La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 21 minuti.
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Buongiorno agli ascoltatori di radio radicale martedì cinque dicembre questo l'appuntamento con la rassegna dalla stampa internazionale in apertura ci occuperemo di Russia del caso Alexander Litvinenko che coinvolge sempre di più Mosca
La stampa internazionale chiamando in causa almeno politicamente Vladimir Putin noi vedremo due editoriali il primo dal New York Times che chiede di rivisitare rileggere l'anima di Putin secondo dalla Financial Times secondo cui il Cremlino sta uccidendo lo Stato di diritto in un Russia
Riproporremo anche un'analisi dalle finiamo firmata Lomond villa dal titolo nuovo romanzo nero della Russia all'avvicinarsi delle presidenziali due mila otto secondo il quotidiano conservatore francese la morte di Litvinenko ma anche l'assassinio
Di Anna Politkovskaja l'avvelenamento di un ex primo ministro ieri Gore creda rientra in una concatenazione di eventi legati alla lotta per la successione e Vladimir Putin
Scoprimmo anche di Libano lo faremo con un editoriale dall'edizione del fine settimana di nel mondo dal titolo Libano spaccato si parla evidentemente
Delle della manifestazione grande manifestazione che hezbollah organizzato venerdì scorso che continua a Beirut tutto sullo stesso argomento il figlio voi ieri pubblicava un'analisi di Pierre Curie
I libanesi rischiano di pagare nuovamente il prezzo di un venuto al raccordo Siro americano
E infine parleremo di America del sud di due venti la fine
Di Castro e la conferma di Hugo Chávez attraverso un editoriale di le Monde dal titolo I sostituti rimpiazzi di Fidel Castro
Ma cominciamo dalla Russia per caso Alexander Litvinenko la stampa internazionale ieri ha pubblicato moltissimi articoli c'è anche qualche ritratto di Mario Scaramella le Figaro ne parla come l'italiano che indagava sull'ex K G. Beattie
Ci sono però molti commenti critici del Cremlino che chiamano in causa direttamente almeno politicamente il presidente russo Vladimir Putin e partiamo proprio da qui
Con un editoriale del mio ortensie Ri qui pubblicato oggi dall'International Herald Tribune dal titolo rivisitare l'anima di Putin
L'avvelenamento fatale di Alexander Litvinenko a Londra insieme ad altri sospetti omicidio tentativi di omicidi di critici del Cremlino
Impone domande di carattere fondamentale sulla Russia e su come l'Occidente debba trattare con Mosca scrive il quotidiano liberal americano maggior parte di questi crimini sono rimasti irrisolti di conseguenza non possiamo che speculare su questi al mandante
Preferiremmo scrive il New York Times non sospettare che qualcuno legato al presidente Vladimir Putin sia coinvolto anche se gli omicidi portano il chiaro segno dei professionisti
L'Occidente ha bisogno di una buona relazione con la Russia della sua cooperazione nella lotta contro la proliferazione nucleare il terrorismo
Nessuno vuole un ritorno ai tempi in cui la Russia era vista come un nemico ma i recenti eventi non possono essere classe classificati come semplici incendi incidenti non legati tra loro come invece vorrebbe il presidente Putin
è indubbio infatti c'è una cultura dell'Anarchia
Si sta diffondendo attraverso tutta la Russia e che Putin ha fatto poco niente per fermarla al contrario il presidente russo
Durante gli anni del suo mandato ha indebolito la democrazia russa riempiendo la somministrazione di ex compagni del KGB
Con la scusa di restaurare l'umore della Russia siccome non di Putin sta schiacciando le libertà conquistate dopo la fine dell'impero sovietico dalla stampa dal potere giudiziario dal Parlamento
I critici del governo sono stati bollati come nemici la Russia su liste che circolano apertamente nelle cerchie governative
E il Cremlino accusa l'America di essere dietro ogni sconfitta reale o percepita
L'Occidente certo non ha altra scelta per il New York Times non quella di continuare a relazionarsi con la Russia e con Putin ma quando i critici del Cremlino vengono attaccati o assassinati l'Occidente deve anche chiedere inchieste complete e trasparenti la condanna dei criminali non importa chi essi siano e e parafrasando una storica sfortunata frase detta dal presidente Bush dopo il suo primo incontro con il presidente russo all'inizio del suo mandato il New York Times conclude così e tempo
Di far sapere a Putin che l'Occidente lo sta guardando nel fondo dell'anima e che non ci piace quel che vediamo così
Il New York Times un editoriale che potete leggere oggi sull'International Herald Tribune molto più duro il Financial Times nel suo primo editoriale di ieri il Cremlino sta uccidendo lo Stato di diritto e Rossi al titolo Putin deve fronteggiare la crescente violenza politica il presidente russo Vladimir Putin scriverti arrivato al potere nel Duemila
Promettendo di ricreare di fondare uno Stato forte rispettoso della legge
L'assassinio di Alexander Litvinenko una serie di altri omicidi politici suggeriscono che la Russia di Putin essi tornata forte ma è lungi da rispettare la legge
Nessuno è stato indagato per la morte di Knin con la lista dei possibili sospetti che include attuali ex ufficiali dei servizi segreti uomini d'affari
E Ganz Gangster e ampia il Cremlino smentisce seccamente ogni coinvolgimento ma Putin non può dire di non essere responsabile e l'aver contribuito alla creazione di uno Stato in cui l'omicidio è cosa comune ne può negare prosegue il quotidiano da siti che gli ultimi personaggi presi di mira
Erano oppositori del Cremlino come Litvinenko come Anna Politkovskaja e perfino come l'ex primo ministro ieri Gorga i DAR considerato un critico soft
Tra le altre vittime di alto profilo ci sono meno incerti all'Agenzia giornalistica di Stato un comandante ceceno legato i servizi di sicurezza dell'FSB
Il vice presidente della Banca centrale russa insomma la vita pubblica Russia diventata all'improvviso molto pericolosa
Molte altre persone sono morte negli anni immediatamente successivi alla fine dell'era sovietica ricordo al Financial Times maggior parte assassinate in guerre mafiosa nella battaglia per accaparrarsi i frutti delle privatizzazioni
Ma allora la Russia era sull'orlo del caos oggi invece Putin dice di aver restaurato l'ordine in realtà per il Financial Times Putin ha restaurato
L'autorità del Cremlino reprimendo i diritti degli altri quelli degli imprenditori dei giornalisti dei governatori regionali gli ex agenti del KGB guidati dallo stesso Presidente hanno restaurato buona parte della loro influenza
Putin dice di aver ricreato lo Stato di diritto ma in realtà nella sua concezione la legge non viene applicata dai tribunali indipendenti ma imposta dallo stesso Cremlino lo Stato ha ricominciato a violare pesantemente i diritti umani senza dover temere di comparire davanti a un tribunale così come è successo di recente con la deportazione di massa degli immigrati georgiani da questo punto di vista Putin avuto purtroppo Successo il risultato di tutto questo è che un crescente numero di quelli che hanno potere soldi non sente nessun necessità di rispettare la legge alcuni sembrano pensare di poter potersi liberare di qualsiasi ostacolo sul loro percorso anche uccidendo i propri nemici in recenti assassini possono avere origini diverse ma è certo che abbia un tratto comune qui entrano nei regolamenti di conti tra potenti
Con le elezioni presidenziali nel due mila e otto di scontri politici diventeranno ancora più intensi
E Putin avverte Financial Times deve agire subito per contenere le stesse forze che Luís ha contribuito a liberare perché l'ordine senza legge e tutto tranne che ordine così l'editoriale di ieri del Financial Times a proposito delle elezioni del due mila e otto delle connessioni in con i recenti drammatici omicidi le Figaro quindi ha pubblicato un'analisi Lomond villi nuovo romanzo nero della Russia l'avvicinarsi delle presidenziali due mila otto
Scrive il quotidiano conservatore francese la Russia vive un nuovo romanzo nero sette anni dopo la spettacolare concatenazione che aveva portato la presidenza
Vladimir Putin cioè gli attentati a Mosca che avevano giustificato rilancia la guerra del Caucaso una serie di omicidi spettacolare insanguina l'orizzonte delle presidenziali due mila otto il sette ottobre
Anna Politkovskaja è stata assassinata ventitré novembre Alexander Litvinenko muore avvelenato dal polonio duecentodieci due giorni dopo l'ex primo ministro IE corredare colto da una malattia misteriosa in Irlanda
Infine venerdì primo dicembre una piccola quantità di Polonia ovine scoperta nell'organismo di Mario Scaramella Politkovskaja vicini in copie dal si tratta di una catena per orchestrare un cambio di potere violento incostituzionale spigola Anatoli Chubais su una potente oligarca liberale che si è allineato Vladimir Putin come lui
Numerosi esperti russi si interrogano su un'eventuale operazione di destabilizzazione orchestrata da clan vicini al Cremlino
Per pesare sulla successione di Vladimir Putin nessuno sa ovviamente però se questo avviene con l'avvallo del presidente oppure a sua insaputa
Richiamo profondi chez diversi scenari da quello proposto dalla propaganda russa detto scenario mafioso secondo cui Litvinenko era un ricattatore
Ricattava alti alti personaggi alte personalità del KGB
A quello che punta il dito contro l'ex oligarca russo Boris Berezovskij che avrebbe fatto uccidere l'amico Litvinenko per destabilizzare Putin sono ipotesi assurde sviluppate diffuse dal Cremlino per confondere le piste dice
Lo scrittore russo emigrato Vladimir Bukovskij
Questo ex dissidente persuaso che gli omicidi di Politkovskaja vitivinicoli salgono fino al le più alte sfere del potere russo scrivere finiamo secondo lo scenario Bukowski il Cremlino avrebbe deciso freddamente di sopprimere due personaggi che davano fastidio
Si parlava sulla legge approvata quest'estate
Che dal diritto e servizi segreti russi di eliminare all'estero i nemici del potere russo Bukowski ricorda che il ministro delle Difesa Sergei Ivanov ha pubblicamente affermato di essere in possesso di una lista di nemici potenziali
Ed è Ivano perché alla vista dei nemici tra Russia non Scaramella spiega Bukowski questo scenario che coinvolge Putin e messo però in dubbio da altri osservatori Ski verifichiamo più propensi allo scenario bizantino
Di un clan interno al Cremlino che ha lanciato questa folle operazione per screditare il presidente
Poi obbligato a cedere il potere oppure a conservarlo una fonte francese vicino anche ai nuovi oligarchi russi evoca al clan
Dico Secci nel vice capo dell'amministrazione presidenziale che sentendosi minacciato da Putin avrebbe fatto un'alleanza con il padrone dei servizi segreti
Queste voci sono impossibili da verificare scriverò Monviso ma in questo nuovo romanzo nero la responsabilità di Putin è tangibile perché anche se questo eventuale complotto e tramato sua insaputa da una fazione di duri dei servizi
Di sicurezza è stato possibile il complotto solo grazie all'impunità in cui i ministeri di sicurezza hanno organizzato in Cecenia in Russia i loro colpi di mano contro avversari politici militari o economici insomma il peccato originale tra guerra cecena come scenario presidenziale del mille novecentonovantanove potrebbe diventare un boomerang contro Putin scrive nelle conclusioni le Figaro all'epoca cinque attentati contro alcuni immobili
Attribuiti senza prove ceceni avevano fatto circa trecento morti
Quelli che hanno indagato sugli attentati sono stati neutralizzati
Il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta della Duma è morto colpito da un'allergia fulminante un deputato dalla stessa Commissione è stato abbattuto al momento del suo omicidio Anna Politkovskaja stravaso scrivendo di questo Litvinenko aveva scritto un libro
In cui accusava l'FSB DS proprio dietro a quelli attentati così Dumont fino su lo finiamo di ieri questi tutti gli scenari che legano
L'assassinio anni Alexander Litvinenko alla prossima scadenza presidenziale del due mila e otto così come gli attentati attribuiti senza prove ceceni in del mille novecentonovantanove che fecero
Fecero provocarono sostanzialmente la Seconda guerra in Cecenia contribuirono a eleggere all'elezione di Vladimir Putin al suo arrivo al Cremlino votiamo pagina ci vogliamo occupare di Libano lo facciamo con le mondine edizione del fine settimana c'è stata grande manifestazione di di Hezbollah imponente manifestazione che che prosegue l'obiettivo è far cadere il governo di fuori signora governo democraticamente eletto e pro occidentale
Il titolo del commento di Remondi Libano spaccato la dimostrazione di forza dall'opposizione libanese venerdì a Beirut solo una settimana dopo i funerali in impressionanti DPR Gemayel
Che ricorderete l'esponente politico ministro dell'industria del governo signora assassinata una decina di giorni fa
Esponente politico antisiriano insomma quella dimostrazione di Po di forza dall'opposizione libanese dimostra che il Paese dei cedri e davvero diviso in due campi
Canti che beneficiano entrambi Tibesti legittimità popolare un campo vuole costringere il governo senza la sua componente cita le dimissioni l'altro campo intende registra questa pressione
Si tratta dunque Libano e dunque l'insieme di due Paesi reali secondo le Figaro le Monde
L'uno contro l'altro il cui scontro per ora pacifico alimenta un impasto politica che i meccanismi in vigore nelle democrazie ordinarie non permettono di superare la natura singolare delle istituzioni confessionali Zac del Libano intrattiene alimenta la crisi che si cristallizza sulla questione del tribunale internazionale creato per giudicare i responsabili degli omicidi politici
Avvenuti in Libano da due anni e per i quali la Siria chiamate in causa questo scontro secondo le Monde può sfociare in qualsiasi momento in una guerra civile
Tutte le risorse contano e in particolare le influenze straniere che hanno sempre saputo approfittare dell'impotenza istituzionale libanese per imporre politiche interessi
Il dibattito interno libanese ridotto oggi alla denuncia da parte del governo della volontà siriana di riprendere il controllo del Paese con tutti i mezzi a disposizione in particolare attraverso Hezbollah e dall'altra parte la politica ridotta alle accuse contro una maggioranza la cui politica si farebbe nell'ufficio che l'ambasciatore degli Stati Uniti a Beirut
La situazione degli alleati occidentali del primo ministro fu ad signora non gioca a suo favore spiega le Monde signora già potuto misurare i limiti della protezione americana durante la guerra di questa estate tra hezbollah e Israele
La probabile partenza di Jacques Chirac dalla presidenza francese può aprire un ulteriore breccia nel fronte
Antisiriano che si era unito dopo l'assassinio dell'ex premier libanese Rafiq Hariri
Per contro avverte le Monde la crescente influenza dell'Iran Medio Oriente che la Siria e le carte che terranno ha saputo accumulare in questi ultimi anni confortano i suoi accoliti e clienti e in particolare Hezbollah questo brutto scenario tracciato dall'editoriale diremo nel fine settimana e sempre a questo proposito va segnalato un'analisi pubblicata ieri dal figlio o Di Pietro ieri libanesi rischiano di pagare nuovamente il prezzo di un eventuale accordo
Siro americano perché perché
La Siria spera apertamente in uno scambio che gli americani concedano al controllo sul Libano
Contro un cambio di attitudine siriano nei confronti di Hezbollah e di alcuni gruppi poi ira Ken il precedente citato dal figlio e quello del tradimento dei libanesi del mille novecentonovanta quanto l'allora segretario di Stato americano James Baker che lo ricordiamo oggi presiede la commissione bipartisan sull'Iraq che deve tracciare la nuova strategia americana in sostanza cedette il controllo del Libano alla Siria in cambio del sì di Damasco alla guerra del Golfo contro Saddam Hussein e il timore a Beirut e che si produca lo stesso lo stesso risultato Becker proponga l'alleanza Hall negoziato con Damasco sull'Iraq che Washington accetti di cedere in Libano alla Siria invece per chiudere cubana e le elezioni in Venezuela Fidel Castro in qualche modo sta scomparendo dalla scena Murcia Vezza sì sì invece
Sì invece imposto per la terza volta alla alla guida del del del Venezuela
A questi dedicato l'editoriale di oggi di Mondini sostituti Di Castro rimpiazzi di Castro una stella si è affermata nel cielo della rivoluzione latino americana nello stesso momento in cui un'altra stella scompare Hugo Chávez è stato rieletto per la seconda volta dal novantotto presidente del Venezuela con il sessantuno per cento dei voti per contro nel momento in cui castristi festeggiavano al cinquantesimo anniversario
Del ritorno di Fidel all'Avana castra era assente a causa del suo ricovero ospedaliero la sua assenza dalla parata militare
Di sabato scorso e più pesante in termini di significato di qualsiasi bollettino medico anche se ufficialmente suo fratello a Hull assicura sullo lì in termini il ritorno al potere di Fidel eh escluso
In media cubani hanno però c'è anche mostrato come il vecchio dittatore ha passato il testimone della lotta contro l'imperialismo americano a Hugo Chavez
Rivendicando la doppia paternità di Bolivar e Castro il presidente venezuelano ha ripreso la tradizione dei discorsi infiammati contro gli Stati Uniti tuttavia Chavez non si accontenta della retorica grazie ai redditi petroliferi
Chávez ha aiutato la sinistra Man massimalista dei piccoli Stati d'America Latina prendere il potere non più con la lotta armata come negli anni settanta ottanta ma attraverso le urne e ci avesse avuto successo in Bolivia Ecuador in una certa misura anche in un cabaret Nicaragua le sue ambizioni però non si scontrano solo alla politica di Washington dal Perù al Cile una sinistra più moderata più vicino alla socialdemocrazia europea che via anche agli ex guerriglieri della Sierra Maestra
Cerca di conciliare l'indipendenza rispetto agli Stati Uniti con lo sviluppo economico
E la democrazia e Chávez lo ha dovuto imparare a sospese con il fallimento della candidatura venezuelana il Consiglio di sicurezza dell'ONU ma la politica dei Paesi latino americani non può definirsi solo in opposizione agli Stati Uniti
Ed è così che lo stesso Raúl Castro è sembrato fare un gesto in direzione di Washington durante un suo discorso ufficiale del due dicembre
Il fratello
Verrà Ulla si è dichiarato pronto a negoziare sulla base di principi di uguaglianza reciprocità non ingerenza
Le interpretazioni divergono per alcuni si tratta di una formula propagandistica per altri di una reale apertura quel che è certo è che la prospettiva della prossima scomparsa di Fidel Castro attizza era lotte di influenza nelle alte sfere cubane
Raúl Castro farebbe parte di una tendenza cinese interessata una riforma economica ma non politica del sistema e purtroppo questa tendenza non sarebbe incompatibile con la repressione degli oppositori che a Cuba non è mai cessata così
Le Monde e noi abbiamo concluso buona giornata l'ascolto di radio radicale
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