando tu sei circondato Uta cinquecento milioni di persone che ti guardano male
Ho trovi il modo di fare amicizia
Oppure se tu pensi che contro cinquecento milioni di persone che ti guardano male te la cavi perché sei più forte ogni tanto ne ammazzi mille
Secondo me in questo modo tu non ti sottrarrà in mai ad un destino tragico
Destino di insicurezza proprio dal fatto
Io gliel'ho detto proprio così allora s'arrabbiano io mai mai ora ho raggiunto la serenità del dire quello che penso è che in diplomazia è completamente sparito dal sbagliato anche in politica in tema è un errore o nel principale errore che io compio regolarmente dice io esco ha detto proprio così io dico ma voi che cosa pensa
Voi pensate dice noi dobbiamo liquidare l'apparato militare di Hezbollah dico fermi voi non avete capito lo scenario è cambiato
Non c'è se
Se lo scontro e con il mondo islamico
Che cosa ci metteranno Pilia rimpiazzare cinquecento combattenti se il retroterra e formato da centinaia di milioni di persone
E alla fine che cosa rapida continuare questa guerra se non alimentare odio
Ma non lo capite che le guerre moderne non non sono soltanto il conto dei morti e delle armi che un'immagine televisiva può essere una sconfitta molto maggiore che aveva eliminato cinquanta missili
E che l'immagine di quei bambini di Cana e fare il giro di tutto il mondo islamiche genererà un enorme odio contro di voi e creerà un pericolo enorme per Israele molto più grande del pericolo che Linate
Io credo che dire queste cose ai dirigenti israeliani è una testimonianza di amicizia
E non è una manifestazione di antisemitismo
Io credo che dire loro queste cose
è una testimonianza di amicizia
E che capendo naturalmente il dramma di Israele
Il dramma dell'accerchiamento
Capendo questo tra
Che io trovo che la più straordinaria testimoni e riconoscendo il valore di quella civiltà io proprio perché era un giorno difficile
Proprio perché c'era stato il massacro di canna e proprio perché in nei miei colloqui certamente c'erano anche momenti di dissenso io ho voluto andare abbia agli Abba scende
Anche se ovviamente
Siccome c'è sono già stato molte altre volte nel corso di una giornata di colloqui forse non era ma ho voluto andare in quella giornata
Nel grande museo dell'olocausto a rendere omaggio alli
Ai ai milioni di ebrei uccisi in quella Sacrario dei bambini
Che uno dei luoghi più impressionanti del mondo dove si ricordano con le fiammelle accese diciamo i bambini ebrei uccisi nei campi di concentramento perché credo
Che
Quando si polemizza con gli israeliani
Nel proprio quando si polemizza con gli israeliani non ci si deve dimenticare di rendere omaggio alla memoria della tragedia che ha colpito gli operai laddove in quel momento lì
Quindi da questo punto di vista io credo che è venuto il momento di una discussione seria
In una discussione profonda sul futuro di Israele
Che naturalmente è innanzitutto una discussione che riguarda Israele che un Paese democratico
D'altro canto per quante critiche abbia potuto fare io alla conduzione di questa guerra sono la centesima parte di quelle che si sono sviluppati all'interno sono
Perché fortunatamente un Paese democratico
E criticare Israele non si lo si deve fare senza mai dimenticare
Qual è stata la storia degli ebrei e anche qual è la forza di quella civiltà io credo che in questo conflitto la testimonianza più alta sia avvenuto proprio dal discorso che David Grossman ha fatto coi funerali di suo figlio
Quando perché lì c'è
La sintesi della forza di questo Paese
Cioè la forza di uno scrittore pacifista
Il cui figlio tuttavia va a combattere
Per la difesa del suo Paese
E che anche di fronte alla tragedia di un figlio ucciso non cessa di essere pacifista
Io credo appunto che
Questo sia
Quindi i beni qual è la la tragedia io ho scritto una lettera Grossman
Privata
Però siccome poi lui ne ha parlato adesso posso parlamentino glielo scritta da Beirut
Perché era esattamente
Suo figlio è morto l'ultimo giorno di guerra
Il primo giorno di pace era a Beirut
E dopo avere visitato Beirut sud
A braccetto con gli Hezbollah come hanno scritto
Ho scritto da Beirut una lettera David Gross
Nel senso che quando io dico che dobbiamo essere egualmente vicini
A questi popoli agli uni e agli altri io mi sforzo di esserlo anche privatamente egualmente vicino agli Unni pianga
Che
Questa è anche la forza della nostra posizione per questo CIPE il paradosso perché i nostri militari sono arrivati lì
Con la soddisfazione del governo israeliano e con l'applauso di tutte le fazioni politiche libanesi
La cosa curiosa è che quelli che si sparano
Siano egualmente si sentano egualmente garantiti dalla presenza dell'Italia a questa è la nostra forza
Gli American abbandonato questa posizione di forza io credo sia stato l'errore del la politica del governo Berlusconi avete dato la sensazione che noi stavamo da una parte sola
Noi siamo forti se riusciamo a parlare agli uni e agli altri
Cioè siccome mi appassiona già c'è una ho visto che adesso in Israele c'è un movimento per eleggere ha mosso Olsson Presidente della Repubblica
So che non non non ci possiamo intromettere negli affari però possiamo dire che ammiriamo Amos Oz che è uno dei più grandi scrittori viventi non soltanto israeliani
E lui ha scritto una straordinaria autobiografia
E a un certo punto di questa straordinario romanzo sulla sua vita lui racconta di quando lui bambino ragazzo ragazzo diciassette certa faceva la la guardia al kibbutz di no e con le armi
Perché difendeva il kibbutz contro gli arabi
E accanto a lui c'era un vecchio militante sionista socialista
Anche lui con le armi e durante la notte il ragazzo di guardia dice a questo anziano militante adesso se vengono gliela facciamo vedere noi eccetera e questo anziano militante gli risponde Massa loro hanno ragione
Allora ragazzo dice come loro hanno ragione se hanno ragione noi questa era la loro terra e l'abbiamo portata lì vengono a combattere per riprendersi
Lo dice ma allora noi abbiamo torto dice no anche noi abbiamo ragione
Perché questa era la patria dei nostri alti e noi non abbiamo dove vivere nel mondo ci hanno cacciato dappertutto
E qui è la nostra sola speranza di vivere
E la tragedia di questa guerra e che hanno raggiunto i gli uni e gli altri
E non c'è nulla di terribile
Come il conflitto fra due ragioni
Perché in nel conflitto tra due ragioni
Trovare la soluzione e difficile
E ripeto
Trovare una soluzione comporta innanzitutto un grande sforzo di cultura
In questi ultimi anni dalla politica mondiale scomparsa la cultura io dico sempre scherzando che prima di fare le guerre bisogna leggere libri vede
Sono pochi conflitti al mondo
Chiedono la lettura di libri come questo di cui ci stiamo occupando speriamo di poter dare una mano alla pace
Ecco
Di passare la parte conclusiva della nostra del nostro incontro io vorrei però mi pare giusto terminare questa rivisitazione di questo tormentato Medioriente
Perché mentre i nostri primi soldati caschi blu sbarcavano attivo
Altri soldati italiani
Cominciavano a ritirarsi dall'inferno di Nassiriya cioè dall'Iraq ora non sappiamo che qual era la stata la posizione dei Democratici di sinistra di una parte consistente dalla sinistra italiana rispetto a quella a quella guerra però quello che io ti chiedo è questo
Soldati italiani sono morti a Nassiriya e allora io chiedo a questo governo a questo ministro che cosa si può fare perché il Libano e i le l'ira che scomparso dalla dalle prime pagine dei giornali ma ogni giorno muoiono decine e decine e decine di persone che e la stragrande se la maggioranza sono civile ecco che cosa è possibile fare
Perché quei soldati italiani che erano lì hanno assiri e sono morti ecco non siano morti invano
Guarda quello che succede in Iraq e la testimonianza secondo me che
Il illusione
Si andava lì una settimana di guerra e poi la democrazia la pace fatto tutto una costruzione ideologica e in realtà
Quella è una guerra che è stata fatta senza pensare a quello che sarebbe accaduto Due
Ed è l'errore dell'unilateralismo insomma noire
Io credo che noi volevamo compiere anche un gesto di grande valore simbolico ritiro delle nostre forze armate state stimo Neale che l'Italia non si ritiene partecipe della guerra unilaterale in Iraq
Lo abbiamo fatto venne
Abbiamo gestito il nostro ritiro dall'Iraq in un modo che è stato definito esemplare dal governo iracheno
Anche gli americani hanno potuto dire poco
Perché perché noi abbiamo detto noi ritiriamo i nostri soldati ma non ci ritiriamo da un impegno politico di cui forche forse l'unico aiuto vero che si può dare all'Iraq
Dato che la presenza dei militari stranieri non ha pacificato il Paese al contrario qua è stato un fattore di attrazione per terroristi da ogni parte del mondo a testé dal
Ora qual è la via d'uscita politica da questa tragedia complicato
Io ne ho discusso lungamente l'abbiamo un ottimo rapporto con il governo iracheno
Di collaborazione di
Stiamo cercando di aiutare
A ad andare verso una gestione multilaterale perché lo stesso Governo iracheno dice noi no se noi rimaniamo qui con la coalizione con gli americani cioè non usciremo più da questo da questa tragedia
E quindi si sta cercando di andare
Verso nel dopoguerra che effettivamente rappresenti un punto di svolta rispetto all'esperienza sin qui compiuto
In Iraq ci sono tre tipi di violenza
Ti ripeto quello che mi ha detto il presidente dell'Iraq
Mi ha detto noi abbiamo il terrorismo di Al Qaeda
Che viene da fuori
E che è un nemico mortale dobbiamo eliminare
Poi abbiamo una violenza armata di tipo nazionalista
Di chi si oppone all'occupazione americana e lui mi ha detto quelli che combattono
In in in perché si oppongono l'occupazione americana
Gli dobbiamo considerare degli avversari onesti con i quali dobbiamo negoziare
Mi è sembrato un ragionamento molto saggio
E poi abbiamo la violenza religiosa
Tra le comunità religiose
In un Paese dove non c'è legge dove non c'è stato e che rischia di degenerare in una vera e propria guerra civile
E
Il rimedio a questa violenza religiosa è quella di creare istituzioni anzitutto un un esercito che sia multietnico multi religioso
E che sia efficiente e in grado di garantire la pace interna del Paese ora
In questo senso ad affrontare questi problemi la presenza di decine e decine di migliaia di militari stranieri non è un aiuto per risolvere nessuno di questi problemi
Io credo che prima gli americani se ne rendono conto meglio è per loro e per l'Iraq
Loro devono essere aiutati a preparare loro forze armate devono essere aiutati a condurre con coraggio un negoziato per arrivare ad una effettiva situazione di unità nazionale all'interno del Paese
Recuperando nel processo politico anche quelle componenti che sono state contrarie all'occupazione militare straniera è un processo lungo Complesso
Io credo che noi anche se indipendentemente da quello che si pensava della guerra noi dobbiamo aiutare l'Iraq a trovare alla stabilità
Mi sono convinto che mantenere il lì
Centocinquanta mila soldati stranieri ad occupare il Paese non aiuta l'Iraq a trovare la sua stabilità questa è la mia convinzione anche per questo sono molto sereno
Nel dire che almeno i nostri li abbiamo tolti diciamo da questo contesto
Bene
A questo punto io credo che possiamo passare all'altra trincea di questo per questo governo l'altro grande banco di prova insieme alla politica estera e cioè le questioni sociali le questioni legate alla legge finanziaria regata alla riforma delle pensioni ecco c'è chi sostiene che per questa coalizione di centro sinistra
Insomma tenere insieme lo sintetizzo risanamento e sviluppo rigore e giustizia ed equità sociale
Sia più difficile che riportare la pace in Medio Oriente ma è davvero una missione impossibile questa
Governare il Paese è difficile
E difficile per due ragioni
Una ragione se voi più congiunturale ma sicuramente in questo momento pesa moltissimo
Ed è ciò che ci hanno lasciato io questo lo ripeto sempre perché mi sembra scomparso questo tema anzi addirittura addirittura fanno i maestri diciamo do io io credo che noi dobbiamo a campo
Ci hanno lasciato una situazione disastro
Una situazione disastrosa della finanza pubblica
Certo cose impensabili in un Paese civile dalle decine di miliardi di opere pubbliche deliberate e non finanziate
Quindi cosa tazze escretrice ecco a
Fino ad un ad una situazione del bilancio dello Stato
E nel quale noi ci misuriamo con un tendenziale il tendenziale la tendenza della spesa pubblica a legislazione invariata
Che è del tutto inattendibile perché loro per far tornare i conti hanno previsto che l'anno prossimo si investano zero lire nelle strade zero lire nelle ferrovie e quindi evidentemente
Siccome invece non è pensabile che il Paese si fermi
Che ci sia il blocco completo delle assunzioni nel pubblico impiego è chiaro che quel tendenziale estinto cioè il ministro Tremonti che ogni giorno da lezioni
In realtà c'ha lanciato una situazione disastrosa della finanza pubblica e conti pubblici che erano finti cioè non rispondenti al vero
E però
E però hanno assunto il solenne impegno sottoscritto a nome dell'Italia
Con l'Europa che nel due mila sette noi rientreremo sotto il tre per cento del rapporto deficit-PIL
Cioè hanno del della verità hanno alzato l'asticella diciamo a quattro metri hanno tolto la sabbia dove si cade
Poi hanno preso l'impegno che si farà il salto se ne sono andati capostaff fantastica e adesso tocca a noi inizia tocca a noi fare il salto mortale però non c'è alternativa
Ma non perché siamo non solo perché siamo impegnati con l'euro
E non solo perché giustamente come ci ha ricordato anche il Presidente della Repubblica
E gli se cercare all'Europa l'Europa è tutta la politica estera europea ma è anche il rispetto dei dei criteri europei
Perché siccome la moneta in comune
Se un'OPA un sale se ci sono Paesi che vengono meno a questi criteri questo diventa un danno per tutti quindi questo è la logica dell'essere in Europa
Ma io credo dobbiamo affrontare questa sfida nell'interesse del nostro Paese
Perché se noi vogliamo rilanciare l'Italia rimettere in movimento l'economia noi dobbiamo liberarci dalla zavorra di conti pubblici che non stanno in piedi e che strangolando l'economia perché aumentano il fabbisogno dello Stato perché aumentano i perché aumentano i tassi di interesse tutta questa storia l'abbiamo già conosciuta nel passato
Quando non c'erano soldi per lo sviluppo perché lo Stato frenava le risorse finanziarie sul mercato e quando i tassi di interesse erano elevati perché c'erano i botti CCT
E se l'artigiano l'imprenditore avevano bisogno di soldi per creare lavoro dovevano pagare al quindici al sedici per cento non possiamo tornare
A quell'Italia del passato
E dobbiamo puntare allo sviluppo la crescita al lavoro la qualità del lavoro insomma
Io vorrei dire siccome si si dice sempre ma i sacrifici la sinistra ma
Io credo che lo dobbiamo cominciare ragionare con la testa di una sinistra moderna
Adesso si si parla delle delle pensioni un tema delicatissimo Trigoria
C'è chi se ne occupa io mi occupo di politica estera
Però a un certo punto
Io poi sono favorevole alle soluzioni che siano più aperti e più elastiche e che lascino il massimo di libertà le persone
Più che agli occhi per cui se uno vuole andare in pensione a cinquantasette anni
Cosa che io considero aberrante tuttavia
Eh sì vogliamo cominciare a dirlo
Io non sono per impedirglielo
Però io sono perché
Chi va in pensione
Essendo giovane
E che quindi se ci va e perché vuole fare un altro lavoro il più delle volte cosa legittima a mio giudizio anche questo non deve essere impedito
Cosa legittima
Però
è ragionevole pensare che chi va in pensione a quell'età abbia un trattamento pensionistico diverso da uno diceva sessantacinque anni sessantotto anni sessantasette anni
Anche perché
Io mi domando se noi non dobbiamo cominciare a ragionare
Dal punto di vista da sinistra e la la qual è il valore guida della sinistra l'eguaglianza
Noi siamo bloccati da anni intorno al tema delle pensioni di anzianità
E non ci rendiamo conto che i veri grandi problemi sociali delle del sistema previdenziale italiano sono altri due
E cioè
Le pensioni minime
Io vorrei fare una riforma dalla quale ricavare un po'di risorse per aumentare le pensioni minime
E le tensioni di quelli che oggi hanno vent'anni o hanno trent'anni
I quali col cavolo che potranno andare in pensione a cinquantasette anni
Sul tavolo
E quando ci andranno a sessantacinque anni avranno pensioni più basse di quelli che oggi si vanno a cinquantasette anni
Cioè io credo che noi dobbiamo e non ho parlato dei risparmi non io non voglio parlare delle venti quando si dice ma voi
Non si può risparmiare solo io non voglio risparmiare
Io voglio però cominciare a vedere quali sono le priorità
Dal punto di vista di una sinistra moderna cioè di una sinistra che si preoccupa non soltanto di difendere le conquiste di chi ha conquistato ma anche di garantire i diritti di chi non ha nulla di chi si affaccia al mondo del lavoro
Di chi tra trenta quarant'anni andrà in pensione dopo una carriera discontinua
Entrando nel mondo del lavoro a venticinque ventisei ventisette anni
Senza avere la garanzia che ogni anno gli versano i contributi
E io credo che preoccuparsi di questi qui dovrebbe essere la vera priorità
Allora
Trovo che quando Fassino dice Renzo Foa verso sarà il tema dell'età pensionabile non può essere il tabù perché ci sono altre priorità
E tutto sommato noi abbiamo delle regole in materia d'età pensionabili che risalgono ad un'Italia nella quale la vita media era di dodici anni più breve di oggi santo cioè
Cambiata è cambiato il mondo
Cambiata la vita e forse avere un sistema nel quale il vero grande problema delle società mature come la nostra
è non è mettere la gente nell'ozio cinquantotto anni
Ma è come fare in modo che il patrimonio di professionalità di intelligenza della gente che ha più di sessant'anni continua ad essere utili al Paese
Cioè come aiutare la gente a continuare a a lavorare a partecipare in modo attivo lavorare in modo nuovo
Quindi altrimenti noi diventiamo un Paese nel quale il trenta per cento della gente lavora per mantenere il rimanente settanta per cento ma un Paese di questo genere non sta in piedi questo ci deve essere chiaro
Poi in più non vogliamo neanche che vengano gli immigrati di stampa e non è in grado arraffa a rafforzare la parte che lavora insomma noi siamo di fronte
A tali cambiamenti della società
Che comportano un nuovo modo di pensare
Nuovo modo di pensare all'organizzazione dello stato sociale i rapporti tra le generazioni il rapporto tra lavoro e vita
E o noi entriamo in questa lunghezza d'onda e quindi trasformiamo la Società Italia
E la rendiamo capace di affrontare queste sfide oppure noi vivremmo in un Paese che e come un motore
Imballato
Che non riesce a esprimere tutta la sua potenza
Quest'anno l'Italia cresce dell'uno virgola sei per cento
Io non voglio confrontarlo con la Cina che cresce del dieci per cento
Con la Germania
Che cresce del due per cento
Con la Gran Bretagna che cresce del due virgola sette per cento con la Francia che cresce del due virgola due per cento
Perché noi cresciamo meno
Di tutti gli altri grandi paesi europei
Che cosa è che frena lo sviluppo del nostro Paese
Che pure è un Paese che ai miei regia e che ha intelligenza che ha capacità di adattamento che
E questo è il problema vero
Queste cioè Old governo di centro sinistra
Discutendo discutendo con i sindacati con gli imprevisti si mette in grado
Di liberare le risorse del Paese
E quindi questo motore imballato che è l'Italia Chigi quando quando non schiacci l'acceleratore Secure il rumore ma
Macchina non parte
Noi la mettiamo in grado di partito
Puntando sullo sviluppo sull'innovazione sulle nuove generazioni che se c'è un è uno spendendo Lolli
Oppure noi veniamo meno al compito storico che abbiamo di fronte al nord questo il problema
Questa è la questione con la quale ci dobbiamo misurare
Sapendo che comporta anche delle scelte difficili
Ma se noi non risparmiamo spesa pubblica
Nei settori in cui la spesa improduttiva dove li prendiamo i soldi che vanno investiti sulla ricerca scientifica sull'università o vorrei
Perché il Paese il Paese vuole se tu vai in un'asta fece volete più spesa per la ricerca Luisa sì e chi ti dice di no
Allora volete più tasse no
Allora bisognerà che tagliamo la spesa
Per il pubblico impiego affrontiamo il problema dell'equilibrio del sistema previdenziale no
Come vedete dissi e i no non tornano
E chi governa ha il dovere di fare tornare dissi Rino
Questo è il problema io sono convinto non li abbiamo cominciato a discutere
Si è avviato un dialogo con le organizzazioni sindacali
Non saranno scelte semplici
Però devono essere scelte coraggiose
L'errore più grande che si possa fare non scende
Tirare a campare e pensare che poi arriva qualcuno che risolve il problema
Non ci sarà questo qualcuno
Come avete visto uno che ha detto che si potevano aumentare le pensioni ridurre le tasse saremmo stati tutti bene l'abbiamo già visto all'opera già abbiamo visto i risultati
Allora posto che posto che il diciamo non abbiamo mai chi all'orizzonte abbiamo delle persone normali dirà che tutti insieme cerchiamo normalmente di affrontare con coraggio i problemi che il Paese ha di fronte a sé
Ormai siamo sollecitate Massimo D'Alema sarà adesso dovrà andare a Bologna e quindi dobbiamo chiudere con l'ultima al con l'ultima domanda ammesso se c'erano possibilità almeno una lo farei questa ecco il fondo in questo interessante dibattito noi abbiamo parlato di pace e di solidarietà di sviluppo sostenibile e di Conti e di difesa dei più deboli insomma abbiamo il fondo parlatori rivisitato
I valori della sinistra
E allora la domanda finale e Cuesta
Noi oggi siamo alla festa dell'Unità c'è la festa della Margherita si è stato chiesto l'apertura insomma quando sarà la festa del partito democratico ma quello che io ti chiedo da dirigente dei democratici di sinistra
Ecco quanta sinistra e quanta sua storia e quanti dei suoi valori delle sue battaglie deve esserci dentro questo partito democratico questi vuole costruire
Perché altrimenti c'è il rischio molti compagni magari lo avvertono
Che non si parli soltanto di scioglimento di una forza organizzata ma si parli di scioglimento di una di valori di un patrimonio ideale di battaglia che poi è quello che tiene insieme un'esperienza come quella che si vive qui a Reggio
Credo sì sinceramente io non credo che
Io ricordo che noi facemmo una discussione di questo tipo quando decidemmo che bisognava cambiare
Quello che è stato il vero grande cambiamento della nostra storia della penso alla mia generazione
Cioè quando abbiamo deciso di cambiare il PC e di creare il Partito democratico della City
E ricordo che anche allora si aprì questo dibattito fatto che questo avrebbe portato ad uno smaltimento dei valori
Io io i simboli sono importanti
Voglio sottovalutare il valore dei singoli
Ma i valori non vivono Nancy
Questo è credo che la storia ce l'ha insegnato ad agosto
Non è l'iter se non non è
Un partito è
I capitoli dire allora che un partito non è un simbolo un nome è una comunità di donne e di uomini
E che
Questa comunità avrebbe continuato a vivere anche in una nuova epocale una nuova stagione insomma e così è stato
Così è stato
Da il mio timore non è quello
D'altro canto
Uno potrebbe dire
Non è un caso che specularmente ciechi dall'altra parte dice ma se facciamo il partito democratico scompariranno i valori dei cattolici democratici saremo soffocati dalla sinistra perché loro sono più di noi
Sono meglio organizzati che indica
E curioso questo fatto diciamo per cui c'è
Timore di essere soffocati da una parte e dall'altra esplicita
Ci soffoca eremo a vicenda
Io non credo che non sarà soffocato messo
Io credo che questo processo di costruzione di una nuova forza politica e comincia
Non è vero che non è cominciato questo processo iniziato d'altro canto cosa sono i partiti sono i partiti sono delle organizzazioni ma sono anche simboli che si presenta alle elezioni Gallizioli ci siamo presentati con un singolo So
Sono
Forme di rappresentanza della volontà dei cittadini nelle istituzioni e gruppi parlamentari sono unici quindi
Io direi che siamo a metà del guado
E lo dico perché nulla è pericoloso come stare troppo a lungo a metà del guado diciamo a un certo punto andare o di qua o di là
Io non ho dubbi che bisogna andare di là
Quindi questo processo è comincia
Naturalmente ci sono dei grandi problemi
Che non non si risolvono com'parole
Diceva Machiavelli cum parole non si mantengono listati io oggi direi che cum parole non si fondano neanche i partiti
Bisogna avere il coraggio di scelte che non si risolvono con dei giochi di parole
Gravi grande partito del centrosinistra italiano deve decidere dove si colloca in Europa
E non è un problema
Facile io quando sento dire oramai sono vecchio
L'eliporto bene ma sono vecchi e soprattutto sono vecchio di politica diciamo quando si arriva quando si arriva di fronte a questi nodi ci sono alcuni amici carissimi che hanno delle formule
Ci sono delle formule
Io ho imparato a diffidare di queste formule no
Quando si arriva di fronte ad una questione difficile normalmente c'è chi dice ma il problema è un altro
Io quando sento dire che il problema è un altro mi metto sempre in allarme Sant'
Perché spesso è un modo di non affrontare il problema
Oppure si sente dire ma bisogna coniugare questo e quello
è bellissimo coniugare una parola suggestiva coi a che fare con la vita di tutti noi più o meno ci siamo tutti coniugati in qualche momento della nostra vita e quindi quando ci sono due polarità
E dice come come si fa con cosa vogliamo l'acconto questo o quello bisogna coniugare questo questo questo è fantastico tutti sono d'accordo
Perché nessuno può dire di no
Si finge di avere risolto il problema e non lo si so
Quindi io io credo che questo processo è cominciato
Io sono tra quelli che vogliono arrivare
Non solo perché l'Italia ha bisogno di una grande forza politica riformatrice
è un sistema politico fatto di tanti partitini che litigano è una democrazia debole ma perché penso che la nascita di questo partito possa essere utile alla sinistra anche fuori d'Italia dove c'è bisogno di nuova cultura
Sappiamo che lungo questo cammino bisogna risolvere dei problemi di risolvere
Attraverso la discussione democratica il coinvolgimento dei cittadini e compassione unità
Così come abbiamo risolto
Nel corso della nostra storia i grandi problemi che abbiamo avuto di fronte a noi grazie